The Interpreter
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The Interpreter
Titolo originale |
The Interpreter |
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Lingua originale | inglese e tedesco |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2005 |
Genere | Thriller, drammatico |
Regia | Sydney Pollack |
Soggetto | Martin Stellman, Brian Ward |
Sceneggiatura | Charles Randolph, Scott Frank, Steven Zaillian |
Produttore | Tim Bevan, Eric Fellner |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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The Interpreter, film statunitense del 2005 con Nicole Kidman e Sean Penn, regia di Sydney Pollack.
Frasi
[modifica]- Sarò sincera con lei: non so quanto posso essere sincera con lei. (Silvia a Tobin)
- Se traduco andare con morire, vengo rimproverata. Se fossero la stessa cosa, l'ONU non esisterebbe. (Silvia)
- Chiunque perda una persona desidera vendetta su qualcuno, su Dio se non riesce a trovare nessun altro. Ma in Africa i Matobo e i Ku credono che l'unico modo di estinguere il dolore è salvare una vita. Se qualcuno viene ucciso un anno di lutto finisce con un rituale chiamato "la prova dell'uomo che affoga". Per tutta la notte c'è una festa accanto a un fiume; all'alba l'assassino viene messo su una barca, portato fino al largo e gettato fuori, è legato così non può nuotare. La famiglia del morto deve fare una scelta: può lasciarlo affogare o raggiungerlo a nuoto e salvarlo. I Ku credono che se la famiglia lascia che l'uomo affoghi avrà giustizia ma passerà il resto della vita nel lutto. Ma se salva l'uomo, se ammette che la vita non è sempre giusta... proprio quel gesto porterà via il dolore. La vendetta è una pigra forma di sofferenza. (Silvia)
- Non esiste profilo di un attentatore suicida, può avere nove o novant'anni, maschio o femmina, essere laureato o analfabeta. La sola cosa che hanno in comune è che non hanno paura di morire. Il che vuol dire che o sono fanatici per una causa o non hanno niente per cui vivere. (Tobin)
- Gli spari intorno a noi c'impediscono di udire. Ma la voce umana è diversa dagli altri suoni. Essa può essere udita al di sopra dei rumori che seppelliscono tutto il resto, perfino quando non grida, perfino se è solo un bisbiglio. Perfino il più lieve bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti, quando dice la verità. (Edmond Zuwanie)
Dialoghi
[modifica]- Tobin: Mi parli dell'interprete.
Lee Wu: Nata qui, ma vissuta per gran parte in Africa ed Europa. Studiato musica a Johannesburg, lingue alla Sorbonne e in vari paesi d'Europa.
Tobin: Genitori?
Lee Wu: Madre inglese, padre africano bianco, trasferita qui cinque anni fa. Il colloquio non dev' essere durato molto, è proprio quello che cercano: lei è l'ONU.
Dot: Cucina anche?
Tobin: Cos' altro sappiamo, dopo il vaglio iniziale? E' sposata? Ha figli? E' socia di qualche club? E' iscritta a votare? Democratica? Repubblicana? Di che religione è?... Chi è?
- Silvia: Lei sta di guardia?
Tobin: Sì, madame,
Silvia: "Madame"? Perché voi con le pistole parlate sempre come dei cowboy?
- Tobin: Come mai si trovava lì fuori orario?
Silvia: C'è stata un'evacuazione, avevo lasciato le mie cose in cabina, sono tornata a prenderle.
Tobin: E in quel momento, proprio per caso, un paio di tizi parlavano di un assassinio... In una lingua che lei, e forse altre otto persone capite, in una stanza piena di microfoni...
Silvia: Lei crede che e lo stia inventando?! Perché denuncerei una minaccia che non ho sentito?
Tobin: C'è chi lo fa.
Silvia: Io no!
Tobin: Chi vuole attirare l'attenzione.
Silvia: Io no.
- Jonathan Ferris: E' difficile ricordare che Edmond Zuwanie era un brav'uomo. Non è insolito per tipi così: cominciano tutti da liberatori, e venti minuti dopo sono corrotti quanto i tiranni che hanno destituito. Ha liberato il paese da uno dei governi più corrotti della terra, ha dato speranza al popolo ed è stato un eroe. Ci vuole un altro nome per quello che è ora.
Dot: E' affezionato alla sua pistola.
Jonathan Ferris: E ce l'avrà con sé all'ONU. Sa che non sarà sottoposto al Metal Detector.
Tobin: Chi sono i suoi nemici?
Jonathan Ferris: A parte i parenti delle migliaia di vittime? Questi due. Tutti e due suoi oppositori, tutti e due vogliono il suo posto. A destra, Ajene Xola: figlio di un medico, educato a Parigi... pacifista all'inizio.
Dot: Come tutti, no?
Jonathan Ferris: Sì, ma lui lo è stato più a lungo.
Dot: E l'altro?
Tobin: Quello con due nomi che sta costantemente sul "Post".
Jonathan Ferris: Sì, è un solo nome, due volte: Kuman-Kuman. Non fa altro che sbraitare che Zuwanie è un pazzo e l'ONU non fa abbastanza per fermarlo. Ora è in esilio a Brooklyn. Un socialista e un capitalista; tutti e due con una considerevole presa sulla gente, e tutti e due motivati a vedere Zuwanie andato.
Tobin: "Andato"?
Jonathan Ferris: Morto.
Tobin: Ma non "morto" e basta. Morto di fronte ai delegati di 191 paesi, e a ogni notiziario con una telecamera. Morto di fronte al mondo.
- Kuman-Kuman: Cosa fa così lontano da casa?
Silvia: Lavoro. E spero.
Kuman-Kuman: Come me allora.
Silvia: Ne dubito.
Kuman-Kuman: Lavora per...?
Silvia: Faccio l'interprete all'ONU.
Kuman-Kuman: Tipico dell'ONU: strati di lingue che non significano niente.
Silvia: Vorrebbe più guerre?
Kuman-Kuman: Nah, vorrei più affari.
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