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Treno bloccato ATM serie 400

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Treno bloccato ATM 401
Convoglio
Il treno in sosta al capolinea di Sire Raul della tranvia Milano-Vimercate, nel 1968
Anni di costruzione 1961
Anni di esercizio 1961-1982
Quantità prodotta 1
Lunghezza 44.290 mm
Larghezza 2.320 mm
Altezza 3.350 mm
Capacità 122 posti a sedere
178 posti in piedi
Scartamento 1.445 mm
Massa vuoto 65,4 t
Potenza continuativa 4 x 105 HP
Velocità massima omologata 75 km/h
Tipo di motore GDTM.233
Dati tratti da:
Cornolò, op. cit., pp. 296-297 e 306

Il treno bloccato 401 dell'ATM di Milano era un convoglio bloccato sperimentale, allestito nel 1961 in previsione dell'attivazione delle linee celeri dell'Adda e della Brianza.

Costituì il prototipo dei treni bloccati serie 500 e serie 800.

Alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, il parco tranviario interurbano dell'ATM era costituito da motrici e rimorchiate costruite nei decenni precedenti, e utilizzate in composizione variabile, con le conseguenti perdite di tempo ai capilinea.

L'ATM decise pertanto di utilizzare il materiale in composizioni bloccate, soprattutto in previsione dell'attivazione delle linee celeri dell'Adda e della Brianza, su cui si prevedeva un esercizio simile alle linee metropolitane[1].

Il treno bloccato 401 venne allestito nel 1961, utilizzando come motrice il relitto del locomotore 105 (tipo "Costamasnaga"), completamente ricostruito e rinumerato 401, e due rimorchiate serie 335 ÷ 346 (originariamente costruite dalla Stanga nel 1945), rinumerate 431 e 432[2].

Le rimorchiate vennero equipaggiate con banchi di manovra, eliminati dalla motrice, e con i trolley per la captazione della corrente sulla rete a 600 V; il pantografo per la corrente a 1200 V (presente sulle linee Milano-Vaprio, Villa Fornaci-Cassano e Milano-Vimercate) venne invece montato sulla motrice[3]. La composizione risultò pertanto Rp + M + Rp[3].

Il treno bloccato, venne utilizzato inizialmente sulla linea Milano-Vaprio, ma dopo la sua trasformazione in linea celere il treno risultava inadeguato all'esercizio, poiché le porte d'accesso, anziché al centro, erano poste alle estremità rastremate delle casse, e quindi inadatte su una linea dove le banchine delle fermate vennero costruite all'altezza del piano di calpestio. Pertanto venne trasferito nel 1964 sulla Milano-Vimercate e nel 1975 al deposito di Desio, per il servizio sulla Milano-Carate, rimuovendo tutto l'equipaggiamento a 1200 V[4]. Nel 1980 risultava ancora in servizio[5]; fu radiato nel 1982[6].

Inizialmente, il treno bloccato venne verniciato in un'inedita livrea verde oliva e avorio, con fascia di separazione in blu[7]. Pochi anni dopo fu riverniciato nella classica livrea a due toni di verde[8].

  1. ^ Cornolò, op. cit., p. 295
  2. ^ Cornolò, op. cit., pp. 296-297
  3. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 296
  4. ^ Cornolò, op. cit., p. 326
  5. ^ Cornolò, op. cit., p. 333
  6. ^ Zanin, op. cit., p. 100
  7. ^ Cornolò, op. cit., p. 294
  8. ^ Cornolò, op. cit., p. 285
  • Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le tranvie extraurbane milanesi, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980.
  • Paolo Zanin, ATM Milano tram elettrici interurbani, Salò (BS), Editrice Trasporti su Rotaie, 2013, ISBN 978-88-85068-41-4.

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