Party Monster
Party Monster | |
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Titolo originale | Party Monster |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 2003 |
Durata | 94 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | biografico, commedia, drammatico |
Regia | Fenton Bailey, Randy Barbato |
Soggetto | James St. James "Disco Bloodbath" |
Sceneggiatura | Fenton Bailey, Randy Barbato |
Distribuzione in italiano | ESSE&BI |
Fotografia | Teodoro Maniaci |
Montaggio | Jeremy Simmons |
Musiche | James Harry |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Party Monster è un film del 2003, diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato e interpretato da Macaulay Culkin. Tratto dalla storia vera del "Re dei Club Kids" Michael Alig, il più famoso organizzatore di feste notturne di New York.[1] Presentato al Sundance Film Festival dello stesso anno[2], fu il primo film di Macaulay Culkin a nove anni dalla sua ultima apparizione nel film del 1994 Richie Rich.
Il film è basato sul libro di James St. James Disco Bloodbath (pubblicato in Italia da Baldini&Castoldi con il titolo Party monster. Storia vera e favolosa dei club kids e di un omicidio in discoteca[3]), che racconta l'amicizia tra l'autore e Alig, fino all'assassinio, da parte di quest'ultimo, di Angel Melendez.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Nella scena underground di New York degli anni novanta, fatta di feste alla moda, droghe e ambiguità sessuale, Michael, trasferitosi da poco nella Grande Mela, conosce James St. James, che lo introduce nell'ambiente facendolo diventare uno dei più noti organizzatori di feste ed eventi mondani. Arrivato all'apice, con tante amicizie e altrettanti nemici, commette un omicidio e lo confessa all'amico James. Il suo racconto viene preso come uno scherzo, ma dopo il ritrovamento del cadavere tanti troveranno conveniente questa storia, proprio come James, che sogna di diventare scrittore e riconquistare la scena toltagli da Michael.[4]
Festival
[modifica | modifica wikitesto]Oltre alla prima assoluta al Sundance Film Festival il 18 gennaio del 2003, il film è stato presentato anche al Festival internazionale del cinema di Berlino dello stesso anno, nella sezione "Panorama", e al Festival del Cinema LGBT di Torino del 2004[4].
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]La colonna sonora del film spazia dagli anni 1980 fino a metà degli anni 1990, con riferimenti alla musica che si suonava nei club nei primi anni 2000.
- Take Me to the Club – 3:36 – Mannequin
- Seventeen – 3:31 – Ladytron
- Frank Sinatra – 3:53 – Miss Kittin & The Hacker
- Money, Success, Fame, Glamour – 3:23 – Felix da Housecat vs. Pop Tarts
- You're My Disco (Fischerspooner Remix) – 4:26 – Waldorf
- Two of Hearts – 3:36 – Stacey Q
- Overdose – 2:57 – Tomcraft
- Get Happy – 3:28 – Happy Thought Hall
- La Rock 01 – 3:05 – Vitalic
- Go! – 2:34 – Tones on Tail
- New York New York – 4:41 – Nina Hagen
- It Can't Come Quickly Enough – 3:32 – Scissor Sisters
- Inside Out – 3:36 – W.I.T.
- Kiss Me – 3:26 – Stephen Tin Tin
- Give Me Tonight – 3:53 – Shannon
- (How to Be A) Millionaire – 3:35 – ABC
- Crash – 2:54 – Keoki
- The La La Song – 1:32 – Marilyn Manson
- Good is Bad – 2:56 – Headrillaz
- Santa Baby – 3:23 – Cynthia Basinet
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fenton Bailey, Randy Barbato e Seth Green, Party Monster, 17 ottobre 2003. URL consultato il 7 luglio 2018.
- ^ (EN) 2003 Sundance Film Festival, in PAPER, 4 febbraio 2003. URL consultato il 7 luglio 2018.
- ^ James St James, Party Monster: Storia vera e favolosa dei club kids e di un omicidio in discoteca, Baldini&Castoldi, 16 novembre 2017, ISBN 9788893885324. URL consultato il 7 luglio 2018.
- ^ a b PARTY MONSTER - Cinematografo, in Cinematografo. URL consultato il 7 luglio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su partymonster.com.
- (EN) Party Monster, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Party Monster, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Party Monster, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Party Monster, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Party Monster, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Party Monster, su FilmAffinity.
- (EN) Party Monster, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) Party Monster, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Party Monster, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Party Monster, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.