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IT201800006173A1 - Capo d'abbigliamento traspirante perfezionato - Google Patents

Capo d'abbigliamento traspirante perfezionato Download PDF

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IT201800006173A1
IT201800006173A1 IT102018000006173A IT201800006173A IT201800006173A1 IT 201800006173 A1 IT201800006173 A1 IT 201800006173A1 IT 102018000006173 A IT102018000006173 A IT 102018000006173A IT 201800006173 A IT201800006173 A IT 201800006173A IT 201800006173 A1 IT201800006173 A1 IT 201800006173A1
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Description

CAPO D'ABBIGLIAMENTO TRASPIRANTE PERFEZIONATO
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un capo d'abbigliamento traspirante perfezionato.
Al giorno d'oggi sono diffusi capi d'abbigliamento atti a favorire un adeguato livello di comfort nell'utilizzatore.
In particolare, esistono capispalla, come giacche, cappotti e simili, che presentano degli accorgimenti per consentire l'allontanamento del calore e l'evacuazione del sudore in fase vapore prodotti dal corpo dell'utilizzatore.
Un certo numero di tali accorgimenti sfrutta il cosiddetto “effetto camino”: fenomeno naturale che determina la salita dal basso verso l'alto del calore e del sudore in fase vapore.
È noto, ad esempio, il documento brevettuale tedesco DE202008008210U1, depositato dall'azienda Vaude, che contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento presentante una pluralità di canali di ventilazione che si affacciano al corpo dell'utilizzatore.
Questi canali partono dalle zone di maggior formazione del sudore e si estendono fino al collo per veicolare l'aria calda ed il sudore in fase vapore verso l'ambiente esterno.
Una simile soluzione presenta però alcuni inconvenienti.
Per il suo corretto funzionamento, infatti, il capo necessita di canali di ventilazione disposti in maniera continua dalle zone di maggior formazione del sudore fino al collo.
Questo aspetto obbliga ad utilizzare fodere canalizzate che si estendono su porzioni rilevanti del capo di abbigliamento, con le conseguenze di irrigidirlo, aumentarne la complessità realizzativa e limitare la possibilità di scelta dei materiali.
Sono anche note soluzioni in cui il capo di abbigliamento comprende aperture di uscita del sudore in fase vapore, sulla superficie esterna del capo, in zone che si trovano all'altezza delle spalle e sulla parte alta del dorso per sfruttare al meglio l'effetto camino.
Le aperture, in alcun casi, sono anche provviste di mezzi di ritenzione all'esterno di acqua o corpi estranei, e/o mezzi di regolazione che ne consentono l'apertura e chiusura, parziale o totale.
I capi provvisti di aperture comprendono normalmente uno strato esterno ed uno strato interno, tra i quali può essere interposta un'imbottitura per ottenere un certo livello di isolamento termico.
Solitamente lo strato interno è costituito da un tessuto traspirante o traforato, che consente al calore ed al sudore in fase vapore di raggiungere le aperture situate sullo strato esterno, ed evitare fenomeni di condensa del sudore vicino al corpo dell'utilizzatore.
In questo modo l'utilizzatore non avverte sensazioni di discomfort.
Tra questi tipi di soluzione, è noto, ad esempio, il documento brevettuale EP1194049B1, ad opera dello stesso richiedente, che contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento comprendente uno strato esterno protettivo ed uno strato interno, tra i quali è presente una intercapedine.
Sullo strato interno vi sono dei fori di accesso all'intercapedine per il sudore in fase vapore, mentre lo strato esterno presenta, sulla sommità del capo, dei fori di evacuazione del vapore, combinati con mezzi di ritenzione all'esterno di acqua, impurità o altro.
Il sudore in fase vapore è incanalato nell'intercapedine per effetto camino.
Ancora, è noto il documento brevettuale WO2017/093824, ad opera dello stesso richiedente, che contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento presentante una molteplicità di prese d'aria sullo stato esterno che mettono in comunicazione l'ambiente esterno con l'intercapedine formata tra lo strato esterno e l'imbottitura.
Queste prese d'aria consentono la fuoriuscita dell'aria calda e del sudore in fase vapore, e possono essere collocate, ad esempio, nella zona dorsale o cervicale.
Inoltre, è noto il documento brevettuale US9474312B2, depositato dall'azienda Helly Hansen, che contiene gli insegnamenti per la realizzazione di un capo di abbigliamento comprendente uno strato di tessuto esterno con delle prese d'aria e condotti che si sviluppano sostanzialmente nella direzione verticale del capo.
In questa soluzione le prese d'aria possono essere selettivamente chiuse o aperte e vi è una presa d'aria in corrispondenza del collo.
Tuttavia, anche tali tecniche note comportano alcuni inconvenienti ed aspetti perfettibili.
Le aperture presenti sullo strato esterno, infatti, condizionano sensibilmente l'estetica del capo limitando la scelta dei materiali e rendendo la sua realizzazione complessa e disagevole.
Inoltre, le aperture presenti sullo strato esterno espongono il capo ad acqua e sporcizia provenienti dall'esterno.
Si rendono quindi necessari mezzi di ritenzione all'esterno di acqua e sporcizia che aumentano la complessità ed il costo per la costruzione del capo.
Infine, le aperture possono essere parzialmente o totalmente ostruite dalla presenza di un cappuccio, posto sulla sommità delle spalle, che, durante la fase di non utilizzo, viene ripiegato all'indietro rispetto al capo dell'utilizzatore ed appoggiato sul tessuto esterno del capo.
Il cappuccio, infatti, può ricoprire in tutto o in parte le aperture poste sul tessuto esterno del capo, diminuendone l'efficacia. Il sudore in fase vapore che si trova nello spazio compreso tra il tessuto esterno e lo strato interno può quindi ristagnare e condensare, generando una generale sensazione di discomfort nell'utilizzatore.
Analogamente, le aperture poste sullo strato esterno possono essere ostruite se l'utilizzatore impiega uno scaldacollo od una sciarpa avvolti attorno al collo, esternamente al capo di abbigliamento, ovvero uno zaino o simili.
Esiste, pertanto, la necessità di realizzare un capo d'abbigliamento che permetta l'allontanamento del calore e del sudore in fase vapore dal corpo dell'utilizzatore, per consentire una termoregolazione ottimale: sia se il capo comprende una superficie esterna priva di aperture di uscita del sudore in fase vapore; sia se il capo, pur provvisto di tali aperture, si trovi ad averle in tutto o in parte ostruite.
Il compito del presente trovato è quello di realizzare un capo d'abbigliamento che sia in grado di migliorare la tecnica nota in uno o più degli aspetti sopra indicati.
Nell'ambito di tale compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un capo d'abbigliamento in grado di garantire un migliore smaltimento del calore e del sudore in fase vapore rispetto a quelli di tipo noto.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un capo d'abbigliamento che consenta la ventilazione attorno al corpo dell'utilizzatore per un adeguato scambio termico e di vapore fra il microclima interno del capo di abbigliamento e quello esterno, anche nel caso in cui lo strato esterno del capo di abbigliamento sia privo di aperture di uscita o se le stesse siano in tutto o in parte ostruite.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un capo di abbigliamento fisiologicamente più confortevole, che, consentendo la naturale termoregolazione del corpo dell'utilizzatore, permette di mantenerlo asciutto più a lungo.
Inoltre, la presente invenzione si prefigge lo scopo di superare gli inconvenienti della tecnica nota in modo alternativo ad eventuali soluzioni esistenti.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un capo d'abbigliamento che sia di elevata affidabilità, di relativamente facile realizzazione e a costi competitivi.
Questo compito, nonché questi ed altri scopi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti da un capo d'abbigliamento comprendente uno strato interno, in materiale permeabile al vapore, affacciato al corpo dell'utilizzatore, uno strato esterno, opposto a detto strato interno, una porzione ibrida, appartenente almeno in parte a detto strato interno e situata nella zona del colletto di detto capo, ed una intercapedine tra detti strati interno ed esterno, caratterizzato dal fatto di presentare almeno una zona aperta, in detta porzione ibrida, detta porzione ibrida essendo, almeno in parte, non a contatto con il corpo dell'utilizzatore.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di alcune forme di esecuzione preferite, ma non esclusive, del capo d'abbigliamento secondo il trovato, illustrate, a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
- la figura 1 illustra un capo d'abbigliamento secondo il trovato in una sua prima forma realizzativa;
- la figura 2 illustra un particolare di un capo d'abbigliamento secondo il trovato;
- la figura 3 illustra una vista particolare di un capo d'abbigliamento secondo il trovato con il particolare di figura 2;
- la figura 4 illustra un particolare del capo d'abbigliamento secondo il trovato;
- la figura 5 illustra un capo d'abbigliamento secondo il trovato in una seconda forma realizzativa;
- la figura 6 illustra un particolare di un capo d'abbigliamento secondo il trovato in una terza forma realizzativa;
- la figura 7 illustra un capo d'abbigliamento secondo il trovato in una terza forma realizzativa.
Con riferimento alle figure citate, un capo d'abbigliamento secondo il trovato, in una prima forma realizzativa, è indicato globalmente con il numero di riferimento 10.
Il capo 10 d'abbigliamento comprende uno strato interno 11, affacciato al corpo dell'utilizzatore, ed uno strato esterno 12, opposto allo strato interno 11.
Vantaggiosamente, lo strato esterno 12 è realizzato in materiali impermeabili, di per sé noti.
Tra lo strato interno 11 e lo strato esterno 12 è presente una intercapedine 13.
Il capo 10 comprende una porzione ibrida 23. Tale porzione ibrida 23 è situata nella sommità del capo 10, in assetto d'uso, nella zona del colletto.
Con il termine “colletto” nella presente descrizione si intende la parte del capo che incornicia e/o avvolge il collo dell'utilizzatore.
Il colletto può essere realizzato con lo stesso materiale dello strato esterno, per ragioni estetiche. In tal caso sia la porzione interna 11b dello strato interno 11 che quella esterna 12b dello strato esterno 12 sono realizzate con lo stesso materiale.
La porzione 23 ibrida appartiene almeno in parte allo strato interno 11.
In alcune varianti realizzative, non illustrate nelle figure, la porzione ibrida appartiene in parte allo strato interno ed in parte allo strato esterno.
Tale porzione 23 ibrida è almeno in parte non a contatto con il corpo dell'utilizzatore.
Una delle peculiarità del trovato consiste nella presenza di una zona o porzione aperta 14, nella porzione ibrida 23.
Tale zona aperta 14 è atta alla fuoriuscita del sudore in fase vapore verso l'ambiente esterno, nella direzione indicata dalle frecce 17.
Nell'intercapedine 13 può essere posta una imbottitura permeabile al vapore, di tipo di per sé noto, non illustrata nelle figure.
Lo strato interno 11 e lo strato esterno 12 possono comprendere più porzioni cucite insieme.
Con riferimento alla figura 1, la porzione 11a del busto dello strato interno 11 è unita alla porzione 11b superiore del capo 10, in corrispondenza del colletto, attraverso una cucitura 15.
Analogamente, la porzione 12a del busto, dello strato esterno 12, è unita alla porzione 12b superiore del capo 10, in corrispondenza del colletto, attraverso una cucitura 16.
Una delle peculiarità del trovato consiste nel fatto che la cucitura 15 unisce porzioni differenti dello strato interno 11, ma non porzioni dello strato esterno 12. La cucitura 15 di unione di più porzioni dello strato interno 11, quindi, non interagisce con porzioni dello strato esterno 12. Allo stesso modo, la cucitura 16 unisce porzioni diverse dello strato esterno 12, ma non porzioni dello strato interno 11. La cucitura 16 di unione di più porzioni dello strato esterno 12, quindi, non interagisce con porzioni dello strato interno 11.
In questo modo l'intercapedine 13, presente tra lo strato interno 11 e lo strato esterno 12 e rappresentata nelle figure 3 e 4, non collassa, essendo i due strati 11 e 12 separati.
Vantaggiosamente, il capo 10 può comprendere una o più fettucce 18, come rappresentato in figura 2.
Queste fettucce 18, ad esempio in tessuto, materiale polimerico, pelle o similari, sono applicate tra le estremità dello strato interno 11 e dello strato esterno 12.
In particolare, l'estremità 18a di una fettuccia 18 è fissata ad una estremità dello strato interno 11. L'altra estremità 18b della fettuccia 18, opposta alla precedente, è fissata all'estremità dello strato esterno 12, contrapposta a quella dello strato interno 11.
La fettuccia 18 può essere fissata agli strati 11 e 12, ad esempio, mediante cucitura.
La presenza delle fettucce 18 consente l'accoppiamento tra lo strato interno 11 e lo strato esterno 12 evitando una loro eccessiva separazione.
Così facendo, il capo 10 mantiene una adeguata consistenza e struttura.
Con riferimento alla figura 3, il capo 10 è provvisto di un cappuccio 19 fissato allo strato esterno 12 mediante cuciture che non interessano lo strato interno 11: ciò consente di prevenire il collasso dell'intercapedine 13. È da notare come tali cuciture siano sufficienti a vincolare il cappuccio 19 al capo 10 grazie anche alla presenza di una o più fettucce 18 che evitano una eccessiva separazione degli strati 11 e 12.
Con riferimento alla figura 4, l'intercapedine 13, tra lo strato interno 11 e lo strato esterno 12, può essere determinata dall'utilizzo di mezzi distanziatori 20, come ad esempio piolini o strisce posizionati tra i due strati 11 e 12.
Vantaggiosamente, i mezzi distanziatori 20 possono essere anche in corpo unico con lo strato interno 11.
In questo caso, la porzione 11c dello strato interno 11, presentante mezzi distanziatori 20 si estende almeno per tutta la zona aperta 14.
I mezzi distanziatori 20 sono convenientemente costituiti da un tessuto tridimensionale.
Il tessuto tridimensionale determina quindi la presenza dell'intercapedine, occupando un volume che è riempito, per una porzione non trascurabile, da aria.
Con l'espressione “tessuto tridimensionale” nel presente testo si intende un singolo tessuto le cui fibre costituenti sono disposte in una relazione planare mutuamente perpendicolare.
Nel processo di realizzazione, in una tessitura tridimensionale, gli insiemi di fibre X e Y sono intrecciati con le righe e le colonne delle fibre assiali Z.
Gli insiemi di fibre X e Y sono, rispettivamente, gli insiemi di trama orizzontale e verticale. Le fibre Z sono l'insieme di ordito multistrato.
È anche possibile ottenere tessuti tridimensionali con processi di tessitura di tipo bidimensionale.
Ancora, il tessuto tridimensionale può essere ottenuto tramite lavorazione a maglia su macchine da maglieria rettilinee ovvero circolari.
Ad esempio, il tessuto tridimensionale può presentare mezzi distanziatori 20 costituiti da una pluralità di coste 21 intervallate da canali 22, oppure da un tessuto agugliato e/o da una pluralità di tubicini.
L'impiego del capo 10 d'abbigliamento secondo il trovato è il seguente.
Il sudore in fase vapore e l'aria calda che si trovano tra il corpo dell'utilizzatore ed il capo 10 tendono a salire verso l'alto per effetto camino.
Una parte di questi attraversa lo strato interno 11, realizzato in materiale permeabile al vapore, e sale verso l'alto all'interno dell'intercapedine 13.
All'interno dell'intercapedine 13, il sudore in fase vapore sale fino a raggiungere la zona aperta 14 dalla quale esce verso l'ambiente esterno, nella direzione indicata dalle frecce 17.
La permeabilità al vapore è determinata secondo la metodologia esposta al capitolo 6.6 della norma ISO 20344-2004.
La normativa ISO 20344-2004, al capitolo 6.6 "Determination of water vapour permeability", descrive un metodo di prova consistente nel fissare un provino del materiale in esame in modo da chiudere l'apertura di una bottiglia contenente una certa quantità di essiccante solido, ossia gel di silice.
La bottiglia viene sottoposta ad una forte corrente d'aria in atmosfera condizionata ed è poi fatta ruotare così da rimescolare l'essiccante solido e da ottimizzarne l'azione di essicazione dell'aria nella bottiglia contenuta.
La bottiglia è pesata sia prima che dopo il periodo di prova per determinare la massa di umidità che è passata attraverso il materiale e che è stata assorbita dall'essiccante solido.
La permeabilità al vapore acqueo, espressa in milligrammi per centimetro quadrato all'ora [mg/cm<2>·h], viene quindi calcolata in base alla massa di umidità misurata, all'area dell'apertura della bottiglia ed al tempo di prova.
In questa descrizione vengono usati alternativamente “permeabile al vapore” e “traspirante”, entrambi con il medesimo significato.
La zona aperta 14 è ricoperta da uno strato in materiale traspirante e/o traforato, non illustrato nelle figure.
Ad esempio, la zona aperta 14 può essere ricoperta da un tessuto dotato di una maggiore permeabilità al vapore rispetto al materiale di cui è costituito il resto dello strato interno 11.
In questo modo viene facilitata la fuoriuscita del sudore in fase vapore.
In una variante realizzativa, non illustrata nelle figure, la zona aperta 14 è ricoperta, in alternativa o in aggiunta allo strato di materiale traspirante o traforato, da uno strato in materiale sensibile a variazioni di temperatura ed umidità.
Questo materiale reagisce ad un aumento di temperatura e/o umidità aumentando la propria permeabilità al sudore in fase vapore.
L'aumento della permeabilità è dovuto, ad esempio, ad una modifica della struttura del materiale che presenta i pori più aperti.
Nel caso di un tessuto, invece, l'aumento della permeabilità può essere dovuto all'allargamento degli spazi tra i fili che compongono trama e ordito o tra i fili che compongono i punti maglia.
La permeabilità al vapore della zona aperta 14 può variare, quindi, a seconda delle condizioni di vapore e temperatura a cui è sottoposta e si adatta autonomamente ad esse.
I materiali che possono essere impiegati per questo scopo sono, ad esempio, tessuti con polimeri a memoria di forma o tessuti auxetici, di tipo di per sé noto, o similari.
La zona aperta 14 può essere, almeno parzialmente, richiudibile.
Per questo scopo, i bordi perimetrali della zona aperta 14 possono presentare, ad esempio, elementi di cerniera e/o mezzi “hook and loop”, come quelli conosciuti con il nome commerciale di Velcro, e/o bottoni e/o simili.
Così facendo l'utente può regolare la zona aperta 14.
Ad esempio, per contrastare un eccessivo raffreddamento, riducendo la fuoriuscita di calore dall'interno del capo 10, l'utilizzatore può chiudere parzialmente o totalmente la zona aperta 14.
Vantaggiosamente lo strato interno 11 presenta una pluralità di zone aperte secondarie, di ingresso, non illustrate nelle figure, ricoperte da uno strato di materiale traspirante e/o forato, dotato di una maggiore permeabilità al vapore rispetto al materiale di cui è costituito il resto dello strato interno 11.
Tali aperture sono atte a favorire l'ingresso del sudore in fase vapore nell'intercapedine 13.
Queste aperture secondarie sono convenientemente localizzate in corrispondenza delle zone a maggior sudorazione, come ad esempio le ascelle.
Con le aperture localizzate, il sudore in fase vapore viene allontanato velocemente e fin da subito dal corpo dell'utilizzatore, riducendo il rischio di condensare in prossimità del suo corpo, migliorando così il comfort percepito.
In figura 5 è rappresentato un capo d'abbigliamento 110, secondo il trovato, in una seconda forma realizzativa.
Il capo 110 comprende, analogamente alla forma realizzativa sopra descritta, uno strato interno, non illustrato nelle figure, in materiale permeabile al vapore ed affacciato al corpo dell'utilizzatore, uno strato esterno 112, opposto allo strato interno ed una intercapedine compresa tra lo strato esterno 112 e lo strato interno.
Il capo 110 comprende una zona o porzione aperta sullo strato interno, non visibile in figura 5, nella porzione superiore, in assetto d'uso, del capo 110, ad esempio, in corrispondenza della zona dorsale, cervicale o in prossimità delle spalle.
Una delle peculiarità di questa seconda forma realizzativa, consiste nel fatto che lo strato esterno 112 presenta una o più aperture.
Tali aperture sono atte a consentire la fuoriuscita di calore e vapore, dall'intercapedine, compresa tra strato interno e strato esterno 112, direttamente all'esterno del capo 110.
Lo strato esterno 112, nell'esempio riportato in figura 5, presenta una prima apertura 115 posta in corrispondenza della zona dorsale ed una seconda apertura 116 posta in corrispondenza della sommità delle spalle.
Il capo 110 è poi provvisto di un cappuccio 119, posto sulla sommità delle spalle.
In corrispondenza delle aperture 115 e 116 possono essere posti mezzi di ritenzione all'esterno di acqua, impurità o altro, di tipo di per sé noto.
In questa seconda forma realizzativa, è possibile disperdere calore e vapore attraverso le aperture 115 e 116 poste sullo strato esterno 112, ed, in parte, attraverso la zona aperta posta sullo strato interno, quando il cappuccio 119 è in assetto d'uso.
Quando invece il cappuccio 119 non è in uso ed è adagiato su spalle e/o dorso, calore e vapore sono smaltiti maggiormente dalla zona aperta posta sullo strato interno, ed, in parte, attraverso le aperture 115 e 116 dello strato esterno.
Una terza forma realizzativa di un capo d'abbigliamento 210 secondo il trovato è illustrata nelle figure 6 e 7.
Il capo 210 comprende, analogamente alle forme realizzative precedenti, uno strato interno 211, in materiale permeabile al vapore, affacciato al corpo dell'utilizzatore, uno strato esterno 212, opposto allo strato interno, una porzione 223 ibrida appartenente almeno in parte allo strato interno 211, nella zona del colletto, ed una intercapedine compresa tra lo strato esterno 212 e lo strato interno 211.
Il capo 210 comprende una zona aperta 214, nella porzione 223 ibrida.
In particolare, in questa terza forma realizzativa, la zona aperta 214 comprende una prima porzione 214a ed una seconda porzione 214b che, in uso, sono rivolte rispettivamente verso l'utilizzatore e verso l'ambiente esterno.
In questo modo la seconda porzione 214b garantisce l'uscita del sudore in fase vapore anche qualora la prima porzione 214a sia troppo a ridosso dell'utilizzatore.
In pratica la zona aperta 214, sullo strato interno 211, è posta sull'estremità superiore del colletto.
Il colletto è poi rivoltato verso l'ambiente esterno, ottenendo la prima porzione 214a della zona aperta 214 rivolta verso l'utilizzatore e la seconda porzione 214b della zona aperta 214 rivolta verso l'ambiente esterno.
In caso di necessità, è poi possibile incrementare dimensione della seconda porzione 214b rispetto a quella della prima porzione 214a, ad esempio, rivoltando verso l'esterno una porzione maggiore del colletto.
In questo modo si aumenta la fuoriuscita del sudore in fase vapore.
Nella forma realizzativa rappresentata in figura 7, il capo d'abbigliamento 210 comprende un cappuccio 219, tuttavia il cappuccio può non essere presente.
È da notare come, nei capi dotati di cappuccio, quando questo viene ripiegato all'indietro, aggiunge il proprio potere isolante a quello del capo, causando localmente un isolamento maggiore di quello nominale.
Questo genera una sensazione di discomfort, soprattutto per il fatto che il potere isolante del cappuccio viene aggiunto proprio in corrispondenza delle zone apicali del capo, che sono le zone in cui si accumulano calore e sudore in fase vapore.
Tale fenomeno è maggiormente evidente nei capi privi di aperture d'uscita sullo strato esterno.
La zona aperta sullo strato interno nel capo d'abbigliamento del presente trovato, invece, consente una migliore termoregolazione perché elimina il problema del sovra-isolamento e dell'eccessivo aumento dei temperatura all'interno del capo, dovuto al potere isolante del cappuccio stesso.
In una ulteriore forma realizzativa, non rappresentata nelle figure, lo strato interno presenta più di una zona aperta.
Ad esempio, è possibile realizzare un capo d'abbigliamento secondo il trovato che presenti due zone aperte di dimensioni contenute invece di una unica zona aperta di dimensioni tali da generare un indebolimento locale della struttura.
Si è in pratica constatato come il trovato raggiunga il compito e gli scopi preposti realizzando un capo d'abbigliamento traspirante che consente la ventilazione attorno al corpo dell'utilizzatore per un adeguato scambio termico e di vapore fra il microclima interno del capo di abbigliamento e quello esterno, anche nel caso in cui lo strato esterno del capo di abbigliamento sia privo di aperture di uscita o se le stesse siano in tutto o in parte ostruite.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica, i materiali impiegati, purché compatibili con l'uso specifico, nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze e dello stato della tecnica.
Ove le caratteristiche e le tecniche menzionate in qualsiasi rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni sono stati apposti al solo scopo di aumentare l'intelligibilità delle rivendicazioni e di conseguenza tali segni di riferimento non hanno alcun effetto limitante sull'interpretazione di ciascun elemento identificato a titolo di esempio da tali segni di riferimento.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210) comprendente uno strato interno (11, 211), in materiale permeabile al vapore, affacciato al corpo dell'utilizzatore, uno strato esterno (12, 112, 212), opposto a detto strato interno (11, 211), una porzione ibrida (23, 223), appartenente almeno in parte a detto strato interno (11, 211) e situata nella zona del colletto di detto capo (10, 110, 210), ed una intercapedine (13) tra detti strati interno (11, 211) ed esterno (12, 112, 212), caratterizzato dal fatto di presentare almeno una zona (14, 214) aperta, in detta porzione (23) ibrida, detta porzione (23) ibrida essendo, almeno in parte, non a contatto con il corpo dell'utilizzatore.
  2. 2. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta intercapedine (13) è determinata da mezzi distanziatori (20) posti tra detti due strati interno (11, 211) ed esterno (12, 112, 212).
  3. 3. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi distanziatori (20) sono in corpo unico con detto strato interno (11).
  4. 4. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno una fettuccia (18) applicata tra le estremità di detto strato interno (11, 211) e di detto strato esterno (12, 112, 212).
  5. 5. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta zona aperta (14, 214) è ricoperta da uno strato in materiale traspirante e/o traforato, dotato di una maggiore permeabilità al vapore rispetto al materiale di cui è costituito il resto di detto strato interno (11).
  6. 6. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta zona aperta (14, 214) è ricoperta da uno strato in materiale sensibile a variazioni di temperatura ed umidità.
  7. 7. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta zona aperta (14, 214) è, almeno parzialmente, richiudibile.
  8. 8. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto strato interno (11, 211) presenta una pluralità di zone aperte secondarie, ricoperte da uno strato di materiale traspirante e/o forato, dotato di una maggiore permeabilità al vapore rispetto al materiale di cui è costituito il resto di detto strato interno (11, 211).
  9. 9. Capo d'abbigliamento (10, 110, 210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che dette aperture secondarie sono localizzate in corrispondenza delle zone a maggior sudorazione.
  10. 10. Capo d'abbigliamento (210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta zona aperta (214) comprende una prima porzione (214a) ed una seconda porzione (214b) rivolte, in uso, rispettivamente verso l'utilizzatore e verso l'ambiente esterno.
  11. 11. Capo d'abbigliamento (210), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta zona aperta (214) su detto strato interno (211), è posta sull'estremità superiore del colletto.
  12. 12. Capo d'abbigliamento (110), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto strato esterno (112) presenta almeno un'apertura (115, 116).
  13. 13. Capo d'abbigliamento (110), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto strato esterno (112) presenta una prima apertura (115) in corrispondenza della zona dorsale, ed una seconda apertura (116) in corrispondenza della sommità delle spalle.
  14. 14. Capo d'abbigliamento (10), secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto strato interno (11) comprende più porzioni (11a, 11b) unite da una cucitura (15) e che detto strato esterno (12) comprende più porzioni (12a, 12b) unite da una cucitura (16), detta cucitura (15) di unione tra dette porzioni (11a, 11b) di detto strato interno (11) non interagendo con porzioni (12a, 12b) di detto strato esterno (12), detta cucitura (16) di unione tra dette porzioni (12a, 12b) di detto strato esterno (12) non interagendo con porzioni (11a, 11b) di detto strato interno (11).
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