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Stefano Lorenzetto

giornalista e scrittore italiano

Stefano Lorenzetto (1956 – vivente), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Stefano Lorenzetto

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  • [Su Alessandra Necci] Figlia di Lorenzo Necci, che fu presidente di Enimont e poi commissario straordinario e amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, la scrittrice è cresciuta dando del tu alla storia.[1] 
  • Ho avuto il sospetto che Mario Messi [il creatore del lupo italiano] si senta una specie di vice Dio. Il sospetto c'è rafforzato a questa seconda sortita: "Il nostro è il solo esempio in tutto il mondo di uno sforzo di importanza e mole eccezionali, che ha prodotto un’impresa unica, compiuto da un solo uomo". Quando poi ho scoperto che prova un senso di ribellione e una grande amarezza se qualcuno osa paragonarlo a "quel palancaio di Konrad Lorenz", premio Nobel per la fisiologia e la medicina, il sospetto è divenuto quasi certezza.[2]
  • [Su Adrien Candiard] Avrebbe potuto seguire le orme paterne, questo giovanotto che farà 40 anni il 31 ottobre. Quando decise di abbracciare il noviziato, era uno dei più apprezzati ghostwriter di Dominique Strauss-Kahn, in corsa per le primarie presidenziali francesi. Mollò Dsk a metà della corsa, quasi presago dello scandalo sessuale che nel 2011, a New York, avrebbe costretto l'economista socialista, divenuto nel frattempo direttore generale del Fondo monetario internazionale, a dimettersi.[3]

ilgiornale.it, 4 settembre 2008.

  • È giusto dichiarare morta una persona in base a una convenzione di legge che ha il solo scopo di favorire i trapianti d'organo?
  • Purtroppo tutti gli organi, a eccezione delle cornee, hanno questo di brutto: per poter essere trapiantati vanno tolti dal corpo del «donatore» mentre il cuore di questi batte, il sangue circola, la pelle è rosea e calda, i reni secernono urina, un'eventuale gravidanza prosegue, tanto da rendere necessaria la somministrazione di farmaci curarizzanti per impedire spiacevoli reazioni quando il chirurgo affonda il bisturi. Vi paiono cadaveri, questi? Sì, assicurano i trapiantisti. No, stabilisce una legge dello Stato: infatti «per cadavere si intende: "Il corpo umano rimasto privo delle funzioni cardiorespiratoria e cerebrale"» (circolare del ministero della Sanità 24 giugno 1993, n. 24).
  • Allora come fa la scienza a dichiarare morto, cessato, finito un mondo di cui per sua stessa ammissione conosce poco per non dire nulla? Seconda contraddizione. Vogliamo parlare delle modalità di accertamento della morte cerebrale? Nel 1975 la legge fissava in 12 ore il periodo d'osservazione obbligatorio prima che il collegio medico potesse autorizzare l'espianto degli organi. Nel 1993 il presidente Oscar Luigi Scalfaro dimezzò i tempi: 6 ore. Dopodiché, se l'elettroencefalogramma risulta «piatto», si procede all'espianto. Un decreto del ministero della Sanità autorizza persino il personale tecnico a eseguire questo esame decisivo. Perché tanta fretta che mal si concilia con la tutela dell'individuo e dei suoi familiari? Terza contraddizione.
  • Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, sostiene che in 40 anni i criteri di accertamento della morte cerebrale «non sono mai stati messi in discussione dalla comunità scientifica e vengono applicati in tutti i Paesi scientificamente avanzati». Ma non in Giappone. È da considerarsi un Paese scientificamente arretrato, il Giappone?
  1. Da «Mio padre avviò l'Alta velocità. Con 42 assoluzioni, da Fs non ebbe né liquidazione né pensione», corriere.it, 7 luglio 2022.
  2. Dall'intervista L'uomo che finì in bocca al lupo, il Giornale, 18 agosto 2002.
  3. Dall'intervista Scrivevo i discorsi di Strauss-Kahn, ora sono frate al Cairo, Corriere della Sera, 27 settembre 2022.

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