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Aldo Agroppi

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Aldo Agroppi al Torino nella stagione 1968-1969

Aldo Agroppi (1944 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Citazioni di Aldo Agroppi

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Interviste

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Citazioni in ordine temporale.

  • Castagner parlava pochissimo, anche la riunione pre partita durava cinque minuti. Ero abituato diversamente e non mi sentivo a mio agio [i primi tempi a Perugia]. Non nego che quel biondino mi stava sulle scatole. Ma come, non fai giocare uno che ha sempre giocato, che ha fatto goal in serie A anche contro gli squadroni, che ha onorato la maglia del Torino, che ha giocato in nazionale? Caro Ilario proprio non ci siamo... [...] Non lo dico certo ora che non c’è più. Negli anni glielo ho ricordato 100 volte. Ho dovuto passare dall'altra parte per capirlo e con umiltà ho riconosciuto che ero io a sbagliare. Lui doveva pensare alla squadra, a mantenere la categoria. Non poteva concentrarsi su di me. [...] Avevo come un velo davanti agli occhi, non potevo essere obbiettivo. A Ilario ho chiesto scusa e siamo entrati in sintonia. In questi anni ci siamo sentiti spesso, anche fino a pochi mesi fa. Scherzando gli dicevo che la sola cosa che non gli perdonavo era quella partita in più per arrivare alle 250 in A. E lui mi diceva: Aldo me lo potevi chiedere, io non guardavo certo le statistiche dei calciatori. Abbiamo sorriso e ricordato spesso quegli anni irripetibili.[1]
  • La Juventus è ancora la razza padrona, contano poco gli organici. I campionati si vincono anche nei corridoi, per telefono, mica solo in campo.[2]

Agroppi in gola

Intervista di Elio Corno, Guerin Sportivo nº 5 (679), 3-9 febbraio 1988, pp. 46-47.

  • [«Qualche tuo nemico ti definisce un "esaurito" in servizio permanente effettivo...»] Assolutamente. Io credo di essere sempre stato una persona responsabile e seria. Cioè: vado avanti per la mia strada, lavorando e, quando ho lasciato, l'ho fatto per una questione morale e di correttezza. Oggi viviamo in un mondo dove tutti stanno aggrappati alle loro poltrone e io, invece, quando mi accorgo di essere di danno, tolgo il disturbo pagando di persona sotto ogni profilo e non soltanto quello economico.
  • [«Qualcuno dice che per l'ambiente sei un pessimo public-relation man...»] Io non so tenere le relazioni pubbliche con la gente che non è seria, perché non la sopporto. Ho molti nemici, ma ho tantissimi amici.
  • [«Perché ti metti sempre contro i giocatori bandiera: casualità o crisi di personalità?»] No, no, no. Sarebbe molto comodo sposare le cause dei grandi campioni. [...] Però al di sopra di tutto c'è sempre l'interesse della società. Essa mi stipendia e ho il dovere di tutelarla e di tutelare anche i compagni dei fuoriclasse. Se un giocatore non è in grado di dare il massimo, per me resta in panchina. Sarebbe molto più facile, certo, accettare compromessi e vivere ad alti livelli, ma io non ne sono capace. Preferisco rimanere senza lavoro, tanto a tavola avanza sempre qualcosa. Io sposo sempre la causa della società e non del singolo [...]
  • [«Le tre cose peggiori del calcio italiano»] L'arrivismo di certi dirigenti, disposti, se necessario, a passare anche sul cadavere della propria mamma. L'incapacità di alcuni personaggi e l'incoerenza di altri.

Da un'intervista al Corriere Fiorentino; citato in tuttojuve.com, 9 marzo 2014.

  • Sì, io Aldo Agroppi, anti bianconero viscerale e da sempre polemico contro di loro, sono stato un tifoso della Juventus. E non era neanche un'infatuazione leggera perché sul carter della mia bicicletta avevo attaccato i tondini con le facce dei giocatori di fine anni Cinquanta e ne avevo uno che mi aveva conquistato il cuore e che ancora adesso considero con Maradona il miglior straniero mai arrivato in Italia: Omar Sivori. [...] giocavo con i calzettoni abbassati, alla "cacaiola", proprio per imitare Sivori, gli ho fatto la posta per incrociarlo, l'ho amato calcisticamente, ma una volta viste nello spogliatoio del "Fila" le foto del Grande Torino e la carlinga dell'aereo che si schiantò a Superga capii che dovevo comportarmi da uomo, amare il Toro, e diventai un cuore granata.
  • [«Cosa rappresenta oggi la Juve?»] Quella che è sempre stata, un misto di arroganza, potere, di forza da tirare fuori sempre al momento giusto. Per decenni si sono crogiolati con la storia di non essere mai retrocessi ed invece era una balla colossale perché nel 1913 arrivarono ultimi nel loro girone, con appena una vittoria, un pareggio e ben otto sconfitte. Solo che guarda caso con un'abile opera diplomatica fecero in modo di abolire proprio in quell'anno le retrocessioni e pensare che ancora non erano arrivati gli Agnelli...
  • [Su Antonio Conte] È convinto di essere diventato indispensabile per le vittorie [...] quando invece l'allenatore conta molto meno dei giocatori. Urla tanto e lo faceva anche quando lo esoneravano [...], ma io gli vorrei ricordare che gli scudetti li hanno vinti anche dei tecnici silenziosi come Liedholm o Eriksson.

Citazioni non datate

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  • Dalla Befana, Maifredi avrebbe potuto ricevere in dono un nuovo acquisto: Rognoni, il ministro della Difesa.[3]
  • I nuovi stranieri? Li hanno pagati come calciatori veri.[4]
  • I presidenti del calcio sono come i cazzotti: ce ne sono di tutti i tipi.[5]
  • Offese, polemiche, deferimenti a raffica mi colpiscono: mi sembra di essere un allenatore irakeno.[6]

Citazioni su Aldo Agroppi

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  • Con Agroppi ci conoscevamo fin da piccoli, ci eravamo affrontati mille volte nei vari campionati, eravamo amici, ma nel derby lui si trasfigurava. (Giuseppe Furino)
  • È un tecnico che non guarda in faccia a nessuno e a me piacciono questi uomini perché per lui tutti sono uguali: dal grande campione al ragazzo che comincia. Non fa discriminazioni. [...] E con i giocatori ha un rapporto importante perché si sforza di entrare in ciascuno per conoscerne i problemi, le ambizioni. (Daniel Passarella)
  • La serie B si basa sul concetto di banana | di piede, | la squadra retrocede | e il mister silurato si ritira e fa una fine tipo Agroppi. (Elio e le Storie Tese)

Note

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  1. Dall'intervista di Mario Mariano, Agroppi ricorda Castagner: «Ci siamo abbracciati nel tempo», umbria24.it, 20 febbraio 2023.
  2. Da un'intervista a Radio Radio; citato in Agroppi: «Juve padrona, vince al telefono», tuttosport.com, 27 ottobre 2014.
  3. Citato in Palla lunga e pedalare, p. 31.
  4. Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2109. ISBN 8880898620
  5. Citato in Palla lunga e pedalare, p. 29.
  6. Citato in Palla lunga e pedalare, p. 38.

Bibliografia

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Altri progetti

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