La muscarina è termostabile, incolore, inodore e insapore ed è solubile in acqua e in alcool in qualsiasi percentuale. Fu isolata per la prima volta dall'Amanita muscaria nel 1869.
La tossicità della muscarina è dovuta alla sua azione sulla branca parasimpatica del sistema nervoso autonomo, dove esercita effetti simili a quelli dell'acetilcolina.
Se ingerita o fumata provoca dispnea da broncocostrizione, abbassamento della temperatura corporea, stato confusionale, effetto inotropo e cronotropo negativo, convulsioni, coma, morte.
Si deve prestare particolare attenzione al genere Inocybe che, in alcune sue specie, presenta un tasso di muscarina nettamente più alto rispetto al genere Amanita. Particolarmente ricche di muscarina si sono rivelate alcune specie di piccola taglia del genere Clitocybe.
Secondo un recente studio effettuato in Svizzera circa l' "avvelenamento da funghi" e durato due anni, sono stati riportati 19 casi di avvelenamento da muscarina. Due causati dalla Clitocybe rivulosa, undici dalla Clitocybe nebularis, sei dalla Inocybe patouillardii, due dei quali con esito mortale.
Antidoto
In caso di avvelenamento da muscarina l'antidoto specifico è l'atropina (Atropina solfato da 0,5 a 1 mg i.v., da ripetere ogni 15 minuti secondo il quadro clinico).
La Micologia è una branca delle scienze naturali che si occupa dello studio dei funghi (dal grecoμύκης = fungo).
Il suo campo di indagine è quello del vasto regno dei Fungi, che comprende organismi più o meno visibili ad occhio nudo, e più o meno complessi. Essa è una scienza in continua evoluzione, che affronta oltre agli aspetti tassonomici, quelli macroscopici e microscopici di organismi che appartengono ad un regno di esseri viventi distinto sia dalle piante che dagli animali.
È anche una delle specie più chiacchierate del momento, dato che in Giappone si sono tenuti recentemente dei convegni internazionali di micologia in cui si è parlato anche della commestibilità di questa specie previo trattamento di de-tossificazione; tesi peraltro sostenuta da esperti micologi giapponesi che affermano di consumarla senza riscontrare alcun disturbo[senza fonte], nonostante nella comunità scientifica sussistano molti dubbi circa la reale efficacia di tale trattamento[senza fonte]. La specie veniva nel passato usata anche come antiparassitario contro le mosche. Si immettevano in un contenitore di latte dei pezzi del fungo e, dopo un giorno di macerazione, questo veniva usato per attirare le mosche che morivano dopo averlo bevuto.
Studioso di sistematica micologica e di micologia descrittiva riconosciuto come il padre ed il massimo esponente della moderna micologia, descrive parecchie migliaia di funghi.
Fa i suoi studi all'università di Lund dove diventa docente nel 1814, professore di botanica nel 1824. È nominato professore d'economia pratica all'università di Uppsala nel 1834 e di botanica nel 1852. Và in pensione nel 1859 ma continua a dirigere il giardino botanico ed il museo di botanica fino al 1863. È membro dell'Accademia Svedese (1847) e della Royal Society (1875).
Ancora oggi chi si avvicina alla micologia si basa per la determinazione dei Miceti alle caratteristiche morfocromatiche dettate dal Fries.
Evita il testo nascosto nelle vociQuesta lista elenca, in ordine alfabetico, le abbreviazioni standard dei nomi dei micologi che si ritrovano nella nomenclatura binomiale delle specie da loro descritte:
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