Tram STEL serie 60-69
STEL 60 ÷ 69 poi ATM 60 ÷ 69 | |
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Motrice tranviaria interurbana | |
Vettura 64 allo stato d'origine | |
Anni di costruzione | 1923 |
Anni di esercizio | 1923-1973 |
Quantità prodotta | 10 |
Costruttore | Breda |
Lunghezza | 12.830 mm |
Larghezza | 2.300 mm |
Altezza | 3.700 mm |
Capacità | 24 posti a sedere 68 posti in piedi |
Scartamento | 1445 mm |
Interperno | 6.470 mm |
Passo dei carrelli | 1.300 mm |
Massa in servizio | 26,98 t |
Massa vuoto | 21 t |
Rodiggio | (A1)(1A) |
Diametro ruote motrici | 854 mm (motrici) 610 mm (portanti) |
Potenza continuativa | 4 x 75 HP |
Velocità massima omologata | 45 km/h |
Alimentazione | elettrica |
Tipo di motore | Siemens Dy 802 |
Dati tratti da:
Cornolò, op. cit., pp. 162 e 168 |
Le elettromotrici serie 60 ÷ 69 furono una serie di vetture tranviarie che la STEL pose in servizio nel 1923, per il potenziamento dei collegamenti sulla linea Milano-Monza.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la prima guerra mondiale, il parco rotabile delle tranvie interurbane milanesi a trazione elettrica necessitava di essere rinforzato con ulteriori mezzi di concezione più moderna[1].
La STEL, subentrata alla Edison nell'esercizio della rete nel 1919, ordinò alla Breda la costruzione di 10 vetture, che vennero consegnate nel 1923, e assunsero i numeri da 60 a 69[2].
Le nuove elettromotrici riprendevano le caratteristiche delle vetture d'anteguerra (come le "Abbiategrasso"); mantenendo ad esempio il rodiggio (A1)(1A) ad aderenza parziale e la cassa in legno[2].
Inizialmente, le "Breda" vennero poste in servizio sulla linea Milano-Monza[2], dove effettuavano i servizi locali; dal 1935, sostituite dalle più moderne elettromotrici della serie 110 ÷ 115, alcune unità furono degradate a servizi di minore importanza, sulle linee Monza-Carate e Sesto-Monza via San Fruttuoso; vennero anche utilizzate sui collegamenti suburbani per Bruzzano e per Crescenzago[3]. Nel 1936, in seguito all'arrivo delle 116 ÷ 123, le unità rimaste sulla Milano-Monza vennero trasferite sulle linee Seregno-Carate e Seregno-Giussano[4].
Nel 1939 le vetture entrarono nel parco ATM, mantenendo la stessa numerazione[5], e nel 1948 risultavano ancora tutte in servizio[6].
Secondo una statistica del 19 gennaio 1957, tutte le 10 unità erano in servizio, distribuite fra i depositi di Desio, Milano Farini, Milano Spontini, Monza Borgazzi e Varedo[7]. Tra il 1955 e il 1960 a tutte le unità fu ricostruita la cassa[8].
Nel 1960 l'unità 62 venne trasformata con equipaggiamento bitensione, così da poter operare anche sulle linee dell'Adda (Milano-Vaprio con diramazione Villa Fornaci-Cassano, e Milano-Vimercate)[9]. Le unità non trasformate vennero usate sulla Milano-Corsico fino alla sua chiusura nel 1966[10].
L'unità 62 prestò servizio sino al 1973[8], quando, in seguito all'integrazione della "linea celere" Milano-Gorgonzola nella linea 2 della metropolitana, si erano resi disponibili i mezzi bitensione operanti su quella linea[11].
Livree
[modifica | modifica wikitesto]Le vetture entrarono in servizio nella livrea bianco gesso tipica dei mezzi STEL. Con il passaggio all'ATM, le vetture assunsero una colorazione a due toni di verde, simile a quella dei tram urbani, ma con un caratteristico disegno frontale "a scudo"[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cornolò, op. cit., p. 162.
- ^ a b c Cornolò, op. cit., p. 163.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 179.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 184.
- ^ a b Cornolò, op. cit., p. 191.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 216.
- ^ Cornolò, op. cit., pp. 269-270.
- ^ a b Zanin, op. cit., p. 44.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 269.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 275.
- ^ Cornolò, op. cit., p. 324.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le tranvie extraurbane milanesi, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980.
- Paolo Zanin, ATM Milano tram elettrici interurbani, Salò (BS), Editrice Trasporti su Rotaie, 2013, ISBN 978-88-85068-41-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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