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Ka (Veda)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il termine sanscrito Ka in alfabeto devanagari. Ka è un pronome interrogativo sanscrito col significato di "Chi?"; è anche un sostantivo maschile come nome di Prajāpati, la "divinità/principio cosmogonico" al centro delle riflessioni dei Brāhmaṇa.

(devanāgarī: क) è un pronome interrogativo sanscrito traducibile in "Chi?" o in "Che cosa?.
Ka è anche il nome di Prajāpati, la "divinità/principio cosmogonico" al centro delle riflessioni dei Brāhmaṇa.
Con il termine Ka si indica comunemente anche il 121° sùkta ("inno", lett. "ben detto") del decimo maṇḍala ("libro", lett. "ciclo") del Ṛgveda[1].

Ṛgveda X, 121

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(SA)

«hiraṇyagharbhaḥ samavartatāghre bhūtasya jātaḥ patirekaāsīt sa dādhāra pṛthivīṃ dyāmutemāṃ kasmai devāyahaviṣā vidhema
ya ātmadā baladā yasya viśva upāsate praśiṣaṃ yasyadevāḥ yasya chāyāmṛtaṃ yasya mṛtyuḥ kasmai devāyahaviṣā vidhema
yaḥ prāṇato nimiṣato mahitvaika id rājā jaghato babhūva ya īśe asya dvipadaścatuṣpadaḥ kasmai devāya haviṣāvidhema
yasyeme himavanto mahitvā yasya samudraṃ rasayā sahāhuḥ yasyemāḥ pradiśo yasya bāhū kasmai devāya haviṣāvidhema
yena dyaurughrā pṛthivī ca dṛḷhā yena sva stabhitaṃ yenanākaḥ yo antarikṣe rajaso vimānaḥ kasmai devāyahaviṣā vidhema
yaṃ krandasī avasā tastabhāne abhyaikṣetāṃ manasārejamāne yatrādhi sūra udito vibhāti kasmai devāyahaviṣā vidhema
āpo ha yad bṛhatīrviśvamāyan gharbhaṃ dadhānājanayantīraghnim tato devānāṃ samavartatāsurekaḥkasmai devāya haviṣā vidhema
yaścidāpo mahinā paryapaśyad dakṣaṃ dadhānājanayantīryajñam yo deveṣvadhi deva eka āsīt kasmaidevāya haviṣā vidhema
mā no hiṃsījjanitā yaḥ pṛthivyā yo vā divaṃsatyadharmā jajāna yaścāpaścandrā bṛhatīrjajānakasmai devāya haviṣā vidhema
prajāpate na tvadetānyanyo viśvā jātāni pari tābabhūva yatkāmāste juhumastan no astu vayaṃ syāma patayorayīṇām»

(IT)

«In principio si generò un embrione d'oro (hiraṇyagharbhaḥ). Nacque Unico il signore dell'Essere. Egli sostiene questa terra e questo cielo. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Lui dà la vita e la forza, lui al cui comando obbediscono tutti anche gli dèi, la cui ombra è l'immortalità e la morte. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Lui, con la sua maestà è l'unico sovrano di tutto ciò che è animato, dorme o si muove, è Lui che regna sugli esseri bipedi e quadrupedi. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
A Lui appartengono, per la sua maestà, queste montagne coperte di neve, e al quale appartiene il mare e la Rasā[2], a Lui appartengono questi punti cardinali (pradiś) e le due braccia [3]. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Lui che ha reso fermi il possente Cielo e la Terra, Lui rese ferma la Luce[4] e la volta celeste. Lui ha misurato lo spazio nell'etere. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
A Lui volgono lo sguardo, tremando nell'animo, i due eserciti schierati, ottenendo protezione, è su di Lui che si sostiene il Sole, splendendo in ognidove una volta levato. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Quando giunsero le alte Acque che contenevano come un embrione, tutto l'universo, generando Agni, allora l'Uno produsse il soffio vitale degli dèi. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Fu Lui che con la potenza abbracciò con il suo sguardo le Acque che contenevano Dakṣa e da cui sorse il sacrificio, Lui che al di sopra degli dei era l'unico dio. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
Non ci danneggi colui che è il creatore della terra, quello che con i veri comandamenti creò il cielo, colui che generò le alte Acque ricche di splendore. Quale (chi) dio adoreremo (kasmai devāya) con la nostra oblazione?
O Prajāpati, nessuno che te ha generato queste creature pervadendole con il suo essere, possa appartenerci ciò che con desiderio invochiamo con le oblazioni. Possiamo essere noi signori di molti tesori»

Prajāpati è Ka

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(SA)

«Indro vai Vṛtraṃ hatvā sarvā vijitīr vijityābravīt Prajāpatim aham etad asāni yat tvam ahaṃ mahān asānīti sa Prajāpatir abravīd atha ko 'ham iti yad evaitad avoca ity abravīt tato vai Ko nāma Prajāpatir abhavat»

(IT)

«Ucciso Vṛtra, il vittorioso Indra si rivolse così a Prajāpati: Voglio essere ciò che tu sei, voglio essere grande! Prajāpati gli disse: E io allora, chi sarò? Sarai, rispose lui, ciò che hai detto. E Prajāpati ricevette il nome Chi? (Ka

(SA)

«»

  1. ^ Cfr. nota 33 a pag.239 in Saverio Sani Ṛgveda. Venezia, Marsilio, 2000
  2. ^ Sostantivo femminile, fiume mitico che scorreva attorno al mondo, frontiera tra il mondo umano e quello non umano. Cfr. Ṛgveda V,54,9 e IX, 41,6.
  3. ^ Indica forse lo zenit e il nadir.
  4. ^ Il Sole.