ITTO20131020A1 - Attrezzo e procedimento per la formatura e l'assemblaggio di longheroni di materiale composito - Google Patents

Description

DESCRIZIONE dell'invenzione industriale dal titolo: "Attrezzo e procedimento per la formatura e l’assemblaggio di longheroni di materiale composito”

DESCRIZIONE

Settore tecnico

La presente invenzione si riferisce ad un procedimento e ad un attrezzo per la formatura e l’assemblaggio di longheroni a “doppio T” in materiale composito termoindurente polimerizzabile rinforzato di fibre.

Tecnica nota

Per una migliore comprensione dello stato della tecnica e dei problemi ad essa inerenti, verranno dapprima descritte le fasi di assemblaggio di un longherone a doppio T secondo un procedimento tradizionale. Come illustrato schematicamente nella figura 1, un longherone 5 è formato dall’accoppiamento di due profilati 10, 16 in carboresina con sezione a C. I due profilati 10, 16 vengono uniti sovrapponendo le due anime 14, 20. In seguito si applicano riempitivi 22 a sezione triangolare. Il longherone 5 così assemblato viene poi sottoposto ad una fase di compattazione e formatura a caldo e infine viene polimerizzato in autoclave.

Sia le operazioni preliminari alla fase di compattazione, sia quelle che la seguono, richiedono diverse tempistiche e modalità di processo, che possono inficiare in vario modo la realizzazione del longherone, sia in termini di dilatazione dei tempi di produzione che di qualità e idoneità funzionale dell’oggetto.

Generalmente, il processo produttivo del longherone si evolve a partire da una lastra piana in carboresina, prelevata e sovrapposta ad un attrezzo di formatura comprendente un mandrino allungato di forma opportuna che riproduce la sagoma che la lastra piana dovrà copiare. Affinché il processo di formatura abbia luogo, la lastra piana, disposta sul mandrino, viene sottoposta ad applicazione di vuoto e calore, all’interno di un’apposita stazione di termoformatura dotata di una membrana elastica.

La membrana, sotto l’applicazione del vuoto, aderisce alla lastra piana, forzandola a piegarsi e riprodurre il contorno esterno del mandrino, secondo modalità di per sé note (si veda, ad esempio, la pubblicazione brevettuale WO 2008/155720 A2). Le stesse fasi di procedimento vengono applicate ad una seconda lastra piana. Si ottengono così due profilati 10, 16 che presentano ciascuno una sezione a C. Tale sezione definisce un’anima centrale 14, 20 dai cui lati si dipartono due ali esterne 12, 13, 18, 19, reciprocamente parallele e perpendicolari all’anima 14, 20. L’anima 14, 20 presenta una superficie esterna (o dorsale) 14a, 20a ed una superficie interna 14b, 20b. Le ali 12, 13, 18, 19 presentano superfici interne 12a, 13a, 18a, 19a. La procedura prevede che almeno uno dei due profilati 10, 16 venga sollevato, capovolto di 180° e sovrapposto all’altro profilato, in modo da far combaciare i dorsi esterni 14a, 20a delle due anime 14, 20. Si ottiene così un longherone 5 a doppio T. Il longherone così assemblato viene trasferito in una stazione di compattazione, nella quale viene sottoposto ad una fase di formatura a caldo, secondo modalità di per sé note. Successivamente il longherone viene trasferito su un attrezzo di cura assieme ad altri elementi ed infine in autoclave, dove subisce un trattamento di polimerizzazione ad opera dell’azione combinata di pressione e calore.

Sintesi dell’invenzione

Uno scopo generale della presente invenzione è di ottimizzare e velocizzare le operazioni di movimentazione con le quali si assembla un longherone a doppio T in carboresina, e nel contempo migliorare la qualità del prodotto finito. Più in particolare si desidera migliorare il livello di finitura delle superfici del longherone finito. Un obiettivo peculiare è di evitare che il longherone finito presenti segni/buchi provocati da mezzi di vincolo usati tradizionalmente in fase di assemblaggio per trattenere i profilati con sezione a C sui rispettivi mandrini di formatura. Un ulteriore scopo specifico è di velocizzare le operazioni di distacco del longherone assemblato dagli attrezzi di formatura e assemblaggio. Un altro scopo ancora è quello di ridurre al minimo le operazioni manuali, generalmente lente e costose.

Questi ed altri scopi e vantaggi, che saranno compresi meglio dalla descrizione che segue, sono raggiunti, secondo un aspetto della presente invenzione, da un attrezzo avente le caratteristiche enunciate nella rivendicazione 1. Secondo un altro aspetto dell’invenzione si propone un procedimento di assemblaggio secondo la rivendicazione 6. Forme di attuazione preferenziali sono definite nelle rivendicazioni dipendenti.

In sintesi, si realizza un attrezzo per la formatura di un profilato avente sezione a C in materiale composito termoindurente polimerizzabile rinforzato di fibre, tipicamente carboresina. L’attrezzo di formatura comprende un mandrino avente forma allungata in una data direzione e sezione trasversale sostanzialmente rettangolare o trapezoidale. Il mandrino presenta tre facce esterne consecutive, le quali includono una faccia piana atta a formare una superficie dell’anima del profilato a C, e due facce laterali opposte, atte a formare due rispettive superfici delle ali del profilato a C. Il mandrino presenta una perforazione diffusa su almeno una delle suddette tre facce esterne ed almeno una connessione di ingresso/uscita per il collegamento del mandrino ad almeno una sorgente esterna di vuoto e/o aria pressurizzata. All’interno del mandrino sono realizzati uno o più passaggi, i quali stabiliscono una comunicazione di fluido tra la perforazione diffusa e la connessione di ingresso/uscita.

La perforazione diffusa può espletare la duplice funzione di

– applicare un vuoto all’interfaccia tra il mandrino e il profilato a C per trattenere il profilato sul mandrino mentre questo viene sollevato e capovolto di 180° per essere accoppiato ad un simile profilato a C, ottenendo un longherone a doppio T; e

- applicare aria pressurizzata all’interfaccia suddetta per così da agevolare il distacco del profilato dal relativo mandrino al termine della fase di compattazione.

L’azione uniforme della forza pneumatica di trattenimento e di espulsione, consente di ottenere longheroni di alta qualità, nonché di velocizzare le fasi di preparazione ed assemblaggio delle parti componenti il longherone da polimerizzare.

In certe soluzioni, allo scopo di facilitare il distacco del profilato a C dal mandrino, si possono preferire mandrini aventi sezione trapezoidale a mandrini di sezione quadrata o rettangolare. Il presente procedimento agevola pneumaticamente l’espulsione del profilato a C dal mandrino e perciò favorisce l’utilizzazione di mandrini a sezione rettangolare o leggermente trapezia che formano longheroni a “doppio T” con ali sostanzialmente parallele.

Breve descrizione dei disegni

Verranno ora descritte le caratteristiche strutturali e funzionali di alcune forme di attuazione preferite ma non limitative di un attrezzo di formatura e di un procedimento per la formatura di longheroni secondo l’invenzione. Si fa riferimento ai disegni allegati, in cui:

la figura 1 è una vista prospettica in esploso dei componenti di un longherone in carboresina; la figura 2 è una vista prospettica schematica che illustra un attrezzo di formatura secondo una forma di realizzazione dell’invenzione;

la figura 3 è una vista in sezione assiale dell’attrezzo della figura 2;

la figura 4 è una vista prospettica schematica che illustra un attrezzo di formatura secondo un’ulteriore forma di realizzazione dell’invenzione;

la figure da 5A a 5G illustrano schematicamente una sequenza di un procedimento per la formatura di longheroni a doppio T, mediante l’impiego di mandrini per formatura con perforazione diffusa; e

la figura 6 è una vista prospettica di una parte terminale di un attrezzo di formatura.

Descrizione dettagliata

Prima di spiegare nel dettaglio una pluralità di forme di attuazione dell’invenzione, va chiarito che l’invenzione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e alla configurazione dei componenti presentati nella seguente descrizione o illustrati nei disegni. L’invenzione è in grado di assumere altre forme di realizzazione e di essere attuata o realizzata praticamente in diversi modi. Si deve anche intendere che la fraseologia e la terminologia hanno scopo descrittivo e non dovrebbero essere intese come limitative. L’utilizzo di “includere” e “comprendere” e le loro variazioni sono da intendersi come ricomprendenti gli elementi enunciati a seguire e i loro equivalenti, così come anche elementi aggiuntivi e gli equivalenti di questi.

Facendo inizialmente riferimento alle figure 2 e 3, un attrezzo di formatura è indicato nel suo insieme con 21. L’attrezzo 21 comprende un mandrino 22 di formatura avente un corpo rigido 23 con sezione trasversale sostanzialmente rettangolare o leggermente trapezia, esteso longitudinalmente lungo un asse A parallelo ad un asse geometrico x. In tutta la presente descrizione e nelle rivendicazioni, i termini e le espressioni indicanti posizioni ed orientamenti, quali “longitudinale” o “trasversale”, vanno riferiti all’asse x. Il corpo rigido 23 è solidale ad una piastra piana rigida 40, avente una superficie preferibilmente liscia 42 che si estende completamente attorno al mandrino 22.

Il mandrino 22 presenta tre facce esterne perimetrali 24, 26, 27, oltre ad una superficie di interfaccia 25 con la quale il mandrino 22 è solidarizzato alla piastra piana rigida 40.

La faccia esterna piana 24 del mandrino 22 presenta una perforazione diffusa 34, comprendente una pluralità di fori 36, che si estendono trasversalmente all’asse longitudinale A del mandrino 22. I fori 36 sono preferenzialmente distribuiti in modo omogeneo sulla superficie 24 del mandrino 22.

Il diametro dei fori 36 che si aprono sulla superficie esterna piana 24 può variare in funzione delle esigenze. Ottimi risultati, in termini di efficacia e di qualità della superficie formata sono stati conseguiti con fori 36 aventi un diametro di circa 3 mm. Preferibilmente il diametro dei fori 36 è compreso tra 2 mm e 4 mm.

Una pluralità di canalizzazioni secondarie 38 pone in comunicazione i fori 36 con un canale collettore o condotto primario 32 che si estende internamente al mandrino 22; nella forma di realizzazione illustrata, il canale collettore 32 si estende lungo un asse parallelo o coincidente con l’asse longitudinale A del mandrino 22.

Il canale collettore 32 può essere alimentato, alternativamente, da due sorgenti esterne (non raffigurate), rispettivamente una sorgente di vuoto ed una sorgente di aria compressa. Il collegamento tra le sorgenti esterne ed il canale collettore 32 può avvenire per mezzo di un connettore 41 di ingresso/uscita, disposto ad una estremità del canale collettore 32 (figura 6). Il connettore 41 può convenientemente essere del tipo ad innesto rapido automatizzato.

Nella forma di realizzazione illustrata nella figura 3, il canale collettore 32 presenta uno sbocco 32a su una faccia frontale 28 del mandrino 22, sbocco 32a in cui si può impegnare il connettore 41.

Il canale collettore 32, insieme alle canalizzazioni secondarie 38, realizza una serie di passaggi indicati nel loro insieme con il numero 31, che stabiliscono una comunicazione di fluido tra la perforazione diffusa 34 e il connettore 41 di ingresso/uscita.

In un’altra forma di realizzazione (non illustrata), il canale collettore 32 può presentare due sbocchi, rispettivamente sulla faccia frontale 28 e su una faccia opposta posteriore 30, nei quali sbocchi si possono innestare due connettori 41 rispettivamente di ingresso/uscita, ad esempio due innesti rapidi automatizzati.

In una forma di realizzazione alternativa (non illustrata), il canale collettore 32 non presenta sbocchi né sulla faccia frontale 28, né sulla faccia posteriore 30, ma risulta in comunicazione di fluido con le sorgenti esterne di vuoto e/o aria pressurizzata mediante uno o più sbocchi passanti attraverso la piastra piana rigida 40. Secondo tale variante, gli sbocchi sono orientati trasversalmente rispetto all’asse longitudinale A del mandrino 22.

In un’altra forma di realizzazione (non raffigurata), la perforazione diffusa 34 è realizzata, oltre che sulla faccia esterna piana 24, anche sulle facce esterne laterali 26.

Secondo un’ulteriore forma di realizzazione (non raffigurata), la perforazione diffusa 34 può essere realizzata sulle sole facce esterne laterali 26, anziché sulla faccia esterna piana 24.

In una ulteriore forma di realizzazione, schematicamente illustrata nella figura 4, il mandrino 50 presenta una struttura rigida scatolare 51, comprendente cinque pareti perimetrali 52, 53, 54, 55, 56 che delimitano una camera cava interna 62. Le pareti 54, 55, 56 presentano rispettive facce esterne 54a, 55a, 56a. La camera cava interna 62 realizza una comunicazione di fluido tra le sorgenti esterne di vuoto e/o aria pressurizzata e una perforazione diffusa 58 che comprende una pluralità di fori passanti 60 formati attraverso la parete piana 56.

In una forma di realizzazione, i fori passanti 60 possono essere formati attraverso sia la parete piana 56 e sia attraverso le pareti laterali 54, 55.

Più in generale, è sufficiente che i fori passanti 60 siano realizzati attraverso almeno una delle pareti 54, 55, 56, così da aprirsi su almeno una delle facce esterne 54a, 55a, 56a.

In tutte le possibili forme di realizzazione, il mandrino potrà indifferentemente avere sezione trasversale rettangolare, con due facce opposte 54a e 55a parallele, oppure trapezia, con due facce opposte 54a e 55a leggermente convergenti verso la faccia esterna 56a. In altre parole, la faccia esterna 56a forma un angolo maggiore o uguale a 90° con ciascuna delle due facce opposte 54a e 55a. Queste configurazioni preferenziali servono ad evitare la formazione di grinze sulle superfici esterne del profilato a C non ancora polimerizzato al termine della fase di compattazione, quando il profilato viene rimosso dal mandrino. Nel caso in cui fosse richiesto al profilato a C di assumere una configurazione finale tale per cui le due facce opposte 54a e 55a convergano verso la faccia esterna 56a secondo angoli minori di 90°, tale configurazione potrà essere impartita al profilato in una fase di lavorazione successiva.

Viene qui di seguito descritta presentata una sequenza esemplificativa di un procedimento (con riferimento alle figure da 5A a 5G) per l’assemblaggio di longheroni 5 a doppio T, mediante l’impiego di mandrini 22, 22’ di formatura con perforazione diffusa 34, 34’. Il procedimento è descritto con riferimento a mandrini del tipo illustrato nelle figure 2 e 3; resta inteso che le stesse fasi operative possono analogamente applicate anche con mandrini 50 del tipo illustrato nella figura 4.

Il procedimento evolve a partire da due profilati 10, 16 aventi ciascuno una sezione trasversale sostanzialmente a C. I profilati 10, 16 sono fatti di materiale composito termoindurente polimerizzabile rinforzato di fibre, tipicamente carboresina. I profilati 10, 16 sono preformati e non polimerizzati. Ciascun profilato è applicato su tre facce perimetrali 24, 26, 27, 24’, 26’, 27’ consecutive di un primo mandrino 22 e di un secondo mandrino 22’; le facce perimetrali comprendono una faccia piana 24, 24’ e due facce laterali 26, 27, 26’, 27’ (figura 5A).

Una sorgente esterna di vuoto (non illustrata) può essere collegata al connettore 41 e posta in comunicazione di fluido con la perforazione diffusa 34 del primo mandrino, esercitando una forza di suzione che trattiene il profilato 10 sul mandrino 22 (figura 5B).

Opzionalmente, un’analoga forza di suzione (non necessariamente avente la medesima intensità) può essere applicata anche al secondo mandrino 22’; suddetta forza di suzione può essere opzionalmente applicata al secondo mandrino 22’ anche nelle fasi che verranno descritte di seguito.

Mediante opportuni mezzi di movimentazione, non illustrati e di per sé noti (vedasi, a titolo di esempio, la pubblicazione brevettuale WO 2008/155720 A2), il primo mandrino 22 viene sollevato lungo una direzione sostanzialmente perpendicolare alla direzione dell’asse longitudinale A del mandrino 22 (figura 5C).

In seguito, il primo mandrino 22 può essere traslato orizzontalmente fino a risultare sovrapposto al secondo mandrino 22’ (figura 5D), sicché gli assi longitudinali A, A’ dei due mandrini 22, 22’ giacciono in un medesimo piano verticale.

Secondo una forma di attuazione ancora diversa, durante le fasi fin qui descritte può non essere applicata alcuna forza di suzione ai due mandrini 22, 22’.

Le operazioni di sollevamento e traslazione sopra descritte, così come il ribaltamento cui si fa riferimento di seguito, possono essere conve nientemente svolte da un carroponte munito di un gruppo di presa comprendente una serie di ventose connesse ad un sistema di aspirazione, ed una serie di perni estensibili e retrattili che si impegnano su fori di centraggio 44, predisposti allo scopo sulla superficie 42 della piastra piana rigida 40. Un carroponte con gruppo di presa adatto allo scopo è noto da WO 2008/155720 A2.

Una volta predisposti i due mandrini 22, 22’ secondo la configurazione illustrata in figura 5D, il primo mandrino 22, che si trova in posizione sollevata lungo l’asse z rispetto al secondo mandrino 22’, viene fatto ruotare di 180° attorno al proprio asse longitudinale A (figura 5E). In questa fase, la forza di suzione esercitata dalla sorgente esterna del vuoto sul profilato 10, tramite la perforazione diffusa 34, trattiene il profilato 10 sul mandrino 22 anche in posizione capovolta. In una tale configurazione, i dorsi 14a, 20a delle anime 14, 20 dei due profilati 10, 16 risultano reciprocamente affacciati e distanziati.

Quindi i mandrini 22, 22’ vengono avvicinati reciprocamente l’uno verso l’altro finché i dorsi 14a, 20a delle anime 14, 20 dei due profilati 10, 16 giungono a contatto (figura 5F). Questa fase può essere convenientemente svolta facendo abbassare il primo mandrino 22 (superiore) sul secondo mandrino 22’ (inferiore).

La fase di giustapposizione e contatto dei dorsi 14a, 20a delle anime 14, 20 dei due profilati 10, 16 può essere seguita da una fase di applicazione di riempitivi del tipo indicato con 22 nella figura 1 lungo due recessi longitudinali che si trovano nelle zone di raccordo tra le anime 14, 20 e le ali 12, 13, 18, 19 dei profilati 10, 16.

L’insieme dei due mandrini 22, 22’ e dei relativi profilati 10, 16 accoppiati può quindi essere trasferito in blocco in una stazione di compattazione finale (non illustrata), dove il longherone 5 assemblato, formato dai profilati 10, 16 accoppiati (ed, eventualmente, dai riempitivi 22), viene sottoposto all’azione del vuoto. Durante la fase di trasferimento verso la stazione di compattazione e durante la fase di compattazione, può essere mantenuta la forza di suzione su uno o entrambi i mandrini 22, 22’ così da garantire la stabilità di posizionamento del longherone 5. Le operazioni di compattazione con formatura a caldo sono di per sé note nella tecnica e non vengono qui descritte.

Terminata la fase di compattazione, il primo mandrino 22 viene connesso alla sorgente esterna di aria pressurizzata che, agendo sul longherone 5 tramite la perforazione diffusa 34, agevola il distacco del longherone 5 dal primo mandrino 22. Il primo mandrino 22 viene allontanato (figura 5E). Secondo una forma di attuazione privilegiata, anche il secondo mandrino 22’ viene pressurizzato, sicché la conseguente forza di espulsione coadiuva il distacco del longherone 5 anche dal secondo mandrino 22’.

In questo modo, vengono garantite sia la rapidità di processo sia la qualità del manufatto.

Per quanto concerne valori preferibili di depressione e pressione dell’aria da applicare al processo, tali valori possono essere rispettivamente di circa 700 mmHg (93,3 kPa) e circa 2000 mmHg (266,6 kPa). Questi valori, indicativi, non sono da ritenersi limitativi.

Secondo un’altra forma di attuazione (non illustrata), i due mandrini 22, 22’ (inizialmente posizionati alla medesima quota) vengono entrambi ruotati di 90° rispetto ai propri assi longitudinali A, A’, secondo opportuni versi di rotazione tali da portare i dorsi 14a, 20a delle anime 14, 20 dei due profilati 10, 16 a trovarsi reciprocamente affacciati e distanziati in una direzione sostanzialmente orizzontale y. I dorsi 14a, 20a delle anime 14, 20 dei due profilati 10, 16 vengono dunque avvicinati fino ad essere posti in contatto reciproco. Al longherone 5 non polimerizzato così ottenuto possono essere applicati dei riempitivi 22, secondo la modalità precedentemente descritta. Durante una o più fasi testé descritte, è conveniente applicare una forza di suzione ad entrambi i mandrini 22, 22’, così da garantire l’ancoraggio ai mandrini 22, 22’ dei rispettivi profilati 10, 16. Il longherone assemblato può essere poi assoggettato alle stesse fasi di compattazione e distacco precedentemente descritte.

Sono stati descritti diversi aspetti e forme di realizzazione dell’attrezzo per la formatura, nonché diverse forme di attuazione del procedimento per l’assemblaggio di longheroni. Si intende che ciascuna forma di realizzazione può essere combinata con qualsiasi altra forma di realizzazione. L’invenzione, inoltre, non è limitata alle forme di realizzazione descritte, ma potrà essere variata entro l’ambito definito dalle rivendicazioni annesse.

Claims (8)

1. RIVENDICAZIONI 1. Attrezzo per la formatura di un profilato con sezione a C in materiale composito termoindurente polimerizzabile rinforzato di fibre, in cui l’attrezzo comprende un mandrino (22, 50) avente forma allungata in una data direzione (A) e sezione trasversale sostanzialmente rettangolare o trapezoidale, detto mandrino presentando tre facce esterne consecutive (24, 26, 27, 54a, 55a, 56a) comprendenti una faccia piana (24, 56a) atta a formare una superficie (14b, 20b) di un’anima (14, 20) del profilato a C (10, 16), e due facce laterali (26, 27, 54a, 55a) opposte, atte a formare due rispettive superfici (12a, 13a, 18a, 19a) di ali (12, 13, 18, 19) del profilato a C; caratterizzato dal fatto che il mandrino (22, 50) presenta - una perforazione diffusa (34, 58) su almeno una di dette facce esterne (24, 26, 27, 54a, 55a, 56a); - almeno una connessione (41) di ingresso/uscita per il collegamento del mandrino ad almeno una sorgente esterna di vuoto e/o aria pressurizzata; e - uno o più passaggi (31) all’interno del mandrino (22, 50), i quali passaggi (31) stabiliscono una comunicazione di fluido tra la perforazione diffusa (34, 58) e detta connessione (41) di ingresso/uscita.
2. 2. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui detti passaggi interni (31) includono - almeno un canale collettore (32), posto in comunicazione di fluido con detta connessione (41) di ingresso/uscita, e - una pluralità di canalizzazioni secondarie (38) in comunicazione di fluido tra la perforazione diffusa (34) e il canale collettore (32).
3. 3. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui detto mandrino (50) presenta una struttura scatolare (51), la struttura scatolare (51) presenta una camera cava interna (62) estesa longitudinalmente, e detta camera cava interna (62) realizza una comunicazione di fluido con la connessione (41) di ingresso/uscita, essendo tale camera cava interna (62) delimitata da pareti esterne (52, 53, 54, 55, 56), attraverso almeno una delle quali è formata la perforazione diffusa (58), detta perforazione diffusa (58) essendo passante attraverso la parete esterna (56), così da realizzare una comunicazione di fluido tra la superficie esterna (56a) della parete esterna (56) e la camera cava interna (62).
4. 4. Attrezzo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui la perforazione diffusa (34, 58) comprende una pluralità di fori (60) omogeneamente distribuiti su detta superficie esterna (24, 56a).
5. 5. Attrezzo secondo la rivendicazione 1, in cui la connessione (41) di ingresso/uscita comprende almeno un innesto rapido automatizzato collegabile a detta sorgente esterna di vuoto e/o aria pressurizzata.
6. 6. Procedimento per la formatura e l’assemblaggio di longheroni a doppio T, comprendente le fasi di: - predisporre un primo ed un secondo mandrino (22, 22’; 50, 50’) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, - applicare un rispettivo profilato a C (10, 16) in materiale composito termoindurente non polimerizzato rinforzato di fibre su tre facce esterne consecutive (24, 26, 27, 24’, 26’, 27’; 54a, 55a, 56a, 54a’, 55a’, 56a’) di ciascun mandrino, - ruotare almeno uno di detti primo e secondo mandrino attorno a un asse (A, A’) parallelo a detta direzione data, mentre si applica un vuoto almeno parziale ai passaggi (31) interni del mandrino che viene ruotato, in modo tale da trattenere il profilato a C (10, 16) aderente al mandrino (22, 22’; 50, 50’) che viene ruotato, - affacciare reciprocamente le anime (14, 20) dei profilati (10, 16) portati dal primo e dal secondo mandrino; - avvicinare reciprocamente i due mandrini, così da portare a contatto le anime (14, 20) dei due profilati a C (10, 16), ottenendo così un longherone (5) a doppio T, - trasferire i mandrini (22, 22’; 50, 50’) ed il longherone (5) a doppio T ad una stazione di compattazione; - compattare il longherone (5) mediante formatura a caldo; - insufflare aria pressurizzata nei passaggi (31) interni di almeno un mandrino (22, 22’; 50, 50’), per favorire il distacco del longherone (5) compattato dal mandrino (22, 22’; 50, 50’).
7. 7. Procedimento secondo la rivendicazione 6, in cui l’aria pressurizzata viene insufflata su entrambi i mandrini (22, 22’; 50, 50’), per facilitare il distacco del longherone (5) compattato dai mandrini (22, 50).
8. 8. Procedimento secondo la rivendicazione 6 o 7, in cui ai passaggi interni (31) del mandrino (22, 22’; 50, 50’) vengono applicati una depressione di circa 700 mmHg (93,3 kPa) ed insufflazione di aria pressurizzata a circa 2000 mmHg (266,6 kPa).