IT201900006639A1 - Metodo per il funzionamento di un apparato dosatore di polveri e sanificazione dell’apparato stesso. - Google Patents
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Description
"METODO PER IL FUNZIONAMENTO DI UN APPARATO DOSATORE DI POLVERI E SANIFICAZIONE DELL’APPARATO STESSO"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato riguarda un metodo per il funzionamento di un apparato dosatore di polveri e sanificazione dell’apparato stesso, in particolare utilizzabile in ambito farmaceutico, alimentare, cosmetico o simile. Detto apparato essendo atto ad effettuare un dosaggio voluto e definito di una certa quantità di polveri all’interno di recipienti, flaconi o simili.
STATO DELLA TECNICA
Come è noto, esistono apparati, o macchine, di dosaggio di polveri comprendenti una tramoggia nella quale viene riversata una certa quantità di polvere, la quale, ad esempio mediante un agitatore, viene poi trasferita ad una camera di dosaggio nella quale è posizionato un dispositivo di dosaggio.
Le polveri trattate possono avere la granulometria più varia ed arrivare a polveri talmente sottili da movimentarsi attraverso un flebile flusso d’aria. Ad esempio, i mezzi di dosaggio possono comprendere una serie di settori di dosaggio nei quali viene riversata la polvere contenuta nella tramoggia. Opportune fasi di rotazione del disco portano ciascuno di tali settori di dosaggio in corrispondenza di un’apertura di uscita della polvere dalla tramoggia.
La polvere contenuta in ciascun settore del disco di dosaggio viene quindi trasferita in sequenza ai contenitori, o recipienti deputati.
Nella tecnica nota la movimentazione della polvere può avvenire secondo sistemi di tipo pneumatico o meccanico, o una loro combinazione. I mezzi di dosaggio sono i più vari, anche se, nel seguito, esemplificativamente ricomprendendo tutti, ci si riferisce ad un disco rotante con sedi di dosaggio e mezzi per definire di volta in volta il volume da dosare.
È noto però che il dosaggio può avvenire sia per volume (come nel caso esemplificativo generale qui assunto), sia per peso.
Esemplificativamente, oltre alla caratteristica del volume, può essere previsto un sistema di vuoto che, posto selettivamente in collegamento con uno o più settori di dosaggio, può agevolare l’aspirazione e/o l’espulsione della polvere.
È altresì noto che le macchine o apparati dosatori di polveri che trattano polveri di tipo farmaceutico o fitoterapico necessitano, o periodicamente o ad ogni cambio prodotto, di opportuni trattamenti di pulitura, ad esempio trattamenti di lavaggio e/o sterilizzazione.
Eseguire la sanificazione degli apparati dosatori di polveri è molto complesso perché la polvere, soprattutto laddove la granulometria sia bassa o molto bassa, si può disperdere in modo diffuso all’interno dell’apparato di dosaggio. La polvere può anche depositarsi, in modo indistinto e casuale, sui vari elementi dell’apparato, anche penetrando al loro interno in posizioni difficilmente accessibili.
È evidente che per ottenere una sanificazione accurata e completa dell’apparato dosatore e degli elementi in esso connessi, i vari componenti che a vario titolo vengono a contatto con la polvere, attualmente devono essere smontati da un operatore e portati in apposite aree di lavaggio e sterilizzazione, prima di essere riposizionati sull’apparato.
Le operazioni o trattamenti di sanitizzazione sono comunque molto complesse, soprattutto perché richiedono frequenti manipolazioni dell’apparato dosatore e spesso lo smontaggio di diverse parti o componenti dello stesso. Questo comporta tempi morti, incertezza sul livello della pulizia, rischi per la salute dell’operatore, e costi non sempre sostenibili.
Inoltre, al termine delle operazioni, si deve controllare che le tenute della macchina, o dell’apparato dosatore, siano funzionanti e si deve anche, nel caso di smontaggio, ripristinare le regolazioni.
Una soluzione nota per eseguire operazioni di sanificazione, incluso il lavaggio e/o la sterilizzazione, prevede ad esempio di trasferire almeno parti dell’apparato dosatore, ad esempio il disco di dosaggio, a bordo di un autoclave separata ed indipendente dall’apparato dosatore.
Tale soluzione presenta una certa complessità in quanto le parti dell’apparato da pulire non rimangono posizionate a bordo della macchina e necessitano comunque il passaggio di andata e ritorno rispetto ad un’altra macchina. Inoltre, con tale soluzione, vi sono i tempi macchina di lavaggio, nonché una macchina apposita aggiuntiva e lontandisposta.
Questo aumenta gli ingombri e, nel contempo, i costi e la complessità dell’impianto di dosaggio delle polveri, oltre a problemi connessi alla taratura e alla regolazione dell’impianto.
Sono noti altresì dispositivi idonei ad eseguire il lavaggio e/o la pulizia dei mezzi di dosatura dei liquidi.
Detti dispositivi sono denominati CIP/SIP (acronimo dell’inglese “Cleaning In Place/Sterilizing In Place”). Tuttavia, tali sistemi non possono essere utilizzati efficacemente in apparati di dosaggio polveri perché non garantiscono di ottenere una sanitizzazione accurata e completa in relazione ad ogni tipologia e dimensione di polveri.
Altre limitazioni e svantaggi delle soluzioni e tecnologie convenzionali note, saranno chiare ad una persona esperta del ramo a seguito della lettura della rimanente parte della presente descrizione con riferimento ai disegni ed alla descrizione delle forme di realizzazione che seguono, sebbene si intenda che la descrizione dello stato della tecnica correlato alla presente descrizione non debba essere considerata un’ammissione che quanto qui descritto sia già noto dallo stato della tecnica anteriore.
Uno scopo del presente trovato è pertanto la realizzazione di un metodo di sanificazione di un apparato dosatore di polveri che sia provvisto di un sistema di sanificazione, ad esempio lavaggio e/o sterilizzazione, che cooperi direttamente con l’apparato dosatore stesso.
Una tale soluzione garantisce un’efficace sanificazione di tutte le parti direttamente a bordo dell’apparato dosatore, ciò evitando lo smontaggio o il trasferimento di tali parti verso un’altra macchina di pulitura.
Una tale soluzione limita o elimina eventuali operazioni manuali soprattutto dopo aver eseguito il lavaggio o la sterilizzazione e quindi consente maggiori garanzie, assenza di interventi di controllo e ripristino, e minori costi.
Un ulteriore scopo del presente trovato è la messa a punto di un completo ed efficace metodo di sanificazione di un apparato dosatore di polveri che consenta di eseguire una sanificazione accurata in modo rapido e automatico o semi-automatico.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente.
In accordo con i suddetti scopi, è previsto un metodo per il funzionamento di un apparato dosatore di polveri comprendente un ciclo di dosaggio polveri in cui è previsto erogare un’appropriata quantità di polvere in uno o più contenitori, e un ciclo di sanificazione che comprende una fase di lavaggio e una fase di sanitizzazione/sterilizzazione del dispositivo dosatore ed eventualmente di ulteriori componenti dell’apparato dosatore da sanificare.
Secondo questo aspetto del presente trovato, è previsto che la fase di sterilizzazione venga effettuata in situ mantenendo il dispositivo dosatore nella suddetta configurazione di montaggio all’interno della camera di dosaggio in modo che, prima di effettuare un nuovo ciclo di dosaggio polveri, non siano previste manipolazioni o spostamenti del dispositivo dosatore dopo la fase di sanitizzazione/sterilizzazione.
La sanificazione comprende una fase di lavaggio ed una successiva fase di sanitizzazione/sterilizzazione del dispositivo dosatore e/o di eventuali componenti presenti nella camera di dosaggio.
Qui e per tutta la presente descrizione, con il termine “sanificazione” ci si riferisce al complesso dei processi per rendere igienico o igienicamente sicuro un impianto o un apparato, in particolare destinato a lavorare prodotti (ad esempio farmaceutici) in atmosfera protetta; con il termine “sanitizzazione” si intende quel trattamento, compreso nei processi di sanificazione, volto a ridurre la carica batterica o microbica all’interno di un impianto o di un apparato, in particolare destinato a lavorare prodotti (ad esempio farmaceutici) in atmosfera protetta; e con il termine “sterilizzazione” si intende il trattamento volto ad eliminare completamente la carica batterica o microbica tramite agenti sterilizzanti che investono l’impianto o l’apparato, in particolare destinato a lavorare prodotti (ad esempio farmaceutici) in atmosfera protetta, per un determinato lasso temporale ad elevate temperature.
Secondo un aspetto caratteristico del trovato, la fase di sanitizzazione/sterilizzazione viene effettuata in situ mantenendo il dispositivo dosatore nella suddetta configurazione di montaggio.
In questo modo, prima di effettuare un nuovo ciclo di dosaggio, non sono vantaggiosamente previste manipolazioni o spostamenti del dispositivo dosatore ti dopo la suddetta fase di sanitizzazione/sterilizzazione.
In forme di realizzazione, il fluido di sanitizzazione/sterilizzazione può comprendere una miscela di composti, alcuni dei quali noti nella tecnica, aventi proprietà antimicrobiche e disinfettanti.
In forme di realizzazione, il fluido di sanitizzazione/sterilizzazione può essere un fluido in fase di vapore.
In una forma di realizzazione, il fluido di sanitizzazione/sterilizzazione può essere un fluido in pressione.
Grazie al metodo di sanificazione qui descritto, il dispositivo dosatore (ed eventualmente ulteriori componenti disposti nella camera di dosaggio) sono sterilizzati in situ durante la suddetta fase di sanitizzazione/sterilizzazione. In altre parole, la camera di dosaggio è configurata in modo da essere una camera pressurizzabile che funge essa stessa da autoclave.
Un vantaggio del metodo di sanificazione secondo il presente trovato è che, dopo la fase di sanitizzazione/sterilizzazione, l’apparato dosatore è immediatamente pronto per l’uso, per erogare cioè la polvere in un nuovo ciclo di dosaggio, dopo che il disco dosatore e i componenti connessi sono stati sanitizzati/sterilizzati all’interno della camera di dosaggio durante la fase di sanitizzazione/sterilizzazione.
Il fatto che la fase di sanitizzazione/sterilizzazione avvenga in situ - cioè direttamente nella camera di dosaggio - è vantaggioso perché evita qualsiasi ulteriore manipolazione, sia manuale, che automatica, dei componenti che sono stati sanitizzati/sterilizzati, manipolazioni che invece potrebbero compromettere le condizioni sterili raggiunte durante la fase di sanitizzazione/sterilizzazione.
È una ulteriore variante l’utilizzo, almeno per una certa parte del ciclo di sanitizzazione, di un fluido di sterilizzazione o di lavaggio gassoso. È anche una variante l’utilizzo, almeno per una parte del ciclo di sanitizzazione, di un fluido di sterilizzazione o di lavaggio liquido, sia esso freddo o a temperatura controllata.
In una forma di realizzazione, il gruppo di alimentazione delle polveri e i gruppi di erogazione del fluido possono comprendere condotti in comunicazione fluida con un unico collettore posto a monte della camera di dosaggio.
In una forma di realizzazione, il gruppo di alimentazione delle polveri e i gruppi di erogazione del fluido comprendono uno o più condotti di transito in comune per le polveri e il fluido, che vengono percorsi alternativamente dalle polveri o dal fluido nelle diverse fasi di dosaggio e di sanitizzazione.
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi della presente divulgazione saranno meglio compresi con riferimento alla seguente descrizione, alle tavole di disegno e alle annesse rivendicazioni. Le tavole di disegno, che sono integrate e facenti parte della presente descrizione, illustrano alcune forme di realizzazione del presente oggetto.
I vari aspetti e caratteristiche descritte nella presente descrizione possono essere applicati individualmente, dove possibile.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fornite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui: - la fig. 1 è una vista schematica di un diagramma a blocchi illustrante una forma di realizzazione di un metodo di sanificazione secondo il presente trovato, in cui l’apparato dosatore è raffigurato in diverse fasi operative; - la fig. 2 è una vista in sezione longitudinale, parziale e schematica, di un apparato dosatore di polveri secondo il presente trovato, illustrato durante un ciclo di dosaggio polveri;
- la fig. 3 è una vista in sezione longitudinale, parziale e schematica, di una variante realizzativa dell’apparato di fig. 2;
-la fig. 4 è una vista in sezione longitudinale, schematica, di una camera di lavaggio associata all’apparato dosatore di fig. 1;
- la fig. 5 è una vista schematica in assonometria di una forma di realizzazione di un apparato dosatore di polveri secondo il presente trovato;
- la fig. 6 è una vista in sezione longitudinale, schematica, dell’apparato dosatore di fig. 5 illustrato in una fase di lavaggio del relativo dispositivo dosatore;
- la fig. 7 è una vista in sezione longitudinale, parziale e schematica, di un’altra variante realizzativa dell’apparato di fig.2.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio a forme esemplificative di realizzazione del trovato. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un’ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.
Con riferimento alle figure dei disegni allegati, un apparato dosatore 10 di polveri 11, secondo il presente trovato, comprende una camera di dosaggio 14 nella quale è alloggiato un dispositivo dosatore 13, comprendente ad esempio un disco di dosaggio, o simile.
L’esempio che segue prevede, esemplificativamente, un disco dosatore specifico.
In una forma di realizzazione, il disco dosatore comprende una pluralità di sedi di dosaggio 36, ciascuna destinata a ricevere il volume di polvere 11 dosato che deve essere trasferito dal dispositivo dosatore 13.
È nello spirito del trovato il prevedere che l’apparato dosatore 10 presenti un qualunque sistema dosatore noto nella tecnica.
In forme di realizzazione, la camera di dosaggio 14 può essere aperta o chiusa mediante un relativo portello 31, eventualmente stagno, per le normali operazioni di manutenzione, taratura, ecc….
Possono essere previsti idonei elementi di tenuta, non raffigurati, associati al portello 31 cosicché la camera di dosaggio 14 sia una camera chiusa che può essere pressurizzata in certe condizioni operative, ad esempio durante la fase di sterilizzazione.
Secondo una variante, l’apparato dosatore 10 comprende anche una camera di lavaggio 15 (fig. 4) separata dalla camera di dosaggio 14, nella quale il dispositivo dosatore 13 può essere trasferito per subire uno o più trattamenti di pulitura, ad esempio di lavaggio e/o risciacquo.
Nella camera di lavaggio 15 possono essere previsti ugelli 47 di un dispositivo di pulitura 46, ed un eventuale condotto di drenaggio 48.
Tale camera di lavaggio 15 può essere aperta o chiusa mediante un relativo portello 32, per le normali operazioni di messa a punto, controllo, ecc...
In una forma realizzativa, il portello 32 è un portello del tipo a doppia parete, a doppia guarnizione, comunemente utilizzato nei dispositivi di dosaggio ad atmosfera protetta noti nella tecnica.
In una forma di realizzazione, la camera di lavaggio 15 della fig. 3 è separata dalla camera di dosaggio 14, ad esempio essendo disposta nelle sue vicinanze ma in maniera che non sia direttamente collegata alla camera di dosaggio 14 mostrata a titolo di esempio nelle figg. 2 e 3.
In una forma di realizzazione alternativa, illustrata nelle figg. 5 e 6, tale camera di dosaggio 14 e tale camera di lavaggio 15 sono affiancate e normalmente separate.
In questa forma di realizzazione, la camera di dosaggio 14 e la camera di lavaggio 15 sono integrate in un unico corpo di contenimento 12, che definisce un unico monoblocco o monolite dell’apparato dosatore 10.
Tuttavia le camere di dosaggio 14 e di lavaggio 15 possono essere poste in comunicazione l’una con l’altra mediante, ad esempio, mezzi a paratia mobile 33 che condizionano una apertura di passaggio 49, si veda anche fig. 6.
In questa variante, al fine di ridurre i tempi morti dovuti al lavaggio e alla sterilizzazione, possono essere previsti due o più dispositivi di dosaggio 13, sicché durante la fase di lavaggio e di sterilizzazione di uno, l’altro possa operare.
Mezzi non illustrati provvedono al cambio dei dispositivi dosatori 13. È possibile prevedere, ad esempio, che il dispositivo dosatore 13 sia provvisto di mezzi di aggancio e sgancio dalla camera di dosaggio 14 e che tra la camera di dosaggio 14 e la camera di lavaggio 15 siano previsti mezzi di trasferimento 38, idonei a consentire un passaggio del dispositivo dosatore 13 dalla camera di dosaggio 14 alla camera di lavaggio 15, e viceversa.
In forme di realizzazione, i mezzi di trasferimento possono essere di tipo noto nella tecnica. Ad esempio, i mezzi di trasferimento possono essere configurati come guide lineari lungo le quali il dispositivo dosatore 13 viene movimentato, in particolare tramite opportuni mezzi di movimentazione di tipo meccanico.
In forme di realizzazione, l’apparato dosatore 10 comprende mezzi di asciugatura, di tipo noto nella tecnica e non raffigurati, che sono associati al dispositivo di dosaggio 13 e/o alla camera di dosaggio 14 e/o alla camera di lavaggio 15.
La polvere 11 da dosare entra nella camera di dosaggio 14 attraverso un’apertura di ingresso 17, disposta ad esempio sulla parete superiore 18 del corpo di contenimento 12.
A tale apertura d’ingresso 17 può essere associata una tramoggia di introduzione 24 per ricevere la polvere 11.
A valle dell’apertura di ingresso 17 è presente una tramoggia 35 di ricevimento e rilascio della polvere 11. Detta tramoggia 35 può cooperare con un dispositivo agitatore 30 che, secondo una variante, può anche temporalmente chiudere un’apertura di uscita 39 dalla quale la polvere 11 uscente dalla tramoggia 35 può raggiungere il dispositivo dosatore 13. Si noti che il dispositivo agitatore 30 funge da mezzo di fluidificazione delle polveri.
Tale dispositivo agitatore 30 ha quindi la funzione di evitare l’agglomerarsi della polvere 11 da dosare ed eventualmente mantenere pulite le pareti della tramoggia 35.
Il dispositivo agitatore 30 e il dispositivo dosatore 13 possono essere separati da uno sportello 16, ad esempio scorrevole, ed eventualmente a tenuta, che consente di aprire o chiudere il passaggio della polvere 11 da dosare verso il dispositivo dosatore 13.
Secondo un’ulteriore variante (fig. 3), la tramoggia di introduzione 24 e la tramoggia 35 sono poste in continuità e l’ambiente così creatosi può essere a pressione e/o a temperatura e/o a composizione dell’atmosfera controllati secondo uno o più di detti fattori.
Secondo un’ulteriore variante, la parte terminale dell’agitatore 30 è configurata per esercitare una leggera pressione (voluta) verso la polvere da introdurre nel dispositivo dosatore 13, al fine di garantire il completo riempimento dei suoi settori di dosaggio 36.
In una forma realizzativa, l’apparato dosatore 10 comprende almeno un sensore di umidità 53 che consente di rilevare la presenza di umidità che può risultare da situazione ambiente o da residui di pulitura e/o sterilizzazione.
In forme di realizzazione, il sensore di umidità 53 può essere associato a diversi componenti dell’apparato dosatore 10. Ad esempio, il sensore di umidità 53 può essere associato alla tramoggia di introduzione 24 (fig. 6). A monte dell’apertura di ingresso 17 è previsto un gruppo di alimentazione 19 di polveri, idoneo a trasferire la polvere 11 da dosare a detta apertura di ingresso 17 mediante un condotto 20.
Tale condotto 20 può essere provvisto di una valvola di regolazione 21, idonea a regolare il flusso di polvere 11 verso l’apertura di ingresso 17. Condotto 20 e tramoggia di introduzione 24 potendo essere a circuito chiuso e ad atmosfera controllata.
In una forma di realizzazione, visibile in fig. 2, a monte dell’apertura di ingresso 17 è anche previsto un primo gruppo di erogazione 23 di un fluido di sterilizzazione, idoneo a erogare tale finalizzato fluido di sterilizzazione verso tale apertura di ingresso 17 mediante un relativo condotto 25.
Tale condotto 25 può essere provvisto di una valvola di regolazione 26 per regolare il flusso del primo fluido di pulitura verso l’apertura di ingresso 17.
Preferibilmente, tale condotto 25 trasferisce il fluido di sanitizzazione/sterilizzazione verso un collettore 22, che lo riversa attraverso la tramoggia 35 nella camera di dosaggio 14.
In una forma realizzativa, a monte dell’apertura di ingresso 17 è anche previsto un secondo gruppo di erogazione 27 di un fluido di lavaggio, idoneo a erogare tale fluido di lavaggio all’interno della camera di dosaggio 14, in particolare verso tale apertura di ingresso 17 mediante un relativo condotto 28.
Tale condotto 28 può essere provvisto di una valvola di regolazione 29 per regolare il flusso di tale fluido di lavaggio verso l’apertura di ingresso 17.
In alternativa a quanto appena descritto e illustrato, è possibile prevedere un unico gruppo di erogazione idoneo a fornire un fluido che possa effettuare sia il lavaggio che la sanitizzazione/sterilizzazione, o ancora, è possibile prevedere un unico gruppo di erogazione idoneo a fornire, alternativamente, un primo fluido di pulitura, ad esempio di lavaggio, o un secondo fluido di pulitura, ad esempio di sanitizzazione/sterilizzazione.
Le sedi di dosaggio 36 del dispositivo dosatore 13 sono poste radialmente rispetto ad un asse 37 attorno al quale può ruotare, mediante opportuni mezzi di azionamento, non illustrati.
La rotazione del dispositivo dosatore 13 consente di portare tali sedi di dosaggio 36, di volta in volta, rivolte verso il dispositivo agitatore 30 che eroga la quantità di polvere 11 desiderata all’interno di ciascuna sede di dosaggio 36.
La regolazione della quantità di polvere da dosare può avvenire mediante opportuni sistemi di regolazione di tipo noto nella tecnica, che, ad esempio, posizionano al volume voluto uno stantuffo 43 rispetto alla bocca di entrata della sede di dosaggio 36.
In una forma di realizzazione, a valle del dispositivo dosatore 13, è previsto almeno un condotto di uscita 40 della polvere 11 da ciascuna delle sedi di dosaggio 36 verso un contenitore 41 nel quale riversare la polvere 11 dosata.
In una forma di realizzazione alternativa, non raffigurata, il dispositivo dosatore è privo del condotto di uscita 40. In questo caso, la polvere 11 uscente dalle sedi di dosaggio 36 viene riversata direttamente nei contenitori 41. In questa forma di realizzazione, al fine di evitare indesiderate dispersioni delle polveri, la parete di fondo 45 della camera di dosaggio 14 è sostanzialmente tangente al dispositivo dosatore 13.
I contenitori 41 possono essere movimentati da un nastro trasportatore 42, o simile, idoneo a portare una sequenza di contenitori 41 da riempire al di sotto di detto condotto di uscita 40 e quindi del dispositivo dosatore 13. Nelle forme di realizzazione illustrate, il nastro trasportatore 42 è disposto in modo da avanzare i contenitori 41 secondo una direzione di avanzamento sostanzialmente ortogonale all’asse 37.
In una forma di realizzazione alternativa, non raffigurata, il nastro trasportatore 42 può essere disposto in modo da avanzare i contenitori 41 secondo una direzione di avanzamento sostanzialmente parallela all’asse 37.
La sequenza della presentazione dei contenitori 41 è coordinata con il voluto posizionamento della sede di dosaggio 36 pronto per la consegna. La bocca di entrata della sede di dosaggio 36, nel caso illustrato, coopera con una parete di contenimento 34 per impedire che la polvere presente nella sede di dosaggio 36 esca modificando la dose.
La sede di dosaggio 36 può cooperare con ugelli erogatori di fluido che sfociano al suo interno e che permettono di scaricare tutta la polvere 11 ed anche pulire la sede 36 stessa. Il fluido di sanitizzazione/sterilizzazione o di lavaggio può essere erogato tangenzialmente alla sede di dosaggio 36 e con un’inclinazione voluta per garantire la migliore pulizia del settore stesso.
La camera di dosaggio 14 nella quale è disposto il dispositivo dosatore 13 è provvista di un condotto di drenaggio 44, preferibilmente ricavato sulla parete di fondo 45 della stessa. Tale condotto di drenaggio 44 potrà essere aperto o chiuso automaticamente mediante opportuni mezzi di movimentazione.
Secondo una variante, mostrata in fig. 3, in cooperazione con l’apertura di uscita 39 della tramoggia 35, o meglio con lo sportello 16, è presente una parete divisoria 54 che seziona in due parti la camera di dosaggio 14, definendo due camere 51, 52.
Così facendo, è possibile isolare il dispositivo di dosaggio 13, che nel frattempo si è posizionato in chiusura del condotto di uscita 40, ovvero che il condotto di uscita 40 è stato sezionato, per allagare la camera 52 con il liquido o fluido di pulitura, ed eventualmente con il liquido o il fluido di sterilizzazione.
Terminata la fase di sanitizzazione/sterilizzazione e/o la fase di lavaggio, il condotto di drenaggio 44 viene aperto e la camera 52 svuotata dal relativo fluido impiegato in dette fasi.
Secondo una variante, fluidi di asciugamento, quali ad esempio aria o gas caldo, vengono introdotti nella camera 52 per asciugare il tutto.
Mezzi di controllo dell’umidità ambiente possono essere attivati per controllare la progressione dell’asciugamento e l’avvenuto asciugamento. Similmente, mezzi di controllo dell’umidità possono essere previsti in relazione alle sedi di dosaggio 36 e/o al condotto di uscita 40.
Secondo un’ulteriore variante realizzativa, mostrata in fig. 7, il dispositivo pulitore 46 è installato nella camera di dosaggio 14, che funge anche da camera di lavaggio. In questa variante realizzativa, l’apparato di dosaggio 10 è privo di una camera di lavaggio dedicata e la suddetta fase di lavaggio viene eseguita all’interno della camera di dosaggio secondo le modalità sopra descritte. In una possibile implementazione, è previsto che gli ugelli 47 del dispositivo pulitore 46 eroghino il fluido di lavaggio nella camera di dosaggio 14, direzionandolo in particolare verso il dispositivo dosatore 13, allo scopo di pulire in maniera approfondita quest’ultimo. L’apparato di dosaggio 10 comprende una unità di controllo e comando, non raffigurata, che comanda in maniera automatica sia la fase di dosaggio della polvere 11, sia le fasi di lavaggio e/o sanitizzazione/sterilizzazione sopra descritte.
Inoltre, l’unità di controllo e comando può comandare anche l’apertura e la chiusura della paratia mobile 33 e il trasferimento del dispositivo dosatore 13, ed eventualmente lo scambio dei due o più dispositivi dosatori 13. In particolare, l’unità di controllo e comando può essere impostata per movimentare la paratia mobile 33 e il dispositivo dosatore 13 dopo ogni ciclo di dosaggio, oppure dopo un certo numero predeterminato di cicli di dosaggio.
Con riferimento alla fig. 1, viene descritto un esempio di una forma di realizzazione di un metodo di funzionamento dell’apparato dosatore 10. L’apparato dosatore 10 esegue un ciclo di dosaggio come descritto in precedenza.
Successivamente, al termine del ciclo di dosaggio, il dispositivo di dosaggio 13 viene smontato dalla predefinita configurazione di montaggio in cui dosa le polveri e trasferito dalla camera di dosaggio 14 verso una camera di lavaggio 15. Ad esempio, il trasferimento del dispositivo di dosaggio 13 può essere eseguito manualmente da parte di un operatore. A questo punto, il metodo secondo il trovato prevede un ciclo di sanificazione.
Il ciclo di sanificazione comprende una fase di lavaggio, secondo quanto descritto in precedenza.
La fase di lavaggio comprende una fase di lavaggio del dispositivo dosatore 13 all’interno di una camera di lavaggio 15, separata dalla camera di dosaggio 14, in cui è presente il suddetto dispositivo di pulitura 46. La fase di lavaggio comprende inoltre una fase di lavaggio della camera di dosaggio 14, e dei componenti in essa presenti, quali ad esempio lo sportello 16, il dispositivo agitatore 30, la parete di contenimento 34, la tramoggia 35 e il condotto di uscita 40.
Dopodiché, è previsto il montaggio del dispositivo dosatore 13 nella camera di dosaggio 14, che ritorna nella suddetta configurazione di montaggio.
Successivamente, il ciclo di sanificazione prevede la sanitizzazione/sterilizzazione in situ del dispositivo dosatore 13, della camera di dosaggio 14 ed eventualmente dei componenti in essa presenti che sono stati elencati in precedenza.
Una volta terminata la fase di sanitizzazione/sterilizzazione, effettuata nella maniera descritta in precedenza, l’apparato dosatore 10 può iniziare un nuovo ciclo di dosaggio polveri 11, eventualmente con polveri da dosare differenti per tipologia da quelle dosate in precedenza.
È chiaro che al metodo di sanificazione di un apparato dosatore di polveri, all’apparato dosatore e al metodo per il suo funzionamento che sono stati fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti o fasi, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato. È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di un apparato dosatore di polveri e di un metodo di sanificazione di tale apparato, e di un metodo per il suo funzionamento, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all’ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.
Claims (1)
- RIVENDICAZIONI 1. Metodo per il funzionamento di un apparato dosatore di polveri (11) comprendente una camera di dosaggio (14) ed un dispositivo dosatore (13) di polveri (11) alloggiato in detta camera di dosaggio (14) in una predefinita configurazione di montaggio in cui detto dispositivo dosatore (13) è predisposto per erogare dosi di una quantità prestabilita di polvere (11) entro contenitori (41), il riempimento di un numero predefinito di contenitori (41) definendo un ciclo di dosaggio polveri, detto metodo comprendendo eseguire almeno un ciclo di dosaggio polveri (11) mediante l’erogazione di dette dosi di polvere (11) entro detti contenitori (41) e una successiva fase di sanificazione che comprende una fase di lavaggio ed una successiva fase di sanitizzazione/sterilizzazione per lavare e sanitizzare/sterilizzare detto dispositivo dosatore (13) rispettivamente, detto metodo essendo caratterizzato dal fatto che detta fase di sanitizzazione/sterilizzazione viene effettuata in situ mediante l’erogazione di un fluido di sanitizzazione/sterilizzazione entro detto dispositivo dosatore (13), mantenendo detto dispositivo dosatore (13) in detta configurazione di montaggio all’interno di detta camera di dosaggio (14) in modo che, prima di effettuare un altro ciclo di dosaggio polveri (11), non siano previste manipolazioni o spostamenti di detto dispositivo dosatore (13) dopo detta fase di sanitizzazione/sterilizzazione. Si dichiara che la domanda divisionale è depositata a seguito di indicazione di mancanza di unità di invenzione emersa nel rapporto di ricerca della domanda italiana n 102018000007994 e che la presente rivendicazione è basata sulla rivendicazione non ricercata della stessa domanda italiana primitiva.
Priority Applications (1)
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2019
- 2019-05-08 IT IT102019000006639A patent/IT201900006639A1/it unknown
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