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Bionaz

Coordinate: 45°52′N 7°25′E
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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Bionaz (disambigua).
Bionaz
comune
(IT) Comune di Bionaz
(FR) Commune de Bionaz
Bionaz – Stemma
Bionaz – Bandiera
Bionaz – Veduta
Bionaz – Veduta
Panorama del Plan-de-Veyne (capoluogo)
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Valle d'Aosta
ProvinciaNon presente
Amministrazione
SindacoValter Nicase (lista civica) dal 20-9-2020
Lingue ufficialiFrancese, italiano
Territorio
Coordinate45°52′N 7°25′E
Altitudine1 606 m s.l.m.
Superficie142,09 km²
Abitanti220[2] (31-12-2020)
Densità1,55 ab./km²
FrazioniBalmes, Chentre, Chez, Chez Chenoux, Chez Les Merloz, Cretes, Dzovennoz, Lexert, Ly, Moulin, Noyer, Perquis, Places, La Quellod, Plan-de-Veyne (capoluogo), Rey, Rû, Vagère, Lo Vianoz[1]
Comuni confinantiBagnes (CH-VS), Evolène (CH-VS), Nus, Ollomont, Oyace, Torgnon, Valtournenche, Zermatt (CH-VS)
Altre informazioni
Cod. postale11010
Prefisso0165
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT007010
Cod. catastaleA877
TargaAO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 641 GG[4]
Nome abitanti(IT) bionesi
(FR) Bionassins
Patronosanta Margherita di Antiochia
Giorno festivo20 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bionaz
Bionaz
Bionaz – Mappa
Bionaz – Mappa
Posizione del comune di Bionaz all'interno della Valle d'Aosta
Sito istituzionale

Bionaz (fr. AFI: [bjɔna]; Bioun-a[5] in patois valdostano; Biona durante il fascismo dal 1939[6] al 1945) è un comune italiano sparso di 220 abitanti[2] della Valle d'Aosta, situato in un vallone laterale dell'alta Valpelline.

Il comune si compone di 21 villaggi. Il capoluogo, Plan-de-Veyne, si trova a 1600 m s.l.m.

Secondo la pronuncia del patois valdostano, il nome "Bionaz" va pronunciato omettendo la "z" finale, quindi "Bióna", come per molti altri toponimi e cognomi valdostani (tra cui proprio Bionaz è uno dei più diffusi) e delle regioni limitrofe (la Savoia, l'Alta Savoia e il Vallese).
Questa particolarità, che si discosta dalle regole di pronuncia della lingua francese standard, risale a uno svolazzo che i redattori dei registri del regno di Sardegna erano soliti aggiungere alla fine dei toponimi o dei nomi da pronunciare come dei parossitoni, cioè con l'accento sulla penultima sillaba, molto diffuso in francoprovenzale. In seguito, questo piccolo segno è stato assimilato a una zeta, e spesso viene erroneamente pronunciato, sia dagli italofoni che dai francofoni.

Geografia fisica

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La Dent d'Hérens, vista da Prarayer.

È il comune più settentrionale della regione Valle d'Aosta ed il primo per percentuale di territorio montuoso: si sviluppa tra la quota di 1490 m s.l.m. (villaggio di Places) e la quota di 4171 m s.l.m. della Dent d'Hérens, dislivello che garantisce un'elevata biodiversità per la presenza di ambienti eterogenei. Grazie a questa peculiarità è anche il comune valdostano con maggiore percentuale di superficie ghiacciata (il 15%) garantita da ben 20 ghiacciai.

Occupa il territorio dell'alta Valpelline (val di Bionaz[7]) solcato dal torrente Buthier.

Sul territorio comunale si trova uno dei laghi artificiali più importanti di tutta la Valle d'Aosta, il lago di Place-Moulin.

In inverno le temperature sono particolarmente rigide. La Valpelline è conosciuta localmente come Combe Froide (in patois, Coumba freida), cioè la "valle fredda", per via del suo clima particolarmente rigido.

La data della fondazione della località è ignota. Le prime fonti che ne attestano l'esistenza risalgono al periodo dell'Alto Medioevo, in cui era certamente abitata. Nel 1227, due persone dichiarano di avere affittato un terreno di proprietà del vescovo.[9]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del Presidente della Giunta Regionale del 23 novembre 1998.[10]

«D'oro, alla mucca di nero, pezzata di bianco al naturale, passante, collarinata e accampanata d'oro, il collare sostenente il bosquet di rosso, essa mucca accompagnata in punta dalla fascia diminuita e ondata di azzurro; al capo di rosso, caricato dalla croce di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma di Bionaz celebra un elemento fondamentale della ricchezza (evocata dal campo d'oro) del territorio: l'allevamento della mucca di razza valdostana pezzata nera. Il bosquet (cf. il termine francese bouquet), la decorazione floreale con nastri e specchietti che orna il collare della mucca si riferisce alle bataille de reines, i combattimenti che si svolgono in estate e in autunno per stabilire la gerarchia sociale interna alla mandria. La fascia ondata rammenta che nel territorio del comune di Bionaz nasce il Buthier, mentre il capo di Savoia si riferisce al periodo (dal 1377 al 1544) in cui la signoria di Quart e Oyace – di cui Bionaz faceva parte – aveva come signore diretto il sovrano sabaudo.

Il gonfalone è un drappo troncato di nero e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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L'architettura alpina è rappresentata dai numerosi edifici in pietra e legno, come i rascard, gli antichi forni frazionali e La Bâtise, antico edificio restaurato e oggi sala polivalente.

In località Plan-de-Veyne sorge la chiesa parrocchiale di Santa Margherita.

Tra le opere dei vari scultori locali si possono ammirare quelle di Ettore Bionaz, esposte lungo la strada e fruibili a tutti, scolpite nelle cavità degli alberi[11].

Aree naturali

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Sul territorio comunale si trova la Riserva naturale Montagnayes, istituita nel 2013.[12][13][14]

I luoghi naturali più caratteristici di Bionaz, come il dirupo chiamato "salto della sposa", la marmitta del gigante e la grotta chiamata borna de la faye, hanno alimentato nei secoli alcune leggende[15].

Numerosi i laghetti alpini, alimentati dai ghiacciai delle montagne circostanti. Citiamo inoltre:

  • Il lago di Place-Moulin
  • Il lago Lexert
  • Il Marais Vivier, zona umida derivata da un lago di origine glaciale, che nel 2007 ha subito un intervento per preservare il luogo e ricreare l'"occhio" della torbiera, attirando così l'avifauna, e farne uno spazio didattico a cielo aperto.[16]
  • il larice secolare a Gordzé, detto "la Brenva Foula"[17]
Segnale stradale a Plan-de-Veyne (capoluogo).

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[18]

Tradizioni e folclore

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Mulino nel villaggio di Moulin.

Le feste sono legate alla vita agreste: l'inarpa e la désarpa, ossia la salita e la discesa dagli alpeggi delle mandrie (la transumanza), a maggio e a settembre, sono momenti celebrati con feste rituali. In inverno, si festeggia ancora la cottura del pane nero di farina di segale, una volta fatta una volta all'anno nei tipici forni di villaggio.

Carnevale della "Combe Froide"

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A carnevale, di grande interesse la sfilata delle Landzette, le maschere tradizionali della Combe Froide. Tali maschere sono ispirate alla divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Per esorcizzare questo evento, la popolazione della Combe Froide, la zona della Valpelline e della Valle del Gran San Bernardo, ha elaborato nei secoli una coloratissima parodia delle divise militari dell'epoca, e il giorno del carnevale percorrono tutti i comuni delle due vallate in maniera estremamente chiassosa e festosa.[19]

Il municipio (in francese, Maison communale), dove si trova anche la biblioteca.

La biblioteca comunale ha sede in località Plan-de-Veyne, nell'edificio che ospita anche il municipio.

Come nelle altre località della Valpelline, è tipica la seupa à la vapelenentse. Tra i prodotti tipici della tradizione valdostana anche il pane nero e la fontina, in particolare quest'ultima è stata premiata con il primo e il secondo posto al "Concorso Nazionale dei formaggi - categoria a latte crudo" nel 2001[11].

La diga di Place-Moulin.

Il comune è a vocazione agricola. Importante la tradizione artigianale della scultura e della lavorazione del legno.

Il bacino ritenuto dalla diga di Place-Moulin sul Buthier, una delle più grandi d'Europa, alimenta la centrale idroelettrica di Valpelline[20] insieme ai bacini di By a Ollomont.

La miniera di rame, oggi abbandonata, è stata coltivata soprattutto nel XX secolo ma probabilmente venne sfruttata già nei secoli precedenti.[21]

Il turismo è minore rispetto ad altre località della Valle d'Aosta, legato alle attività sportive e all'escursionismo in montagna. La struttura denominata "La Bâtise", rinnovata, accoglie un ostello della gioventù. Già nel 1877 l'abbé Gorret e il barone Claude Bich citano una rudimentale forma di accoglienza turistica a Bionaz da parte del curato, che vi teneva un paio di letti, e del loro ospite a Prarayer, che vantava progetti di migliorie agli alloggi per turisti un tempo di proprietà dei Gesuiti[22].

Amministrazione

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Il municipio.

Fa parte dell'Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin.

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1º luglio 1985 22 maggio 1990 Carlo Chentre - Sindaco [23]
22 maggio 1990 29 maggio 1995 Emilio Berriat Union Valdôtaine Sindaco [23]
29 maggio 1995 8 maggio 2000 Giulio Venturini Union Valdôtaine Sindaco [23]
8 maggio 2000 9 maggio 2005 Giulio Venturini lista civica Sindaco [23]
9 maggio 2005 24 maggio 2010 Armando Chentre lista civica Sindaco [23]
24 maggio 2010 11 maggio 2015 Armando Chentre lista civica Sindaco [23]
11 maggio 2015 19 settembre 2020 Armando Chentre Sindaco
20 settembre 2020 in carica Valter Nicase lista civica Sindaco

Sul territorio comunale si pratica l'alpinismo, lo scialpinismo e lo sci di fondo. Sono presenti tre palestre di roccia, sentieri attrezzati per le ciaspole e percorsi per la mountain bike. Si può praticare l'arrampicata sulle cascate di ghiaccio. Alcune escursioni someggiate, con tappa a Bionaz, sono organizzate lungo la Valpelline.

Nei pressi del lago Lexert è presente una pista attrezzata per il biathlon, con poligono di tiro e pista da fondo.

Sul lago Lexert, sul lago di Place-Moulin e sul Buthier è inoltre possibile praticare la pesca.

In questo comune si gioca a rebatta, caratteristico sport tradizionale valdostano.[24]

Rifugio Nacamuli al Col Collon.

Per facilitare l'ascesa alle vette e l'escursionismo d'alta quota nel territorio comunale sorgono le seguenti strutture alpine:

  1. ^ Comune di Bionaz - Statuto, su dait.interno.gov.it. URL consultato il 28 marzo 2020.
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Regione autonoma Valle d'Aosta. Assessorato beni e attività culturali, sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali, Comuni valdostani, su www.patoisvda.org. URL consultato il 27 luglio 2023.
  6. ^ Regio Decreto 22 luglio 1939, n. 1442
  7. ^ Così chiamata anche dagli organi ufficiali, ad esempio: Consiglio Regionale della Valle d'Aosta, Oggetto del Consiglio n. 393 dell'11 dicembre 1975 - Verbale
  8. ^ Le zone sismiche in Italia: Valle-Aosta, statistica 2006, abspace.it
  9. ^ S. Margherita, Bionaz, su diocesiaosta.it. URL consultato il 13 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2021).
  10. ^ Presidenza della Repubblica, D.P.R. di concessione del 23 novembre 1998 (PDF).
  11. ^ a b Bionaz, libera la natura che è in te Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., dépliant turistico del sito del comune, consultato il 29 agosto 2019.
  12. ^ Montagnayes, su sito ufficiale della Regione Autonoma Valle d'Aosta. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  13. ^ Riserva Montagnayes, su Viva - Valle d'Aosta unica per Natura. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  14. ^ Aree Protette Valle d'Aosta. Riserva naturale Montagnayes, su sito dell'Osservatorio della Biodiversità della Regione Autonoma Valle d'Aosta. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  15. ^ Storie e leggende di Bionaz, su naturavalp.it. URL consultato il 29 agosto 2018.
  16. ^ Marais Viver di Bionaz - valorizzazione, su grandcombin.vda.it. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  17. ^ Monumenti e luoghi da visitare, naturavalp.it, accesso il 21 gennaio 2018.
  18. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  19. ^ (ITFRENDEES) I carnevali della Combe Froide
  20. ^ CVA, Gli impianti idroelettrici di CVA in Valle d'Aosta, su cvaspa.it. URL consultato il 28 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2019).
  21. ^ Francesco Prinetti, Andar per sassi. Le rocce alpine fra natura e cultura. Valle d'Aosta, Canavese, Valsesia, Quart (AO), Musumeci, 2010, pp. 97-98, ISBN 978-88-7032-857-8.
  22. ^ Amé Gorret e il Claude Bich, Guide de la Vallée d'Aoste, ed. F. Casanova, 1877, pp. 359-360.
  23. ^ a b c d e f http://amministratori.interno.it/
  24. ^ Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN 978-88-7032-878-3.
  • Comune di Bionaz (a cura di), Bionaz: libera la natura che è in te (PDF), Sarre, Tipografia Testolin, 2009. URL consultato il 22 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  • Dirk Kerremans, Bionaz: un pays de montagne, Aosta: Tipografia valdostana, 2003
  • Joseph-Marie Henry, Dans la vallée de Bionaz: explorations des groupes de l'Aroletta et de l'Invergnaou, Revue valdôtaine d'histoire naturelle, 14, 1920, pp. 1–8
  • Claudine Remacle, L'habitat rural valdôtain: étude de géographie historique et sociale: Torgnon, Oyace, Bionaz, Torino: Allemandi, 1994
  • Comunità montana Grand Combin (a cura di), Guida rurale della Valle d'Aosta: Comunità montana Grand Combin, 2009.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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