[go: up one dir, main page]
More Web Proxy on the site http://driver.im/Vai al contenuto

Madtsoiidae

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Madtsoiidae
Vertebre di Madtsoia bai
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseReptilia
OrdineSquamata
CladeOphidia
FamigliaMadtsoiidae
Hoffstetter, 1961
Generi

Madtsoiidae è una famiglia estinta composta principalmente da serpenti gondwanici di grande successo vissuti dal Cretaceo superiore al Pleistocene superiore, circa 98–0.012 milioni di anni fa (Cenomaniano-Calabriano), i cui fossili sono stati ritrovati in Sud America, Africa, India, Australia ed Europa meridionale. I madtsoiidi includono serpenti molto primitivi, che, come i boa e i pitoni moderni, probabilmente utilizzavano la costrizione per uccidere le loro prede. I generi includono alcuni dei serpenti più lunghi conosciuti come Vasuki, che poteva raggiungere una lunghezza di almeno 11-12 metri, e i generi australiani Wonambi e Yurlunggur.[1] Essendo un raggruppamento di forme basali, la composizione e persino la validità di Madtsoiidae sono in uno stato precario mentre vengono descritti nuovi reperti pertinenti, con prove più recenti che suggeriscono che il gruppo come precedentemente definito possa essere parafiletico.[2]

Sebbene i madtsoidi persistessero in Australia fino al Pleistocene, si estinsero in gran parte altrove durante l'Eocene. Tuttavia, alcune specie persistettero in Sud America e in India durante l'Oligocene.[3]

I serpenti più primitivi

[modifica | modifica wikitesto]

Questa famiglia comprende serpenti molto primitivi, tra i primi apparsi sulla Terra. In un modo molto simile agli attuali boa e pitoni, i madtsoiidi uccidevano le loro prede tramite strangolamento. Tra i madtsoiidi più noti vi fu Gigantophis garstini, uno dei più lunghi serpenti noti (oltre 10 metri), il minuscolo Nidophis e gli australiani Wonambi e Yurlunggur, i cui nomi richiamano la mitologia aborigena. Essendo forme molto primitive, i madtsoiidi non godono di una classificazione molto chiara e la loro stessa validità tassonomica in quanto gruppo unitario è a volte messa in discussione.

Classificazione e descrizione

[modifica | modifica wikitesto]

I madtsoiidi vennero classificati dapprima come una sottofamiglia di boidi (Hoffstetter , 1961a). Successivi studi basati su nuovi resti fossili permisero di capire che questi animali appartenevano a un'entità tassonomica più alta. La lunghezza di questi serpenti primitivi variava da meno di un metro a oltre dieci metri, e si pensa che utilizzassero le loro spire in un modo analogo a quello degli odierni pitoni. La struttura delle mascelle, più primitiva di quella delle forme attuali, fa pensare che i madtsoiidi fossero meno adatti a inghiottire prede di grandi dimensioni. Vi sono alcuni caratteri anatomici che distinguono la famiglia, quasi tutti riguardanti le vertebre. Ad esempio, la presenza di ipoapofisi è relegata alle sole vertebre dorsali anteriori e vi sono dei fori (denominati parazigantrali) disposti su ogni vertebra.

Come la maggior parte dei serpenti fossili, molti madtsoiidi sono conosciuti attraverso vertebre isolate, ma alcuni esemplari si sono conservati in maniera più completa: tra queste Madtsoia bai, M. camposi, Wonambi naracoortensis, le specie di Nanowana, alcune specie non ancora descritte di Yurlunggur e Najash rionegrina. Quest'ultima forma non è stata inclusa nei madtsoiidi al momento della sua descrizione (Apesteguía e Zaher, 2006) in quanto nell'articolo gli stessi madtsoiidi non sono stati considerati un gruppo monofiletico, ma da altri autori è considerata appartenente alla famiglia sulla base di caratteristiche vertebrali.

L'esemplare tipo di Najash è il solo reperto di madtsoiide in cui sia conservato il cinto pelvico e le zampe posteriori: non sarebbe sorprendente, quindi, se in futuro venissero rinvenuti altri esemplari di madtsoiidi dotati di zampe.

Nomi indigeni

[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni generi di madtsoiidi sono stati denominati usando parole indigene: ad esempio gli australiani Wonambi, Yurlunggur e Nanowana (dalle lingue aborigene), e lo spagnolo Herensugea (dalla lingua basca). Sembra che a inaugurare questo “tendenza” sia stato George Gaylord Simpson, che nel 1933 descrisse Madtsoia bai usando parole di lingua Tehuelche per il nome del genere.

  1. ^ (EN) Debajit Datta e Sunil Bajpai, Largest known madtsoiid snake from warm Eocene period of India suggests intercontinental Gondwana dispersal, in Scientific Reports, vol. 14, n. 1, 18 Aprile 2024, pp. 8054.
  2. ^ Hussam Zaher, Dhananjay M Mohabey, Felipe G Grazziotin e Jeffrey A Wilson Mantilla, The skull of Sanajeh indicus, a Cretaceous snake with an upper temporal bar, and the origin of ophidian wide-gaped feeding, in Zoological Journal of the Linnean Society, vol. 197, n. 3, 13 Maggio 2022, pp. 656–697.
  3. ^ Wasim Abass Wazir, Ramesh Kumar Sehgal, Andrej Čerňanský, Rajeev Patnaik, Navin Kumar, Abhishek Pratap Singh, Piyush Uniyal e Ningthoujam Premjit Singh, A find from the Ladakh Himalaya reveals a survival of madtsoiid snakes (Serpentes, Madtsoiidae) in India through the late Oligocene, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 41, n. 6, 29 Aprile 2022, pp. e2058401.
  • Albino, A.M. 1986. Nuevos Boidae Madtsoiinae en el Cretacico tardio de Patagonia (Formacion Los Alamitos, Rio Negro, Argentina). pp. 15–21 in J.F. Bonaparte (ed.), Simposio Evolucion de los Vertebrados Mesozoicos. Actas IV Congreso Argentino de Paleontología y Bioestratigrafía, Mendoza.
  • Albino, A.M. 1994. Una nueva serpiente (Reptilia) del Cretácico Superior de Patagonia, Argentina. Pesquisas 21: 58-63.
  • Andrews, C.W. 1901. Preliminary note on some recently discovered extinct vertebrates from Egypt (Part II). Geological Magazine 8: 434-444.
  • Andrews, C.W. 1906. A descriptive catalogue of the Tertiary Vertebrata of the Fayum, Egypt. British Museum (Natural History), London.
  • Apesteguía, S. and H. Zaher. 2006. A Cretaceous terrestrial snake with robust hindlimbs and a sacrum. Nature 440: 1037-1040.
  • Astibia, H., E. Buffetaut, A.D. Buscalioni, H. Cappetta, C. Corral, R. Estes, F. Garcia-Garmilla, J.J. Jaeger, E. Jimenez-Fuentes, J. Le Loeuff, J.M. Mazin, X. Orue-Extebarria, J. Pereda-Suberbiola, J.E. Powell, J.-C. Rage, J. Rodriguez-Lazaro, J.L. Sanz, and H. Tong. 1991. The fossil vertebrates from Laño (Basque Country, Spain); new evidence on the composition and affinities of the Late Cretaceous continental faunas of Europe. Terra Nova 2: 460-466.
  • de Broin, F., E. Buffetaut, J.C. Koeniguer, J.-C. Rage, P. Taquet, C. Vergnaud-Grazzini, and S. Wenz. 1974. La faune de Vertébrés continentaux du gisement d'In Beceten (Sénonien du Niger). Comptes rendus de l'Académie des Sciences, Paris 279: 469-472.
  • Folie, A. and V. Coria. 2005. New lissamphibians and squamates from the Maastrichtian of Hateg Basin, Romania. Acta Palaeontologica Polonica 50: 57-71.
  • Gomez, R.O. and A.M. Baez. 2006. A new madtsoiid snake (Squamata, Ophidia) from the Upper Cretaceous of Patagonia. XXII Jornadas Argentinas de Paleontología de Vertebrados, San Juan, Argentina (2006): 21.
  • Hoffstetter, R. 1960. Un dentaire de Madtsoia (serpent géant du Paléocene de Patagonia). Bulletin du Muséum national d'Histoire naturelle, Paris (2) 31: 379-386.
  • Hoffstetter, R. 1961a. Nouveaux restes d'un serpent boïdé (Madtsoia madagascariensis nov. sp.) dans le Crétacé supérieur de Madagascar. Bulletin du Muséum national d'Histoire naturelle, Paris (2) 33: 152-160.
  • Hoffstetter, R. 1961b. Nouvelles recoltes de serpents fossiles dans l'Eocene superieure de desert libyque. Bulletin du Muséum national d'Histoire naturelle, Paris (2) 33: 326-331.
  • Rage, J.-C. 1991. Squamate reptiles from the early Paleocene of the Tiupampa area (Santa Lucia Formation), Bolivia. pp. 503–508 in R. Suarez-Soruco (ed.), Fosiles y Facies de Bolivia. Revista Tecnica de Yacimentos Petroliferos Fiscales Bolivianos 12: 503-508.
  • Rage, J.-C. 1996. Les Madtsoiidae (Reptilia, Serpentes) du Crétacé supérieur d'Europe: témoins gondwaniens d'une dispersion transtéthysienne. Comptes Rendus de l'Académie des Sciences, Paris, Série 2, 322: 603-608.
  • Rage, J.-C. 1998. Fossil snakes from the Paleocene of São José de Itaboraí, Brazil. Part I. Madtsoiidae, Aniliidae. Palaeovertebrata 27(3-4): 109-144.
  • Rage, J.-C., and G.V.R. Prasad. 1992. New snakes from the late Cretaceous (Maastrichtian) of Naskal, India. Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie Abhandlungen 187: 83-97.
  • Rage, J.-C., and C. Werner. 1999. Mid-Cretaceous (Cenomanian) snakes from Wadi Abu Hashim, Sudan: The earliest snake assemblage. Palaeontologia Africana 35: 85-110.
  • Rieppel, O., A.G. Kluge, and H. Zaher. 2002. Testing the phylogenetic relationships of the Pleistocene snake Wonambi naracoortensis Smith. Journal of Vertebrate Paleontology 22: 812-829.
  • Scanlon, J.D. 1992. A new large madtsoiid snake from the Miocene of the Northern Territory. The Beagle, Records of the Northern Territory Museum of Arts and Sciences 9: 49-60.
  • Scanlon, J.D. 1993. Madtsoiid snakes from the Eocene Tingamarra Fauna of eastern Queensland. Kaupia: Darmstädter Beiträge zur Naturgeschichte 3: 3-8.
  • Scanlon, J.D. 1997. Nanowana gen. nov., small madtsoiid snakes from the Miocene of Riversleigh: sympatric species with divergently specialised dentition. Memoirs of the Queensland Museum 41: 393-412.
  • Scanlon, J.D. 2003. The basicranial morphology of madtsoiid snakes (Squamata, Ophidia) and the earliest Alethinophidia (Serpentes). Journal of Vertebrate Paleontology 23(4): 971-976.
  • Scanlon, J.D. 2004. First known axis vertebra of a madtsoiid snake (Yurlunggur camfieldensis) and remarks on the neck of snakes. The Beagle: Records of the Museums and Art Galleries of the Northern Territory 20: 207-215.
  • Scanlon, J.D. 2005. Cranial morphology of the Plio-Pleistocene giant madtsoiid snake Wonambi naracoortensis. Acta Palaeontologica Polonica 50: 139-180.
  • Scanlon, J.D. 2005. Australia's oldest known snakes: Patagoniophis, Alamitophis, and cf. Madtsoia (Squamata: Madtsoiidae) from the Eocene of Queensland. Memoirs of the Queensland Museum 51: 215-235.
  • Scanlon, J.D. 2006. Skull of the large non-macrostomatan snake Yurlunggur from the Australian Oligo-Miocene. Nature 439: 839-842.
  • Scanlon, J.D., and M.S.Y. Lee. 2000. The Pleistocene serpent Wonambi and the early evolution of snakes. Nature 403: 416-420.
  • Simpson, G.G. 1933. A new fossil snake from the Notostylops beds of Patagonia. Bulletin of the American Museum of Natural History 67: 1-22.
  • Simpson, G.G. 1935. Early and middle Tertiary Geology of the Gaiman region, Chubut, Argentina. American Museum Novitates (775): 1-29.
  • Smith, M.J. 1976. Small fossil vertebrates from Victoria Cave, Naracoorte, South Australia. IV. Reptiles. Transactions of the Royal Society of South Australia 100: 39-51.
  • Werner, C., and J.-C. Rage. 1994. Mid-Cretaceous snakes from Sudan. A preliminary report on an unexpectedly diverse snake fauna. Comptes Rendus de l'Académie des Sciences, Paris, Série 2, 319: 247-252.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]