ITVI20090042A1

ITVI20090042A1 - Unita' per l'erogazione di fluidi o miscele e relativo dispositivo di erogazione.

Info

Publication number: ITVI20090042A1
Application number: IT000042A
Authority: IT
Inventors: Evans Santagiuliana
Original assignee: Taplast Srl
Priority date: 2009-03-02
Filing date: 2009-03-02
Publication date: 2010-09-03
Also published as: WO2010100544A3; WO2010100544A2; CN102341184A; EP2416888A2; RU2011139952A; US20110297700A1; IT1393228B1

Description

DESCRIZIONE

“UNITA’ PER L’EROGAZIONE DI FLUIDI O MISCELE E RELATIVO DISPOSITIVO DI EROGAZIONE”

La presente l'invenzione riguarda il confezionamento e la distribuzione di prodotti fluidi.

In particolare, la presente l'invenzione è relativa al settore dei dispositivi di erogazione di fluidi e loro miscele sia sotto forma nebulizzata o liquida o di schiuma.

Più in dettaglio, la presente invenzione concerne una unità per l’erogazione di un fluido applicabile ad un contenitore contenente il fluido stesso, particolarmente adatta ad erogare sostanze alimentari, profumi o detergenti in genere, ed un relativo dispositivo di erogazione.

Come noto, per l’erogazione di prodotti liquidi o cremosi quali sostanze alimentari, saponi, creme, detergenti o profumi, sono diffusamente impiegati dispositivi di erogazione che vengono applicati al recipiente contenente i suddetti prodotti.

Tali dispositivi si compongono sostanzialmente di un elemento di supporto o tappo provvisto di mezzi per l’accoppiamento al collo del contenitore e di una unità di erogazione del liquido contenuto nel recipiente.

Le unità di erogazione di tipo noto comprendono:

— un corpo cavo individuante una camera di aspirazione/compressione del liquido avente un condotto di aspirazione del liquido al quale è scorrevolmente accoppiato uno stantuffo atto ad essere portato da una prima posizione inferiore ad una seconda posizione superiore;

— elementi valvolari atti a regolare l'afflusso nella camera del liquido proveniente dal condotto di aspirazione ed a regolarne il deflusso dalla camera verso il condotto di uscita dell’unità.

Più in particolare lo stantuffo presenta primi mezzi di collegamento atti ad accoppiarsi a secondi mezzi di collegamento appartenenti ad uno stelo avente un condotto comunicante con la bocca di uscita del liquido e provvisto di un elemento attuatore azionabile dall’utilizzatore.

L’unità comprende inoltre una molla metallica elicoidale che permette il ritorno automatico dello stantuffo nella posizione superiore o di riposo, ad erogazione avvenuta.

Alcune unità note comprendono inoltre mezzi di bloccaggio attivabili dall’operatore per bloccare lo stantuffo e quindi l’elemento attuatore in una delle suddette prima e seconda posizione.

Tali mezzi permettono vantaggiosamente di evitare un azionamento accidentale dell’unità di erogazione e, quando l’unità è bloccata con il pistone nella posizione inferiore, di ridurre l’ingombro complessivo dell’unità stessa.

Tali mezzi di bloccaggio vengono inoltre utilizzati durante le fasi di trasporto del contenitore. Infatti in tale circostanza è preferibile bloccare il dispositivo nella sua posizione di minimo ingombro ossia con lo stantuffo e l’elemento attuatore nella posizione inferiore,

Un primo inconveniente di tali unità per l’erogazione di fluidi e dei relativi dispositivi è costituito dal fatto che, durante il trasporto, essi assumono posizioni casuali che determinano la fuoriuscita indesiderata del liquido contenuto nel dispositivo. Tale inconveniente è particolarmente sentito anche in riferimento ai sempre crescenti standard sia qualitativi che di funzionamento richiesti alle unità di erogazione ed ai relativi dispositivi.

Il medesimo inconveniente lo si riscontra dopo la prima erogazione. Più precisamente dopo tale prima erogazione se il dispositivo e l’unità vengono posti, ad esempio, in posizione capovolta si ha l’indesiderata fuoriuscita del liquido del dispositivo.

Un ulteriore inconveniente è costituito dal fatto che dopo una erogazione, quando l’unità è in posizione di riposo, il liquido presente nel condotto di erogazione in corrispondenza della sua parte terminale (uscita) tende, indesideratamente, ad uscire dal condotto stesso. Tali perdite determinano inoltre l’inconveniente di sporcare il contenitore a cui è applicata l’unità e/o l’unità di erogazione stessa e costituiscono inoltre uno spreco di prodotto.

In considerazione della situazione descritta qui sopra sarebbe auspicabile disporre di una unità di erogazione di fluidi e di un dispositivo che permettessero di superare o almeno limitare gli inconvenienti dello stato dell’arte noti. Sarebbe quindi auspicabile disporre di una unità di erogazione di fluidi ed un dispositivo che permettessero di superare gli inconvenienti riscontrati nelle unità e nei dispositivi descritti sopra.

E’ in particolare un primo scopo dell’invenzione realizzare una unità per l’erogazione di fluidi o miscele ed un relativo dispositivo, che a parità di caratteristiche siano più affidabili rispetto alle unità ed ai dispositivi di tipo noto.

E’ un ulteriore scopo realizzare una unità di erogazione ed un dispositivo che possano essere bloccati nelle posizioni inferiore e superiore, in modo da evitare azionamenti indesiderati.

E’ un altro scopo realizzare una unità ed un dispositivo che possano essere trasportati senza rischio di perdita del prodotto contenuto nel contenitore a cui sono applicati.

E’ un ulteriore scopo realizzare una unità di erogazione ed un dispositivo che, non presentino fuoriuscite indesiderate del prodotto contenuto nel contenitore a cui sono applicati, in qualsiasi posizione essi vengano posti anche dopo la prima erogazione. Più in particolare e’ un altro scopo realizzare una unità ed un dispositivo che non permettano la fuoriuscita del prodotto contenuto nel contenitore quando sono bloccati nelle suddette posizioni inferiore e superiore e disposti in posizione capovolta.

E’ un altro scopo realizzare una unità ed un dispositivo che eviti la perdite dal condotto di erogazione.

E’ un altro scopo realizzare una unità che possa essere utilizzata in dispositivi atti ad erogare il liquido sotto forma di schiuma.

E' un ulteriore scopo realizzare una unità di più semplice realizzazione.

E' un altro scopo realizzare una unità di erogazione affidabile e che preveda un numero minore di zone a tenuta, rispetto alle unità ed ai dispositivi noti ad essa paragonabili.

E un ulteriore scopo realizzare una unità ed un dispositivo che presentino un numero minore di parti che debbono essere realizzate con la precisione e cura necessarie a realizzare le zone di tenuta.

E' un altro realizzare una unità ed un dispositivo che riducano sensibilmente i costi di produzione.

E’ un altro scopo proporre una unità utilizzabile per realizzare qualsiasi dispositivo per l’erogazione di fluidi o miscele anche sotto forma di schiuma quali ad esempio i dispositivi di erogazione detti foamer.

E’ un ulteriore scopo proporre una unità utilizzabile per realizzare dispositivi di erogazione di liquidi, vantaggiosamente ma non esclusivamente, di liquidi detergenti o alimentari.

E un altro scopo dell'invenzione realizzare un dispositivo di erogazione che permetta all’utilizzatore di bloccarne/sbloccarne l’azionamento.

E’ un ulteriore scopo realizzare un dispositivo che permetta all’utilizzatore anche di selezionare preventivamente la quantità di fluido erogato azionando il dispositivo in modo non sensitivo.

E’ un ulteriore scopo realizzare un dispositivo per l’erogazione di fluidi la cui quantità erogabile venga predeterminata all’atto del suo assemblaggio o dell’applicazione al contenitore o prima del suo azionamento. E’ non ultimo scopo realizzare una unità ed un relativo dispositivo affidabili, economici e di facile utilizzo, nonché di facile costruzione ed assemblaggio, adatti anche alla realizzazione in serie.

Gli scopi detti sono raggiunti da una unità per l’erogazione di fluidi e da un dispositivo di erogazione di fluidi in accordo con il contenuto delle rispettive rivendicazioni indipendenti.

Delle forme di realizzazione vantaggiose costituiscono l’oggetto delle rivendicazioni dipendenti.

Va osservato che vantaggiosamente l’unità di erogazione proposta nelle posizioni di blocco realizza una tenuta idraulica tale da evitare la fuoriuscita di fluido dal dispositivo di erogazione sia quando è in posizione verticale od operativa che in posizione capovolta.

La soluzione proposta permette vantaggiosamente di realizzare un dispositivo o unità di erogazione di fluidi più affidabile rispetto alle unità di un dispositivo di tipo noto. Ancora vantaggiosamente la soluzione proposta permette di diminuire i punti critici di produzione legate in particolare alle zone di tenuta.

Vantaggiosamente la soluzione propone un numero di zone di tenuta ridotte garantendo la funzionalità di bloccaggio nelle due posizioni.

Gli scopi ed i vantaggi detti verranno meglio evidenziati durante la descrizione di alcune preferite forme di realizzazione dell’invenzione, date a titolo indicativo e non limitativo, facendo riferimento alle allegate tavole di disegno ove

- la figura 1 rappresenta una sezione longitudinale di un esempio di attuazione di un dispositivo comprendente una unità oggetto dell’invenzione;

- la figura 2 rappresenta una sezione longitudinale ed in esploso del dispositivo di figura 1;

- la figura 3 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità di figura 1;

- la figura 4 rappresenta una sezione longitudinale ed in esploso dell’unità di figura 3;

- la figura 4a rappresenta una sezione longitudinale di un elemento dell’unità di figura 3;

- la figura 4a rappresenta una sezione longitudinale di un altro elemento dell’unità di figura 3;

- la figura 5 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità di figura 3 nella posizione inferiore e di blocco;

- la figura 6 rappresenta una viste in pianta di alcune parti dell’unità di figura 3, nella configurazione di lavoro di figura 5;

- la figura 7 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità di figura 3 nella posizione inferiore e sbloccata;

- la figura 8 rappresenta una viste in pianta di alcune parti dell’unità di figura 3, nella configurazione di lavoro di figura 7;

- la figura 9 rappresenta una sezione longitudinale ingrandita di alcune parti dell’unità di figura 5 e 7, che realizzano una tenuta idraulica;

- la figura 10 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità di figura 3 nella posizione superiore e sbloccata; - la figura 1 1 rappresenta una viste in pianta di alcune parti dell’unità di figura 3, nella configurazione di lavoro di figura 10;

- la figura 12 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità di figura 3 nella posizione superiore e di blocco; - la figura 13 rappresenta una viste in pianta di alcune parti dell’unità di figura 3, nella configurazione di lavoro di figura 12;

- le figure da 14a a 14c rappresentano ciascuna una sezione longitudinale ingrandita di alcune parti dell’unità di figura 10 e 12, che realizzano una tenuta idraulica;

- la figura 15 rappresenta una sezione longitudinale di un altro esempio di attuazione di un dispositivo comprendente una unità oggetto dell’invenzione;

- le figure da 16 a 19 rappresentano ciascuna una sezione longitudinale dell’unità e del dispositivo di figura 1 in altrettante posizioni di lavoro;

- la figura 20 rappresenta una sezione longitudinale dell’unità e del dispositivo di figura 1 in posizione capovolta ed in configurazione bloccata inferiore;

- la figura 21 rappresentano una sezione longitudinale dell’unità e del dispositivo di figura 1 in posizione capovolta ed in configurazione bloccata superire;

- le figure 22a e 22b sono relative a viste schematiche (di una sezione longitudinale e di una sezione longitudinale in esploso) di un’altro esempio di realizzazione di una unità e di un dispositivo oggetto dell’invenzione;

- le figure da 23a e 23d sono relative a viste schematiche di altrettante viste in pianta dell’unità e del dispositivo di figura 22 in altrettante posizioni operative;

A titolo introduttivo si evidenzia che gli elementi corrispondenti dei singoli esempi esecutivi sono identificati mediante gli stessi riferimenti numerici.

Le indicazioni di posizione menzionate nei singoli esempi esecutivi sono da trasferirsi a senso, nel caso di una variazione della posizione, alla nuova posizione.

Mentre nella descrizione seguente relativa alle figure verranno esposte alcune forme di realizzazione particolare della presente invenzione, risulta chiaro che la presente invenzione non è limitata a tali forme particolari di realizzazione, ma piuttosto, le forme particolari di realizzazione di seguito descritte chiariscono diversi aspetti della presente invenzione, lo scopo e la portata della quale sono definiti dalle rivendicazioni.

Con riferimento alle figure annesse, di seguito verrà descritta una prima forma di realizzazione illustrativa di una unità di erogazione di fluidi, ed un dispositivo secondo la presente invenzione.

Gli esempi di attuazione dell’invenzione di seguito descritti si riferiscono ad unità per l’erogazione di fluidi ed al relativo dispositivo, in particolare per l’erogazione di liquidi detergenti. E’ chiaro tuttavia che la soluzione proposta potrà essere applicata anche ad unità e dispositivi per l’erogazione di profumi o prodotti alimentari, o qualsiasi altro fluido in genere, che debba essere prelevato da un contenitore e convogliato verso l’esterno anche sotto forma di schiuma o nebulizzato.

Una forma di realizzazione non limitativa di una unità per l’erogazione di fluidi e del relativo dispositivo, oggetto della presente invenzione applicabile al collo N di un contenitore C contenente un fluido L da erogare, è rappresentato nelle figure da 1 a 4.

Più precisamente il dispositivo di erogazione indicato complessivamente con il numero 500 nelle figure 1 e 2 comprende un elemento di sostegno 501 per un’unità di aspirazione/erogazione 1 mostrata in dettaglio in figura 4, provvisto di mezzi di fissaggio 502 al collo N del contenitore c

Nel caso di specie l’elemento di sostegno 501 comprende un tappo o ghiera 503 ed i mezzi di fissaggio 502 sono costituiti da un filetto atto ad accoppiarsi ad un corrispondente filetto realizzato sul collo N.

L’unità 1, mostrata in dettaglio in figura 4, è atta a prelevare dal contenitore C il fluido L, costituito in questo caso da un liquido detergente, per convogliarlo verso l’esterno E.

Essa comprende un corpo cavo 2, che individua una camera di aspirazione/compressione 3 per un fluido L, provvisto di almeno un condotto di aspirazione 4 del liquido L. Al corpo cavo 2 è scorrevolmente accoppiato un pistone 5 mobile da una prima posizione inferiore, mostrata in particolare nelle figure 5 e 7, ad almeno una seconda posizione superiore, visibile nelle figure 10 e 12. Il pistone 5 comprende uno stelo 8 ed uno stantuffo 9.

L’unità 1 e più precisamente il pistone 5 è azionabile dall’utilizzatore tramite un elemento attuatore 6, comprendente un pulsante di azionamento 7, chiamato anche beccuccio o cappuccio, atto ad essere collegato allo stelo 8. Lo stelo 8 ed il cappuccio 7 sono provvisti internamente e rispettivamente di un condotto di comunicazione I la e di un condotto di erogazione l lb del liquido L, comunicante con la camera di aspirazione/compressione 3 ed, attraverso la bocca di uscita 10, con l’esterno E.

L’unità 1 comprende inoltre mezzi di blocco/sblocco dell’unità 1 stessa, indicati complessivamente con il numero 16 e visibili nelle figure 2, 4, 6, 8, 11 e 13. Tali mezzi di blocco/sblocco 16 sono attivabili dall’utilizzatore per bloccare il pistone 5 nella prima posizione inferiore e comprendono, nel caso di specie, un elemento 12 sostanzialmente cilindrico disposto tra l’elemento attuatore 6 ed il corpo cavo 2.

L’unità 1 comprende inoltre mezzi valvolari 19 atti a regolare l'afflusso del fluido L dal condotto di aspirazione 4 alla camera di aspirazione/compressione 3 ed a regolarne il deflusso verso il condotto di comunicazione I la in collegamento idraulico con il condotto di uscita l lb.

Tali mezzi valvolari 19 comprendono due elementi 20 e 21 scorrevolmente accoppiati tra loro in modo che ad esempio quando il pistone 5 è bloccato nella prima posizione inferiore, mostrata in figura 5, il primo elemento 20 realizza una prima zona di tenuta 20a, mostrata in particolare in figura 9, atta ad impedire il passaggio del fluido L dal condotto di aspirazione 4.

Più in particolare, sempre secondo l’invenzione, in detta prima posizione di bloccaggio (c.d. lock down) il secondo elemento 21 interagisce con il primo elemento 20 "bloccandolo" per realizzare la suddetta prima zona di tenuta 20a atta ad intercettare il condotto di aspirazione 4.

Va osservato inoltre che nella preferita forma di realizzazione non limitativa rappresentata, i mezzi di blocco/sblocco 16 sono attivabili dall’utilizzatore anche per bloccare il pistone 5 in una seconda posizione superiore mostrata in figura 12. In tale posizione i mezzi valvolari 19 e più precisamente per i due elementi 20 e 21 si dispongono in modo che il primo elemento 20 realizza una seconda zona di tenuta 20b, visibile nelle figure 10, 12 e 14a atta ad impedire il deflusso del fluido L dalla camera di aspirazione 3 al condotto di comunicazione I la, mentre il secondo elemento 21 realizza una terza zona di tenuta 2 la atta ad impedire la comunicazione tra il condotto di comunicazione I la ed il condotto di uscita l lb, mostrata in particolare in figura 14c. Va osservato che i due elementi 20 e 21 interagiscono tra loro per frizione sulle superficie tra loro a contatto 22a e 23a. Tale frizione è realizzata con una opportuna interferenza fra i due elementi 20 e 21 e deve essere tale che detti elementi 20 e 21 si muovano unitamente tra loro a meno che uno di essi non presenti una sua porzione che è impegnata con altre parti dell’unità o del dispositivo. In altre parole le superficie di contatto dei due elementi 20 e 21 presentano un attrito reciproco tale da farsi che essi si comportino come un corpo unico a meno che i riscontri presenti nella pompa non ne comportino un movimento (scorrimento) reciproco di uno rispetto all’altro.

Ad esempio tale frizione fa si che un rovesciamento del contenitore, mostrato ad esempio in figura 21, impedisca uno scivolamento del secondo elemento 21 verso il basso e quindi il far venir meno della tenuta idraulica 2 la.

Nella particolare forma di realizzazione non limitativa rappresentata, il primo elemento 20, mostrato in particolare in figura 4a, è costituito da un primo corpo 22 a sviluppo sostanzialmente longitudinale avente una cavità longitudinale 22b atta a ricevere il secondo elemento 21. La cavità longitudinale 22b sfocia in una prima estremità 24 del corpo 22. Il suddetto primo elemento 20 presenta inoltre nell’altra estremità 25 una prima superficie 26a anulare. Tale prima superficie anulare 26a è inclinata rispetto all’asse longitudinale dell’elemento 20 stesso ed è atta a realizzare la citata prima zona di tenuta 20a cooperando con una corrispondente superficie inclinata 3a del corpo cavo 2. La medesima estremità 25 presenta inoltre un elemento di aggancio 28 atto a cooperare con i bordi 29 del condotto di aspirazione 4 per garantire, quando il dispositivo è nella posizione superiore, che si realizzi la seconda suddetta tenuta 20b. Più in particolare va osservato che tale seconda tenuta 20b è ottenuta da una seconda superficie 26b atta ad interagire con una corrispondente superficie 27 appartenente allo stelo 8 che delimita il passaggio dalla camera 3 al condotto di comunicazione I la. Più in particolare tale superficie 27 appartiene al pistone 5 (allo stelo 8 od allo stantuffo 9). Come si potrà osservare l’elemento di aggancio 28 contrasta con i bordi 29 sotto l’azione dei mezzi elastici 42 quando il dispositivo è nella posizione superiore.

Per quanto concerne il secondo elemento 21, mostrato in particolare in figura 4b, esso presenta uno sviluppo sostanzialmente longitudinale e comprende un gambo 30 atto ad accoppiarsi scorrevolmente alla cavità longitudinale 22b. II gambo 30 presenta ad un’estremità 31 una superficie di tenuta 32 anulare.

Va osservato inoltre che il secondo elemento 21 comprende anche dei mezzi di raccolta del liquido non erogato che si dovesse accumulare nel condotto di uscita l lb. Tali mezzi di raccolta 33 comprendono un elemento di raccolta 34 sostanzialmente cavo e di forma cilindrica disposto nell’estremità 31 dell’elemento 21 che delimita un volume di raccolta.

Per quanto concerne i mezzi di blocco/sblocco 16, essi sono atti ad impedire o consentire l’azionamento dell’unità 1 e sono attivabili ruotando selettivamente l’elemento attuatore 7 attorno ad un asse longitudinale 17, da una prima posizione A di blocco predefinita, mostrata in figura 6, ad una seconda posizione B di funzionamento predefinita, mostrata nelle figure 8, 11 ad una terza posizione di C blocco mostrata in figura 13.

I mezzi di blocco/sblocco 16 comprendono un primo elemento di contrasto costituito da almeno un elemento 16a sporgente e solidale allo stelo dell’elemento attuatore 7, visibile nelle figure 2 e 4. Tale elemento 16a è atto ad interferire selettivamente con un secondo elemento di contrasto e con un terzo elemento di contrasto appartenenti all’elemento anulare 12, visibili anche in figura 6.

Nel caso di specie tale secondo elemento di contrasto (vedi figura 2 e 4) comprende un primo piano orizzontale di riscontro 16b che, interferendo con l’elemento 16a, blocca il movimento assiale del gruppo stantuffo-stelo-attuatore nella posizione inferiore. Il piano orizzontale di riscontro 16b è interrotto da una scanalatura verticale 16d su cui l’elemento aggettante 16a può scorrere sotto l’azione dell’utilizzatore per consentire il movimento dello stantuffo 5 verso la sua seconda posizione.

Nel caso di specie il terzo elemento di contrasto comprende un secondo piano orizzontale di riscontro 16c, che interferendo con l’elemento 16a, blocca il movimento assiale del gruppo stantuffo-stelo-attuatore quando questi è nella posizione superiore. Va osservato che il piano orizzontale di riscontro 16c è collegato dalla scanalatura verticale 16d al primo piano orizzontale 16b.

Le due posizioni angolari estreme A e C assumibili dall’elemento attuatore 6, visibili nelle figure 5, 6 e 12, 13 sono individuate da mezzi di arresto 18 costituiti nel caso di specie da quarti elementi di contrasto comprendenti due piani verticali 18a, visibili nelle figure 2 e 4, che si raccordano con i piani di riscontro 16b e 16c e sono atti a contrastare con i suddetti primi elementi di contrasto 16a per impedire una rotazione ulteriore dell’elemento attuatore 7.

L’unità 1 comprende inoltre mezzi elastici 42 che assicurano, ad erogazione avvenuta, il ritorno del pistone 5 alla posizione di riposo e più in generale il ritorno dalla posizione inferiore alla posizione superiore.

Tali mezzi elastici 42 comprendono, nel caso di specie, una molla elicoidale 42a metallica disposta tra l’attuatore 7 e lo stantuffo 8. Più in particolare la molla 42a ha una estremità che contrasta con l’elemento anulare 12 e l’altra estremità che contrasta con una aggettanza anulare presente sull’elemento attuatore 6 (nell’esempio rappresentato è costituito dall’elemento 16a).

In altre realizzazioni tali mezzi elastici 42 potranno essere costituiti anche da elementi equivalenti quali ad esempio un soffietto elastico realizzato in materiale plastico.

Va osservato che il pistone 8 e l’elemento attuatore 6 sono tra loro collegati tramite mezzi di collegamento che, nel caso di specie, comprendono due bordi anulari non visibili, atti ad impegnarsi in corrispondenti sedi anulari, realizzate ad una estremità dello stelo 8.

In altre realizzazioni i bordi sono realizzati sullo stelo 8 e le sedi anulari sono realizzate sull’elemento attuatore 7.

Altre realizzazioni prevedono soluzioni miste.

Un’altra formulazione dell’unità dell’invenzione e del relativo dispositivo non rappresentata si differenzia dalla precedente per il fatto che la molla elicoidale 42a è alloggiata nella camera 3 e presenta una estremità che contrasta con lo stantuffo 9 e l’altra estremità che contrasta con la parete di fondo della camera 3.

Un’altra variante esecutiva di un dispositivo dell’invenzione indicata complessivamente con 600 in figura 15, si differenzia dalle precedenti per il fatto che esso è atto ad erogare il liquido L contenuto nel contenitore C sotto forma di schiuma o foam.

In tal caso il dispositivo di erogazione comprende due unità di erogazione, indicate rispettivamente con 201 e 202, azionabili coordinatamente dall’utilizzatore attraverso l’elemento attuatore 7a.

Una prima unità 201 è atta ad aspirare il liquido L del contenitore C per convogliarlo verso una camera di miscelazione 203 mentre una seconda unità 202 è atta a convogliare, contemporaneamente, aria in pressione verso la medesima camera di miscelazione 203, a valle della quale sono disposti mezzi atti a contribuire alla formazione della schiuma.

Più precisamente tali mezzi sono disposti a monte della bocca di uscita 10 del dispositivo e comprendono un setto poroso 204 atto a facilitare la formazione di schiuma.

Nel caso di specie la seconda unità 202 comprende un corpo cavo 202a al quale è scorrevolmente accoppiato uno stantuffo 202b.

Una ulteriore variante esecutiva, non rappresentata, si differenzia dalla precedente per il fatto che anche la seconda unità di aspirazione/compressione 202 dell’aria è realizzata con una camera collassabile individuata da un soffietto elastico che, nel caso di specie, sostituisce anche la molla elicoidale.

Il funzionamento del dispositivo dell’invenzione verrà descritto facendo riferimento al primo esempio di attuazione descritto, rappresentato in figura 1, non essendoci sostanziali differenze con gli altri dispositivi descritti.

Operativamente l’utilizzatore agisce preventivamente sull’attuatore 7 ruotandolo in modo da configurare il dispositivo 1 nella modalità di funzionamento desiderata.

Nella configurazione del dispositivo 1 rappresentata in figura 6, ovvero posizione inferiore ed attuatore 6 in posizione A, i mezzi di blocco 16, visibili in figura 6 sono attivi ed i primi elementi di contrasto 16a sono affacciati ai piani di riscontro 16b. Ciò impedisce ogni movimento assiale del gruppo attuatore-stelo-stantuffo.

In tale configurazione l’unità 1 prevede inoltre la zona di tenuta indicata con 2A. Tale zona di tenuta 2A, impedisce la fuoriuscita del fluido L contenuto nel contenitore C in qualsiasi posizione il dispositivo associato al contenitore venga disposto. Più in particolare la zona di tenuta 2A impedisce la fuoriuscita del fluido L dall’apertura di recupero dell’aria nel contenitore, chiamata anche apertura di venting, così come anche mostrato in figura 20.

Viceversa per azionare il dispositivo 1 l’utilizzatore ruota il beccuccio o cappuccio 7 attorno all’asse 17 fino a disporlo nella posizione B, mostrata in figura 8. In tale posizione i primi elementi di contrasto 16a sono affacciati alla scanalatura 16d, come visibile in figura 7, lungo la quale possono scorrere liberamente, consentendo così al pistone 5 di muoversi assialmente sotto l’azione della molla 42a per portarsi nella posizione superiore mostrata in particolare in figura 10.

Il dispositivo è così pronto per essere utilizzato, L’utilizzatore per azionare il dispositivo 1 esercita una pressione P sull’attuatore 6, come mostrato in figura 16, muovendo così il pistone 5 assialmente dalla posizione superiore verso la posizione inferiore. Il movimento del pistone 5 solidale all’attuatore 6 trascina con se i due elementi 20 e 21 fino a quando il primo elemento 20 si impegna sul fondo della camera 3 definendo la tenuta 20a ed il secondo elemento 21 si impegna sul piano di riscontro 7r. L’ulteriore movimento verso il basso del pistone-attuatore 5, 6 determina lo scorrimento reciproco dei due elementi 20, 21. Lo scorrere inoltre del secondo elemento 21 sul primo elemento 20 consentendone così il deflusso del liquido L contenuto nella camera di aspirazione/compressione 3 prima verso il condotto di comunicazione 11a e poi verso il condotto di uscita 11 b fino all’esterno E, seguendo il percorso indicato con 45, mostrato in figura 17.

Così facendo inoltre l’utilizzatore carica i mezzi elastici 42 come mostrato in figura 17 e comprime il prodotto L contenuto nella camera di aspirazione/compressione 3.

Va osservato inoltre che, contestualmente il primo elemento 20 viene spinto verso il fondo della camera 3 grazie alla succitata forza di frizione in modo da intercettare il condotto di aspirazione 4 realizzando la prima tenuta 20a.

Il pistone 5, raggiunto il fondo della camera di aspirazione/compressione 3 come mostrato in figura 18, può venir rilasciato dall’utilizzatore. Ciò consente ai mezzi elastici 42 di riportare il pistone 5 nella posizione iniziale di riposo mostrata in figura 16.

Va osservato che il ritorno elastico del pistone 5 trascina in un movimento verso l’alto, il secondo elemento 21 che realizza così la terza tenuta 21a (vedi figura 19).

Va osservato in particolare che tale tenuta viene realizzata con un certo ritardo rispetto al momento in cui il pistone 5 comincia il suo movimento di ritorno. Più precisamente durante la fase di ritorno il movimento dello stantuffo trascina il secondo elemento 21 con un leggero ritardo (prima si muove lo stantuffo e poi viene trascinato l’elemento 21). Il ritardo nel movimento reciproco delle due componenti, beccuccio 7 ed elemento 21, che è pari alla corsa consentita 7s mostrata in figura 19, genera una depressione nel condotto 1 1 b che determina il richiamo nel condotto 1 1 b stesso del liquido che interessa la zona della bocca di uscita 10 del medesimo condotto. In altre parole mentre il beccuccio 7 si sposta verso l'altro (e risale) i due elementi 20 e 21 si muovono inizialmente rimanendo tra loro solidali (grazie alla frizione/attrito tra le loro superfici a contatto), determinando così la suddetta depressione nel condotto l lb. Ciò avviene fino a quando la superficie del beccuccio 7 che determina la tenuta 2 la non entra in contatto con l’elemento 21 trascinandolo verso l’alto unitamente all’elemento 20. Ciò impedisce le perdite indesiderate di prodotto dalla bocca di uscita 10.

E’ chiaro inoltre che scegliendo opportunamente tale ritardo (determinato dalla distanza 7s che il pistone deve percorrere prima di entrare in contatto con l’elemento 21 per trascinarlo nel suo movimento) è possibile aumentare o diminuire tale effetto di risucchio.

Contestualmente il primo elemento 20 viene trascinato dal secondo elemento 21 in un movimento verso l’alto aprendo così il passaggio 43 tra la camera 3 e l’interno del contenitore. La depressione generata nella camera 3 fa affluire il liquido L nella camera 3 stessa, aspirandolo dal contenitore e preparando l’unità 1 ed il dispositivo 500 al prossimo utilizzo, come mostrato in figura 12, 16.

Il dispositivo 500 e l’unità 1 possono poi essere bloccati in tale posizione superiore. Più precisamente per bloccare il dispositivo 1, l’utilizzatore ruota il beccuccio o cappuccio 7 attorno all’asse 17 fino a disporlo nella posizione C, mostrata in dettaglio nelle figure 12 e 13. In tale posizione i primi elementi di contrasto 16a sono affacciati ai piani di riscontro 16c. Ciò impedisce ogni movimento assiale del gruppo attuatore-stelo-stantuffo.

In tale configurazione l’unità prevede le zone di tenuta indicate con 20b e 2 la, le quali impediscono la fuoriuscita dal condotto l lb del fluido contenuto nel contenitore in qualsiasi posizione il dispositivo associato al contenitore venga disposto.

Va inoltre osservato che l’unità prevede anche le zone di tenuta 2A e 2B, mostrate in particolare nelle figure 20 e 21. Dette zone di tenuta 2A e 2B sono atte ad impedire la fuoriuscita dal contenitore del fluido L proveniente dal condotto di venting 2v.

Più in particolare, la zona di tenuta 2A (a contenitore in posizione verticale come in figura 20) impedisce il passaggio di aria dall’esterno verso il volume 3c impedendo così che il fluido L contenuto nel contenitore possa attraversare l’apertura di venting 2v, interessando prima il volume 3c, poi lo spazio occupato dai mezzi elastici ed in fine fuoriesca all’esterno.

Analogamente la tenuta 2B (a contenitore in posizione capovolta come in figura 21) impedisce il passaggio di aria dall’esterno verso il volume 3c impedendo così che il fluido L contenuto nel contenitore possa attraversare l’apertura di venting 2v, interessando prima il volume 3C, poi lo spazio occupato dai mezzi elastici ed in fine fuoriesca all’esterno. Nel seguito con riferimento alle figure 22a e 22b, verrà descritta un'ulteriore forma di realizzazione dell’unità e del dispositivo secondo la presente invenzione; nelle succitate figure 22a e 22b, parti, componenti e/ o caratteristiche già descritte con riferimento a figure precedenti sono identificate dagli stessi numeri di riferimento.

In particolare l’unità di erogazione ed il dispositivo indicati complessivamente e rispettivamente con i numeri la e 500a in dette figure 22a e 22b, si differenziano dalle precedenti realizzazioni per il fatto che l’unità ed il relativo dispositivo

è configurabile per erogare ad ogni azionamento quantitativi differenti e determinati di fluido L.

Ciò è ottenuto grazie all’impiego di mezzi selettori atti a consentire all’utilizzatore di selezionare la quantità massima di fluido erogabile L per ogni singolo azionamento, detti mezzi selettori essendo rotabili rispetto all’asse longitudinale 17 di detta unità la.

Tali mezzi selettori comprendono un elemento selettore 91 che è accoppiato rotabilmente ad una porzione cilindrica 70a che si estende verso il basso del cappuccio 7a. Tale elemento 91 è disposto tra l’elemento anulare 12a e l’elemento attuatore 6.

Più precisamente tale elemento settore 91 comprende un corpo sostanzialmente cilindrico 91a provvisto ad un’estremità di una porzione di manovra 91b e ad un’altra estremità di una parte dei mezzi di blocco/sblocco 16 dell’unità la costituiti nell’esempio da almeno un elemento sporgente 91c (nell’esempio rappresentato sono in numero di due). Tale elemento sporgente 91c è atto ad accoppiarsi scorrevolmente, oltre alla scanalatura verticale 16d, anche all’interno delle ulteriori scanalature verticali indicate con i numeri 120a e 120b realizzate nell’elemento anulare 12a per consentire il movimento del pistone 5, come precedentemente spiegato. Come si può osservare, in particolare in figura 22b, ciascuna scanalatura 16d, 120a e 120b termina con un piano orizzontale di riscontro rispettivamente indicato con i numeri 16b’, 120a’ e 120b’. Le tre suddette scanalature 16d, 120a e 120b presentano inoltre lunghezze tra loro differenti (estensione lungo l’asse longitudinale 17). Esse definiscono così altrettante differenti ampiezze della corsa massima consentita al pistone 5 alle quali corrisponde un quantitativo massimo di fluido erogato. La posizione dell’elemento sporgente 91c rispetto all’elemento annullare 12a può essere variata dall’utilizzatore agendo sulla porzione di manovra 91b, come rappresentato schematicamente nelle figure da 23a a 23d.

L’utilizzatore quindi in tal caso, prima di azionare il dispositivo 500a dovrà portare l’unità la dalla posizione di blocco mostrato in figura 23a alla posizione di sblocco facendo ruotare il beccuccio 6, in modo analogo a quanto precedentemente descritto.

Successivamente l’utilizzatore potrà poi muovere la porzione di manovra 91b disponendola in una delle posizioni indicate nelle figure da 23b a 23d ottenendo così l’accoppiamento selettivo dell’elemento sporgente 91 c ad una corrispondente scanalatura 16d, 120a e 120b e quindi una corrispondente quantità massima di fluido erogato azionando il pistone 5. Vantaggiosamente, l’elemento selettore 91 permette di selezionare il quantitativo di liquido massimo erogabile senza mutare l’orientamento del beccuccio 7a (elemento attuatore 6). Ancora vantaggiosamente va osservato che la forma particolare dell’elemento attuatore 91 fa sì che la porzione di manovra 91b sia collocata sostanzialmente sullo stesso piano individuato dalla superficie superiore dell’elemento attuatore 6. Ciò permette all’utilizzatore un più facile accesso visivo della porzione di manovra 91b e quindi di poter selezionare in modo semplice e rapido il quantitativo massimo di fluido che egli desidera erogare. Inoltre è possibile utilizzare la superficie superiore dell’elemento attuatore per realizzare dei riferimenti utili all’utilizzatore per capire la quantità massima di liquido da erogare. Nell’esempio riportato in figura 23a si può osservare che su detta superficie sono stati riportati dei numeri 0, 3, 5 che individuano le quantità massime erogabili qualora l’elemento 91b venisse posto in una di dette posizioni ammissibili.

Ancora vantaggiosamente, va osservato che la soluzione proposta permette di separare/aggiungere la/alla funzione di blocco/sblocco dell’unità la e del relativo dispositivo 500a dalla/la funzione di selezione del quantitativo di fluido massimo erogabile, nonché di prevedere che i mezzi di manovra 91b siano in una posizione più ergonomia è facilmente raggiungibile dall’utilizzatore.

Va osservato inoltre che la forma di realizzazione mostrata nelle figure 22a e 22b prevede che l’elemento attuatore 6a sia collegato al pistone 5 tramite un elemento di collegamento indicato complessivamente con il riferimento numerico 90. Tale elemento di collegamento comprende una prima porzione 90a atta ad accoppiarsi all’estremità 70a dell’elemento attuatore 6a ed una seconda estremità 90b fatta ad accoppiarsi all’estremità 50a del pistone 5. Tale elemento di collegamento 90 è atto a consentire la comunicazione idraulica tra il condotto di comunicazione I la ed il condotto di uscita l lb. L’introduzione di tale elemento di collegamento 90 permette vantaggiosamente di assemblare in maniera più rapida e funzionale l’unità la ed il corrispondente dispositivo 500a. Tale operazione di assemblaggio prevede sostanzialmente l’accoppiamento dei vari elementi descritti così come rappresentati in figura 22b. Va osservato infine che, vantaggiosamente, la realizzazione 500a prevede l’utilizzo di un elemento di tenuta indicato complessivamente con il riferimento numerico 92, atto a realizzare una tenuta idraulica tra l’elemento selettore 91 e l’elemento anulare 12a per impedire che un qualsiasi fluido possa entrare/uscire nella/dalla unità la pur garantendo la necessaria libertà di movimento dell’elemento selettore 91. Il funzionamento dell’unità la e del relativo dispositivo 500a, in particolare in relazione agli elementi di tenuta (posizioni da essi assunte) durante le fasi di azionamento, è sostanzialmente quello precedentemente descritto in relazione alle altre forme di realizzazione, al quale pertanto si rimanda. Analogamente l’unità la ed il relativo dispositivo 500a potranno configurarsi in ciascuna delle configurazioni indicate con le lettere A, B e C durante la descrizione della forma di realizzazione di figura 1 oltre alle configurazioni aggiuntive selezionabili per erogare quantitativi diversi di fluido L.

È chiaro che le soluzioni sopradescritte ed in particolare, la presenza dell’elemento selettore 91 cooperante con le rispettive scanalature 16d, 120a, 120b, l’elemento di collegamento 90 e l’elemento di tenuta 92 potranno essere presenti in tutte le precedenti realizzazioni descritte.

E’ chiaro altresì che in alcune soluzioni le scanalature potranno essere sostituite da aggettanze ed in tal caso le corrispondenti aggettanze saranno sostituite da scanalature. Vantaggiosamente e preferibilmente l’unità 1 ed il relativo dispositivo proposto sono realizzabili in tutte le sue parti anche in materiale plastico o sintetico. Ciò permette di ottenere una unità ed un dispositivo completamente riciclabili, senza nessuna preventiva operazione di separazione di parti realizzate in materiali metallici o comunque non compatibili.

Va osservato che le zone di tenuta realizzate nelle unità e nei dispositivi descritti previste nella prima e seconda posizione di bloccaggio si realizzano anche quando l’unità ed il dispositivo sono in detta prima posizione inferiore ed in detta seconda posizione superiore (quindi anche se il dispositivo non è bloccato) per tutte le realizzazioni descritte.

Ovviamente, diverse modifiche possono essere apportate all’unità di erogazione di fluidi ed al dispositivo della presente invenzione senza uscire dalla portata o dallo scopo della invenzione stessa. Va quindi notato che la portata della presente invenzione è definita dalle rivendicazioni, ivi comprese tutte le forme equivalenti a quelle rivendicate.

Da quanto detto è chiaro come la soluzione proposta permette di risolvere gli inconvenienti detti e raggiungere gli scopi prefissi.

In particolare la soluzione proposta permette di diminuire i punti critici di produzione legate in particolare alle zone di tenuta.

Vantaggiosamente la soluzione proposta permette inoltre di ridurre il numero di zone di tenuta garantendo la funzionalità di bloccaggio nelle due posizioni.

Vantaggiosamente la soluzione proposta permette inoltre di ridurre i costi di produzione.

Ancora vantaggiosamente la soluzione proposta permette di di impedire che in posizione di bloccaggio il fluido fuoriesca dal contenitore.

Va osservato inoltre come vantaggiosamente, la soluzione proposta permetta di realizzare dispositivi per la distribuzione di fluidi che possono essere assemblati in modo automatico.

Quantunque l’invenzione sia stata descritta facendo riferimento alle allegate tavole da disegno, essa potrà subire modifiche in fase di realizzazione, tutte rientranti nel medesimo concetto inventivo espresso dalle rivendicazioni di seguito riportate e pertanto protette dal presente brevetto. Si evidenzia inoltre che ove le caratteristiche menzionate nelle rivendicazioni di seguito riportate siano seguite da segni di riferimento, essi sono da intendersi come utili a migliorare l’intelleggibilità della rivendicazione stessa e non quali limitazioni nell'interpretazione della stessa.

Senza uscire dall'ambito dell'invenzione è possibile per un tecnico apportare al dispositivo o all’unità di erogazione, oggetti della presente descrizione, tutte le modifiche ed i perfezionamenti suggeriti dalla naturale evoluzione tecnica. Va sottolineato inoltre che tutti i particolari sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti e che i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso contingente, nonché le dimensioni dei vari elementi, potranno essere qualsiasi, in funzione delle esigenze.

Claims

RIVENDICAZIONI 1) Unità di erogazione (1, la) di fluidi (L) applicabile ad un contenitore, detta unità comprendendo: - almeno un corpo cavo (2) che individua una camera di aspirazione/compressione (3) per un fluido (L) avente almeno un condotto di aspirazione (4) del fluido (L), al quale è scorrevolmente accoppiato un pistone (5) mobile da una prima posizione inferiore ad almeno una seconda posizione superiore; - mezzi valvolari (19) atti a regolare l'afflusso del fluido (L) da detto almeno un condotto di aspirazione (4) in detta camera di aspirazione/compressione (3) ed a regolarne il deflusso verso un condotto di comunicazione (I la) in collegamento idraulico con un condotto di uscita (11 b) di detto dispositivo; - mezzi di bloccaggio (16) attivabili dall’utilizzatore per bloccare detto pistone (5) in almeno una di dette posizioni inferiore e superiore; caratterizzata dal fatto che detti mezzi valvolari (19) comprendono due elementi (20, 21) scorrevolmente accoppiati tra loro in modo che, quando detto pistone (5) è bloccato in detta prima posizione inferiore, detto primo elemento (20) realizza una prima zona di tenuta (20a) atta ad impedire il passaggio del fluido (L) da detto condotto di aspirazione (4).
2) Unità secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che in detta prima posizione di bloccaggio detto secondo elemento (21) interagisce con il primo elemento (20) bloccandolo per realizzare detta prima zona di tenuta (20a). 3) Unità secondo le rivendicazioni 1 o 2, caratterizzata dal fatto che quando detto pistone viene mosso da detta seconda posizione superiore a detta prima posizione inferiore per erogare detto fluido (L), detto primo elemento (20) chiude detto condotto di aspirazione. 4) Unità secondo le rivendicazioni 1 o 2 o 3, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di blocco/sblocco (16) sono attivabili dall’utilizzatore anche per bloccare detto pistone (5) in detta seconda posizione superiore. 5) Unità secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che quando detto pistone (5) è bloccato in detta seconda posizione, detti elementi (20, 21) si dispongono in modo che detto primo elemento (20) realizza una seconda zona di tenuta (20b) atta ad impedire il deflusso di detto fluido (L) da detta camera di aspirazione (3) a detto condotto di comunicazione (I la), e detto secondo elemento (21) realizza una terza zona di tenuta (2 la) atta ad impedire la comunicazione tra detto condotto di comunicazione (I la) e detto condotto di uscita ( 11 b) . 6) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detti due elementi (20), (21) interagiscono tra loro per frizione sulle superficie tra loro a contatto (22a, 23a). 7) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto primo elemento (20) comprende un primo corpo (22) a sviluppo sostanzialmente longitudinale avente una cavità longitudinale (22b) atta a ricevere detto secondo elemento (21), detta cavità longitudinale sfociando in una prima estremità (24). 8) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto primo elemento (20) presenta inoltre in una estremità (25) una prima superficie (26a) anulare, inclinata rispetto all’asse longitudinale di detto primo elemento (20) atta a realizzare detta prima zona di tenuta (20a). 9) Unità secondo la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che detta estremità (25) presenta inoltre un elemento di aggancio (28) atto a cooperare con i bordi (29) di detto condotto di aspirazione (4) per garantire, quando detto dispositivo è in detta posizione superiore, che si realizzi detta seconda tenuta (20b). 10) Unità secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che detto elemento di aggancio (28) contrasta con detti bordi (29) sotto l’azione di mezzi elastici quando il dispositivo è in detta posizione superiore. 11) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detta seconda tenuta (20b) è ottenuta da una seconda superficie (26b) atta ad interagire con una corrispondente superficie (27) apparentemente a detto pistone. 12) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto secondo elemento (21) presenta uno sviluppo sostanzialmente longitudinale e comprende un gambo (30) atto ad accoppiarsi scorrevolmente a detto primo elemento. 13) Unità secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto che detto gambo (30) presenta ad un’estremità (31) una superficie di tenuta (32) anulare. 14) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto secondo elemento (21) comprende inoltre mezzi di raccolta del liquido non erogato. 15) Unità secondo la rivendicazione 13, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di raccolta (33) comprendono un elemento di raccolta (34) cavo disposto ad una estremità di detto elemento (21). 16) Unità (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detti mezzi di blocco/sblocco (16) comprendono un primo elemento di contrasto atto ad interferire selettivamente con un secondo elemento di contrasto e con un terzo elemento di contrasto appartenenti ad un elemento anulare (12) solidale a detto corpo cavo. 17) Unità (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detta unità (1) comprende inoltre mezzi di arresto (18) atti a definire almeno due posizioni angolari estreme (A, C) assumibili da detto elemento attuatore (6). 18) Unità (1) secondo la rivendicazione 17, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di arresto (18) comprendo quarti elementi di contrasto comprendenti due piani verticali (18a). 19) Unità (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detta unità (1) comprende inoltre mezzi elastici (42) atti ad assicurare, ad erogazione avvenuta, il ritorno di detto pistone (5) a detta prima posizione a detta seconda posizione. 20) Unità (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto almeno un elemento attuatore comprende un beccuccio o cappuccio (7a) amovibilmente associato a detto stelo (8). 21) Unità (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di comprendere inoltre mezzi selettori atti a consentire all’utilizzatore di selezionare la quantità massima di fluido erogabile (L) per ogni singolo azionamento, detti mezzi selettori essendo rotabili rispetto all’asse longitudinale (17) di detta unità (la). 22) Unità (1) secondo la rivendicazione 21, caratterizzata dal fatto che detti mezzi selettori comprendono un elemento selettore (91) ed un elemento anulare (12a) reciprocamente mobili, detto elemento selettore (91) avendo una porzione di manovra (91b) ed un elemento sporgente (9 le) atto ad accoppiarsi selettivamente ad una delle due o più scanalature (16d, 120a, 120b) realizzate in detto elemento anulare (12a) in funzione delle loro posizione reciproca, dette due o più scanalature definendo la corsa massima di detto pistone (5). 23) Unità (1) secondo la rivendicazione 22, caratterizzata dal fatto che detta porzione di manovra (91b) è collocata sostanzialmente sullo stesso piano individuato dalla superficie superiore di detto elemento attuatore (6). 24) Unità secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto di prevedere che quando detto pistone viene mosso da detta prima posizione inferiore a detta seconda posizione superiore almeno uno di detti elementi (20, 21) viene trascinato in movimento da detto pistone (5) con un ritardo tale da realizzare una depressione all’interno di detto condotto di erogazione (11b) per risucchiare il fluido eventualmente presente nella bocca di uscita (10) verso detto condotto di erogazione (1 lb). 25) Dispositivo (500, 500a) per l’erogazione di fluidi comprendente un elemento di sostegno (501) per un’unità per l’erogazione di un fluido (L) provvisto di mezzi (502) per il collegamento al collo (N) di un contenitore (C) contenente detto fluido (L) caratterizzato dal fatto che detta almeno una unità (1, la) per l’erogazione di fluidi è realizzata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti. 26) Dispositivo (600) per l’erogazione di fluidi sotto forma di schiuma comprendente: - un elemento di sostegno (501) per una prima unità (201) per l’erogazione di fluidi e/o per una seconda unità per l’erogazione di aria in pressione (202), detto elemento di sostegno essendo provvisto di mezzi di fissaggio al collo (N) di un contenitore (C) contenente detto fluido (L); - almeno una camera di miscelazione (203) dell’aria e del fluido erogati da dette unità (201, 202); - mezzi atti a favorire la formazione di detta schiuma posti a monte della bocca di uscita di detto dispositivo (600); caratterizzato dal fatto che almeno una di dette unità (201, 202) per l’erogazione di un fluido è realizzata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1) a 24). 27) Dispositivo secondo le rivendicazioni 25 o 26, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un elemento di tenuta (92) disposto tra detto elemento di sostegno (501) e detta unità (1, la), detto elemento di tenuta (92) essendo atto a realizzare una tenuta idraulica per impedire che un qualsiasi fluido possa entrare dall’esterno in dette unità (1, la), 28) Sistema per l’erogazione di un fluido o di una miscela comprendente un contenitore per detto fluido o miscela ed un dispositivo per l’erogazione di detto fluido o miscela (500, 600) caratterizzato dal fatto che detto dispositivo è realizzato secondo le rivendicazioni 25) o 26) o 27). C LA 1 MS 1 ) Unit ( 1 , 1 a) for dispensing fluids (L) suited to be applìed to a container, said unii comprising: - at least one hollow body (2) defìning one suction/compression chamber (3) for a fluid (L) and provided with at least one suction duct (4) for thè fluid (L), to which one plunger (5) is slìdingly coupled, wherein said plunger (5) can be moved from a first lower position to at least one second upper position; - valve means ( 19) suited to regulate thè flow of thè fluid (L) from said at least one suction duct (4) into said suction/compression chamber (3) and to regulate its outflow towards a communication duct ( I la) in hydraulic connection with an outlet duct (1 1 b) of said device; - locking means ( 16) that can be activated by thè user to lock said plunger (5) in at least one of said lower and upper positions; characterìzed in that said valve means ( 19) comprise two elements (20, 21 ) slìdingly coupled with each other so that, vvhen said plunger (5) is locked in said first lower position, said first element (20) creates a first tight area (20a) suited to prevent thè passage of thè fluid (L) from said suction duct (4), 2) Unit according to c!aim 1 , characterized in that in said first locking position said second element (21 ) interaets with thè first element (20) and locks il in such a way as to create said first tight area (20a).
3 ) Unit according to claims 1 or 2, characterized in that when said pianger is moved from said second upper position to said first lower position in order to dispense said fluid (L), said first element (20) closes said suction duci.
4) Unit according to claims 1 or 2 or 3, characterized in that said locking/releasing means ( 16) can be activatcd by thè user also to lock said plunger (5) in said second upper position.
5) Unit according to claim 4, characterized in that when said plunger (5) is locked in said second position, said elements (20, 2 1 ) are arranged in such a way that said first element (20) creates a second tight area (20b) suited to prevent thè outflow of said fluid (L) from said suction chamber (3) to said communication duci (I la), and said second element (21 ) creates a third tight area (2 la) suited to prevent communication between said communication duct ( 1 1 a) and said cufici duct ( 1 1b), 6) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that said two elements (20), (21) inleract with each other through frictìon on thè surfaces in contact with each other (22a, 23a), 7) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that said first element (20) cornprises a first body (22) with substantially longitudinal development having a longitudinal eavity (22b) suited to receive said second element (21 ), said longitudinal cavity ending in a first end (24). 8) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that said first element (20) also cornprises at one end (25) a first annular surface (26a), inclined in relation to thè longitudinal axis of said first element (20) and suited to create said first tight area (20a). 9) Unit according to claim 8, characterized in that said end (25) is also provided with a coupling element (28) suited to cooperate with thè edges (29) of said suction duct (4), in order to guarantee that said second tight area (20b) is created when said device is in said upper position, . 10) Unit according to claim 9, characterized in that said coupling element (28) counteracts said edges (29) under thè action of elastìc means when thè device is in said upper position. 1 1 ) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that said second tight area (2Qb) is obtained from a second surface (26b) suited to interact with a corresponding surface (27) belonging to said plunger. 12) Unit according io any one of thè preceding claims, characterized in that said second element (21 ) has a substantially longitudinal development and comprises a rod (30) suited to slidingly couple with said first element. 13) Unit according to claim 12), characterized In that said rod (30) is provided at one end (31) with an annular sealing sur face (32). 14) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that said second element (21 ) also comprises means for collecting thè fluid that is not dispensed. 15) Unit according to claim 13, characterized in that said collection means (33) comprise a hollow collection element (34) arranged at one end of said element (21 ). 16) Unii ( 1 ) according to any one of thè preceding claims, characterized in that said locking/releasing means ( 16) comprise a first opposing element suited to selectively interfere with a second counteracting element and with a third counteracting element belonging to an annular element ( 12) integrai with said hollow body, 17) Unii ( 1) according to any one of thè preceding claims, characterized in that said unit (1 ) also comprises stopping means ( 18) suited to define at least two extreme angular positions (A, B) for said actuator element (6), 18} Unit ( 1 ) according to claìm 17, characterized in that said stopping means (18) comprise fourth counteracting elements comprising two vertical planes ( 18a), 19) Unit (1 ) according to any one of thè preceding claims, characterized in that said unit ( 1) also comprìses elastic means (42) suited to ensure, once thè fluid has been dispensed, thè return of said pianger (5) from said first position to said second position, 20) Unit ( 1 ) according to any one of thè preceding claims, characterized in that said at least one actuator element comprìses a spout or nozzle (7a) removably connected to said rod (8). 21) Unit (1 ) according to any one of thè preceding claims, characterized in that it also comprìses selector means suited to allow thè user lo select thè maximum quantity of fluid (L) to be dispensed for each single operation, said selector means being suited to be rotated in relation to thè longitudinal axis ( 17) of said unit ( 1a), 22) Unit ( 1 ) according to claim 21 , characterized in that said selector means comprise a selector element (91 ) and an annular element ( 12a) that are mutually movable, said selector element (91 ) featurìng a manoeuvring portion (91 b) and a projecting element (9 l e) suited to be selectively coupled with one of thè two or more grooves ( 16d, 120a, 120b) created in said annular element ( 12a) according to their mutuai position, said two or more grooves defining thè maximum stroke of said pianger (5). 23) Unit ( 1 ) according to claim 22, characterized in that said manoeuvring portion (9 1 b) is substantially located on thè same piane defined by thè upper surface of said actuator element (6), 24) Unit according to any one of thè preceding claims, characterized in that when said pianger is moved from said first lower position to said second upper position at least one of said elements (20, 21 ) is set moving by said plunger (5) with such a delay to create a vacuum inside said dispensing duct ( l l b) in order to suck thè fluid that may be present in thè outlet ( 10) towards said dispensing duct ( 1 ì b). 25) Device (500, 500a) for dispensing fluids, comprising a support element (501 ) for a unit for dispensing a fluid (L), provided with means (502) for connection to thè neck (N) of a container (C) containing said fluid (L), characterized in that said at least one unit ( 1 , l a) for dispensing fluids is carried out according to any one of thè preceding claims, 26) Device (600) for dispensing fluids in thè form of foam, comprising: - a support element (501 ) for a first unit (201 ) for dispensing fluids and/or for a second unit for dispensing pressurized air (202), said support element being provided with means for fastcning to thè neck (N) of a container (C) containing said fluid (L); ae least one mixing chamber (203) for thè aìr and fluid dispensed by said units (201 , 202); means suited to facilitate thè production of said foam positioned upstream of thè outlet of said device (600); characterized in that at least one of said units (201 , 202) for dispensing fluìds is carried out according to any one of thè claims from 1 ) to 24). 27) Device according to claim 25 or 26, characterized in that it also comprises a sealing element (92) arranged between said support element (501 ) and said unit ( i , l a), said sealing element (92) being suited to achieve water tightness and prevent any fluid from getting into said units (1 , l a) from thè outside. 28) System for dispensing a fluid or a mixture, comprising a container for said fluid or mixture and a device for dispensing said fluid or mixture (500, 600), characterized in that said device is carried out according to claim 25) or 26) or 27).