Tram SRTO: motrici Ringhoffer
Tram SRTO Ringhoffer | |
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Vettura tranviaria a due assi | |
L'unica immagine conosciuta di una Ringhoffer in servizio SRTO | |
Anni di costruzione | 1905 |
Anni di esercizio | 1905–1930 |
Quantità prodotta | 10 |
Costruttore | Ringhoffer |
Lunghezza | 7800 mm |
Scartamento | 1 445 mm |
Rodiggio | diretto con molle a balestra |
Tipo di motore | GE67 Dick, Kerr |
Dati tratti da:
tramroma.com. URL consultato il 27 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2017). |
Le vetture tranviarie serie Ringhoffer della SRTO di Roma sono state un gruppo di 10 motrici a due assi bidirezionali entrate in servizio nel 1905.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Col passare degli anni il disservizio della SRTO appare sempre più intollerabile, al punto che il comune è costretto a rilevarlo con una richiamo ufficiale del 22 giugno 1906. Ad essere messa sotto accusa, tra le altre cose, è la meccanica delle vetture a terrazzini aperti e del tipo torpediniera, in particolare la mancanza di freno ad aria compressa che non consente il traino di rimorchi. Senza adempiere all'obbligo contrattuale di sottoporre i modelli alla preventiva approvazione comunale, la SRTO ha intanto ordinato dieci vetture rimorchiate alla Ringhoffer di Praga, da utilizzare in composizione alle vetture del tipo torpediniera, delle quali mutuano la forma della cassa. L'idea è quella di strappare l'autorizzazione ad utilizzarli una volta giunti a Roma, ma dopo il richiamo del 22 giugno l'ordine viene modificato e i rimorchi diventano motrici di nuova tipologia, con sedili ribaltabili, freno ad aria ed elettrico e la disposizione cosiddetta ad “assi radiali”[1] che consente una qualità di marcia migliore.
Meccanica
[modifica | modifica wikitesto]La cassa è simile ma non uguale a quella delle del tipo torpediniera, con forme arrotondate e un aspetto più moderno. Nell'idea di farne una vettura all'altezza dei tempi spariscono i truck tipo White e Brill 21e fino ad allora utilizzati, sostituiti da un attacco diretto tra cassa e truck con molle a balestra del tipo largamente in uso, con ottimi risultati, sulle reti di Austria e Ungheria.
Equipaggiamento elettrico
[modifica | modifica wikitesto]Le Ringhoffer montano due motori GE67 da 35 CV ed utilizzano il controller controller K10. In seguito alcune vetture sono montati i motori Dick, Kerr in uso sulle vetture municipali a sei finestrini.
La presa di corrente originaria, come su tutto il materiale motore SRTO, è a trolley a rotella. Le vetture sono successivamente dotate, in via sia temporanea che definitiva, di archetto strisciante per la circolazione sulle tratte municipali.
Impianto freni
[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo (per Roma) impianto frenante è costituito da un freno ad aria diretto (nel quale il dispositivo di comando (rubinetto) alimenta direttamente gli elementi attuatori (cilindri) del freno), e da un freno continuo che agisce simultaneamente su tutti i rotabili di un convoglio (nel caso della SRTO sul rimorchio), predisposti a tale scopo.
Servizio
[modifica | modifica wikitesto]Le Ringhoffer hanno circolato dal 1906 al 1930. Dopo la riforma tranviaria del 1930 alcune vetture continuano a circolare nel gruppo delle cosiddette rinnovate, o impiegate come rotabili di servizio. Nessuna delle dieci vetture appare presente nel dopoguerra.
Numerazione
[modifica | modifica wikitesto]Giunte quando la fornitura delle vetture del tipo torpediniera è ancora in corso sono numerate a seguito dell'ultima vettura arrivata, la 351, e sono numerate 352-361. Col passaggio all'azienda municipale ai numeri originari viene anteposto il prefisso 1.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il termine assi radiali, usato per denotare una disposizione largamente adottata sui rotabili SRTO e municipali, non deve intendersi nel senso esatto della parola; non si tratta qui di sale dotate di completa libertà di orientamento intorno ad un asse verticale, come avviene per gli ordinari carrelli; qui la sala dispone solo di un certo grado di adattabilità nel percorso delle curve, limitata da una voluta cedevolezza in un piano orizzontale dei dispositivi di sospensione
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vittorio Formigari e Piero Muscolino, Il tram a Roma, Calosci, 2008, pp. 337-341.