Petalidiinae
Petalidiinae Benth. & Hook.f., 1876 è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Acanthaceae.[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Petalidium Nees, 1832 che a sua volta deriva dal greco petatilidion parola composta da due parti: idium (= simile)[3] e petalum (= petalo, fogliolina)[4] e fa riferimento alla forma delle bratteole delle piante di questo genere.
Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dai botanici inglesi George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) e Sir Joseph Dalton Hooker (Halesworth, 30 giugno 1817 – Sunningdale, 10 dicembre 1911) nella pubblicazione "Genera Plantarum ad exemplaria imprimis in herbariis Kewensibus - 2: 1062, 1064. 1-16 Mai 1876" del 1876.[5][6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]- Il portamento delle specie di questa sottotribù è erbaceo perenne o arbustivo pubescente, anche ghiandolare. In Dyschoriste (e altri generi come Ruelliopsis) il portamento è sufruttescente ossia strisciante e radicante ai nodi, da decombente a ascendente o eretto nella parte apicale. Nelle varie parti vegetative sono presenti dei glicosidi fenolici spesso in composti iridoidi, alcaloidi e diterpenoidi; sono presenti inoltre i cistoliti. In Strobilanthopsis alcune specie producono un odore sgradevole.[7][8][9][10][11][12][13][14]
- Le foglie, in genere picciolate e con disposizione opposta, hanno delle forme ovate o leggermente oblunghe. I margini sono interi, crenati o dentati. La superficie può essere pubescente o ruvida per peli semplici o stellati. In Phaulopsis le foglie sono anisofille.
- Le infiorescenze sono terminali o dicasiali ascellari. I fiori sono sessili o subsessili, solitari o raggruppati su rami laterali. Le brattee hanno varie forme da piccole o assenti fino a grandi e simili alle foglie; a volte sono spatolate. Le bratteole sono 2, grandi con forme ovali e nervature reticolate e apici scariosi.
- I fiori sono ermafroditi e zigomorfi; sono inoltre tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 5 elementi ognuno).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[10]
- X, K (5), [C (2+3), A 2+2 o 2] G (2/supero), capsula
- Il calice, gamosepalo, è formato da 5 profondi lobi subuguali. In genere il calice è più o meno attinomorfo; in Phaulopsis è debolmente zigomorfo (a due labbra: quello superiore con 4 lobi, quello inferiore con un lobo molto ingrandito). La forma dei lobi varia da strettamente lineare-lanceolata a ovale. La superficie del calice può essere tomentosa o anche ispido-pelosa.
- La corolla, gamopetala, è formata da un tubo, diritto e snello o curvo, dilatato all'apice o a forma d'imbuto terminate con 5 lobi subuguali (calice attinomorfo) e arrotondati. In altre specie (Duosperma, Dyschoriste e Phaulopsis) la corolla è bilabiata (corolla zigomorfa) con il labbro superiore a 2 lobi e quello inferiore a 3 lobi (il palato può avere delle coste trasversali). Durante la gemmazione i lobi sono contorti a sinistra. Il colore della corolla è bianco, malva, viola, lilla o blu (raramente rosso). In alcune specie (Duosperma) possono essere presenti dei segni rossastri sul labbro inferiore. In Strobilanthopsis le gole sono arancioni.
- L'androceo è formato da 4 stami fertili didinami. In alcune specie (Dyschoriste) due stami possono essere ridotti a staminoidi. Gli stami sono adnati alla corolla e sono sporgenti o inclusi nel tubo della corolla. I filamenti sono coerenti alla base. Le antere hanno due teche parallele, oblunghe, sagittate e setolose alla base; a volte è presente uno sperone apicale oppure la teca è semplicemente mucronata con una appendice basale. È presente un disco nettarifero. Il polline ha una morfologia varia; ad esempio nel genere Apassalus e Dyschoriste ha delle forme subprolate ed è del tipo tricolpoporato con pori equatoriali e 6 – 8 pseudocolpi (in Dyschoriste fino a 48 pseudocolpi). In Ruelliopsis il polline ha delle forme globose, è liscio a grosse coste.
- Il gineceo è formato da un ovario supero bicarpellare (a due carpelli connati - ovario sincarpico) e quindi biloculare. La placentazione in generale è assile. Ogni loggia può contenere da 1 a 4 ovuli (in Strobilanthopsis un solo uovo si sviluppa in un seme). Gli ovuli possono essere anatropi o campilotropi con un solo tegumento e sono inoltre tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[15] Lo stilo glabro o pubescente è lungo e filiforme con uno stigma subbilobo (a due lobi diseguali).
- I frutti sono delle capsule cilindriche, o brevemente stipitate o compresse, lucenti e glabre, con 2 - 4 semi per loculo (in Duosperma è presente un seme per loculo). I semi con forme discoidi hanno la superficie ricoperta da tricomi igroscopici. I semi sono provvisti di un funicolo persistente (il retinacolo è uncinato). L'endosperma in genere è assente. La deiscenza dei frutti è elastica (derivata dalla particolare placentazione dell'ovario).
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali api, vespe, falene e farfalle, mentre ai tropici anche tramite uccelli quali colibrì (impollinazione ornitogama).[9][10]
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Sono possibili anche dispersioni tramite animali (disseminazione zoocora).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La distribuzione delle specie di questo gruppo è fondamentalmente africana (a parte qualche specie americana o asiatica) con habitat per lo più tropicali.[1]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Acanthaceae) comprende, secondo i vari Autori, 256 generi con 2.770 specie[10] oppure 220 generi con 4.000 specie[16] o infine 221 generi con 3.510 specie[1]. È soprattutto una famiglia con specie a distribuzione tropicale o subtropicale molte delle quali sono usate come piante ornamentali. Dal punto di vista tassonomico la famiglia è suddivisa in 4 sottofamiglie (compreso il recente inserimento delle Avicennioideae); la sottotribù di questa voce appartiene alla sottofamiglia Acanthoideae (tribù Ruellieae) caratterizzata soprattutto dalla presenza di cistoliti nelle foglie e del retinacolo nei semi.[17]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]All'interno della tribù Ruellieae la sottotribù Petalidiinae occupa, da un punto di vista filogenetico, una posizione abbastanza centrale e insieme alla sottotribù Mimulopsinae formano un "gruppo fratello". Queste due gruppi fanno parte di un clade ("TMPSH") fortemente sostenuto composto oltre dalle sue sottotribù citate anche dalle seguenti altre sottotribù: Trichantherinae, Hygrophilinae e Strobilanthinae. Il clade TMPSH forma una "politomia basale" all'interno delle Ruellieae ed è unito, da un punto di vista morfologico, dalla presenza di polline di tipo porato o colpoporato e pseudocolpato con i pori dalle labbra prominenti. Nel sottogruppo "Hygrophilinae+(Petalidiinae+Mimulopsinae)" si trovano piante con polline 12-pseudocolpoporato; questo è un carattere che viene ipotizzato essere diagnostico per tale gruppo. Un altro carattere di questo gruppo (e quindi della sottotribù Petalidiinae) è la configurazione a spina di pesce delle corolle (petali carenati), che presumibilmente funziona come guida al nettare per gli insetti pronubi.[7]
I caratteri principali della sottotribù Petalidiinae e che la dividono dalla sottotribù "sorella" Mimulopsinae sono:
- le antere sono provviste di appendici basali;
- gli ovuli per ovaia sono al massimo 4 (con l'eccezione di Ruelliopsis);
- i semi hanno dei tricomi igroscopici su tutta la superficie.
All'interno della sottotribù sono stati risolti tre cladi fortemente supportati: (clade 1) Phaulopsis + Ruelliopsis, (clade 2) Duosperma + Petalidium e (clade 3) Strabilanthopsis + Dyschoriste. Inoltre il clade 2 e 3 formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" della sottotribù (il clade 1 è "basale" al gruppo). Mentre non sono riscontrabili delle sinapomorfie per il clade Phaulopsis + Ruelliopsis, viceversa per il clade Duosperma + Petalidium due probabili sinapomorfie sono: (1) la produzione di solo due ovuli per capsula, con a volte anche due ovuli abortiti; (2) la conservazione dei frutti racchiusi in brattee cartacee. Le piante di entrambi i generi del gruppo Strabilanthopsis + Dyschoriste hanno ovaie con quattro ovuli e androceo con quattro stami con antere provviste basalmente di appendici. In Dyschoriste sono compresi anche i generi Apassalus e Sautiera spesso considerati sinonimi di Dyschoriste che risulta l'unico genere non monofiletico della sottotribù.[7]
Il cladogramma a lato, tratto dallo studio citato e semplificato, mostra l'attuale conoscenza filogenetica della sottotribù.
Composizione della sottotribù
[modifica | modifica wikitesto]La sottotribù si compone di 8 generi e 144 specie:[1][18]
Genere | Specie | Distribuzione |
---|---|---|
Apassalus Kobuski, 1928 |
3 | Stati Uniti meridionale |
Duosperma Dayton, 1945 |
12 | Sudafrica e Africa tropicale |
Dyschoriste Nees, 1832 |
65 | Zone calde e tropicali del vecchio e nuovo mondo |
Petalidium Nees, 1832 |
35 | Aree tropicali del Sudafrica, Himalaya e India |
Phaulopsis Willd., 1800 |
20 | Africa, Isole Mascarene e India |
Ruelliopsis C.B. Clarke, 1899 |
3 | Sudafrica e Africa tropicale |
Sautiera Decne., 1834 |
1 | Timor |
Strobilanthopsis S. Moore, 1900 |
5 | Africa tropicale |
Note: alcune checklist considerano i generi Apassalus e Sautiera sinonimi di Dyschoriste[1][16]
Alcune specie
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Olmstead 2012.
- ^ Tripp et al. 2013.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 210.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 298.
- ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 24 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ a b c Tripp et al. 2013, pag. 125.
- ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 18.
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 618.
- ^ a b c d Judd et al 2007, pag. 499.
- ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Flora of Zimbabwe, su zimbabweflora.co.zw, p. Duosperma. URL consultato il 24 aprile 2018.
- ^ Chumchim et al. 2015, pag. 77.
- ^ JSTOR Global Plants, su plants.jstor.org. URL consultato il 25 aprile 2018.
- ^ Musmarra 1996.
- ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 21 gennaio 2018.
- ^ Judd et al 2007, pag. 501.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 aprile 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, p. 432, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 920.
- David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
- Lucinda A. McDade, Thomas F. Daniel & Carrie A. Kiel, Toward a comprehensive understanding of phylogenetic relationships among lineages of Acanthaceae s.l. (Lamiales) [collegamento interrotto], in American Journal of Botany, vol. 95, n. 9, 2008, pp. 1136-1152.
- Erin A. Tripp, Thomas F. Daniel, Siti Fatimah & Lucinda A. McDade, Phylogenetic Relationships within Ruellieae (Acanthaceae) and a Revised Classification, in International Journal of Plant Sciences, vol. 174, n. 1, 2013, pp. 97-137.
- Noravit Chumchim, Lucinda A. McDade & Amanda Fisher, Phylogeny of Dyschoriste (Acanthaceae) (PDF), in Aliso, vol. 33, n. 2, 2015, pp. 77-89.
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