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Bagni greci di Gela

Coordinate: 37°04′21.4″N 14°13′49.6″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Bagni Greci di Gela
Complesso termale greco
Veduta di un gruppo di vasche
CiviltàCiviltà greca
UtilizzoStabilimento termale
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneGela
Scavi
Data scoperta1957
Amministrazione
EnteSoprintendenza di Caltanissetta
Visitabile
Sito webparchiarcheologici.regione.sicilia.it/gela/siti-archeologici/area-archeologica-bagni-greci-gela/
Mappa di localizzazione
Map

I Bagni greci di Gela sono degli stabilimenti termali venuti alla luce nel 1957, in prossimità dell'Ospizio di Mendicità, in via Europa, Caposoprano, datati all'epoca ellenistica[1]. Il complesso fu distrutto da un incendio intorno al 282 a.C., a seguito della conquista da parte del tiranno agrigentino Finzia.

Il complesso è costituito da due ambienti, in origine separati da una parete di mattoni di argilla cruda probabilmente intonacata, coperti da un tetto di tegole di terracotta, seguendo una tecnica edilizia molto diffusa in città sin dalle origini (vedi ad esempio l'area archeologica di Bosco Littorio).

Il primo dei due ambienti (situato a nord-ovest) è caratterizzato da due gruppi di vasche disposte radialmente intorno ad uno spazio centrale e collegate da un sistema di refluo delle acque. Il primo di questi due gruppi ne contava 14, di cui oggi ne sono andate perdute due soltanto, disposte a ferro di cavallo e realizzate sul tipo greco a sedile; avevano inferiormente una concavità emisferica che doveva servire a raccogliere facilmente l'acqua per svuotare la vasca dato che, mancando il foro di scarico, ciò avveniva a mano. Il materiale usato per le vasche per lo più è un conglomerato cementizio formato prevalentemente da frammenti fittili e detriti in arenaria, mentre in alcuni casi (le vasche del tratto occidentale) sono interamente in terracotta e portatili (forse appartenenti allo stesso periodo del pavimento e come questo appartenenti al periodo più antico). Il secondo gruppo è costituito da 22 vasche disposte a cerchio intorno ad un pavimento in conglomerato, ma sono tutte mancanti della metà superiore, forse perché mai completate.

Il secondo ambiente (est) era costituito da un complesso sistema di riscaldamento con cameretta a due corridoi in cui avveniva la combustione e da un vano superiore il cui pavimento doveva appoggiarsi sulle pareti del vano sottostante creando così una vera e propria "cella ad ipocaustum", fungendo pertanto da sauna.

Il complesso, unico esemplare del genere in Sicilia, trova confronti soltanto con Delfi, Colofone, Olimpia, Gortys[2]. Il confronto strutturale ed il materiale rinvenuto (unguentari; anfore italiche e puniche; monete di epoca timoleontea di conio siracusano, geloo, siculo-punico) convergono a datare il sito nel IV-III secolo a.C. La struttura subì numerosi interventi: la realizzazione delle vasche a conglomerato nel primo gruppo di vasche del primo ambiente; la creazione del secondo gruppo di vasche del primo ambiente; la realizzazione del secondo ambiente; il rafforzamento a nord-ovest dell'ambiente 1 con mura in pietrame.

  1. ^ Pietro Orlandini, Gela. Impianto greco di bagni pubblici presso l'ospizio, in «Notizie degli scavi» 1960, pag. 169.
  2. ^ Per le tipologie nei suddetti siti vedi ad esempio A. Ambrogi, Vasche in età romana in marmi bianchi e colorati, Roma 1995, pag.22.
  • A. Ambrogi, Vasche in età romana in marmi bianchi e colorati, Roma 1995.
  • P. Orlandini, Gela. Impianto greco di bagni pubblici presso l'ospizio, in «Notizie degli scavi» 1960.

Voci correlate

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Altri progetti

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