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Onigo (famiglia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Gli Onigo furono una nobile famiglia trevigiana.

È molto probabile che la casata avesse lontane origini germaniche, giunta in Veneto al seguito di un qualche imperatore[1]. Un'altra teoria la fa longobarda[2]. Da tempo immemorabile, inoltre, i suoi esponenti erano insigniti del titolo di conte, riconosciuto anche dalla Serenissima (1795). Dal 1460 fecero parte del consiglio dei nobili di Treviso[1][3].

Il capostipite viene identificato in un Gualperto da Cavaso, capitano dei trevigiani. Combatté vittoriosamente a Cesana contro il vescovo di Belluno, ma vi trovò la morte[3]. In seguito, la vedova Lovica Capilupi comprò i castelli di Onigo e di Rovigo (due località nell'attuale comune di Pederobba) per cui, a partire da Gualpertino, la famiglia prese il nome di Onigo[1][3]. Durante la tirannia di Ezzelino III da Romano, il castello passò momentaneamente a quest'ultimo che vi imprigionò Giovanni di Gualpertino[1].

Gli Onigo divennero in breve tempo una delle più potenti famiglie della zona, con proprietà che si estendevano su oltre quattromila campi (circa 20 km²)[2].

Tra gli Onigo più rilevanti in epoca medievale sono da ricordare Guglielmo e Gherarduccio, che appoggiarono il colpo di Stato del 1327, cappeggiato dal filo-scaligero Guecello Tempesta. Nel 1356 si ribellarono alla Repubblica di Venezia e, sconfitti, riuscirono ad ottenere il perdono grazie all'intercessione di Ludovico d'Ungheria[2].

Altri personaggi importanti furono Alberto, luogotenente in Asolo di Caterina Cornaro[2] e Fiorino, che realizzò il Teatro Onigo, più volte ricostruito e noto oggi come Teatro Comunale di Treviso (la casata continuò a gestire la struttura per altri due secoli).

Gli Onigo si distinsero anche in epoca più tarda. Girolamo da Onigo fu prefetto di Belluno sotto Napoleone e poi viceprefetto di Treviso; è ricordato per la costruzione della strada Pederobba-Bassano. Il figlio Guglielmo (1808-1872) fu un patriota del risorgimento italiano[2].

La famiglia si estinse con la morte violenta di Teodolinda, figlia illegittima, poi adottiva, di Guglielmo, nel 1903[2].

D'azzurro al leone d'oro[4].

  1. ^ a b c d Francesco Schroder, Repertorio Genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Venezia, Tipografia Alvisopoli, 1830, pp. 82-83..
  2. ^ a b c d e f Dépliant distribuito da Opere Pie d'Onigo, Comune di Pederobba e Provincia di Treviso per la Mostra di pergamene antiche dal 1216 al 1380 - Pederobba, 28 novembre 1997.
  3. ^ a b c Giovanni Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, Pisa, 1886, p. 232.
  4. ^ Francesco Lasinio, Stemmi dei Nobili e cittadini Trivigiani, manoscritto n. 1067 presso la Biblioteca Civica di Treviso, 1713, p. 32.

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