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Pola Negri

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Pola Negri (1932)

Pola Negri, pseudonimo di Barbara Apolonia Chałupiec (Lipno, 3 gennaio 1897San Antonio, 1º agosto 1987), è stata un'attrice, cantante e ballerina polacca che, trasferitasi negli Stati Uniti, diventò a Hollywood una stella di prima grandezza.

Nel 1913 si trasferì a Varsavia per studiare arte drammatica e fece le sue prime apparizioni sul palcoscenico nel Balletto Imperiale. Nel 1914 debuttò nel film di produzione russo-tedesca Niewolnica zmyslów (in russo Raba strastei, raba poroka). È in quel periodo che scelse il nome d'arte con cui diverrà poi famosa, in omaggio alla scrittrice Ada Negri, di cui era ammiratrice.

I film tedeschi

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Tre anni dopo, nel 1917, si trasferì in Germania su richiesta dell'impresario e regista teatrale Max Reinhardt. Il suo primo film tedesco fu il cortometraggio Sangue sfrenato, prodotto dalla Saturn-Film, una casa di produzione per cui girerà anche Die toten Augen, diretta da Kurt Matull. Continuò, comunque, a lavorare ancora in Polonia con Aleksander Hertz. In Germania, Ernst Lubitsch, il celebre regista berlinese, la volle come protagonista in diversi film: Gli occhi della mummia (1918), Sangue gitano (1918), Madame du Barry (1919), Sumurum (1920), Lo scoiattolo (1921). L'attrice venne diretta da Lubitsch anche in Die Flamme (1923), cupa storia di una mondana parigina, l'ultimo film che il regista girò a Berlino prima di imbarcarsi per gli Stati Uniti, dove venne chiamato da Mary Pickford[1]. Il film, distribuito dalla Paramount Pictures, aprì la strada all'attrice polacca, facendola conoscere al grande pubblico americano.

Pola Negri saluta gli ammiratori

Il produttore Jesse L. Lasky aveva assistito, nel 1919 a Berlino, alla prima di Madame du Barry e, nel 1921, invitò Pola Negri a Hollywood, facendole firmare un contratto per la Paramount. Nel 1921 divorziò dal suo primo marito, Eugene Dambski, col quale aveva vissuto dieci anni. In seguito venne ingaggiata per recitare con Rodolfo Valentino, col quale visse un'intensa storia d'amore[2].

Il 12 settembre 1922, l'attrice, accolta in maniera trionfale, sbarcò a New York. Si trasferì in California, dove lavorò per l'ultima volta con Lubitsch in La zarina (1924). Il film ottenne un enorme successo, grazie al talento e alle notevoli doti drammatiche della Negri - che raggiunse la fama internazionale, diventando una star. Nel 1927 diede la sua interpretazione migliore nel ruolo della cameriera che si innamora di un soldato in L'ultimo addio di Mauritz Stiller.

Il cinema sonoro

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Il matrimonio col principe Mdivani

Il suo secondo matrimonio, nel 1927, fu col principe russo Serge Mdivani, unione che durò quattro anni. Sul finire degli anni '20, con l'avvento del sonoro, iniziò il suo declino: la voce di Pola Negri risultava infatti piuttosto dura e la sua recitazione eccessivamente enfatica. Negli anni trenta tornò in Europa, dove prese parte a qualche film di scarso rilievo. Nei primi anni Trenta, alla prima hollywoodiana di un proprio film - A Woman Commands - conobbe, innamorandosene, la star musicale del momento, Russ Columbo, il capostipite dei grandi cantanti-attori italo-americani. Gli donò un anello regalatole da Valentino, episodio che fece molto scalpore quando divenne noto, tanto più che la loro storia fu assai breve[3].

All'inizio della seconda guerra mondiale tornò nuovamente in America e apparve nella parte di una cantante d'opera in Hi Diddle Diddle (1943). Dopo una assenza dagli schermi di oltre 20 anni recitò in Giallo a Creta (1964) di James Neilson, interpretando un personaggio bizzarro, in quello che sarebbe stato il suo ultimo film. Negli ultimi tempi l'attrice condusse un'esistenza ritirata, concedendosi solo poche apparizioni in pubblico, fino alla sua morte avvenuta nell'agosto del 1987, all'età di novant'anni. Nel 1970, era uscita la sua autobiografia, intitolata Memoirs of a Star. Venne sepolta nel Cimitero Calvary, a Downey.

Riconoscimenti

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  • Per il suo contributo all'industria cinematografica, le fu assegnata una stella nella Hollywood Walk of Fame al 6140 di Hollywood Blvd.

Film o documentari dove appare Pola Negri

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  1. ^ Guido Fink, Ernst Lubitsch, Il castoro cinema, La nuova Italia ed., Firenze - maggio 1977
  2. ^ "Insieme, potevano veramente restaurare la coppia regale infranta. Pola era una vera grande attrice, persa in quel grosso tritacarne che poteva diventare in ogni momento Hollywood, che la fece infatti a pezzi. Di lei, con Valentino, ci resta un disco registrato nel 1924: lei aveva una voce splendida, da grande cantante, meglio forse di Marlene o di Zarah Leander". Loredana Leconte, Fascino Latino in "A sud della passione", ed. Charta, dicembre 1995 pag. 93 ISBN 88-8158-048-9
  3. ^ Russ Columbo, su musicaememoria.com. URL consultato il 19 maggio 2016.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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