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Zak Brown

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Zak Brown
Zak Brown nel 2021
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Automobilismo
SpecialitàKart, Endurance
 

Zakary Challen Brown (Los Angeles, 7 novembre 1971) è un imprenditore ed ex pilota automobilistico statunitense, amministratore delegato della McLaren Racing.

Nato e cresciuto in California, Zak Brown ha corso professionalmente in tutto il mondo per 10 anni prima di sviluppare le sue abilità nel mondo degli affari e del commercio del motorsport. Nel 1995 ha fondato Just Marketing International (JMI), che è cresciuta fino a diventare la più grande agenzia di marketing di motorsport al mondo. Nel 2013 JMI è stata acquisita da CSM, una divisione di Chime Communications, e Brown è diventato l'amministratore delegato della società. Ha rinunciato a quel posto nell'inverno del 2016 per concentrarsi sulle sue responsabilità con la McLaren.[1]

Brown ha cofondato ed è comproprietario di United Autosports, un team che gareggia in corse automobilistiche internazionali e in vari eventi di corse storiche in tutto il mondo.[2] Inoltre dal 2016 al 2019 è stato presidente non esecutivo di Motorsport Network, la piattaforma digitale di automobilismo e motorsport leader del mercato mondiale.[3]

Brown è un appassionato collezionista di documenti storici e cimeli sportivi, oltre che di auto da strada e da corsa.[4] È sposato e ha due figli. Vive nel Surrey, nel Regno Unito.

Carriera automobilistica

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Zak Brown iniziò la sua carriera agonistica nel karting nel 1986, vincendo 22 gare in 5 stagioni dal 1986 al 1990. Si trasferì poi in Europa dove la sua prima vittoria arrivò in Formula Ford 1600 a Donington Park. Nella serie Opel-Lotus Benelux del 1992, Brown si è piazzato tra i primi 10 in ciascuna delle gare della stagione. L'anno successivo concluse al quarto posto.

A metà degli anni '90 Brown ha gareggiato su entrambe le sponde dell'Atlantico, partecipando alla Toyota Atlantic in Nord America, oltre alla Opel-Lotus Benelux e al campionato britannico di Formula 3 del 1994. In seguito aggiunse due nuove categorie al suo curriculum, facendo il suo debutto nella Indy Lights a Laguna Seca nel 1995 e partecipando ad una gara del campionato tedesco di Formula 3 nel 1996.

Per il resto del decennio Brown gareggiò principalmente in America, classificandosi secondo nella categoria GT2 nella 24 Ore di Daytona nel 1997, alla guida di una Porsche 911 GT2 del team Roock Racing.[5] Concluse al secondo posto anche nella 12 Ore di Sebring del 1997[6] e ottenne il terzo posto a Road Atlanta nello stesso anno.[7]

Brown si prese un periodo sabbatico dalle corse professionistiche tra il 2001 e il 2005 per concentrarsi su Just Marketing International. Nel 2006 tornò in pista alla Britcar 24 Ore di Silverstone, vincendo la sua classe come membro di una squadra di quattro piloti.[8] Nel 2007 Brown disputò il Ferrari Challenge North America come parte di una scuderia di sei auto schierata dalla Ferrari di Washington. Al suo debutto a Fontana partì in pole position e condusse ogni giro della gara fino alla vittoria.[9] L'anno seguente Brown tornò alle competizioni a tempo pieno e la stagione venne coronata da una vittoria al Circuit Gilles Villeneuve di Montreal.

Nel 2009 Brown e Richard Dean fondarono United Autosports, un team di corse automobilistiche con una base ingegneristica nel Regno Unito e una base di marketing negli Stati Uniti. Nel 2010 la squadra ottenne un terzo posto nella categoria GT3 alla 24 Ore di Spa.

Nel 2013 Brown gareggiò per un'intera stagione del British GT Championship con United Autosports su una McLaren MP4-12C GT3. Brown corre ancora regolarmente in eventi storici, come il Grand Prix de Monaco Historique.

Zak Brown alla guida della McLaren MP4-16 di sua proprietà

Nel 2022 prenderà parte alla 12 Ore del Golfo sul Circuito di Yas Marina al volante della McLaren 570S GT4 del proprio team, l'United Autosports. Brown dividerà la vettura con Richard Dean e i due piloti della Arrow McLaren SP, Patricio O'Ward e Felix Rosenqvist[10].

Attività manageriale

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Il 21 novembre 2016 Brown viene designato nuovo direttore esecutivo di McLaren, dopo che Ron Dennis è stato costretto ad abbandonare.[11][12] Invece di sostituire direttamente Dennis come amministratore delegato, Brown riferirà direttamente al comitato esecutivo del gruppo. Sia Jonathan Neale (Chief Operating Officer) che Brown guideranno congiuntamente le imprese come parte del primo passo nella transizione del Gruppo verso una nuova struttura organizzativa.[13]

Il 10 aprile 2018 Brown è diventato amministratore delegato della McLaren Racing nell'ambito di una ristrutturazione operativa del Gruppo McLaren. In qualità di CEO, Brown ha la responsabilità generale dell'attività, compresa la direzione strategica, le prestazioni operative, il marketing e lo sviluppo commerciale.[14]

  1. ^ (EN) ZAK BROWN, su mclaren.com.
  2. ^ (EN) ZAK BROWN, su unitedautosports.com.
  3. ^ (EN) Zak Brown leaves Motorsport Network, su pitpass.com.
  4. ^ Zak Brown e la sua collezione mozzafiato: nel garage anche le auto di Senna, Scheckter e Hakkinen, su corrieredellosport.it.
  5. ^ (EN) Daytona 24 Hours 1997, su racingsportscars.com.
  6. ^ (EN) Sebring 12 Hours, su racingsportscars.com.
  7. ^ (EN) SportsCar GTS Road Atlanta 2 Hours 1997, su racingsportscars.com.
  8. ^ (EN) Britcar 24hr Result, su archive.dailysportscar.com.
  9. ^ (EN) 2007 Ferrari Challenge: Fantastic finish leaves unfinished business, su autoweek.com.
  10. ^ Davide Buzzi, 12 Ore del Golfo, O’Ward e Rosenqvist al via con la McLaren di United Autosports, su f1ingenerale.com, 25 novembre 2021. URL consultato il 26 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2021).
  11. ^ (EN) McLaren appoint Zak Brown as new executive director, su formula1.com.
  12. ^ F1, La McLaren sceglie Zak Brown come nuovo direttore esecutivo, su repubblica.it.
  13. ^ Formula 1, la McLaren da Ron Dennis a Zak Brown, su autosprint.corrieredellosport.it.
  14. ^ Ristrutturazione McLaren: Zak Brown è il CEO di McLaren Racing, su it.motorsport.com. URL consultato il 17 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2021).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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