ITTO940061A1

ITTO940061A1 - Protesi per impianto femorale

Info

Publication number: ITTO940061A1
Application number: IT94TO000061A
Authority: IT
Inventors: Giacomo Masse; Dario Bergadano
Original assignee: Italpro Spa
Priority date: 1994-02-04
Filing date: 1994-02-04
Publication date: 1995-08-04
Also published as: DE69518344D1; DE69518344T2; ATE195412T1; EP0666069B1; EP0666069A1; IT1268009B1; ITTO940061A0

Abstract

Protesi femorale per l'articolazione tra anca e femore, del tipo comprendente una stelo, un collo solidale al colletto ed una testa sferica per la connessione con una sede acetabolare, nella quale il centro di rotazione della protesi, compresa la sede acetabolare, si trova ad una distanza precisamente definita dalla superficie inferiore del colletto.

Description

Descrizione a corredo di una domanda di brevetto per Invenzione dal titolo: Protesi per impianto femorale,

DESCRIZIONE

La presente invenzione ha per oggetto una protesi femorale del tipo a stelo metallico con colletto di appoggio e collo per la connessione con la sede acetabolare.

L'invenzione tende ad eliminare le cause dei problemi di deterioramento che si verificano negli impianti protesici dell'anca, a livello femorale, in particolare per protesi non cementate.

Questo deterioramento, secondo le attuali conoscenze, sembra essere dovuto all'azione meccanica protesi-osso, ed alle trasformazioni biologiche dell'osso contiguo alla protesi.

E noto che tra i metalli normalmente in uso per questa applicazione, il modulo di elasticità è sempre molto più elevato di quello dell'osso, e perciò è impossibile ottenere la stessa entità di deformazioni sotto carico all'interfaccia metallo-osso. Da ciò ne consegue che si verificano dei micro movimenti relativi che possono avere varie conseguenze negative quali ad esempio:

- metallosi,

- cattiva fissazione dello stelo femorale con conseguente affondamento della protesi nel femore, rotture dello stelo, in conseguenza di deviazioni assiali della protesi.

Praticamente tutte le protesi del tipo suddetto, cioè impiantate senza ausilio di cemento, attualmente note, prevedono la resezione della maggior parte del collo femorale, anche se questo non presenta patologie, ma al contrario è sano e meccanicamente valido.

Scopo della presente invenzione, è quello di realizzare una protesi femorale ad impianto senza cemento, che permetta la conservazione integrale del collo femorale, quando non presenta patologie, in modo da rendere più fisiologica la trasmissione degli sforzi alla regione metafisaria del femore, mantenendo intatto il "calcar femoralis" con la sua importante funzione di nervatura.

In particolare, il protrarsi dello stelo della protesi nel collo femorale, la rende maggiormente resistente alle sollecitazioni torsionali rispetto all'asse del femore, che si verificano quando, ad esempio, il portatore della protesi passa dalla posizione seduta a quella eretta.

Detto ed altri scopi vengono raggiunti da una protesi femorale, per l'articolazione tra bacino e femore, secondo le caratteristiche della prima rivendicazione .

Verrà ora fatta la descrizione esemplificativa, ma non certamente limitativa, di una protesi femorale secondo l'invenzione, facendo riferimento ai disegni allegati, forniti a titolo di esempio, di cui:

- la figura 1 è una vista laterale della protesi femorale dell'invenzione, priva della testa sferica;

la figura 2 è una vista parzialmente in sezione della protesi di fig. 1 inserita in un femore nella posizione vantaggiosa secondo l’invenzione.

Con riferimento alle figure, con 1 è indicata una protesi femorale, del tipo che si impianta senza l 'aggiunta di cemento. Essa è composta da uno stelo 2, a sezione prevalentemente ellittica, di forma ricurva e fortemente rastremata, in uso, dall'alto verso il basso. L'estremità rastremata inferiore o distale 3, ha forma arrotondata, mentre l’estremità superiore 4 termina contro la superficie inferiore 6 di un collare ellittico 7, la cui sezione è maggiore dì quello dell'estremità 4.

Detto collare, porta tramite una parte di raccordo 9, un collo.10 di forma troncoconica, del tipo noto come Morse per l'accoglimento, a mezzo di una sede 11, di una testa sferica 12. Essa, in uso, andrà ad accoppiarsi con un’ apposita sede acetabolare, costituente parte indispensabile della protesi, inserita nell'anca del paziente (non illustrata) .

La protesi viene inserita nel femore 13, in una sede 14 appropriata ricavata mediante fresatura o altro metodo all’interno dell'osso.

Vantaggiosamente, secondo l'invenzione, la resezione 17 dell'osso femorale 13, quando esso non presenta patologie, viene effettuata appena sotto capite, conservando ìntegro il collo 16. Ciò e reso possìbile dalla particolare conformazione della protesi, il cui collo 10 comprensivo del raccordo 9 ha lunghezza molto contenuta, dì modo che il centro dì rotazione della nuova articolazione, comprensiva della testa 12 e della sede acetabolare, viene a trovarsi, posizionato sull’asse (E) del collo 10, ad una distanza compresa tra un minimo di 19 ed un massimo di 31 millimetri dal piano di resezione 17 dell'osso, ovvero dalla superficie inferiore 6 del colletto 7 (vedi fig. 2, che vi si appoggia.

La definizione di un campo di distanze, è conseguenza del fatto che la protesi deve necessariamente adattarsi alle varie conformazioni ossee, e quindi le sue dimensioni devono variare a seconda della taglia del paziente.

La perpendicolare F alla suddetta superficie inferiore 6 del colletto 7, e quindi al colletto stesso, non è coassiale all'asse E del collo 10, ma forma con esso, un angolo Y compreso tra 3 ed 9 gradi.

Si evidenzia pertanto il fatto che, la superficie inferiore 6 forma, con il piano perpendicolare al plano di giacitura della protesi 1 e passante per l'asse E del collo 10, un angolo leggermente acuto, rivolto dalla parte A del piano di giacitura in cui si prolunga la curvatura dello stelo 2 della protesi 1, ovvero dalla parte mediale.

La scelta di dare un'angolazione al colletto 7 rispetto al collo 10, permette, secondo l'invenzione, di avere una migliore distribuzione dei carichi sulla parte corticale del collo femorale, esaltando la sollecitazione sulla corticale laterale.

Sempre allo scopo di distribuire in modo più uniforme e progressivo possibile il carico sulla corticale femorale, il colletto 7 ha uno spessore che, oltre ad essere il minimo indispensabile per i carichi da sopportare, è disomogeneo lungo il suo perimetro. In particolare, una forma preferita dell'invenzione, prevede uno spessore HI per il settore di colletto rivolto verso la suddetta parte A (mediale) del piano di giacitura della protesi 1, ed uno spessore H2>H1 per il settore di colletto rivolto verso la parte B (laterale), diametralmente opposta alla parte A, di detto piano di giacitura.

Come si evidenzia dalla figura 2, lo stelo 2 della protesi secondo l'invenzione, è particolarmente poco invasivo. Infatti esso evita di avere contatti corticali diafisari, nè si propone di utilizzare l'estremità distale come una guida per lo stelo verso il centro del canale midollare. Il particolare contenimento delle dimensioni, permette inoltre, in caso di rimozione per cause iraprecisate, di eseguire un'osteotomia tradizionale e di sostituire la protesi secondo l'invenzione con una normale protesi di primo impianto, aumentando le possibilità di deambulazione da parte del paziente.

Pertanto la lunghezza dello stelo sarà convenientemente contenuta in modo che, l'estremità 3 non si posizioni di più di 2 centimetri al di sotto o distalmente, rispetto all'estremità inferiore I del piccolo trocantere del femore 13, indicato con il numero 20.

Anche in questo caso le dimensioni dello stelo potranno variare in funzione delle dimensioni dell'osso in cui andrà inserito.

La particolare conformazione rastremata e curvatura della protesi secondo l'invenzione, permette inoltre di utilizzare l'elasticità della trabecolatura dell'osso, non per assorbire il carico durante la prima fase del passo del pazienteutilizzatore ma per compensare i differenti gradi di deformabilità della protesi stessa e dell'osso in cui è inserita.

Pertanto l'ancoraggio si realizza non a livello metafisario, ma addirittura, come già detto, nello stesso collo femorale 16.

Claims

RIVENDICAZIONI 1) Protesi femorale per l’articolazione tra anca e femore, del tipo comprendente uno stelo (2) metallico da inserire in una cavità (14) dell'osso dopo averlo resezionato, un colletto (7) di forma ellissoidale, avente sezione maggiore di quella dello stelo ed ad esso solidale , un collo (10) solidale al colletto e collegabile ad una testa sferica (12) per la connessione con una sede acetabolare, caratterizzata dal fatto che, la superficie inferiore (6) del colletto (7) ha funzioni di arresto e di appoggio sul piano (17) di resezione e che il centro di rotazione della protesi, compresa la sede acetabolare, viene a trovarsi posizionato sull'asse (E) del collo (10) ad una distanza compresa tra un minimo di 19 ed un massimo di 31 millimetri dalla superficie inferiore (6) del colletto (7).
2) Protesi secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che la perpendicolare (F) alla superficie inferiore (6) forma con l'asse (E) del collo (10) un angolo (Y) compreso tra 3 e 9 gradi .
3) Protesi secondo le rivendicazioni 1 e 2 caratterizzata dal fatto che la superficie inferiore 6 forma, con il piano perpendicolare al piano di giacitura della protesi (1) e passante per l'asse (E) del collo (10), un angolo leggermente acuto, rivolto dalla parte (A) del piano di giacitura in cui si prolunga la curvatura dello stelo (2), ovvero dalla parte mediale.
4) Protesi secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che il colletto (7) ha spessore disomogeneo lungo la propria circonferenza.
5) Protesi secondo le rivendicazioni 3 e 4 caratterizzata dal fatto che il settore di colletto (7) rivolto alla parte (A) mediale del piano di giacitura ha spessore (HI) minore rispetto allo spessore (H2) del settore di colletto (7) rivolto alla parte (B) laterale del piano di giacitura diametralmente opposta alla parte (A).
6) Protesi secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che l'estremità (3) dello stelo (2) opposta al colletto (7) è fortemente rastremata e si posiziona, in uso, ad un massimo di due centimetri al di sotto o distalmente all'estremità inferiore (I) del piccolo trocantere (20) dell'osso femorale (13).