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Il vicario di Wakefield

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Il vicario di Wakefield
Titolo originaleThe Vicar of Wakefield
Frontespizio della prima edizione
AutoreOliver Goldsmith
1ª ed. originale1766
Genereromanzo
Lingua originaleinglese

Il vicario di Wakefield è un romanzo dello scrittore irlandese Oliver Goldsmith, scritto tra il 1761 e il 1762 e pubblicato nel 1766.

È stato uno dei libri più letti tra il XVIII ed il XIX secolo: viene infatti citato in Middlemarch di George Eliot, Emma di Jane Austen, David Copperfield e Racconto di due città di Charles Dickens, Frankenstein di Mary Shelley, The Professor e Villette di Charlotte Brontë, Piccole donne di Louisa May Alcott, I dolori del giovane Werther e Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister di Johann Wolfgang von Goethe.

Pubblicazione

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Samuel Johnson, uno degli amici più stretti di Goldsmith, spiegò come Il vicario di Wakefield giunse ad essere pubblicato:

(EN)

«I received one morning a message from poor Goldsmith that he was in great distress, and, as it was not in his power to come to me, begging that I would come to him as soon as possible. I sent him a guinea, and promised to come to him directly. I accordingly went as soon as I was dressed, and found that his landlady had arrested him for his rent, at which he was in a violent passion: I perceived that he had already changed my guinea, and had a bottle of Madeira and a glass before him. I put the cork into the bottle, desired he would be calm, and began to talk to him of the means by which he might be extricated. He then told me he had a novel ready for the press, which he produced to me. I looked into it and saw its merit; told the landlady I should soon return; and, having gone to a bookseller, sold it for sixty pounds. I brought Goldsmith the money, and he discharged his rent, not without rating his landlady in a high tone for having used him so ill.»

(IT)

«Una mattina ricevetti un messaggio dal povero Goldsmith in cui mi diceva di essere molto angosciato, e, visto che non era in grado di venire da me, mi pregò di recarmi da lui il più presto possibile. Gli mandai una ghinea e gli promisi che sarei andato da lui. Come da accordo, il tempo di vestirmi e fui già subito da lui. Scoprii che la sua padrona di casa lo aveva fatto arrestare per non aver pagato l'affitto, cosa per cui lui era furioso: mi resi conto che aveva già speso la mia ghinea, e al suo posto aveva una bottiglia di Madeira e un bicchiere. Tappai la bottiglia, sperando che si calmasse, e iniziai a parlagli chiedendogli di spiegarmi per quale motivo stava per essere sfrattato. Mi disse dunque che aveva un romanzo pronto da stampare, scritto per me. Lo sfogliai e mi accorsi del suo valore; dissi alla padrona di casa che sarei tornato presto, e, giunto in una libreria, lo vendetti per sedici sterline. Portai i soldi a Goldsmith con cui pagò l'affitto, non senza discutere ad alta voce con la sua locatrice per essersi approfittata di lui mentre stava così male.»

Il romanzo era Il vicario di Wakefield, e Johnson lo aveva venduto a Francis Newbery, nipote di John Newbery, e lo tenne per sé due anni prima di pubblicarlo.

Il vicario con la sua famiglia (dipinto di Ford Madox Brown)

Il romanzo tratta le vicende di una normale famiglia irlandese del 1700: il dottor Primrose, la moglie Deborah e i loro sei figli. Vivono una vita idilliaca in una parrocchia di campagna. Il vicario è ricco, grazie ad azzeccati investimenti provenienti da un'eredità ricevuta da un parente defunto. Ogni anno dona le 34 sterline che guadagna col suo lavoro sia agli orfani del luogo che ai veterani di guerra. La sera del matrimonio di suo figlio George con la ricca Arabella Wilmot, il vicario perde tutto il suo patrimonio a causa del fallimento del suo broker, fuggito con i suoi soldi.

Il matrimonio viene perciò disdetto dal padre di Arabella, noto per la sua prudenza con il denaro. George, che ha studiato a Oxford ed è grande abbastanza per essere considerato un adulto, viene mandato in città. Il resto della famiglia si trasferisce in una nuova e più umile parrocchia nella terre del Cavalier Thornhill, noto donnaiolo. Lungo la strada, sentono parlare della dubbia reputazione del loro nuovo padrone di casa e, per contro, di suo zio Sir William Thornhill, conosciuto in tutto il paese per la sua dignità e generosità.

Un povero ed eccentrico amico, il signor Burchell, incontrato in una locanda, salva Sofia dall'annegamento. Lei è immediatamente attratta da lui, ma sua madre, ambiziosa, non incoraggia i suoi sentimenti.

Ritorno di Olivia

Segue un periodo di vita familiare felice, interrotto solo da visite regolari del focoso Cavalier Thornhill e del signor Burchell. Olivia è affascinata dall'attraente carisma di Thornhill, ma allo stesso tempo incoraggia in maniera ridicola le ambizioni sociali della signora Primrose e delle sue figlie.

In seguito, Olivia viene data per scomparsa. Prima si sospetta di Burchell, ma dopo un lungo inseguimento il dottor Primrose trova sua figlia, in realtà ingannata da Thornhill, deciso a sposarla con una finta cerimonia e a lasciarla poco dopo, come aveva già fatto in precedenza con altre donne.

Olivia e suo padre, di ritorno a casa, la trovano in fiamme. Nonostante la famiglia abbia perso quasi tutti i suoi averi, il maligno Thornhill insiste per il pagamento dell'affitto. Siccome il vicario non può pagare, viene condotto in prigione.

Dopodiché è un susseguirsi di eventi terribili: la figlia del vicario, Olivia, viene data per morta, Sofia viene rapita, ed anche George viene mandato in prigione in catene e coperto di sangue, poiché aveva sfidato Thornhill a duello quando aveva sentito parlare della sua malvagità.

A questo punto giunge il signor Burchell, che risolve tutti i problemi: salva Sofia, annuncia che Olivia non è morta e si scopre che il signor Burchell è in realtà il degno Sir William Thornhill, che viaggia per tutto il paese sotto mentite spoglie. Alla fine, c'è un doppio matrimonio: George sposa Arabella, come aveva sempre desiderato fin dall'inizio, e Sir William Thornhill sposa Sofia. Si scopre che il servo di Thornhill lo aveva ingannato, e così il finto matrimonio del Cavaliere e di Olivia è in realtà valido. Infine anche la ricchezza del vicario viene restituita nel momento in cui il mercante fallito viene ritrovato.

Il romanzo di Goldsmith venne portato sullo schermo in diverse versioni:

Citazioni letterarie

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Il vicario di Wakefield è citato dal famoso drammaturgo rumeno Eugene Ionesco nella sua prima e celebre opera La cantatrice calva, del 1950.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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