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ITVR20060007A1 - Struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione o acque d'uso domestico in genere. - Google Patents

Struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione o acque d'uso domestico in genere. Download PDF

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Publication number
ITVR20060007A1
ITVR20060007A1 ITVR20060007A ITVR20060007A1 IT VR20060007 A1 ITVR20060007 A1 IT VR20060007A1 IT VR20060007 A ITVR20060007 A IT VR20060007A IT VR20060007 A1 ITVR20060007 A1 IT VR20060007A1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
filtration
filter structure
structure according
zones
outlet
Prior art date
Application number
Other languages
English (en)
Inventor
Mauro Bonatti
Original Assignee
Mauro Bonatti
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Mauro Bonatti filed Critical Mauro Bonatti
Priority to ITVR20060007 priority Critical patent/ITVR20060007A1/it
Priority to PCT/EP2007/000221 priority patent/WO2007080115A2/en
Publication of ITVR20060007A1 publication Critical patent/ITVR20060007A1/it

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Classifications

    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B01PHYSICAL OR CHEMICAL PROCESSES OR APPARATUS IN GENERAL
    • B01DSEPARATION
    • B01D24/00Filters comprising loose filtering material, i.e. filtering material without any binder between the individual particles or fibres thereof
    • B01D24/002Filters comprising loose filtering material, i.e. filtering material without any binder between the individual particles or fibres thereof with multiple filtering elements in parallel connection

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  • Filtering Materials (AREA)
  • Water Treatment By Sorption (AREA)

Description

STRUTTURA DI FILTRO PER FLUIDI, PARTICOLARMENTE PER ACQUE DI IRRIGAZIONE O ACQUE D'USO DOMESTICO IN GENERE
DESCRIZIONE
Il presente trovato riguarda una struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione o acque d'uso domestico in genere.
Come è noto, negli impianti di microirrigazione agricola, per effettuare la filtrazione delle cosiddette acque a cielo aperto, vengono comunemente impiegati dei filtri a graniglia, in cui la massa filtrante è realizzata da uno strato formato da una pluralità di corpi granulari di quarzo o di altro materiale lapideo.
E' nota una prima tipologia di filtri a graniglia, i quali sono costituiti da un involucro cilindrico esterno che è disposto con il suo asse in verticale e che presenta, nella parte superiore, una luce di ingresso per l'introduzione di un flusso d'acqua da filtrare ed è provvisto, internamente, di uno strato filtrante in graniglia, posto, generalmente, al di sopra di un setto trasversale, dotato di aperture per il passaggio dell'acqua filtrata, le quali sono, a loro volta, comunicanti con un collettore di uscita situato nella parte inferiore dell'involucro.
Con questa tipologia di filtri, per eseguire la rimozione delle impurità trattenute nello strato in graniglie e rigenerare quindi il filtro, è necessario operare il cosiddetto controlavaggio del filtro ossia invertire il senso di flusso dell'acqua all'interno dell'involucro, introducendo acqua nell'involucro, attraverso il collettore di uscita, e facendola poi fuoriuscire da un apposita luce di scarico prevista nella parte superiore dell'involucro stesso.
L'inconveniente di questo tipo di filtri a graniglia nasce appunto dal fatto che per eseguire il controlavaggio devono essere interrotte le normali operazioni di filtraggio, con i disagi ovviamente connessi.
Per cercare di risolvere questo problema sono stati proposti dei filtri a doppia camera costituiti, nelle linee generali, da un corpo cilindrico esterno ad asse orizzontale, suddiviso, internamente, da un setto trasversale, in due camere di filtrazione, alloggianti ciascuna uno strato filtrante in graniglia e comunicanti con un collettore di ingresso attraverso rispettive luci di entrata che si aprono nella parte sommitale del mantello laterale del corpo cilindrico esterno. Internamente al corpo cilindrico esterno, è poi alloggiato un condotto collettore di uscita, il quale attraversa longitudinalmente la zona inferiore delle camere di filtrazione per raccogliere l'acqua filtrata attraverso delle bocche di passaggio definite lungo il suo sviluppo assiale.
Benché valida dal punto di vista concettuale, in quanto consente di effettuare la filtrazione dell'acqua mediante una delle due camere, anche durante il controlavaggio dell'altra, evitando di interrompere l'erogazione di acqua filtrata, tale soluzione non permette però di sfruttare in modo ottimale lo strato filtrante.
Infatti, a causa della posizione in cui si trova il condotto collettore di uscita rispetto allo strato filtrante, si ha che l'acqua, nel suo percorso all'interno di ciascuna camera, non si distribuisce in modo omogeneo in tutte le zone dello strato filtrante ma, al contrario, tende a fluire attraverso dei canalicoli preferenziali di passaggio, con conseguente scadimento dei risultati di filtrazione.
Compito precipuo del presente trovato è quello di ovviare agli inconvenienti sopra esposti, realizzando una struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione, che, oltre ad offrire una elevata efficacia nella filtrazione, dia la possibilità di operare il controlavaggio dello strato filtrante senza dover necessariamente interrompere le operazioni di filtraggio.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare una struttura di filtro che sia particolarmente semplice dal punto di vista strutturale e che presenti un ingombro dimensionale molto contenuto .
Un altro scopo del trovato è quello di mettere a punto una struttura di filtro che consenta di utilizzare pompe di potenza inferiore rispetto a quelle impiegate nella tecnica nota per eseguire la filtrazione ed il controlavaggio .
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare una struttura di filtro che sia facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio e che, inoltre, sia competitiva da un punto di vista puramente economico.
Questo compito, nonché questi ed altri scopi ancora che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da una struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione o acque d'uso domestico in genere, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un gruppo di filtrazione presentante un involucro cilindrico esterno, disposto, con il proprio asse, sostanzialmente in verticale e definent nternamente, almeno due zone di filtrazione, tra loro separate a tenuta e presentanti, ciascuna, una rispettiva luce di ingresso per l'entrata del fluido da filtrare ed una rispettiva luce di uscita per l'uscita del fluido filtrato, dette almeno due zone di filtrazione alloggiando, ciascuna, almeno un elemento filtrante interposto tra la relativa luce di ingresso e la relativa luce di uscita.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una struttura di filtro secondo il trovato, illustrata, a titolo indicativo e non limitativo, con l'ausilio degli uniti disegni in cui:
la figura 1 rappresenta schematicamente il trovato visto in sezione longitudinale ;
la figura 2 mostra, in modo schematico ed in sezione longitudinale, un'altra possibile forma di realizzazione del trovato;
la figura 3 mostra in alzato una variante realizzativa della struttura di filtro secondo il trovato, vista parzialmente in sezione lungo la spezzata III-III di figura 4;
la figura 4 è una vista in pianta dall'alto della variante di figura 3 con parti mostrate parzialmente in trasparenza per evidenziarne l'interno; la figura 5 rappresenta schematicamente un'altra variante di realizzazione del trovato vista in sezione longitudinale;
la figura 6 mostra in vista in pianta dall'alto la struttura di filtro secondo il trovato con la parte superiore omessa per mostrare l'interno in una possibile forma di realizzazione;
la figura 7 illustra una vista in pianta dall'alto della struttura di filtro secondo il trovato, in cui è stata rimossa la parte superiore per mostrare un'altra possibile forma di realizzazione dell'interno;
la figura 8 rappresenta schematicamente un'ulteriore variante realizzativa del trovato vista in alzato laterale e parzialmente sezionata;
la figura 9 mostra una vista in sezione presa lungo la linea IX-IX di figura 8;
la figura 10 mostra in pianta dall'alto l'interno della variante di figura 9 secondo una diversa forma di realizzazione.
Con riferimento alle sopra citate figure, la struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione secondo il trovato, che viene indicata globalmente con il numero di riferimento 1, risulta costituita da almeno un gruppo di filtrazione 2, il quale presenta un involucro cilindrico 3 esterno che è disposto, con il proprio asse, sostanzialmente in verticale.
Più preferibilmente, si prevedono almeno due gruppi di filtrazione 2, che vengono reciprocamente sovrapposti, come schematicamente evidenziato nell'esempio di figura 2, e che risultano, opportunamente, collegabili ad un collettore di ingresso 4, posto, vantaggiosamente, al di sopra della pila formata dai gruppi di filtrazione 2, e ad un collettore di uscita 5, situato, preferibilmente, al di sotto dei gruppi di filtrazione 2.
Opportunamente, i vari gruppi di filtrazione 2 vengono sovrapposti uno sull'altro prevedendo che i rispettivi involucri cilindrici 3 siano disposti coassialmente tra loro, così da limitare gli ingombri laterali.
L'assemblaggio tra i vari gruppi di filtrazione 2 può essere, ad esempio, attuato mediante l'interposizione di guarnizioni, così da rendere possibile il loro eventuale disassemblaggio, o, più preferibilmente, si prevede che gli involucri cilindrici 3 di ciascun gruppo di filtrazione 2 siano interconnessi tra loro in modo tale da formare un corpo unico.
Secondo il trovato, ciascun gruppo di filtrazione 2 definisce, al proprio interno, almeno due zone di filtrazione 6a e 6b, le quali sono separate tra loro a tenuta.
Nella parte superiore di ciascuna delle zone di filtrazione 6a, 6b si apre almeno una rispettiva luce di ingresso che consente l'entrata del fluido da filtrare e che risulta, opportunamente, realizzata da elementi diffusori 7 posti all'estremità di un corrispondente condotto di immissione 8 che risulta collegabile con il collettore di ingresso 3 e che, eventualmente, si sviluppa in modo da attraversare in direzione assiale i gruppi di filtrazione 2 sovrastanti.
Opportunamente, si può prevedere che almeno il gruppo di filtrazione 2 posto all'estremità superiore della pila sia chiuso superiormente da una piastra 3a, che funge da elemento di supporto per i condotti di immissione 8 e che viene, vantaggiosamente, collegata all'involucro cilindrico 3 mediante un collegamento periferico a flangia 3b. Preferibilmente, all'estremità superiore della pila si prevede, inoltre, un coperchio bombato di chiusura superiore 3c, collegabile anch'esso al corpo della pila mediante elementi di collegamento a flangia o simili, per consentire una agevole ispezione dell'interno del gruppo di filtrazione 2 superiore.
In corrispondenza della parte inferiore di ciascuna zona dì filtrazione 6a, 6b risultano poi presenti una o più luci di uscita per il fluido filtrato, le quali sono costituite, vantaggiosamente, da una pluralità di candelette di passaggio 9 che risultano in comunicazione con il collettore di uscita 5 e che si aprono in un fondo piatto 10 che delimita inferiormente le zone di filtrazione 6a, 6b.
Come evidenziato nell'esempio illustrato in figura 1, è anche possibile prevedere, per ciascuna zona di filtrazione 6a, 6b, un rispettivo collettore di uscita 5, da cui può svilupparsi un relativo condotto di efflusso 5a, per il convogliamento all'esterno del fluido filtrato.
Preferibilmente, le zone di filtrazione 6a, 6b risultano sostanzialmente posizionate una lateralmente all'altra. A titolo puramente esemplificativo, si può prevedere che le zone filtranti 6a,6b siano tra loro separate da almeno una parete laterale 11 che presenta uno sviluppo sostanzialmente circolare e che può essere, vantaggiosamente, posizionata concentricamente od eccentricamente rispetto all'asse dell'involucro cilindrico 2.
Opportunamente, alle estremità assiali di ciascun gruppo di filtrazione 2, in corrispondenza della parete laterale 11, sono previste guarnizioni sagomate a forcella Ila che sono disposte a cavallo sui bordi della parete 11, in modo da ottenere una separazione a tenuta tra le zona di filtrazione 6a, 6b dei vari gruppi di filtrazione 2 sovrapposti.
Secondo una variante realizzativa illustrata in figura 6, si può prevedere che le zone di filtrazione, indicate, in particolare, con 6a, 6b e 6c, siano delimitate da setti 30 che si sviluppano radialmente rispetto all'asse dell'involucro cilindrico 3.
In un'altra possibile soluzione, mostrata in figura 7, la suddivisione dello spazio interno dell'involucro cilindrico 3 può essere realizzata prevedendo almeno due zone di filtrazione, indicate nell'esempio con 6a e 6b, delimitate da rispettive pareti laterali 11 e disposte, tra loro affiancate, da parti diametralmente opposte rispetto all'asse dell'involucro cilindrico 3, e altre zone di filtrazione, indicate, sempre nell'esempio di figura 7, con 6c e 6d, delimitate dall'involucro cilindrico 3 e dalle pareti laterali 11.
Opportunamente, nelle varie zone di filtrazione sono previsti uno o più elementi filtranti 12, che possono essere di svariate tipologie, a seconda delle esigenze, e che sono interposti tra le citate luci di ingresso e di uscita delle zone di filtrazione 6a, 6b, in modo da poter essere attraversati dal fluido da filtrare.
Preferibilmente, gli elementi filtranti 12 sono realizzati da una massa filtrante granulare, costituita, ad esempio, da sabbia, ghiaietto, elementi in quarzo e simili, aventi una granulometria variabile in funzione delle necessità di filtrazione.
Vantaggiosamente, gli elementi filtranti 12 sono alloggiati nelle zone filtranti 6a, 6b in modo amovibile per poterne variare la tipologia a seconda del tipo di filtratura che si vuole eseguire.
Va evidenziato che per ciascuna zona di filtrazione 6a, 6b risulta, opportunamente, previsto un rispettivo condotto di scarico 13 che ha la funzione di consentire la fuoriuscita del fluido utilizzato per eseguire il controlavaggio dalle zone di filtrazione 6a, 6b. Eventualmente, i vari condotti di scarico 13 sfociano in una vasca 14 per la raccolta del fluido contenente lo sporco asportato con il controlavaggio, come mostrato in figura 2.
Vantaggiosamente, il condotto di scarico 13 di ciascuna zona di filtrazione 6a, 6b si può aprire direttamente all'interno della relativa zona di filtrazione 6a, 6b, come illustrato in figura 1, o svilupparsi da una valvola di controllo a tre vie 15 posta sul condotto di immissione 8 della relativa zona di filtrazione 6a, 6b, come mostrato nell'esempio di figura 2.
Preferibilmente, almeno uno dei gruppi di filtrazione 2 presenta le proprie zone di filtrazione 6a, 6b in comunicazione, tramite le relative candelette di passaggio 9, con un comune o un relativo collettore intermedio 16 che risulta, ad esempio, realizzato da una intercapedine definita inferiormente al fondo piatto 10 e che funge da zona di raccolta del filtrato proveniente dalle zone di filtrazione 6a, 6b prima che questo sia convogliato verso il collettore di uscita 5 tramite un condotto di comunicazione 17, che, preferibilmente, attraversa assialmente i gruppi di filtrazione sottostanti.
Più preferibilmente, ciascun gruppo di filtrazione 2, tranne, eventualmente, quello situato all'estremità longitudinale inferiore della pila formata dai gruppi filtranti 2 stessi, è provvisto di un rispettivo collettore intermedio 16, il quale può essere, opportunamente, collegabile con il relativo condotto di comunicazione 17, mediante l'interposizione di una valvola di manovra 18, accessibile dall'esterno dei gruppi di filtrazione 2.
Vantaggiosamente, lungo il collettore di ingresso 4 è interposta almeno una valvola di parzializzazione 19 che consente di interrompere l'immissione del fluido da filtrare in almeno uno dei gruppi di filtrazione Come mostrato, in particolare, nell'esempio di figura 2, si può poi prevedere che il collettore di ingresso 4 sia collegabile, tramite una valvola di intercettazione 20, con una linea di mandata 21, che proviene da un circuito esterno, costituente, ad esempio, un impianto irriguo oppure un impianto idraulico domestico, e che può essere, eventualmente, collegabile, tramite un condotto di diramazione 22 controllato da una valvola di comunicazione 23, con il collettore di uscita 5, in modo tale da consentire la possibilità di bypassare i vari gruppi di filtrazione 2.
Sempre facendo riferimento all'esempio mostrato in figura 2, ciascun gruppo di filtrazione 2 può essere, vantaggiosamente, collegabile ad una linea di adduzione 24 di un liquido di lavaggio, quale, ad esempio, acqua pulita o apposita sostanza chimica, che consente di realizzare una pulitura specifica degli elementi filtranti 12. In particolare, tale linea di adduzione 24 è collegabile a mezzi di immissione 25 in grado di erogare nelle zone di filtrazione 6a, 6b il liquido di lavaggio con un flusso in controcorrente rispetto alla direzione di passaggio del fluido durante la filtrazione .
Per completezza va poi aggiunto che sul mantello laterale dell'involucro cilindrico 3 di ciascun gruppo di filtrazione 2 si prevedono delle bocche di ispezione 26 che consentono l'accesso alle zone di filtrazione 6a, 6b per la manutenzione dei relativi elementi filtranti 12.
Nel pratico funzionamento delle forme realizzative del trovato mostrate, in particolare, nelle figure 1, 2 e 3, si ha che, aprendo la valvola di parzializzazione 19 e le varie valvole di controllo a tre vie 15 il fluido da trattare viene immesso, tramite i condotti di immissione 8, nei vari gruppi di filtrazione 2, in modo tale che, fuoriuscendo dagli elementi diffusori 7, esso possa introdursi nelle corrispondenti zone di filtrazione 6a, 6b, attraversando conseguentemente i relativi elementi filtranti 12, fino a giungere in corrispondenza delle candelette di passaggio 9, attraverso le quali fuoriesce dalle zone di filtrazione 6a, 6b e si raccoglie nel collettore intermedio 16 (se presente) per essere, quindi, convogliato verso il collettore di uscita 5 dal corrispondente condotto di comunicazione 17.
Con la strutturazione sopra descritta, per eseguire la pulizia degli elementi filtranti 12 presenti in uno dei gruppi di filtrazione 2, è possibile operare l'inversione del flusso all'interno di una delle sue zone di filtrazione, in modo da realizzarne il controlavaggio, e mantenere, comunque, nell'altra zona di filtrazione la direzione di flusso che consente il filtraggio.
In sostanza, per realizzare tale operazione, si procede effettuando la chiusura del condotto di immissione 8 collegato alla zona di filtrazione da sottoporre a controlavaggio, che può essere, ad esempio, quella indicata con 6a, ed aprendo il relativo condotto di scarico 13, agendo sulla corrispondente valvola di controllo a tre vie 15. In tal modo, il fluido che proviene dal collettore di ingresso 4 viene introdotto, unicamente, nell'altra zona di filtrazione 6b del gruppo di filtrazione e, una volta fuoriuscito nel collettore intermedio 16, viene convogliato in parte verso il collettore di uscita 5 ed in parte verso le candelette di passaggio 9 della zona di filtrazione sottoposta a controlavaggio.
Ovviamente, nel caso si desiderasse, ad esempio effettuare il controlavaggio della zona di filtrazione indicata con 6b, si procederà analogamente a quanto sopra descritto per la zona di filtrazione 6a.
Secondo un'altra forma di realizzazione del trovato, mostrata in figura 5, si può anche prevedere che, le varie zone di filtrazione 6a, 6b dei gruppi di filtrazione 2 siano disposte ciascuna in comunicazione, tramite la propria luce di uscita, formata, preferibilmente, come negli esempi precedenti, da candelette di passaggio 9, con la luce di ingresso di una corrispettiva zona di filtrazione definita all'interno del gruppo di filtrazione immediatamente sottostante al relativo gruppo di filtrazione 2.
Con questa disposizione, si ha che, in pratica, corrispondenti zone di filtrazione dei vari gruppi di filtrazione 2 non sono tra loro con una disposizione in parallelo, come negli esempi illustrati nelle figure 2 e 3, ma, in base ad un paragone elettrico, con una disposizione in serie, in quanto, facendo riferimento a figura 5, il fluido da filtrare, proveniente dal collettore di ingresso 4, si introduce, tramite gli diffusori 7, nelle varie zone di filtrazione 6a, 6b del gruppo di filtrazione superiore per giungere, dopo aver attraversato i relativi elementi filtranti 12, alle corrispondenti candelette di passaggio 9 ove fuoriesce dalle zone di filtrazione 6a, 6b del gruppo di filtrazione superiore per passare alle corrispondenti zone di filtrazione 6a, 6b del gruppo di filtrazione inferiore, che vengono attraversate dal fluido fino a che il filtrato giunge al collettore di uscita 5.
Va osservato che per l'esecuzione del controlavaggio con tale forma realizzativa, è sufficiente chiudere il condotto di immissione 8 corrispondente alle zone di filtrazione collegate in serie che si
pulire (ad esempio, quelle indicate con 6a), ed aprire il corrispondente condotto di scarico 13, grazie alla relativa valvola di controllo a tre vie 15, in modo tale da richiamare fluido dal collettore di uscita 5 e far sì che il fluido richiamato possa attraversare le zone di filtrazione da pulire in direzione opposta rispetto alla direzione di passaggio che consente la filtrazione .
E' chiaro che le restanti zone di filtrazione collegate in serie tra loro nei vari gruppi di filtrazione 2 (cioè quelle indicate con 6b nell'esempio di figura 5) potranno continuare ad essere attraversate dal fluido da filtrare secondo la direzione di passaggio che va dal collettore di ingresso 4 al collettore di uscita 5, così da permettere la non interruzione del filtraggio.
Come evidenziato sempre in figura 5, per lo scarico verso l'esterno del fluido di controlavaggio si possono, eventualmente, prevedere anche degli sbocchi di scarico 27 ausiliari che sono controllabili, opportunamente, tramite apposite valvole di chiusura 27a e che si aprono nella parte superiore delle varie zone di filtrazione 6a, 6b del o dei gruppi di filtrazione 2 posti inferiormente a quello più vicino al collettore di ingresso 4, così da facilitare l'evacuazione da esse dello sporco trattenuto dai relativi elementi filtranti 12.
E' poi da notare che, con tale soluzione, si può, vantaggiosamente, prevedere di alloggiare nelle zone di filtrazione disposte in serie tra loro, elementi filtranti 12 atti a realizzare differenti gradi di filtratura lungo il percorso del fluido ed, in particolare, una filtratura maggiore verso la zona di uscita del filtrato rispetto a quella della zona di entrata del fluido da filtrare.
A tale scopo, si possono, ad esempio, introdurre, nelle singole zone di filtrazione 6a, 6b di ciascun gruppo di filtrazione 2 elementi filtranti 12 costituiti da masse filtranti granulari che presentano una granulometria superiore a quella delle masse filtranti che risultano predisposte nelle zone di filtrazione successive, nella direzione di passaggio del fluido da filtrare.
Così, ad esempio, con riferimento all'esempio di figura 5, la granulometria prevista per le masse filtranti nelle zone di filtrazione 6a, 6b del gruppo di filtrazione superiore sarà maggiore rispetto alla granulometria delle masse filtranti alloggiate nelle varie zone di filtrazione 6a, 6b definite dal gruppo di filtrazione inferiore.
Una ulteriore variante possibile del trovato è raffigurata in figura 8. In tale forma realizzativa si prevede, come in quelle descritte in precedenza, almeno un gruppo di filtrazione 2 formato da un involucro cilindrico esterno 3 ad asse sostanzialmente verticale, che definisce più zone di filtrazione, indicate con 6a, 6b e 6c, che risultano separate tra loro a tenuta, all'interno dell'involucro cilindrico 3, preferibilmente tramite pareti laterali 11 a sviluppo circolare, disposte eccentricamente rispetto all'asse dell'involucro cilindrico esterno 3, come mostrato in figura 9, o, in alternativa, disposte concentricamente all'asse dell'involucro cilindrico esterno 3, come schematicamente evidenziato in figura 10.
Secondo la forma di realizzazione di figura 8, almeno una delle zone di filtrazione 6a, 6b, 6c è collegabile, tramite la relativa luce di uscita, alla luce di ingresso di almeno un'altra delle zone di filtrazione presenti all'interno del medesimo involucro cilindrico esterno 3 ed appartenenti, quindi, al medesimo gruppo di filtrazione 2.
Più preferibilmente, come mostrato in figura 8, le zone di filtrazione 6a, 6b, 6c sono disposte tra loro in serie lungo il percorso del fluido da filtrare all'interno del gruppo di filtrazione 2.
In particolare, la prima zona di filtrazione nella disposizione in serie, secondo la direzione di percorso del fluido dal collettore di ingresso 4 al collettore di uscita 5, cioè quella indicata con 6a nell'esempio di figura 8, risulta connessa, in ingresso, al collettore di ingresso 4 mediante una valvola di immissione 28, mentre l'ultima zona di filtrazione nella disposizione in serie, che, in figura 8, è quella indicata con 6c, risulta collegata, in uscita, al collettore di uscita 5 con l'interposizione di una valvola di uscita 29 del filtrato.
Va osservato che, opportunamente, il collettore di ingresso 4 è collegabile al collettore di uscita 5 mediante una valvola di by-pass 31 e che, preferibilmente, il collettore di uscita 5 è collegabile ad una linea di alimentazione dell'impianto, indicata con 100, ad esempio attraverso una valvola di mandata 101.
Come negli esempi precedenti, anche nella forma di realizzazione di figura 8, si può prevedere che le luci di ingresso delle zone di filtrazione 6a, 6b, 6c siano, vantaggiosamente, realizzate da elementi diffusori 7 collegati a rispettivi condotti di immissione 8 e che le luci di uscita delle zone di filtrazione 6a, 6b, 6c siano formate da una pluralità di candelette di passaggio 9 definite in un fondo piatto 10 che chiude inferiormente le zone di filtrazione 6a, 6b, 6c.
Opportunamente, per ciascuna zona di filtrazione 6a, 6b, 6c è prevista una camera di raccolta 32 del fluido filtrato, la quale è comunicante con la luce di uscita della relativa zona di filtrazione.
Vantaggiosamente, da ciascuna camera di raccolta 32 si sviluppa un rispettivo condotto di collegamento 33 che attraversa assialmente la relativa zona di filtrazione e che si raccorda con il condotto di immissione 8 della successiva zona di filtrazione, nella disposizione in serie, mediante l'interposizione di una valvola di collegamento 34.
Si noterà come la disposizione eccentrica, rispetto all'asse dell'involucro cilindrico esterno 3, delle pareti laterali 11, illustrata nell'esempio di figura 9, consenta di avere a disposizione uno spazio maggiore per il passaggio dei condotti di collegamento 33 nelle rispettive zone di filtrazione 6a, 6b, 6c, rispetto alla soluzione di figura 10, in cui le pareti laterali 11 sono posizionate concentricamente all'asse dell'involucro cilindrico esterno 3.
E' da notare, inoltre, che il condotto di collegamento 33 dell'ultima zona di filtrazione 6c, nella disposizione in serie, risulta collegabile con il collettore di uscita 5 grazie alla valvola di uscita 29.
Opportunamente, nelle varie camere di raccolta 32 sfociano, inoltre, rispettivi condotti di erogazione 35 del fluido di controlavaggio, i quali sono collegati, tramite rispettive valvole di erogazione 36, ad una linea di diramazione 37 che si sviluppa dal collettore di uscita 5 e che, preferibilmente, presenta interposte, rispettivamente a monte e a valle delle valvole di erogazione 36, secondo il senso di flusso del fluido proveniente dal collettore di uscita 5, una prima valvola di connessione 37a ed una seconda valvola di connessione 37b, che consentono di controllare la portata convogliata nella linea di diramazione 37 da e verso i condotti di erogazione 35.
Anche nella forma di realizzazione di figura 8, per consentire lo scarico del fluido impiegato per il controlavaggio, ciascuna zona di filtrazione 6a, 6b, 6c è dotata di una rispettiva valvola di scarico 13 che risulta, opportunamente, collegata al relativo condotto di immissione 8, il quale, attraverso il proprio elemento diffusore 7, consente di convogliare il fluido impiegato per il controlavaggio della corrispondente zona di filtrazione verso l'esterno e, più preferibilmente, verso una linea di scarico 38, che risulta, vantaggiosamente, comune a tutte le zone di filtrazione 6a, 6b, 6c.
Con la disposizione in serie delle varie zone di filtrazione 6a, 6b, 6c, come nell'esempio di figura 8, si ha che è possibile introdurre nelle zone di filtrazione 6a, 6b, 6c degli elementi filtranti 12 che possono essere di varia natura in funzione del tipo di filtratura che si desidera eseguire.
Così, ad esempio, in caso di applicazione della struttura di filtro secondo il trovato per l'esecuzione del tradizionale trattamento dell'acqua d'uso domestico, è possibile prevedere l'introduzione di una resina per la deferizzazione dell'acqua nella prima zona di filtrazione 6a, secondo la direzione di percorso dell'acqua da filtrare all'interno del gruppo di filtrazione 2, di una resina per addolcire l'acqua nella successiva zona di filtrazione 6b e di carboni attivi, per togliere all'acqua cattivo gusto e odori, nell'ultima zona di filtrazione 6c.
Opportunamente, il condotto di immissione 8 della prima zona di filtrazione 6a, nella disposizione in serie, è collegabile, mediante mezzi eiettori 39, costituiti, ad esempio, da un dispositivo a Venturi o da un dispositivo erogatore a controllo elettronico di tipo noto, ad un serbatoio 40 contenente una sostanza per la rigenerazione e la pulizia degli elementi filtranti 12, quale, ad esempio, una salamoia, come nel caso di impiego del filtro per il trattamento acqua d’uso domestico.
Vantaggiosamente, il controllo delle varie valvole e dei mezzi eiettori 39 può essere affidato ad un unico dispositivo di controllo automatico, come, ad esempio, un PLC, il quale è in grado di pilotare l'apertura o la chiusura delle varie valvole ed, eventualmente, l'attivazione dei mezzi eiettori 39, per effettuare le normali operazioni di filtrazione o le operazioni di pulizia degli elementi filtranti 12.
Opportunamente, allo scopo di rendere più pratica l'esecuzione degli interventi di manutenzione e più compatta la struttura, la valvola di immissione 28, la valvola di uscita 29, le valvole di scarico 13, le valvole di collegamento 34, le valvole di connessione 37a, 37b, le valvole di erogazione 36, nonché i condotti di erogazione 35 possono essere raggruppati assieme, preferibilmente in corrispondenza della parte superiore del gruppo di filtrazione 2, in modo tale da avere tutte le valvole principali del filtro posizionate, una vicino all'altra, in un'unica zona della struttura del filtro stesso.
Come si può facilmente comprendere, con la forma di realizzazione di figura 8, si ottiene la possibilità di riunire in un unico corpo tutti i tipi di filtraggio necessari per il trattamento acqua, con il vantaggio di avere minori ingombri complessivi per l'impianto, in quanto non sono più richiesti singoli filtri differenti per ciascun tipo di filtraggio, ed, inoltre, si ha una maggiore possibilità, rispetto alla tecnica nota, di adeguare il filtro alle differenti esigenze di filtrazione di vari campi applicativi, in quanto le caratteristiche filtranti del filtro possono essere modificate semplicemente andando a variare gli elementi filtranti 12 che vengono inseriti nelle varie zone di filtrazione 6a, 6b, 6c.
Per quanto riguarda il funzionamento, con la disposizione illustrata in figura 8 si ha che, aprendo la valvola di immissione 28 e chiudendo le valvole di erogazione 36, il fluido da filtrare, proveniente dal collettore di ingresso 4, può attraversare l'elemento filtrante della prima zona di filtrazione 6a, secondo la disposizione in serie, ed, immettendosi nel corrispondente condotto di collegamento 33, può passare alla successiva zona di filtrazione 6b, nella disposizione in serie, dalla quale può fuoriuscire attraversando il corrispondente elemento filtrante ed il relativo condotto di collegamento, per giungere all'ultima zona di filtrazione 6c, dalla cui camera di raccolta il fluido filtrato potrà essere, infine, convogliato, attraverso la valvola di uscita 29, nel collettore di uscita 5.
Con la forma realizzativa di figura 8, per effettuare il controlavaggio delle varie zone di filtrazione 6a, 6b, 6c, si può procedere con il chiudere le valvole di collegamento 34, la valvola di immissione 28 e la valvola di uscita 29 e con l'aprire le valvole di scarico 13, la prima valvola di connessione 37a, le valvole di erogazione 36 e la valvola di bypass 31, in modo tale che il fluido proveniente dalla linea di diramazione 37 possa essere convogliato nei condotti di erogazione 35 per poter essere introdotto, tramite le candelette di passaggio 9, nelle relative zone di filtrazione e attraversare quindi i relativi elementi filtranti 12 in direzione opposta al normale flusso di filtraggio, fino a giungere agli elementi diffusori 7, attraverso i quali il fluido utilizzato per il controlavaggio fuoriesce dalle zone di filtrazione, così da poter essere convogliato, tramite le valvole di scarico 13, nella linea di scarico 38.
In alternativa, si può anche prevedere di eseguire il controlavaggio delle zone di filtrazione 6b e 6c, mantenendo attiva la filtrazione eseguita dalla zona di filtrazione 6a. Per ottenere questo, si procede con il chiudere la prima valvola di connessione 37a, le valvole di collegamento 34 e la valvola di uscita 29 e con l'aprire le valvole di erogazione 36, le valvole di scarico 13 delle zone di filtrazione 6b e 6c e la seconda valvola di connessione 37b, in modo tale che il fluido da filtrare possa, tramite la valvola di immissione 28, introdursi nella prima zona di filtrazione 6a e attraversare l'elemento filtrante di quest'ultima, fino a che il fluido filtrato giunge nella corrispondente camera di raccolta, dalla quale fuoriesce, tramite il relativo condotto di erogazione, per giungere alla linea di diramazione 37 dalla quale viene, in parte, convogliato verso i condotti di convogliamento 35 delle altre zone di filtrazione 6b e 6c, che vengono quindi sottoposte a controlavaggio, ed, in parte, verso l'esterno, tramite la seconda valvola di connessione 37b. E' da notare che, a differenza di quanto sopra descritto, si può anche prevedere di mantenere chiusa la seconda valvola di connessione 37b e di lasciare aperta la prima valvola di connessione 37a, ottenendo così che una parte del fluido filtrato fuoriuscente dalla prima zona di filtrazione 6a, nella disposizione in serie, possa essere convogliato, tramite la linea di diramazione 37, verso la linea di alimentazione dell'impianto 100, mentre la sua restante parte viene utilizzata per il controlavaggio delle zone di filtrazione 6b e 6c.
Si può anche effettuare il controlavaggio della sola ultima zona di filtrazione 6c, nella disposizione in serie, senza interrompere la filtrazione nelle altre zone di filtrazione 6a e 6b, che la precedono nella disposizione in serie, secondo la direzione di percorso del fluido da filtrare. Infatti, chiudendo la prima valvola di connessione 37a, la valvola di collegamento 34 interposta tra la zona di filtrazione 6b e la zona di filtrazione 6c e la valvola di uscita 29 ed aprendo le valvole di erogazione 36 (eventualmente, tranne quella relativa alla prima zona di filtrazione 6a, nella disposizione in serie), la valvola di scarico 13 dell'ultima zona di filtrazione 6c e la seconda valvola di connessione 37b, si ha che il fluido da filtrare può entrare, tramite la valvola di immissione 28, nella prima zona di filtrazione 6a ed attraversare quindi l'elemento filtrante 12 della prima zona di filtrazione 6a e, dopo essere passato attraverso il condotto di collegamento 33 della prima zona di filtrazione 6a, anche l'elemento filtrante 12 della successiva zona di filtrazione 6b, fino a che il fluido così filtrato giunge nella camera di raccolta 32 della zona di filtrazione 6b, per essere convogliato, tramite il corrispondente condotto di erogazione 35, in parte, verso l'ultima zona di filtrazione 6c, attraverso la relativa valvola di erogazione 36, consentendo in questo modo il suo controlavaggio, ed, in parte, verso l'esterno attraverso la seconda valvola di connessione 37b. Va aggiunto che si può anche prevedere la possibilità di tenere aperta la prima valvola di connessione 37a, assieme o al posto della seconda valvola 37b, così da poter convogliare una parte del fluido filtrato verso la linea di alimentazione dell'impianto 100, tramite la linea di diramazione 37, mentre un'altra parte del filtrato viene utilizzata per il controlavaggio dell'ultima zona di filtrazione 6c.
Nel caso poi siano previsti mezzi di collegamento (non raffigurati) atti a porre in comunicazione, mediante l'interposizione di apposite valvole di controllo (anch'esse non raffigurate), la luce di ingresso della zona di filtrazione 6b, successiva alla prima zona di filtrazione 6a nella disposizione in serie, ed, eventualmente, anche la luce di ingresso dell'ultima zona di filtrazione 6c, nella disposizione in serie, con il collettore di ingresso 4, risulta possibile effettuare il controlavaggio della prima zona di filtrazione 6a, nella disposizione in serie, senza che sia richiesta l'interruzione della filtrazione nelle altre zone di filtrazione 6b, 6c.
Infatti, chiudendo la valvola di immissione 28 ed aprendo le valvole di controllo dei succitati mezzi di collegamento, la valvola di scarico 13 della prima zona di filtrazione 6a e ciascuna delle valvole di erogazione 36, risulta consentito l'ingresso del fluido da filtrare, proveniente dal collettore di ingresso 4, nelle zone di filtrazione 6b, 6c, successive alla prima nella disposizione in serie, con il risultato che il filtrato in uscita da esse può essere utilizzato, in parte, per effettuare il controlavaggio della prima zona di filtrazione 6a, convogliandolo mediante i corrispondenti condotti di erogazione 35, in modo del tutto analogo a quanto sopra descritto, ed, in parte, può essere inviato all'impianto ad esempio tramite la prima valvola di connessione 37a.
Va anche detto che al controlavaggio delle varie zone di filtrazione 6a, 6b, 6c, è opportuno far seguire una fase di ricompattazione o riassestamento delle masse filtranti granulari, la quale, nel caso dell'esempio di figura 8, può essere, vantaggiosamente, effettuata grazie alla seconda valvola di connessione 37b.
In dettaglio, dopo aver effettuato, ad esempio, il controlavaggio della prima zona di filtrazione 6a, per riottenere la costipazione della sua massa filtrante, si può procedere con il chiudere la sua valvola di scarico 13 e la sua valvola di collegamento 34, che la pone in comunicazione con la successiva zona di filtrazione 6b, nella disposizione in serie, e con l'aprire la sua valvola di erogazione 36, la valvola di immissione 28 e la seconda valvola di connessione 37b, in modo tale da immettere fluido, proveniente dal collettore di ingresso 4, nella prima zona di filtrazione 6a, tramite il suo elemento diffusore 7, e farlo poi fuoriuscire verso l'esterno attraverso la sua valvola di erogazione 36 ed attraverso la seconda valvola di connessione 37b, realizzando, così, l'inversione della direzione di flusso del fluido all'interno della prima zona di filtrazione 6a, rispetto alla direzione del flusso durante il controlavaggio, ed ottenendo, conseguentemente, l'automatico riassestamento del granulare che costituisce la massa filtrante.
Si è in pratica constatato come la struttura di filtro secondo il trovato assolva pienamente al compito prefissato, in quanto consente di eseguire la pulitura degli elementi filtranti, senza richiedere la completa interruzione del filtraggio .
Un ulteriore vantaggio del trovato è quello di consentire, tramite la suddivisione interna in più zone di filtrazione dei gruppi di filtrazione, una migliorata efficienza dell'operazione di controlavaggio, in quanto quest'ultima risulta eseguibile con portate ridotte rispetto alla tecnica nota .
Un altro aspetto importante del trovato è poi costituito dal fatto che la disposizione sovrapposta dei vari gruppi di filtrazione e la presenza, al loro interno, di più zone di filtrazione consentono di ottenere elevate superfici filtranti pur mantenendo estremamente contenuti gli ingombri dimensionali del filtro.
Va poi aggiunto che la struttura di filtro secondo il trovato può essere validamente impiegata per effettuare la filtrazione dell'acqua utilizzata in ambito domestico o in impianti di irrigazione per l'agricoltura o anche per la filtrazione di liquidi derivanti da lavorazioni industriali in genere.
Tutte le caratteristiche del trovato, su indicate come vantaggiose, opportune o simili, possono anche mancare o essere sostituite da equivalenti .
Le singole caratteristiche esposte in riferimento ad insegnamenti generali o a forme di realizzazione particolari, possono essere tutte presenti in altre forme di realizzazione o sostituire caratteristiche in queste forme di realizzazione.
Il trovato così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
In pratica i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme potranno essere qualsiasi, seconda delle esigenze
Inoltre, tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Struttura di filtro per fluidi, particolarmente per acque di irrigazione o acque d'uso domestico in genere, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un gruppo di filtrazione presentante un involucro cilindrico esterno, disposto, con il proprio asse, sostanzialmente in verticale e definente, internamente, almeno due zone di filtrazione, tra loro separate a tenuta e presentanti, ciascuna, una rispettiva luce di ingresso per l'entrata del fluido da filtrare ed una rispettiva luce di uscita per l'uscita del fluido filtrato, dette almeno due zone di filtrazione alloggiando, ciascuna, almeno un elemento filtrante interposto tra la relativa luce di ingresso e la relativa luce di uscita.
  2. 2. Struttura di filtro secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno due gruppi di filtrazione reciprocamente sovrapposti e comprendenti ciascuno un rispettivo involucro cilindrico esterno, disposto con il suo asse sostanzialmente verticalmente e definente internamente almeno due zone di filtrazione, tra loro separate a tenuta e presentanti, ciascuna, una rispettiva luce di ingresso per l'entrata del fluido da filtrare ed una rispettiva luce di uscita per l'uscita del fluido filtrato, dette almeno due zone di filtrazione alloggiando, ciascuna, almeno un elemento filtrante interposto tra la relativa luce di ingresso e la relativa luce di uscita.
  3. 3. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna di dette almeno due zone di filtrazione è in comunicazione, tramite la rispettiva luce di uscita, con un collettore di uscita, disposto inferiormente a detti gruppi di filtrazione.
  4. 4. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna di dette almeno due zone di filtrazione è collegabile, tramite detta almeno rispettiva luce di ingresso, con un collettore di ingresso, disposto superiormente a detti gruppi di filtrazione, e con un condotto di scarico per il fluido di controlavaggio.
  5. 5. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti gruppi di filtrazione sono reciprocamente sovrapposti con i rispettivi involucri cilindrici disposti sostanzialmente coassialmente tra loro.
  6. 6. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette almeno due zone di filtrazione si estendono, sostanzialmente, una attorno all'altra.
  7. 7. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette almeno due zone di filtrazione sono delimitate da almeno una parete laterale a sviluppo circolare.
  8. 8. Struttura di filtro Secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta almeno una parete laterale è concentrica rispetto all'asse di detto involucro cilindrico.
  9. 9. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta almeno una parete laterale è posizionata eccentricamente rispetto all'asse di detto involucro cilindrico.
  10. 10. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette almeno due zone di filtrazione sono tra loro separate da setti sviluppantesi sostanzialmente radialmente rispetto all'asse di detto involucro cilindrico.
  11. 11. Struttura di filtro secondo una o più delle zioni precedenti caratterizzata dal fatto che detti gruppi di filtrazione sono tra loro interconnessi a formare un monoblocco con i rispettivi involucri cilindrici esterni
  12. 12. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere almeno un collettore intermedio di uscita associato ad un rispettivo gruppo di filtrazione posizionato superiormente rispetto al gruppo di filtrazione situato all'estremità longitudinale inferiore della pila formata da detti gruppi filtranti sovrapposti, detto collettore intermedio di uscita essendo in comunicazione, tramite dette luci di uscita, con le zone di filtrazione del relativo gruppo di filtrazione ed essendo collegato, mediante un condotto di comunicazione, con detto collettore di uscita.
  13. 13. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che almeno una di dette almeno due zone di filtrazione è collegabile, tramite la relativa luce di uscita, alla luce di ingresso di almeno un'altra di dette almeno due zone di filtrazione.
  14. 14. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che dette almeno due zone di filtrazione sono disposte tra loro in serie nel percorso del fluido da filtrare all'interno di detto almeno un gruppo di filtrazione.
  15. 15. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna di dette almeno due zone di filtrazione di ciascuno di detti gruppi di filtrazione presenta la propria luce di uscita in comunicazione con la luce di ingresso di una corrispettiva zona di filtrazione del gruppo di filtrazione immediatamente sottostante.
  16. 16. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ciascuna di dette almeno due zone di filtrazione presenta una camera di raccolta del fluido filtrato in comunicazione con la luce di uscita della relativa zona di filtrazione.
  17. 17. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto almeno un elemento filtrante è amovibilmente alloggiabile in dette almeno due zone di filtrazione, detto almeno un elemento filtrante essendo diversificabile in funzione del tipo di filtrazione da eseguire.
  18. 18. Struttura di filtro secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto almeno un elemento filtrante comprende una massa filtrante granulare.
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