IT201900011415A1 - Vaso per pietra tombale di tipo “flat marker” incorporante una o più luci votive - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
Descrizione dell’INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Vaso per pietra tombale di tipo “flat marker” incorporante una o più luci votive”
Campo di applicazione dell’invenzione
La presente invenzione trova applicazione nel campo dell’arte cimiteriale e, più precisamente, nel settore degli accessori per i cosiddetti “flat marker”, ossia lastre di marmo o di metallo che vengono poggiate orizzontalmente sul terreno (cioè parallelamente a quest’ultimo) in corrispondenza del luogo ove sono sepolti i resti mortali di una o più persone. I “flat marker” sono particolarmente diffusi nel nord America e, per comodità di esposizione, nel seguito della presente descrizione verranno identificati con l’espressione “pietre tombali”.
Come noto, le pietre tombali di tipo “flat marker” sono solitamente rettangolari e possono essere dotate di un vaso ove sono collocabili dei fiori. Più nel dettaglio, detto vaso è connesso alla pietra tombale in modo reversibile, ossia è disconnettibile dalla pietra tombale e riconnettibile alla stessa un numero indefinito di volte. Al di sotto del vaso le pietre tombali comprendono una cavità sostanzialmente cilindrica che si estende verticalmente nel terreno ed ove un vaso è alloggiabile dopo essere stato disconnesso dalla pietra tombale e capovolto. Detta cavità è accessibile da un’apertura realizzata nella pietra tombale ed occlusa dal vaso quando quest’ultimo è connesso alla stessa.
La presente invenzione concerne, in particolare, un vaso della suddetta tipologia incorporante una o più luci votive.
Rassegna dell’arte nota
I vasi per pietre tombali di tipo “flat marker” comprendono solitamente una base in corrispondenza della quale essi sono connettibili reversibilmente ad una pietra tombale, ed una o più pareti laterali che si innalzano da detta base per delimitare una sede ove sono collocabili dei fiori. Come sopra accennato, i vasi di questa tipologia sono alloggiabili, dopo essere stati capovolti, in una cavità che si estende nel terreno a partire da un’apertura nella pietra tombale. La base del vaso occlude detta apertura, fungendo da coperchio per la suddetta cavità, sia quando il vaso è nella posizione di utilizzo (ossia quando il vaso sporge verso l’alto dalla pietra tombale), sia quando esso è alloggiato nella cavità.
Nel caso in cui si volesse collocare una luce votiva vicino al vaso, detta luce andrebbe poggiata sulla pietra tombale senza alcun mezzo di connessione a quest’ultima. Elevato è pertanto il rischio che la luce votiva, dopo essere stata poggiata sulla pietra tombale, venga indesideratamente spostata dagli agenti atmosferici.
Scopi dell’invenzione
Scopo della presente invenzione è quello di superare gli inconvenienti suddetti indicando un vaso per pietre tombali di tipo “flat marker” che, oltre ad essere connettibile reversibilmente ad una pietra tombale, incorpori almeno una luce votiva.
Sommario e vantaggi dell’invenzione
Oggetto della presente invenzione è un vaso per una pietra tombale di tipo “flat marker”, detto vaso comprendendo:
• una base connettibile reversibilmente ad una pietra tombale di tipo “flat marker”;
• una o più pareti laterali connesse a detta base e delimitanti, almeno parzialmente:
− una sede (essente) a tenuta di liquidi almeno in corrispondenza di una propria porzione inferiore (ossia realizzata in modo da impedire una fuoriuscita di liquidi da detta sede in corrispondenza della propria porzione inferiore), detta sede essendo idonea ad alloggiare uno o più fiori (o elementi ornamentali similari) almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua;
− un’apertura di accesso a detta sede, opposta a detta base,
in cui, secondo l’invenzione, detto vaso comprende inoltre:
• mezzi emettitori di luce artificiale alimentabili elettricamente e solidalmente connessi a una o più di dette pareti laterali e/o a detta base in modo da emettere luce esternamente a detta sede;
• mezzi di accumulo di energia elettrica per l’alimentazione di detti mezzi emettitori;
• primi mezzi di controllo di detti mezzi emettitori,
detti primi mezzi di controllo essendo idonei sia ad aumentare, sia a ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori.
Il vaso oggetto d’invenzione comprende mezzi idonei ad emettere luce artificiale esternamente alla sede di alloggiamento dei fiori. Detti mezzi emettitori fungono vantaggiosamente da luce votiva quando il vaso oggetto d’invenzione è connesso ad una pietra tombale. I primi mezzi di controllo consentono vantaggiosamente di regolare l’intensità della luce artificiale di detti mezzi emettitori.
Altre caratteristiche innovative della presente invenzione sono illustrate nella descrizione che segue e richiamate nelle rivendicazioni dipendenti.
Secondo un aspetto dell’invenzione, detto vaso comprende mezzi di conversione di energia solare in energia elettrica per l’immagazzinamento di quest’ultima in detti mezzi di accumulo,
detti mezzi di conversione essendo solidalmente connessi a una o più di dette pareti laterali e/o a detta base in modo da poter ricevere energia solare (ossia luce naturale) esternamente a detta sede.
Vantaggiosamente, secondo questo aspetto dell’invenzione, durante il giorno i mezzi di conversione immagazzinano energia elettrica nei mezzi di accumulo. Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detti mezzi emettitori comprendono una pluralità di pannelli emettitori di luce artificiale,
detti mezzi di conversione comprendendo una pluralità di pannelli fotovoltaici, detti pannelli emettitori e detti pannelli fotovoltaici essendo in corrispondenza di dette pareti laterali ed essendo alternati gli uni agli altri (ossia essendo disposti in modo tale per cui ogni pannello emettitore sia interposto tra due pannelli fotovoltaici e ogni pannello fotovoltaico sia interposto tra due pannelli emettitori). Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto vaso comprende un sensore per la rilevazione dell’intensità di luce naturale che colpisce lo stesso,
detti primi mezzi di controllo essendo idonei a:
• aumentare l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori quando detto sensore rileva un’intensità di luce naturale inferiore ad un determinato livello,
e a
• ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori quando detto sensore rileva un’intensità di luce naturale uguale o superiore a detto livello.
Vantaggiosamente, secondo questo aspetto dell’invenzione, durante il giorno i mezzi emettitori emettono luce a bassa intensità ed i mezzi di conversione immagazzinano energia elettrica nei mezzi di accumulo ricaricando questi ultimi. Quando cala il sole, i primi mezzi di controllo aumentano l’intensità della luce emessa dai mezzi emettitori, così da rendere più splendente la luce votiva.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto vaso comprende secondi mezzi di controllo di detti mezzi emettitori azionabili manualmente da un utilizzatore di detto vaso,
detti secondi mezzi di controllo essendo idonei sia ad aumentare, sia a ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori su comando di detto utilizzatore, prevalendo su detti primi mezzi di controllo,
detti secondi mezzi di controllo, dopo aver aumentato l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori a seguito di un comando impartito in tal senso da detto utilizzatore, essendo idonei a ridurre l’intensità di detta luce artificiale dopo che un determinato intervallo di tempo è trascorso da quando detto comando di aumentare l’intensità di detta luce artificiale è stato impartito da detto utilizzatore.
I secondi mezzi di controllo consentono vantaggiosamente di verificare, durante il giorno, il corretto funzionamento dei mezzi emettitori.
Quando l’intensità della luce naturale è superiore ad un determinato livello, i primi mezzi di controllo riducono infatti l’intensità della luce artificiale emessa dei mezzi emettitori, impedendo in tal modo ad una persona di vedere chiaramente se detti mezzi emettitori funzionino o meno. Per effettuare questa verifica, detta persona può azionare i secondi mezzi di controllo in modo da aumentare l’intensità della luce artificiale emessa dai mezzi emettitori, anche se è giorno. Ultimata la verifica, detta persona, nuovamente per il tramite dei secondi mezzi emettitori, può ridurre l’intensità della luce artificiale emessa dai mezzi emettitori. Qualora detta persona dimentichi di riabbassare l’intensità di detta luce artificiale, i secondi mezzi di controllo, autonomamente, ridicono l’intensità della luce artificiale emessa dai mezzi emettitori dopo che è trascorso un determinato intervallo di tempo da quando detta persona ha impartito il comando di aumentare l’intensità di detta luce artificiale.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto vaso comprende un coperchio occludente detta apertura,
detto coperchio includendo uno o più fori passanti per l’accesso a detta sede. Secondo questo aspetto dell’invenzione, i gambi dei fiori da alloggiare all’interno del vaso sono infilabili nei fori del coperchio. In tal modo è vantaggiosamente più improbabile che i fiori, quando alloggiati nel vaso, siano estraibili indesideratamente da quest’ultimo ad opera degli agenti atmosferici.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto coperchio è connesso a dette pareti laterali in modo reversibile.
Secondo questo aspetto dell’invenzione, il coperchio è disconnettibile dalle pareti laterali del vaso (così da non occludere l’apertura dello stesso) e riconnettibile a queste ultime un numero indefinito di volte. Vantaggiosamente, quando si ha la necessità di sostituire i fiori oppure l’acqua in cui questi ultimi sono parzialmente immersi (in detta sede), è possibile rimuovere il coperchio così da compiere questa operazione più agevolmente.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto vaso comprende un controvaso includente:
• una base;
• una o più contropareti laterali connesse a detta base di detto controvaso e delimitanti, almeno parzialmente:
− una cavità (essente) a tenuta di liquidi almeno in corrispondenza di una propria porzione inferiore, detta cavità essendo idonea ad alloggiare uno o più fiori almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua;
− un’apertura di accesso a detta cavità, opposta a detta base di detto controvaso,
detto controvaso essendo almeno parzialmente e reversibilmente alloggiato tra dette pareti laterali in modo tale per cui:
• dette contropareti laterali siano almeno parzialmente alloggiate tra dette pareti laterali e contrapposte a queste ultime cosicché detta cavità funga essa stessa da detta sede di alloggiamento di uno o più fiori unitamente a dell’acqua (ossia cosicché siano dette contropareti laterali a delimitare, almeno parzialmente, detta sede),
e
• l’apertura delimitata da dette contropareti laterali sia in corrispondenza dell’apertura delimitata da dette pareti laterali, cosicché l’apertura delimitata da dette contropareti laterali funga essa stessa da detta apertura di accesso a detta sede di alloggiamento di uno o più fiori unitamente a dell’acqua.
Secondo questo aspetto dell’invenzione, il vaso comprende un controvaso alloggiato tra dette pareti laterali cosicché queste ultime delimitino, almeno parzialmente, detta sede e detta apertura (di accesso a detta sede) non “direttamente”, bensì per il tramite di dette contropareti laterali. I fiori e l’acqua vengono quindi alloggiati nel controvaso.
Il controvaso è rimovibile da dette pareti laterali e riponibile tra queste ultime un numero indefinito di volte. Vantaggiosamente, quando si ha la necessità di sostituire i fiori oppure l’acqua in cui questi ultimi sono parzialmente immersi (in detta sede), è possibile estrarre il controvaso da dette pareti laterali, così da poter compiere questa operazione senza dover rimuovere il vaso dalla pietra tombale cui è connesso.
Secondo un altro aspetto dell’invenzione, detto coperchio è connesso a dette contropareti laterali, preferibilmente reversibilmente, in modo da occludere detta apertura delimitata da dette contropareti laterali.
Breve descrizione delle figure
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue di esempi di realizzazione della stessa e dai disegni annessi, dati a puro titolo esplicativo e non limitativo, in cui:
− la figura 1 mostra, in vista prospettica frontale, un vaso per una pietra tombale di tipo “flat marker”, secondo la presente invenzione;
− la figura 2 mostra il vaso di figura 1 in vista prospettiva dal basso;
− la figura 3 mostra il vaso di figura 1 parzialmente in esploso.
Descrizione dettagliata di alcune forme preferite di realizzazione dell’invenzione
Nel seguito della presente descrizione una figura potrà essere illustrata anche con riferimento ad elementi non espressamente indicati in quella figura ma in altre figure. La scala e le proporzioni dei vari elementi raffigurati non corrispondono necessariamente a quelle reali.
Le figure 1 e 2 mostrano un vaso 1 di cui è dotabile una pietra tombale di tipo “flat marker”. Il vaso 1, oggetto d’invenzione, comprende una base 2 sormontata da almeno una parete laterale 3 che si innalza da detta base 2 preferibilmente sostanzialmente ortogonalmente a quest’ultima. La base 2 comprende preferibilmente un piedistallo 4 connesso ad una corta colonna portante 5. Il piedistallo 4 è preferibilmente troncoconico retto, con un andamento divergente procedendo verso il basso nelle figure. Il piedistallo 4 è connesso alla colonna 5 in corrispondenza della propria base minore (disposta superiormente nelle figure). Il piedistallo 4 è inoltre preferibilmente cavo ed è connettibile reversibilmente ad una pietra tombale di tipo “flat marker” in corrispondenza della propria base maggiore (disposta inferiormente nelle figure). Il modo in cui realizzare una connessione reversibile tra un vaso per pietra tombale di tipo “flat marker” e detta pietra tombale è sostanzialmente noto. Non ci si sofferma pertanto sul fornirne ulteriori dettagli. A titolo puramente esemplificativo, una modalità di connessione della suddetta tipologia è descritta nel brevetto US 3,229,948. Come è possibile notare in figura 2, la base 2 comprende una manopola 6 alloggiata in una cavità 7 del piedistallo 4 che si estende a partire dalla base maggiore di quest’ultimo. La manopola 6 è preferibilmente connessa centralmente alla “calotta” 8 che delimita la cavità 7, ed è preferibilmente disposta longitudinalmente. La manopola 6 è inoltre di dimensioni preferibilmente tali da non sporgere esternamente al piedistallo 4 (ossia da non sporgere oltre la base maggiore di quest’ultimo). La manopola 6, sostanzialmente nota, serve ad afferrare il vaso 1, quando capovolto, per estrarre quest’ultimo dal vano che si estende nel terreno a partire da un’apertura della pietra tombale (come illustrato con riferimento all’arte nota).
La colonna 5, anch’essa preferibilmente cava, ha una sezione trasversale preferibilmente circolare e più preferibilmente pressoché coincidente con la base minore del piedistallo 4. La colonna 5 è connessa alla base minore del piedistallo 4 in corrispondenza di una propria base (disposta inferiormente nelle figure). Preferibilmente, la base della colonna 5 in corrispondenza della quale quest’ultima è connessa al piedistallo 4 è pressoché combaciante con la base minore dello stesso.
Come è possibile notare in figura 3, la parete 3 si presenta preferibilmente come un blocchetto pressoché prismatico retto a base esagonale. Detto blocchetto 3 è connesso, in corrispondenza di una propria base (disposta inferiormente nelle figure), alla base della colonna 5 opposta al piedistallo 4 (ossia alla base della colonna 5 disposta superiormente nelle figure). La sezione trasversale del blocchetto 3 è di dimensioni preferibilmente tali per cui detto blocchetto 3 giaccia all’interno di una superficie cilindrica le cui generatrici passano per la base maggiore del piedistallo 4 ed il cui asse coincide con l’asse longitudinale del piedistallo 4. Il blocchetto 3 includente una cavità 9 che si estende longitudinalmente nello stesso a partire da un’apertura 10 realizzata in corrispondenza della base del blocchetto 3 più distante dalla colonna 5 (ossia in corrispondenza della base del blocchetto 3 disposta superiormente nelle figure). L’apertura 10 è preferibilmente circolare e la cavità 9 è preferibilmente cilindrica e coassiale al blocchetto 3 (essendo quest’ultimo pressoché prismatico retto a base esagonale). La cavità 9 è preferibilmente, ma non necessariamente, non passante. La cavità 9 termina cioè preferibilmente in un fondo cieco (o “cul-de-sac”) in prossimità della base del blocchetto 3 in corrispondenza della quale quest’ultimo è connesso alla colonna 5.
Il vaso 1 comprende un controvaso 11 alloggiato, almeno parzialmente, nella cavità 9. Il controvaso 11 include almeno una parete laterale 12 preferibilmente pressoché troncoconica retta, con un andamento convergente procedendo verso il basso nelle figure. La parete 12 si congiunge inferiormente, in corrispondenza della propria base minore, ad una calotta 13. La parete 12, unitamente alla calotta 13, delimitano una cavità 14 che si estende longitudinalmente nel controvaso 11 a partire da un’apertura realizzata in corrispondenza della base maggiore della parete 12 (ossia in corrispondenza della base della parete 12 più distante dalla calotta 13, disposta superiormente nelle figure). Detta apertura realizzata in corrispondenza della base maggiore della parete 12 è preferibilmente circolare. La cavità 14 è preferibilmente troncoconica retta, con un andamento convergente procedendo verso il basso nelle figure, ed è preferibilmente coassiale alla parete 12 (essendo anche quest’ultima pressoché troncoconica retta).
La parete 12 è connessa alla calotta 13 a tenuta di liquidi. Più precisamente, la cavità 14 (escludendo l’apertura realizzata in corrispondenza della base maggiore della parete 12) è a tenuta di liquidi. Per inciso, asserire che la parete 12 si congiunga inferiormente, a tenuta di liquidi, alla calotta 13, equivale ad asserire che il controvaso 11 comprenda una o più pareti laterali connesse l’una all’altra, a tenuta di liquidi, sia lateralmente, sia inferiormente.
Un coperchio 15 è connesso alla parete 12 in modo da occludere l’apertura realizzata in corrispondenza della base maggiore di detta parete 12. Il coperchio 15 è preferibilmente discoidale ed è preferibilmente coassiale alla parete 12. Il coperchio 15 ha un diametro preferibilmente superiore a quello della base maggiore della parete 12 ed è connesso a quest’ultima lungo il bordo dell’apertura realizzata in detta parete 12. Avendo il coperchio 15 un diametro preferibilmente superiore a quello della base maggiore della parete 12, esso sporge radialmente da quest’ultima. Come è possibile notare in figura 1, il coperchio 15 comprende uno o più fori passanti 16, preferibilmente anche di forma allungata, attraverso i quali è possibile accedere alla cavità 14 nonostante la presenza del coperchio 15. Secondo una variante del vaso 1, il coperchio 15 è connesso alla parete 12 in modo reversibile, ossia è disconnettibile da quest’ultima e riconnettibile alla stessa un numero indefinito di volte.
Come precedentemente accennato, il controvaso 11 è alloggiato, almeno parzialmente, nella cavità 9. Più precisamente, il controvaso 11 è parzialmente alloggiato nella cavità 9 in modo tale per cui la parete 12 sia contrapposta alla parete rappresentata dal blocchetto 3, internamente alla cavità 9, e l’apertura in corrispondenza della base maggiore della parete 12 sia in corrispondenza dell’apertura 10. La parete 12 funge pertanto da controparete della parete rappresentata dal blocchetto 3, internamente alla cavità 9.
Il coperchio 15, in corrispondenza della propria porzione che sporge radialmente dalla parete 12, poggia sul blocchetto 3 in corrispondenza del bordo di delimitazione dell’apertura 10. Alla luce di quanto detto, il controvaso è alloggiato reversibilmente nella cavità 9, ossia è rimovibile dal blocchetto 3 e riponibile in quest’ultimo un numero indefinito di volte.
La cavità 14 funge da sede ove è possibile alloggiare uno o più fiori (o elementi ornamentali similari), almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua. Detta sede 14 è delimitata superiormente dal coperchio 15, lateralmente dalla parete 12 ed inferiormente della calotta 13. Detta sede 14 è accessibile, attraverso i fori 16 del coperchio 15, per il tramite dell’apertura realizzata in corrispondenza della base maggiore della parete 12. Quando si ha la necessità di sostituire uno o più fiori presenti nel vaso 1 (oppure l’acqua in cui questi ultimi sono parzialmente immersi), è possibile estrarre il controvaso 11 dalla cavità 9, così da poter compiere questa operazione senza dover rimuovere il vaso 1 dalla pietra tombale cui è eventualmente connesso.
Per inciso, quando uno o più fiori sono alloggiati nella sede 14, essi fuoriescono dal vaso 1 attraverso i fori 16.
Nuovamente per inciso, essendo il controvaso 11 parzialmente alloggiato nella cavità 9 in modo tale per cui la parete 12 sia contrapposta alla parete rappresentata dal blocchetto 3, internamente alla cavità 9, e l’apertura in corrispondenza della base maggiore della parete 12 sia in corrispondenza dell’apertura 10, la parete corrispondente al blocchetto 3 delimita, almeno parzialmente, la sede 14, e l’apertura in corrispondenza della base maggiore della parete 12, per il tramite di detta parete 12 e della calotta 13.
Secondo una variante del vaso 1, quest’ultimo è privo del coperchio 15. In tal caso, la sede 14 è delimitata solo dalla parete 12 e della calotta 13.
Secondo un’altra variante del vaso 1, quest’ultimo è privo non solo del coperchio 15, ma anche del controvaso 11. In tal caso, la cavità 9 termina necessariamente in un fondo cieco ed è a tenuta di liquidi almeno in corrispondenza di una porzione inferiore della stessa. Alla luce di ciò, secondo questa variante, è la cavità 9 a fungere da sede ove è possibile alloggiare uno o più fiori (o elementi ornamentali similari), almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua. Secondo questa variante, la parete corrispondente al blocchetto 3 delimita pertanto detta sede, lateralmente ed inferiormente, “direttamente”, ossia senza l’interposizione di alcuna controparete laterale o calotta inferiore, ed è l’apertura 10 a fungere da apertura (opposta alla base 2) di accesso a detta sede.
Secondo un’altra variante del vaso 1, quest’ultimo è privo del controvaso 11 ma comprende il coperchio 15. In tal caso, il coperchio 15 è connesso alla parete corrispondente al blocchetto 3 in modo da occludere l’apertura 10 (ossia in modo da occludere l’apertura di accesso alla cavità 9, cioè alla sede di alloggiamento dei fiori). Il coperchio 15 potrebbe inoltre essere connesso alla parete corrispondente al blocchetto 3 in modo reversibile, così da essere disconnettibile da quest’ultima e riconnettibile alla stessa un numero indefinito di volte.
Il vaso 1, a prescindere sia dalla presenza del controvaso 11, sia dalla presenza del coperchio 15, comprende preferibilmente uno o più pannelli 17 idonei ad emettere luce artificiale. I pannelli 17 sono alimentabili elettricamente ed emettono luce artificiale preferibilmente per il tramite di led. I pannelli 17 sono presenti, a titolo esemplificativo, in numero pari a tre e sono connessi al blocchetto 3 (e/o alla base 2) in modo da emettere luce artificiale, quando attivi, esternamente alla cavità 9. Il vaso 1 comprende inoltre almeno un accumulatore 19 di energia elettrica preferibilmente alloggiato all’interno della colonna 5. I pannelli 17 sono collegati elettricamente all’accumulatore 19 per essere alimentati da quest’ultimo.
Quando il vaso 1 è connesso ad una pietra tombale ed i pannelli 17 sono attivi, questi ultimi fungono da luce votiva. Il vaso 1, grazie ai pannelli 17, funge pertanto al contempo da vaso da fiori e da luce votiva per una pietra tombale di tipo “flat marker”.
I vaso 1, nuovamente a prescindere sia dalla presenza del controvaso 11, sia dalla presenza del coperchio 15, comprende preferibilmente anche una pluralità di pannelli fotovoltaici 18, ossia pannelli idonei a convertire energia solare in energia elettrica. Al pari dei pannelli 17, i pannelli 18 sono presenti, a titolo esemplificativo, in numero pari a tre e sono connessi al blocchetto 3 (e/o alla base 2) in modo da ricevere energia solare (ossia luce naturale) esternamente alla cavità 9. I pannelli 18 sono collegati elettricamente all’accumulatore 19 in modo da immagazzinare in quest’ultimo l’energia elettrica erogata dagli stessi. Come è possibile notare nelle figure, i pannelli 17 e 18 sono preferibilmente connessi al blocchetto 3 rispettivamente in corrispondenza delle sei facce laterali del prisma retto a base esagonale cui detto blocchetto 3 è sostanzialmente conformato. I pannelli 17 e 18 sono preferibilmente alternati gli uni agli altri, ossia sono disposti in modo tale per cui ogni pannello 17 sia interposto tra due pannelli 18 ed ogni pannello 18 sia interposto tra due pannelli 17.
Il vaso 1, nuovamente a prescindere sia dalla presenza del controvaso 11, sia dalla presenza del coperchio 15, comprende un’unità di controllo dei pannelli 17 idonea a comandare questi ultimi in modo da aumentare o ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti pannelli 17. Il vaso 1 comprende preferibilmente anche un sensore cosiddetto “crepuscolare”, ossia un sensore idoneo a rilevare l’intensità della luce naturale che colpisce lo stesso. L’unità di controllo è preferibilmente collegata a detto sensore ed è preferibilmente idonea ad aumentare l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17, preferibilmente fino ad un determinato limite superiore, quando detto sensore rileva un’intensità di luce naturale inferiore ad un determinato livello. L’unità di controllo è inoltre preferibilmente idonea a ridurre l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17, preferibilmente fino ad un determinato limite inferiore, quando detto sensore rileva un’intensità di luce artificiale uguale o superiore a detto livello. Grazie alla presenza del sensore crepuscolare, durante il giorno i pannelli 17 emettono luce a bassa intensità ed i pannelli 18 immagazzinano energia elettrica nell’accumulatore 19, ricaricando quest’ultimo. Quando cala il sole, l’unità di controllo aumenta l’intensità della luce emessa dai pannelli 17, così da rendere più splendente la luce votiva.
Il vaso 1, nuovamente a prescindere sia dalla presenza del controvaso 11, sia dalla presenza del coperchio 15, comprende preferibilmente un interruttore manuale azionando il quale un utilizzatore del vaso 1 può comandare il funzionamento dei pannelli 17 prevalendo sull’unità di controllo degli stessi. Al pari di quest’ultima, detto interruttore, su comando di detto utilizzatore, è idoneo a comandare i pannelli 17 in modo da aumentare o ridurre l’intensità della luce artificiale emessa dagli stessi. Più precisamente, detto interruttore è preferibilmente del tipo “a pressione” e quando viene premuto da un utilizzatore, se i pannelli 17 emetto luce artificiale ad un’intensità corrispondente al sopra citato limite inferiore, detto interruttore aumenta l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17 fino al sopra citato limite superiore, prevalendo sull’unità di controllo. Quando i pannelli 17 emetto luce artificiale ad un’intensità corrispondente al sopra citato limite inferiore, una pressione di detto interruttore da parte di un utilizzatore del vaso 1 corrisponde pertanto ad un comando di aumentare l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17.
Preferibilmente, dopo aver aumentato l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17 a seguito di un comando impartito in tal senso da detto utilizzatore, detto interruttore riduce l’intensità della luce artificiale emessa dai pannelli 17 fino al suddetto limite inferiore dopo che un determinato intervallo di tempo è trascorso da quando detto comando di aumentare l’intensità di detta luce artificiale è stato impartito da detto utilizzatore.
L’unità di controllo dei pannelli 17 è stata precedentemente identificata con l’espressione “primi mezzi di controllo”. Il suddetto interruttore è stato precedentemente identificato con l’espressione “secondi mezzi di controllo”.
Il vaso 1 comprende preferibilmente una presa 20 collegata elettricamente all’accumulatore 19. Tramite la presa 20, preferibilmente di tipo cosiddetto “USB”, l’accumulatore 19 è collegabile ad un altro accumulatore di energia elettrica oppure ad un erogatore di energia elettrica o ancora alla rete di distribuzione della corrente elettrica al fine di caricare l’accumulatore 19.
Il vaso 1 comprende preferibilmente un secondo interruttore azionabile manualmente da un utilizzatore del vaso 1 per comandare l’accensione o lo spegnimento di quest’ultimo prevalendo sull’unità di controllo e sull’altro interruttore (precedentemente descritto). In altre parole, quando il vaso 1 non è in uso, quest’ultimo può essere spento tramite detto secondo interruttore cosicché, a prescindere dall’intensità di luce naturale rilevata dal sensore crepuscolare ed a prescindere dall’azionamento dell’altro interruttore, i pannelli 17 rimangano spenti. Quando invece il vaso 1 è in uso, quest’ultimo può essere acceso cosicché l’unità di controllo e l’altro interruttore funzionino regolarmente.
Sulla base della descrizione fornita per un esempio di realizzazione preferito, è ovvio che alcuni cambiamenti possono essere introdotti dal tecnico del ramo senza con ciò uscire dall’ambito dell’invenzione come definito dalle seguenti rivendicazioni.
Claims (10)
- RIVENDICAZIONI 1. Vaso (1) per una pietra tombale di tipo “flat marker”, detto vaso (1) comprendendo: • una base (2, 4, 5) connettibile reversibilmente ad una pietra tombale di tipo “flat marker”; • una o più pareti laterali (3) connesse a detta base (2, 4, 5) e delimitanti, almeno parzialmente: − una sede (9, 14) a tenuta di liquidi almeno in corrispondenza di una propria porzione inferiore, detta sede (9, 14) essendo idonea ad alloggiare uno o più fiori almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua; − un’apertura (10) di accesso a detta sede (9, 14), opposta a detta base (2, 4, 5), detto vaso (1) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre: • mezzi (17) emettitori di luce artificiale alimentabili elettricamente e solidalmente connessi a una o più di dette pareti laterali (3) e/o a detta base (2, 4, 5) in modo da emettere luce esternamente a detta sede (9, 14); • mezzi (19) di accumulo di energia elettrica per l’alimentazione di detti mezzi emettitori (17); • primi mezzi di controllo di detti mezzi emettitori (17), detti primi mezzi di controllo essendo idonei sia ad aumentare, sia a ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori (17).
- 2. Vaso (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi (18) di conversione di energia solare in energia elettrica per l’immagazzinamento di quest’ultima in detti mezzi di accumulo (19), detti mezzi di conversione (18) essendo solidalmente connessi a una o più di dette pareti laterali (3) e/o a detta base (2, 4, 5) in modo da poter ricevere energia solare esternamente a detta sede (9).
- 3. Vaso (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi emettitori comprendono una pluralità di pannelli (17) emettitori di luce artificiale, detti mezzi di conversione comprendendo una pluralità di pannelli fotovoltaici (18), detti pannelli emettitori (17) e detti pannelli fotovoltaici (18) essendo in corrispondenza di dette pareti laterali (3) ed essendo alternati gli uni agli altri.
- 4. Vaso (1) secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre un sensore per la rilevazione dell’intensità di luce naturale che colpisce lo stesso, detti primi mezzi di controllo essendo idonei a: • aumentare l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori (17) quando detto sensore rileva un’intensità di luce naturale inferiore ad un determinato livello, e a • ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori (17) quando detto sensore rileva un’intensità di luce naturale uguale o superiore a detto livello.
- 5. Vaso (1) secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto di comprendere secondi mezzi di controllo di detti mezzi emettitori (17) azionabili manualmente da un utilizzatore di detto vaso (1), detti secondi mezzi di controllo essendo idonei sia ad aumentare, sia a ridurre l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori (17) su comando di detto utilizzatore, prevalendo su detti primi mezzi di controllo, detti secondi mezzi di controllo, dopo aver aumentato l’intensità della luce artificiale emessa da detti mezzi emettitori (17) a seguito di un comando impartito in tal senso da detto utilizzatore, essendo idonei a ridurre l’intensità di detta luce artificiale dopo che un determinato intervallo di tempo è trascorso da quando detto comando di aumentare l’intensità di detta luce artificiale è stato impartito da detto utilizzatore.
- 6. Vaso (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un controvaso (11) includente: • una base (13); • una o più contropareti laterali (12) connesse a detta base (13) di detto controvaso (11) e delimitanti, almeno parzialmente: − una cavità (14) a tenuta di liquidi almeno in corrispondenza di una propria porzione inferiore, detta cavità (14) essendo idonea ad alloggiare uno o più fiori almeno in corrispondenza dei gambi degli stessi, unitamente a dell’acqua; − un’apertura di accesso a detta cavità (14), opposta a detta base (13) di detto controvaso (11), detto controvaso (11) essendo almeno parzialmente e reversibilmente alloggiato tra dette pareti laterali (3) in modo tale per cui: • dette contropareti laterali (12) siano almeno parzialmente alloggiate tra dette pareti laterali (3) e contrapposte a queste ultime cosicché detta cavità (14) funga essa stessa da detta sede (9, 14) di alloggiamento di uno o più fiori unitamente a dell’acqua, e • l’apertura delimitata da dette contropareti laterali (12) sia in corrispondenza dell’apertura (10) delimitata da dette pareti laterali (3), cosicché l’apertura delimitata da dette contropareti laterali (12) funga essa stessa da detta apertura di accesso a detta sede di alloggiamento di uno o più fiori unitamente a dell’acqua.
- 7. Vaso (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un coperchio (15) occludente detta apertura, detto coperchio (15) includendo uno o più fori passanti (16) per l’accesso a detta sede (14).
- 8. Vaso (1) secondo la rivendicazione 7 quando dipendente da una delle rivendicazioni da 1 a 5, caratterizzato dal fatto che detto coperchio (15) è connesso a dette pareti laterali (3) in modo reversibile.
- 9. Vaso (1) secondo la rivendicazione 7 quando dipendente dalla rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detto coperchio (15) è connesso a dette contropareti laterali (12) in modo da occludere detta apertura delimitata da dette contropareti laterali (12).
- 10. Vaso (1) secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto coperchio (15) è connesso a dette contropareti laterali (3) in modo reversibile.
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