ITRE20110092A1 - Assale posteriore sterzante - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
"ASSALE POSTERIORE STERZANTE"
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un assale posteriore sterzante e in particolare un assale autosterzante atto a supportare in rotazione le ruote condotte di un rimorchio o simile.
TECNICA PREESISTENTE
Come è noto, nei rimorchi stradali o agricoli trainati da motrici i pneumatici sono supportati in rotazione da assali autosterzanti atti a consentirne ed agevolarne il posizionamento specie durante le fasi di sterzatura in cui i rimorchi seguono la traiettoria curva impartita dalla motrice.
Questi tipi di assali comprendono mezzi di ammortizzazione in grado di rendere più docile e precisa la sterzatura delle ruote, in particolare, in grado di opporsi ala forza di attrito delle ruote sul terreno che tende a sterzare le ruote stesse nelle due direzioni.
Oltre ad assistere, quindi, la sterzatura delle ruote questi mezzi ammortizzatori di tipo noto rendendo più dolci i cambi di direzione delle ruote stesse e tendono a mantenere le ruote in posizione non sterzata durante le fasi di marcia rettilinea in avanti del rimorchio, ovvero impediscono o smorzano l'insorgere di fenomeni di oscillazione delle ruote condotte attorno all'asse di sterzatura che si instaurano generalmente ad elevate velocità di marcia del rimorchio o in caso di marcia in terreni particolarmente sconnessi. È noto l'impiego di mezzi di ammortizzazione di tipo idraulico.
Tali mezzi di ammortizzazione di tipo noto, tuttavia, nono sono scevri da inconvenienti tra i quali va annoverato il fatto che essi presentano una bassa resistenza all 'usura, in quanto - specie le guarnizioni (es. o-ring) - quando si usurano danno origine a perdite di olio che pian piano scaricano 1'ammortizzatore stesso.
Inoltre, un ulteriore inconveniente riscontrato nei mezzi di ammortizzazione di tipo noto è quello derivante dal fatto che essi, specie se installati non correttamente, pescano aria che quindi rende inefficace 1'ammortizzatore stesso.
Oltre a richiedere una notevole attenzione nell'installazione, inoltre, tali mezzi di ammortizzazione di tipo noto sono composti da più componenti e richiedono quindi elevati costi e tempi di produzione, di installazione e fissaggio.
Inoltre, tali mezzi di ammortizzazione di tipo noto rendono difficoltoso e ritardato il ritorno delle ruote stesse in posizione allineata con la direzione rettilinea di avanzamento.
Infine, i mezzi di ammortizzazione tradizionali tendono ad esaurirsi nel tempo perdendo la loro azione di ammortizzazione e devono, quindi essere periodicamente sostituiti.
Uno scopo della presente invenzione è quello di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota, nell'ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell'invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell'invenzione.
ESPOSIZIONE DELL'INVENZIONE
L'invenzione, particolarmente, rende disponibile un assale posteriore sterzante che comprende una traversa di supporto a ciascuna delle cui estremità è associato un mozzo, atto a sostenere in rotazione una ruota e che è girevolmente associato alla traversa di supporto rispetto ad un asse di sterzatura ortogonale all'asse longitudinale della traversa stessa, e mezzi di ammortizzazione delle oscillazioni dei mozzi rispetto all'asse di sterzatura, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di ammortizzazione comprendono almeno un martinetto idraulico comprendente un cilindro, incernierato alla traversa di supporto, entro cui scorre un primo pistone atto a definire una prima ed una seconda camera a volume variabile tra loro separate e supportante uno stelo incernierato ad uno dei mozzi, e un ramo di derivazione, associato al cilindro e atto a porre in comunicazione la prima e la seconda camera in modo da definire un passaggio strozzato per il passaggio del fluido da una camera all'altra durante la movimentazione del primo pistone nel cilindro.
Grazie a tale soluzione, il martinetto idraulico permette di conseguire l'effetto di ammortizzazione delle oscillazioni dei mozzi rispetto all'asse di sterzatura esercitando solo una forza resistente all 'instaurarsi dell'oscillazione senza esercitare alcuna forza attiva di spinta sui mozzi stessi.
Un aspetto dell'invenzione prevede che l'assale, inoltre, comprenda mezzi di centratura atti a comandare la rotazione dei mozzi rispetto all'asse di sterzatura per portarli in una determinata posizione di zero.
Vantaggiosamente, i mezzi di centratura e i mezzi di ammortizzazione sono definiti integrali.
In tal modo, è possibile ridurre gli ingombri dell'assale, nonché è possibile facilitare le operazioni di installazione dell'assale stesso e con un unico martinetto idraulico è possibile svolgere tutte le funzioni necessarie per il funzionamento dell'assale autosterzante stesso.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l'ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 è una vista schematica dall'alto di una prima forma di realizzazione di un assale secondo il trovato.
La figura 2 è una vista schematica dall'alto di una seconda forma di realizzazione di un assale secondo il trovato.
La figura 3 è una vista schematica dall'alto di una terza forma di realizzazione di un assale secondo il trovato.
La figura 4 è una vista schematica dall'alto di una di una coppia di assali secondo la quarta forma di realizzazione di figura 3.
La figura 5 è una vista di particolare del martinetto idraulico secondo l'invenzione.
La figura 6 è la vista lungo la traccia di sezione VI-VI di figura 5.
MODO MIGLIORE PER ATTUARE L'INVENZIONE
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 10 un assale posteriore sterzante adatto ad essere fissato, come noto al tecnico del settore, ad un rimorchio destinato ad essere trainato da un trattore o un motrice, non mostrati nelle figure in quanto di tipo noto.
L'assale 10 comprende una traversa di supporto 11 rigida e, ad esempio, sostanzialmente rettilinea.
A ciascuna delle estremità della traversa di supporto 11 è associato girevolmente rispetto ad un asse orizzontale un mozzo, rispettivamente un mozzo destro 12 e un mozzo sinistro 13, atto a supportare una ruota destinata a fungere da appoggio al suolo per il rimorchio .
Ciascun mozzo 12,13 è incernierato all'estremità della traversa di supporto 11 tramite un rispettivo snodo 14 atto a far ruotare i mozzi 12,13 rispetto ad un asse di sterzatura sostanzialmente verticale. Gli snodi 14 mostrati nelle figure sono disallineati in pianta rispetto all'asse di rotazione orizzontale delle ruote, non si esclude tuttavia che l'asse di sterzatura sia incidente con l'asse di rotazione delle ruote e ad esso sovrapposto in pianta.
A ciascun mozzo 12,13 è fissata una leva di sterzatura, rispettivamente una leva sinistra 15 e una leva destra 16, le quali si sviluppano longitudinalmente su un piano ortogonale all'asse di sterzatura.
Alle estremità libere delle leve di sterzatura 15 e 16 è incernierata una barra di centraggio 17, sostanzialmente inestensibile e atta a mantenere paralleli tra loro gli assi di rotazione dei mozzi 12 e 13 durante la sterzatura.
L'assale 10 comprende un martinetto idraulico 20 atto a smorzare le oscillazioni rispetto all'asse di sterzatura dei mozzi 12 e 13 che eventualmente si venissero ad instaurare durante la marcia del rimorchio, ad esempio, quando quest'ultimo procede ad alte velocità di marcia o in corrispondenza di terreni accidentati ed irregolari. Il martinetto idraulico 20 comprende un cilindro 21 cavo, una cui estremità è chiusa da un coperchio 22 dotato di un occhiello 23 esterno, il quale è atto ad essere incernierato, rispetto ad un asse di rotazione sostanzialmente verticale, ad una staffa a forcella 18 fissata in una zona centrale della traversa di supporto 11.
L'estremità opposta del cilindro 22 è chiusa da un corpo anulare 24 definente un foro centrale da cui sporge uno stelo 25 associato scorrevolmente e a tenuta all'interno del foro centrale del corpo anulare stesso.
L'estremità 25a esterna al cilindro 21 dello stelo 25 presenta anch'essa un occhiello 26 atto ad essere incernierato, per mezzo di un perno di rotazione ad asse verticale, ad una delle leve di sterzatura 15 o 16, nella fattispecie la leva destra 16.
In una zona intermedia dello stelo 25 è calettato un primo pistone 30, il quale è conformato sostanzialmente ad anello ed è atto ad essere infilato sostanzialmente a misura all'interno del cilindro 21 e scorrere lungo l'asse longitudinale dello stesso.
Nella forma di realizzazione mostrata in figura 6, lo stelo 25 è realizzato in due parti separate unite di testa tramite un perno filettato realizzato in una parte e atto ad avvitarsi in una sede filettata realizzata nell'altra parte, le due parti sono tali da trattenere a morsa il bordo interno del primo pistone 30 in modo da fissarlo allo stelo 25; non si esclude, tuttavia, che lo stelo 25 possa essere realizzato in un corpo monolitico e il primo pistone 30 possa essere fissato in modi equivalenti allo stelo stesso.
In una zona intermedia del cilindro 21 è fissato un ulteriore corpo anulare 27 entro il quale scorre, sostanzialmente a misura e a tenuta, lo stelo 25.
In pratica, il primo pistone 30 è atto a scorrere all'interno di un primo ambiente interno al cilindro 21 compreso tra il corpo anulare 24 e l'ulteriore corpo anulare 27.
Il primo pistone 30 è atto a suddividere questo primo ambiente in due camere, rispettivamente una prima camera A e una seconda camera B, che sono a volume variabile, a seconda della posizione del primo pistone 30, e tra loro separate.
Sulla camicia del cilindro 21 è praticato un primo foro passante 211, ad esempio ad asse radiale, che sfocia all'interno del cilindro 21 nella prima camera A in prossimità del primo corpo anulare 24 e un secondo foro passante 212 che sfocia all'interno del cilindro stesso nella seconda camera B in prossimità del secondo corpo anulare 27. Nella fattispecie, il primo e il secondo foro passante 211 e 212 sono dotati di raccordi radiali i quali sono atti ad essere connessi ad usuali tubazioni.
L'assale 10 comprende, particolarmente, un ramo di derivazione indicato globalmente con il numero di riferimento 40, il quale è associato al martinetto idraulico 20 come meglio apparirà nel seguito.
Il ramo di derivazione 40 è atto a porre in comunicazione di fluido la prima camera A con la seconda camera B e, nella fattispecie, comprende un primo ramo 41 che si innesta sul raccordo definente il primo foro passante 211 e un secondo ramo 42 che si innesta sul raccordo che definisce il secondo foro passante 212.
La sezione trasversale dei fori passanti 211 e 212, nonché la sezione trasversale del ramo di derivazione 40, è molto minore del diametro interno del cilindro (ad esempio, la sezione trasversale dei fori 211 e 212 è compreso tra 1/90 e 1/100 volte il diametro interno del cilindro 21 e il diametro interno del ramo di derivazione 40 è compreso 1/35 e 1/45 volte il diametro interno del cilindro 21), in modo da definire un passaggio strozzato per il passaggio di un fluido che riempie le camere A e B da una camera all'altra durante la movimentazione del primo pistone 30 nel cilindro 21.
La prima camera A, la seconda camera B e il ramo di derivazione 40 formano un circuito chiuso e vengono, in uso, riempiti (tramite mezzi di riempimento di tipo noto al tecnico del ramo che non sono qui descritti nel dettaglio) di un fluido viscoso, ad esempio olio, atto a smorzare la movimentazione del primo pistone 30 all'interno del cilindro (esercitando solo una forza resistente al moto alternativo del primo pistone) e, quindi, dello stelo 25 rispetto al cilindro stesso, senza che il fluido stesso eserciti alcuna forza attiva di spinta sullo stelo stesso.
In una prima forma di realizzazione dell'assale 10 mostrata in figura 1, il ramo di derivazione 40 presenta una lunghezza molto maggiore della lunghezza del primo ambiente (sostanzialmente pari alla corsa del primo pistone 30) del cilindro 21 o, comunque, non inferiore alla distanza tra il primo foro passante 211 e il secondo foro passante 212.
In pratica, il ramo di derivazione 40 presenta una lunghezza anche 1,5-50 volte la lunghezza della distanza tra il primo foro passante 211 e il secondo foro passante 212, vantaggiosamente la lunghezza del ramo di derivazione 40 può essere pari a 15-35 volte la distanza tra il primo foro passante 211 e il secondo foro passante 212.
Grazie a tale soluzione, la notevole massa di fluido spostata dalla prima camera A alla seconda camera B e viceversa durante la movimentazione del primo pistone 30, nonché le perdite di carico fluidodinamiche dovute all'attrito del fluido sulle pareti del ramo di derivazione 40 permettono un elevato effetto di smorzamento al moto alternativo del primo pistone 30 (causato dalla oscillazione dei mozzi 12,13 rispetto all'asse di sterzatura).
In una seconda forma di realizzazione mostrata in figura 2 il ramo di derivazione 40 può presentare una lunghezza maggiormente contenuta rispetto a quanto sopradescritto.
Tra il primo ramo 41 e il secondo ramo 42 è posta una valvola ammortizzatrice 50.
La valvola ammortizzatrice 50 comprende nella fattispecie una prima valvola unidirezionale 51 atta a fare defluire il fluido dal primo ramo 41 al secondo ramo 42, quando nel primo ramo stesso la pressione del fluido supera un determinato primo valore di soglia di pressione, regolabile a seconda delle esigenze costruttive.
La valvola ammortizzatrice 50, inoltre, comprende una seconda valvola unidirezionale 52 atta a fare defluire il fluido dal secondo ramo 42 al primo ramo 41, quando nel secondo ramo stesso la pressione del fluido supera un determinato secondo valore di soglia di pressione, anch'esso regolabile a seconda delle esigenze costruttive.
Sul ramo di derivazione 40 è posto un accumulatore di pressione 60, ad esempio del tipo a membrana, il quale è atto ad assorbire i colpi di ariete causati dai repentini cambi di direzione del primo pistone 30 o dagli eventuali sobbalzi (ad esempio laterali) che dovessero sollecitare le ruote associate all'assale 10.
L'accumulatore di pressione 60 è atto ad essere posto in comunicazione sia con il primo ramo 41 che con il secondo ramo 42, in modo da poter agire sia in corrispondenza di un oscillazione verso destra che verso sinistra dei mozzi 12,13.
In pratica, durante una curva a sinistra delle ruote associate all'assale 10 si genera una sovrapressione nella prima camera A; il fluido contenuto nella prima camera A viene quindi mandato tramite il primo foro passante 211 nel primo ramo 41, accumulato nel accumulatore di pressione 60 che è alimentato tramite il primo ramo stesso (specie se il cambio di direzione è stato repentino) e rilasciato al momento dell'apertura della prima valvola unidirezionale 51 per alimentare il secondo ramo 42 e riempire la seconda camera B. Il fluido percorrerà il percorso inverso in caso di curva a destra, passando, questa volta, attraverso la seconda valvola unidirezionale 52.
In una terza forma di realizzazione mostrata in figura 3, in cui tutti gli elementi comuni con la seconda forma di realizzazione mostrata in figura 2 sono stati riprodotti con gli stessi numeri di riferimento, l'assale 10 comprende due accumulatori di pressione 60, i quali sono rispettivamente associati sul primo ramo 41 e sul secondo ramo 42. I rami 41 e 42 sono tra loro in comunicazione solo in corrispondenza della prima valvola unidirezionale 51 e della seconda valvola unidirezionale 52.
Come visto in precedenza, durante una curva a sinistra delle ruote associate all'assale 10 si genera una sovrapressione nella prima camera A, quindi, il fluido viene mandato dalla prima camera stessa -tramite il primo foro passante 211 - nel primo ramo 41, viene accumulato nel accumulatore di pressione 60 che fa capo al primo ramo stesso (specie se il cambio di direzione è stato repentino) e viene da qui rilasciato, al momento dell'apertura della prima valvola unidirezionale 51, per alimentare il secondo ramo 42 e riempire la seconda camera B.
Viceversa, durante una curva a destra delle ruote associate all'assale 10 si genera una sovrapressione nella seconda camera B, il fluido viene quindi mandato tramite il secondo foro passante 212 nel secondo ramo 42, accumulato nel accumulatore di pressione 60 che fa capo al secondo ramo stesso e rilasciato al momento dell'apertura della seconda valvola unidirezionale 52 per alimentare il primo ramo 41 e riempire la prima camera A.
Il martinetto idraulico 20, in tutte le forme di realizzazione mostrate (Fig. 1-3), è operabile, oltre che come mezzi di ammortizzazione delle oscillazioni dei mozzi 12,13 come sopra descritto, anche come un mezzo di centratura, ovvero è atto a comandare la rotazione dei mozzi 12,13 rispetto all'asse di sterzatura per portarli in una determinata posizione di zero, come meglio apparirà nel seguito.
Per posizione di zero dei mozzi 12,13 si intende, in particolare, la posizione per cui le ruote del rimorchio sono allineate con la direzione di marcia rettilinea del rimorchio stesso, ovvero quando gli assi di rotazione dei mozzi 12,13 sono tra loro allineati e sono paralleli all'asse longitudinale della traversa di supporto 11.
In pratica, il cilindro 21 definisce un secondo ambiente distinto ed indipendente dal primo ambiente, che è delimitato assialmente dal secondo corpo 27, dal coperchio 22 e radialmente dal mantello del cilindro 21 stesso.
Entro tale secondo ambiente è scorrevolmente inserita l'estremità 25b opposta all'estremità 25a dello stelo 25.
Sulla porzione di stelo 25 che sporge all'interno di tale secondo ambiente è inserito scorrevolmente a tenuta un secondo pistone 70 atto, a sua volta, ad essere inserito sostanzialmente a misura e a tenuta all'interno del cilindro 21.
In corrispondenza dell'estremità 25b dello stelo 25 è definito un allargamento 250 anulare, ad esempio realizzato mediante un anello inserito in un apposita cava anulare ricavata nello stelo 25, tale da impedire lo sfilamento del secondo pistone 70 dallo stelo 25 stesso. Inoltre, all'interno del cilindro 21 è inserito scorrevolmente un corpo discoidale 80, allineato con lo stelo 25 lungo l'asse longitudinale del cilindro 21 e interposto tra l'estremità 25b dello stelo stesso e il coperchio 22.
Il diametro del corpo discoidale 80 è sostanzialmente pari al diametro interno del cilindro 21 in modo da realizzare un accoppiamento a misura e a tenuta con esso.
Il secondo pistone 70 e il corpo discoidale 80 sono tali da dividere il secondo ambiente interno al cilindro 21 in tre camere separate e a volume variabile, di cui una terza camera C delimitata dal secondo corpo anulare 27 e il secondo pistone 70, una quarta camera D delimitata dal coperchio 22 e il corpo discoidale 80 e una quinta camera E delimitata dal secondo pistone 70 e il corpo discoidale 80 e tra essi interposta.
La camicia interna del cilindro 21, in una zona intermedia del secondo ambiente, definisce un restringimento 28 atto a realizzare una superficie anulare, affacciata verso il secondo corpo anulare 27, atta a fungere da riscontro per la corsa del secondo pistone 70 verso il coperchio 22.
In pratica, il secondo pistone 70 è atto a scorrere all'interno del cilindro 21 tra due posizioni di fine corsa, la prima definita in corrispondenza dell'appoggio dello stesso contro il secondo corpo anulare 27 e la seconda in cui esso è in appoggio contro la superficie anulare definita dal restringimento 28.
Nella fattispecie illustrata il cilindro 21 è costituito, per consentire un agevole montaggio di tutti i componenti del martinetto idraulico 20, da più porzioni coassialmente adiacenti e collegate tra loro, ma nella presente descrizione viene considerato come realizzato in un pezzo unico.
Sulla camicia del cilindro 21 è praticato un terzo foro passante 213, ad esempio ad asse radiale, che sfocia all'interno del cilindro 21 nella terza camera C in prossimità del secondo corpo anulare 27 e un quarto foro passante 214 che sfocia all'interno della quarta camera D in prossimità del coperchio 22.
Inoltre, sulla camicia del cilindro 21 è praticato un quinto foro passante 215 radiale che sfocia all'interno del cilindro 21 nella quinta camera E, in particolare, in corrispondenza del restringimento 28 in prossimità della superficie di riscontro definita dallo stesso. Nella fattispecie, il terzo e il quarto foro passante 213 e 214 sono dotati di raccordi radiali, i quali sono atti ad essere connessi ad usuali tubazioni.
In particolare, il terzo e quarto foro, rispettivamente 213 e 214, sono atti a porre in comunicazione la terza camera C e la quinta camera D con un circuito di alimentazione di un fluido, ad esempio olio, in pressione, il quale è atto ad essere immesso all'interno delle suddette terza e quarta camera C e D per la movimentazione, rispettivamente, del secondo pistone 70 e il corpo discoidale 80 in avvicinamento reciproco.
Il circuito comprende, ad esempio, una elemento pompante 90 comandato dalla centralina del trattore o dal timone dello stesso, il quale è atto ad alimentare olio in pressione in una tubazione 91. La tubazione 91 è dotata di due rami 92 atti ad essere connessi ai raccordi definenti il terzo e il quarto foro passante 213 e 214, in modo che il fluido in pressione possa contemporaneamente riempire la terza camera C e la quarta camera D spingendo, in simultaneo avvicinamento reciproco il secondo pistone 70 e il corpo discoidale 80 ogniqualvolta è necessario far procedere il rimorchio in retromarcia .
Sulla tubazione 91, a valle dell'elemento pompante 90 nel verso di alimentazione del fluido verso il martinetto idraulico 20, è posto un ulteriore accumulatore di pressione 93, ad esempio di tipo a membrana .
Ad esempio, l'accumulatore di pressione 93 presenta una capacità di 3 litri e una pressione di 30 bar, ma può essere differentemente dimensionato a seconda delle esigenze costruttive.
L'accumulatore di pressione 93 è sempre in pressione e aiuta a riallineare i mozzi 12,13 con la direzione di avanzamento rettilinea al termine della curva, aumentando la stabilità dell'assale 10.
Durante la sterzatura dei mozzi 12,13 il fluido presente nella terza camera C e nella quarta camera D esce da esse e si accumula nell'accumulatore di pressione 93, nel quale la pressione interna aumenta in pratica senza opporre resistenze apprezzabili allo svuotamento delle suddette camere C e D.
L'accumulatore di pressione 93 svolge un ruolo attivo nella fase di riempimento delle camere C e D aiutando nel momento del riallineamento delle ruote scaricando la sua sovrappressione nella tubazione 91 per ritornare al suo valore nominale di pressione (es.
30 bar).
Il pratica, quando si riempiono la terza camera C e la quarta camera D con il fluido in pressione, lo stelo 25 viene bloccato dal secondo pistone 70 e dal corpo discoidale 80 nella posizione si zero, ovvero la posizione che garantisce l'allineamento dei mozzi 12,13 e quindi delle ruote con la direzione di marcia rettilinea del trattore.
Infatti, qualora lo stelo 25 si trovi in una posizione estratta dal cilindro 21 (ovvero come nell'esempio in cui i mozzi 12,13 sono sterzati a sinistra, come visibile in tratteggio nelle figure) quando deve essere inserita la retromarcia, l'immissione di fluido in pressione nella terza camera C sposta il secondo pistone 70 lungo il cilindro 21 fino a che non va a battuta contro la superficie anulare del restringimento 28.
II secondo pistone 70 trascina con sé lo stelo 25 durante tale movimentazione, grazie all'allargamento 250.
Contemporaneamente, l'immissione di fluido in pressione nella quarta camera D preme il corpo discoidale 80 contro l'estremità 25b dello stelo 25 contrastandone l'ulteriore rientro all'interno del cilindro e in sostanza bloccandone la traslazione.
Qualora, invece lo stelo 25 si trovi in una posizione arretrata all'interno del cilindro 21 (ovvero le ruote siano ad esempio sterzate a destra) quando deve essere inserita la retromarcia, l'immissione di fluido in pressione nella quarta camera D sposta il corpo discoidale 80 (da una zona prossima al coperchio 22 verso il centro del secondo ambiente del cilindro 21) lungo il cilindro 21 fino a che lo stelo 25 non si trova a pacco tra il secondo pistone 70 (mosso dal fluido in pressione che entra nella terza camera C contemporaneamente all'immissione del fluido in pressione nella quarta camera D), bloccando lo stesso nella posizione di zero, come sopra descritto.
Durante la movimentazione del secondo pistone 70 e del corpo discoidale 80, l'aria presente nella quinta camera E esce dal quinto foro passante 215.
Quando, invece, il rimorchio procede nel senso di marcia in avanti trainato dalla motrice e, quindi, il moto dello stelo 25 lungo il cilindro 21 segue, durante le curve, l'andamento dei mozzi 12,13, lo stelo 25 stesso è tale da allontanare reciprocamente il secondo pistone 70 e il corpo discoidale 80, i quali sono liberi di muoversi lungo il secondo ambiente del cilindro 21 e scaricare rispettivamente il fluido dalla terza camera C e dalla quarta camera D attraverso i rispettivi fori passanti 213 e 214, come detto, riempendo l'accumulatore di pressione 93.
Il rimorchio potrebbe comprendere anche più di un assale 10 secondo una qualunque delle forme di realizzazione sopradescritte.
In Figura 4 è illustrato un gruppo di assali 10 formati da due assali 10 secondo la terza forma di realizzazione mostrata in Fig. 3.
Gli assali 10 sono strutturalmente identici e sono tra loro indipendenti per quanto riguarda il funzionamento dei mezzi di ammortizzazione.
La tubazione 91 in cui è immesso il fluido in pressione per la centratura dei mozzi 12,13 di ciascuno dei due assali 10 è dotata due coppie di detti rami 92 atti ad essere connessi ai raccordi definenti 11 terzo e il quarto foro passante 213 e 214 di ciascuno dei martinetti idraulici 20 dei due assali 10, in modo che il fluido in pressione possa riempire la terza camera C e la quarta camera D di ciascun cilindro 21 contemporaneamente riallineando i mozzi 12,13 e le ruote (rispetto alla direzione rettilinea di marcia) di tutti gli assali 10, ogniqualvolta è necessario far procedere il rimorchio in retromarcia .
Non si esclude che gli assali 10 del gruppo possano essere tra loro completamente indipendenti anche per la centratura dei mozzi 12,13.
Inoltre, è possibile prevedere un assale 10 che non presenti la barra di centratura 17 e che, invece, comprenda due martinetti idraulici 20, come sopradescritti, i cui steli 25 sono rispettivamente incernierati alla leva sinistra 15 e alla leva destra 16.
L'invenzione così concepita è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti .
In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall'ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni .
Claims (11)
- RIVENDICAZIONI 1. Assale (10) posteriore sterzante che comprende una traversa di supporto (11) a ciascuna delle cui estremità è associato un mozzo (12,13), atto a sostenere in rotazione almeno una ruota e che è girevolmente associato alla traversa di supporto (11) rispetto ad un asse di sterzatura sostanzialmente ortogonale all'asse longitudinale della traversa stessa, e mezzi di ammortizzazione delle oscillazioni dei mozzi (12,13) rispetto all'asse di sterzatura, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di ammortizzazione comprendono almeno un martinetto idraulico (20) comprendente un cilindro (21), incernierato alla traversa di supporto (il), entro cui scorre un primo pistone (30) atto a definire una prima (A) ed una seconda camera (B) a volume variabile tra loro separate e supportante uno stelo (25) incernierato ad uno dei mozzi (16), e un ramo di derivazione (40), associato al cilindro (21) e atto a porre in comunicazione la prima (A) e la seconda camera (B) in modo da definire un passaggio strozzato per il passaggio del fluido da una camera all'altra durante la movimentazione del primo pistone (30) nel cilindro.
- 2. Assale (10) secondo la rivendicazione 1, in cui la camicia del cilindro (21) comprende un primo foro passante (211) che sfocia all'interno del cilindro (21) nella prima camera (A) e un secondo foro passante (212) che sfocia nella seconda camera (B), il ramo di derivazione (40) ha una lunghezza non inferiore della distanza tra il primo (211) e il secondo foro (212) passante.
- 3. Assale (10) secondo la rivendicazione 1, in cui il ramo di derivazione (40) comprende un primo ramo (41) e un secondo ramo (42) collegati rispettivamente alla prima (A) e alla seconda camera (B) e tra cui è interposta una valvola ammortizzatrice (50).
- 4. Assale (10) secondo la rivendicazione 3, in cui la valvola ammortizzatrice (50) comprende una prima valvola unidirezionale (51) atta a fare defluire il fluido dal primo ramo (41) al secondo ramo (42) al superamento nel primo ramo stesso di un determinato primo valore di soglia di pressione e una seconda valvola unidirezionale (52) atta a fare defluire il fluido dal secondo ramo (42) al primo ramo (41) al superamento nel secondo ramo stesso di un determinato secondo valore di soglia di pressione.
- 5. Assale (10) secondo la rivendicazione 1, in cui su detto ramo di derivazione (40) è posto almeno un accumulatore di pressione (60).
- 6. Assale (10) secondo le rivendicazioni 3 e 5, caratterizzato dal fatto di comprendere due di detti accumulatori di pressione (60) rispettivamente posti su detto primo ramo (41) e su detto secondo ramo (42).
- 7. Assale (10) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di centratura atti a comandare la rotazione dei mozzi (12,13) rispetto all'asse di sterzatura per portarli in una determinata posizione di zero.
- 8. Assale (10) secondo la rivendicazione 7, in cui detti mezzi di centratura e detti mezzi di ammortizzazione sono definiti integrali.
- 9. Assale (10) secondo la rivendicazione 8, in cui detto martinetto idraulico (20) definisce detti mezzi di centratura, detto stelo (25) essendo azionato in traslazione da almeno un secondo pistone (70,80) atto a scorrere all'interno del cilindro (21) in modo da definire almeno una terza (C) e quarta camera (D) tra loro separate, la movimentazione del secondo pistone (70,80) essendo comandata da un circuito idraulico (90,91,92) indipendente.
- 10. Assale secondo la rivendicazione 9, in cui detto circuito idraulico indipendente (90,91,92) comprende un ulteriore accumulatore di pressione (93).
- 11. Assale (10) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere una barra di centraggio (17) sostanzialmente inestensibile le cui estremità sono incernierate ai mozzi (12,13).
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