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Federal Reserve System

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Federal Reserve System
L'Eccles Building che funge da quartier generale della Federal Reserve
SiglaFED
Area valutariaStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
ValutaDollaro statunitense ($)
USD (ISO 4217)
Istituita23 dicembre 1913
PresidenteJerome Powell
(dal 5 febbraio 2018)
Tasso di sconto4,75%[1]
SedeEccles Building, Washington DC
Indirizzo2051 Constitution Ave. NW
Sito web

Il Federal Reserve System, conosciuto anche come Federal Reserve (in italiano Riserva federale) ed informalmente come Fed, è la banca centrale degli Stati Uniti d'America.

La First Central Bank e la Second Central Bank

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Borsa per monete metalliche della Federal Reserve Bank

Il primo tentativo di una moneta nazionale statunitense ebbe luogo durante la guerra d'indipendenza americana. Nel 1775 il Congresso continentale, così come le singole colonie, cominciarono a stampare biglietti detti Continentals[2]. Questi Continentals erano garantiti solo dal futuro gettito fiscale ed erano utilizzati per finanziare i costi della guerra d'indipendenza americana. L'eccesso di emissione, nonché la stampa di falsi da parte degli Inglesi, provocò la svalutazione dei Continentals. Questa cattiva esperienza con la cartamoneta spinse gli Stati Uniti a eliminare il diritto di stampare Bills of Credit (banconote) dalla bozza della Costituzione nel 1787[3], e a proibire che i singoli stati emettessero la propria cartamoneta, limitando il potere degli stati a dichiarare moneta legale solo monete d'oro o d'argento[4].

La prima istituzione statunitense che abbia svolto le funzioni di banca centrale fu la Prima banca degli Stati Uniti d'America, autorizzata dal Congresso e promulgata dal Presidente George Washington nel 1791, su sollecitazione di Alexander Hamilton. L'istituzione fu approvata nonostante la forte opposizione di Thomas Jefferson e James Madison, fra gli altri. La concessione aveva durata ventennale e spirò nel 1811 durante la presidenza di Madison, in quanto il Congresso rifiutò di rinnovarla[5].

In ogni modo, nel 1816, dopo la guerra anglo-americana, Madison ricostituì una banca centrale, la cosiddetta Seconda banca degli Stati Uniti, soprattutto per mettere fine all'inflazione galoppante seguita alla guerra. L'istituto aveva una concessione ventennale. Nell'imminenza della scadenza, il rinnovo fu il principale argomento nel dibattito che portò alla rielezione del presidente Andrew Jackson. Dopo che Jackson, oppositore dell'idea di una banca centrale, fu rieletto, egli prelevò i depositi federali dalla banca centrale[6][7][8] nel 1833, e le entrate federali furono dirottate su banche private selezionate per ordine dell'esecutivo[9]. Sperando di estorcere il rinnovo della concessione, il Presidente della Seconda Banca degli Stati Uniti, Nicholas Biddle, rispose riducendo l'emissione di moneta e causando una breve crisi finanziaria[10][11] la cui responsabilità fu inizialmente attribuita all'azione esecutiva di Jackson.[12][13]. Ma nel 1834 un sollevamento generale contro Biddle pose fine al panico[14][15] e gli sforzi per il rinnovo della concessione furono abbandonati[16]. Ad ogni modo nel 1836 sotto la presidenza Jackson la concessione non fu rinnovata.

Entrambe le banche erano state istituite sul modello della Banca d'Inghilterra[17]. Fra il 1837 e il 1862 non ci fu nessuna banca centrale, e perciò questo periodo è detto Free banking Era. Dal 1863 fu istituito un sistema di banche nazionali. Tuttavia si verificò una serie di crisi economiche, nel 1873, nel 1893 e nel 1907[18][19][20].

La fondazione della Federal Reserve

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Prima pagina di un giornale del 24 dicembre 1913

Nel 1908, in conseguenza del cosiddetto "panico del 1907"[21], il Congresso degli Stati Uniti emanò l'Aldrich–Vreeland Act, che prese provvedimenti per una valuta d'emergenza e costituì una commissione, la National Monetary Commission, per studiare una riforma monetaria[22]. La National Monetary Commission produsse fino al 1911 una notevole quantità di studi e analisi sul sistema monetario e finanziario statunitense e sui sistemi monetari e sulle banche centrali presenti nei vari paesi dell'epoca. La Commissione avanzò diverse proposte per l'introduzione di una istituzione che avesse il compito di prevenire e contenere eventuali crisi finanziarie.

Benché in precedenza contrastata dal Partito Democratico, quando i democratici, nel novembre 1912, vinsero le elezioni sia al Congresso che per la Casa Bianca[23], il nuovo presidente Woodrow Wilson ritenne che la proposta di Aldrich richiedesse poche modifiche. La proposta di Aldrich divenne così la base per il Federal Reserve Act del 1913. La principale differenza fra i due testi stava nel fatto che il controllo passava dal Board of Directors (ribattezzato Federal Open Market Committee nel Federal Reserve Act) al Governo[5][24]. La Fed fu istituita con l'approvazione del Federal Reserve Act del 23 dicembre 1913 dal Congresso degli Stati Uniti e iniziò le sue operazioni nel 1916.

Il difficile dibattito al Congresso per l'approvazione del Federal Reserve Act e la diffidenza da parte dei politici verso soluzioni troppo accentrate determinarono una soluzione legislativa di compromesso che diede vita a una struttura del Federal Reserve System articolata in modo da poter ricevere impulso da tutte le parti del paese e da mantenere una conformazione federale. L'organizzazione era costituita da una banca centrale con sede a Washington e da quindici banche regionali. La nuova istituzione era posta sotto l'autorità del Governo, che nominava come membri del Federal Reserve Board il Segretario al Tesoro e il Comptroller of the Currency.

La crisi del 1929 e la riforma del 1935

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Quando scoppiò la crisi del 1929, la Federal Reserve perseguì erroneamente una politica monetaria restrittiva, che aggravò le conseguenze della depressione. Infatti, dopo il crollo della Borsa nell'ottobre 1929, la Fed continuò a contrarre l'offerta di moneta e rifiutò di salvare le banche in difficoltà a causa del "bank run"[25].

La crisi aveva mostrato i limiti del sistema. Conseguentemente il Banking Act del 1935 trasformò il Federal Reserve Board in Board of Governors, che acquisì un potere di controllo sulle banche regionali. Venne inoltre istituito il Federal Open Market Committee, il comitato che decide la politica monetaria e in particolare regolamenta i tassi d'interesse[26].

Il sistema di Bretton Woods

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Il sistema monetario internazionale creato con gli accordi di Bretton Woods dava al dollaro ed alla Federal Reserve il ruolo di perno del sistema. Infatti il nuovo sistema, detto anche Gold-Exchange Standard era basato su una sola moneta, il dollaro statunitense: tutte le altre monete erano definite in dollari e solo il dollaro era definito in oro. Il riferimento all'oro nel rapporto di 35 dollari per un'oncia d'oro, presupponeva che non ci sarebbe stato uno scivolamento incontrollato da parte della Federal Reserve e che essa avrebbe cercato di mantenere il valore reale della propria moneta.

In questo sistema le diverse monete nazionali (eccetto il dollaro statunitense) avevano un tasso di cambio fisso, ma aggiustabile in caso di bisogno a condizione del consenso degli altri membri. Nel tempo la convertibilità delle monete in rapporto al dollaro era incorniciata da un cambio minimo e da uno massimo, che impedivano a queste valute uno scarto di più del 2% rispetto alla parità iniziale fissata[27].

Evoluzione storica del tasso d'interesse overnight dal 1954

Le registrazioni dello scandalo Watergate rivelarono che il presidente della Fed, Arthur Burns, operava in modo strumentale rispetto al presidente Richard Nixon: per favorire la rielezione di Nixon nel 1972 aveva attuato una politica monetaria espansiva, che aveva favorito una temporanea crescita economica. A questa, tuttavia, era seguita una forte inflazione (12%) e poi una pesante recessione. I danni causati all'economia dall'uso politico della leva monetaria portarono a una completa trasformazione nei rapporti fra politica e autorità monetaria, e crearono il consenso per l'autonomia della banca centrale dalla politica[28].

La riforma della Banca fu attuata mediante il Federal Reserve Reform Act del 1977 e lo Humphrey–Hawkins Full Employment Act del 1978. Con queste leggi venne introdotto l'obbligo di relazioni trimestrali al Congresso circa l'ammontare degli aggregati monetari e creditizi previsti per i successivi dodici mesi[29]. Inoltre, il Board of Governors fu d'allora in poi obbligato a consegnare due volte all'anno al Congresso una relazione circa la propria politica monetaria. Ma soprattutto con questa riforma furono indicati alla Fed degli obiettivi propri e svincolati dalla politica economica del Governo: la stabilità dei prezzi e la crescita nel lungo periodo.

Il primo Presidente dopo la riforma fu Paul Volcker, dal 1979 al 1987, che mise fine all'inflazione degli anni Settanta, a prezzo di una rilevante recessione, aumentando i tassi d'interesse overnight fino a raggiungere il 20%.

Dal 1987 al 2006 si è avuto il lungo mandato di Alan Greenspan, contrassegnato dalla paura di una ripetizione degli errori commessi all'indomani della crisi del 1929, quando la Federal Reserve aveva adottato una politica monetaria restrittiva. Sotto la direzione di Greenspan la Federal Reserve ha attuato una politica espansiva, fornendo liquidità al sistema bancario in occasione di ogni crisi, e soprattutto tenendo molto bassi i tassi d'interesse, con la conseguenza, però, di favorire le "bolle" speculative (Dot-com bubble nel 2000 e Housing bubble nel 2004-2005). Greenspan è stato criticato in particolare per il suo ruolo nella crescita della bolla immobiliare degli anni 2000 e nel successivo scoppio della crisi dei subprime nel 2007[30][31].

Ben Bernanke ha gestito il periodo della crisi del 2008. Per evitare quanto accaduto nel '29, ha condotto una politica espansiva, abbassando il tasso d'interesse fino allo 0 %. Nel 2009, per contrastare gli effetti della recessione negli Stati Uniti, la Fed ha deciso di comprare 300 miliardi di dollari di bond federali, nonché 750 miliardi di dollari di MBS e infine di acquistare debiti di Fannie Mae e Freddie Mac per 100 miliardi di dollari[32].

Il 6 gennaio 2014, Janet Yellen divenne presidente della Fed, nominata dal presidente Barack Obama e già vice di Ben Bernanke dall'ottobre 2010. Fu la prima donna nella storia a ricoprire l'incarico.

Il 5 febbraio 2018, Jerome Powell prese il posto della Yellen e divenne il sedicesimo presidente[33].

Caratteristiche

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La Fed ha una “struttura unica che è sia pubblica che privata” ed è descritta come “indipendente all'interno del governo statunitense”, con finalità pubblicistiche e con alcuni aspetti di natura privatistica. La Fed viene considerata una banca centrale indipendente perché le sue decisioni non sono ratificate da alcun organo del potere esecutivo o legislativo.

Il Federal System è oggi costituito da un'agenzia governativa centrale, il Board of Governors of the Federal Reserve System - con sede nella capitale Washington e composto da 7 governatori nominati dal Presidente degli Stati Uniti - e da dodici Federal Reserve Bank regionali, i cui presidenti sono nominati con complesse procedure.

Sia il Board che le 12 Reserve Bank condividono responsabilità nel campo della vigilanza sugli intermediari finanziari e le loro attività, nonché per quanto riguarda l'offerta di servizi bancari alle istituzioni creditizie e al governo. Uno dei principali componenti del Federal Reserve System è il Federal Open Market Committee (FOMC), composto da 12 membri: tutti i 7 membri del Board of Governors, dal presidente della Federal Reserve Bank di New York e, a rotazione, da 4 dei rimanenti 11 presidenti delle altre Reserve Bank federali. Il FOMC è responsabile della definizione delle operazioni di mercato aperto, il principale strumento della Fed per influenzare i tassi di interesse sui mercati monetari e finanziari.

Inoltre, i membri del Board una volta nominati non possono essere rimossi fino alla scadenza del loro mandato. Le 12 banche federali regionali rappresentano l'articolazione operativa del sistema di banca centrale degli Stati Uniti e sono organizzate come enti di diritto privato. Le azioni di ogni distretto possono essere detenute soltanto da banche statunitensi.[34]

Questa è condizione necessaria per essere ammesse ad operare sotto la vigilanza della Fed, ma non è condizione obbligatoria per l'esercizio dell'attività bancaria. Una banca può scegliere di non far parte del Federal Reserve System. In questi casi, la banca può essere vigilata da altre entità, come ad esempio, l'Office of the Comptroller of the Currency (OCC) e la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Le azioni delle banche di riserva federale non possono essere vendute, negoziate o date in pegno, i dividendi, per legge sono pari al 6 per cento annuo. La restante quota di utili viene trasferita al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

La struttura semipubblica della Fed[35] si articola in:

  1. il Board of Governor (consiglio direttivo) avente sede a Washington,
  2. il Federal Open Market Committee (FOMC),
  3. le dodici Federal Reserve Banks aventi sede nelle maggiori città statunitensi. Ciascuna Federal Bank locale è un ente di diritto privato e ha un proprio Board of directors (consiglio di amministrazione) composto da nove membri,
  4. diverse altre banche private, che sottoscrivono azioni non trasferibili delle Reserve Bank della regione in cui operano,
  5. diversi consigli consultivi[36].

In base alla documentazione ufficiale, i compiti della Fed si possono suddividere in quattro macro-aree[37]:

  1. Stabilire la politica monetaria nazionale influenzando la quantità di moneta in circolazione e le condizioni creditizie dell'economia al fine di perseguire il massimo impiego, la stabilità dei prezzi e moderati tassi di interesse a lungo termine;
  2. Supervisionare e regolare le istituzioni bancarie per assicurarne la sicurezza e la stabilità del sistema bancario e finanziario nazionale e proteggere i diritti dei consumatori;
  3. Mantenere la stabilità del sistema finanziario e contenere il rischio sistemico che può nascere nei mercati finanziari;
  4. Fornire servizi di tesoreria per le istituzioni depositanti, il governo degli Stati Uniti ed istituzioni ufficiali straniere inclusa la supervisione del sistema dei pagamenti nazionale.

Federal Open Market Committee

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Lo stesso argomento in dettaglio: Federal Open Market Committee.

Federal Reserve Banks

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Distretti della Federal Reserve
I dodici edifici della Federal Reserve, nel 1936
Edificio della Federal Reserve di New York
La Federal Reserve Bank di Chicago si trova all'angolo tra LaSalle Street e Jackson Boulevard, nel quartiere finanziario della città.

L'organizzazione territoriale del sistema si compone di 12 regional Federal Reserve Banks ciascuna competente per un distretto (i numeri corrispondono con quelli della cartina):

  1. Boston (maggior parte del Connecticut (esclusa la contea di Fairfield), Massachusetts, Maine, New Hampshire, Rhode Island e Vermont)
  2. New York (New York state, le 12 contee settentrionali del New Jersey, contea di Fairfield nel Connecticut, Puerto Rico, e le U.S. Virgin Islands)
  3. Filadelfia (Pennsylvania orientale e centrale, le 9 contee meridionali del New Jersey e Delaware)
  4. Cleveland (Ohio, Pennsylvania occidentale, Kentucky orientale, e il Northern Panhandle del West Virginia)
  5. Richmond (District of Columbia, Maryland, Virginia, North Carolina, South Carolina e la maggior parte del West Virginia, tutto lo stato tranne il Northern Panhandle)
  6. Atlanta (Alabama, Florida, Georgia, 74 contee nei due terzi orientali del Tennessee, 38 parrocchie della Louisiana meridionale e 43 contee del Mississippi meridionale)
  7. Chicago (parti settentrionali di Illinois e Indiana, Wisconsin meridionale, il Lower Peninsula del Michigan, e lo Iowa)
  8. St. Louis (Arkansas e porzioni di Illinois, Indiana, Kentucky, Mississippi, la metà orientale del Missouri e Tennessee Occidentale. Ha filiali a Little Rock, Louisville e Memphis)
  9. Minneapolis (Minnesota, Montana, North Dakota e South Dakota, Wisconsin nord-occidentale, e l'Upper Peninsula del Michigan)
  10. Kansas City (Colorado, Kansas, Nebraska, Oklahoma, Wyoming, e porzioni occidentali del Missouri e del New Mexico settentrionale)
  11. Dallas (Texas, settentrionale Louisiana e meridionale New Mexico)
  12. San Francisco (Alaska, Arizona, California, Hawaii, Idaho, Nevada, Oregon, Utah, e Washington — oltre alle Isole Marianne Settentrionali, American Samoa, e Guam)

Presidenti della Federal Reserve

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Presidente Mandato
Inizio Fine
1 Charles Hamlin
(1861-1938)
10 agosto 1914 10 agosto 1916
2 William Proctor Gould Harding
(1864-1930)
10 agosto 1916 9 agosto 1922
3 Daniel Richard Crissinger
(1860-1942)
1º maggio 1923 15 settembre 1927
4 Roy Archibald Young
(1882-1960)
4 ottobre 1927 31 agosto 1930
5 Eugene Meyer
(1875-1959)
16 settembre 1930 10 maggio 1933
6 Eugene Robert Black
(1873-1934)
19 maggio 1933 15 agosto 1934
7 Marriner Stoddard Eccles
(1890-1977)
15 novembre 1934 3 febbraio 1948
8 Thomas Bayard McCabe
(1893-1982)
15 aprile 1948 2 aprile 1951
9 William McChesney Martin
(1906-1998)
2 aprile 1951 1º febbraio 1970
10 Arthur Frank Burns
(1904-1987)
1º febbraio 1970 8 marzo 1978
11 George William Miller
(1925-2006)
8 marzo 1978 6 agosto 1979
12 Paul Volcker
(1927-2019)
6 agosto 1979 11 agosto 1987
13 Alan Greenspan
(1926)
11 agosto 1987 31 gennaio 2006
14 Ben Bernanke
(1953)
1º febbraio 2006 31 gennaio 2014
15 Janet Yellen
(1946)
1º febbraio 2014 3 febbraio 2018
16 Jerome Powell
(1953)
5 febbraio 2018 in carica

Agenzie che esercitano attività complementari

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Altre agenzie con compiti simili alla Fed che collaborano reciprocamente in materia di vigilanza bancaria e finanziaria sono:

Quest'ultimo garantisce il coordinamento tra le varie agenzie di vigilanza bancaria e l'applicazione uniforme dei principi di sorveglianza sul sistema bancario e finanziario.

Nella cultura di massa

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La nascita della Federal reserve è descritta nel corto del 2010 American dream, diretto da Tad Lumpkin e Harold Uhl. Nel film Nella tana dei lupi (2018) una banda di criminali cerca di rapinarla.

  1. ^ (EN) The Federal Reserve Bank Discount Window & Payment System Risk Website, in Federal Reserve System, 10 novembre 2024.
  2. ^ (EN) The History of American Currency, su uscurrency.gov, U.S. Currency Education Program. URL consultato il 21 giugno 2018 (archiviato il 10 gennaio 2018).
  3. ^ "Mr. Govr. MORRIS moved to strike out "and emit bills on the credit of the U. States" – If the United States had credit such bills would be unnecessary: if they had not, unjust & useless. ... On the motion for striking out N. H. ay. Mas. ay. Ct ay. N. J. no. Pa. ay. Del. ay. Md. no. Va. ay. N. C. ay. S. C. ay. Geo. ay.", su avalon.law.yale.edu. URL consultato il 30 aprile 2012 (archiviato il 25 marzo 2012).
  4. ^ US Constitution Article 1, Section 10. "no state shall ..emit Bills of Credit; make any Thing but gold and silver Coin a Tender in Payment of Debts;"
  5. ^ a b Roger Johnson, Historical Beginnings... The Federal Reserve (PDF), su bos.frb.org, Federal Reserve Bank of Boston, dicembre 1999, p. 8. URL consultato il 23 luglio 2010 (archiviato il 25 dicembre 2010).
  6. ^ Robert Remini, Andrew Jackson and the Course of American Freedom, 1822–1832. vol. II, New York, Harper & Row, 1981, pp. 375–376
  7. ^ Wilentz, Sean, The Rise of American Democracy: Jefferson to Lincoln, New York, W.W. Horton and Company, 2008, p. 396, pp. 392–393
  8. ^ Schlesinger, Arthur Meier Jr., Age of Jackson, 1945, p. 98
  9. ^ Bray Hammond, Jackson, Biddle, and the Bank of the United States in The Journal of Economic History, Vol. 7, n° 1, maggio 1947, pp. 1–23. Contenuto in Frank Otto Gatell (a cura di) Essays on Jacksonian America, New York, Holt, Rinehart and Winston, 1970, p. 155
  10. ^ Hammond, 1947, p. 151
  11. ^ Richard Hofstadter, Great Issues in American History: From the Revolution to the Civil War, 1765–1865, 1948, pp. 61–62
  12. ^ Wilentz, 2008, p. 396
  13. ^ Schlesinger, 1945, p. 103
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  15. ^ Schlesinger, 1945, p. 112–113
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  17. ^ British Parliamentary reports on international finance: the Cunliffe Committee and the Macmillan Committee reports, Ayer Publishing, 1978, ISBN 978-0-405-11212-6.
  18. ^ Panic of 1907: J.P. Morgan Saves the Day, su u-s-history.com, US-history.com. URL consultato il 6 dicembre 2014 (archiviato il 13 dicembre 2014).
  19. ^ Born of a Panic: Forming the Fed System, su minneapolisfed.org, The Federal Reserve Bank of Minneapolis. URL consultato il 6 dicembre 2014 (archiviato il 7 dicembre 2014).
  20. ^ Abigail Tucker, The Financial Panic of 1907: Running from History, su Smithsonian Magazine, 29 ottobre 2008. URL consultato il 6 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2013).
  21. ^ Myron Herrick, The Panic of 1907 and Some of Its Lessons, su Annals of the American Academy of Political and Social Science, March 1908. URL consultato il 29 agosto 2011.
  22. ^ Michael Whithouse, Paul Warburg's Crusade to Establish a Central Bank in the United States, su minneapolisfed.org, The Federal Reserve Bank of Minneapolis, May 1989. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
  23. ^ Paul Warburg's Crusade to Establish a Central Bank in the United States, su minneapolisfed.org, The Federal Reserve Bank of Minneapolis. URL consultato il 24 giugno 2016 (archiviato il 10 dicembre 2014).
  24. ^ Born of a panic: Forming the Federal Reserve System, su minneapolisfed.org, The Federal Reserve Bank of Minneapolis, agosto 1988 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).https://www.minneapolisfed.org/publications/the-region/born-of-a-panic-forming-the-fed-system Archiviato il 29 maggio 2016 in Internet Archive.
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  27. ^ Didier Marteau Les marchés de capitaux Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive., Hachette, 2012
  28. ^ Donato Masciandro, Le ansie della Yellen su Il Sole 24 Ore del 30 ottobre 2016
  29. ^ Moore, Carl H., The Federal Reserve System: A History of the First 75 Years, Jefferson, McFarland & Company, 1990
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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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