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Elena Kagan

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Elena Kagan
Elena Kagan nella fotografia ufficiale della Suprema Corte (2013)

Giudice associato della Corte suprema degli Stati Uniti d'America
In carica
Inizio mandato9 maggio 2010
PredecessoreJohn Paul Stevens

Avvocato generale degli Stati Uniti dꞌAmerica
Durata mandato20 marzo 2009 –
17 maggio 2010
PresidenteBarack Obama
Vice presidenteJoe Biden
PredecessoreEdwin Kneedler
SuccessoreNeal Katyal

Dati generali
Titolo di studioLaurea
UniversitàUniversità di Harvard
ProfessioneProfessoressa universitaria

Elena Kagan (New York, 28 aprile 1960) è una giurista statunitense. È stata preside della facoltà di giurisprudenza dell'università di Harvard e Solicitor General degli Stati Uniti. Dall'agosto 2010 è giudice associato della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Origini e formazione

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Elena Kagan è nata e cresciuta a New York, seconda dei tre figli di Gloria Gittelman Kagan, insegnante elementare, e di Robert Kagan, avvocato.[1][2] La famiglia frequentava la sinagoga di Lincoln Square; a 13 anni Elena, di carattere indipendente e deciso, ebbe un contrasto con il rabbino sulle modalità del suo bat mitzvah. Oggi si riconosce nell'ebraismo conservatore.[3]

Elena Kagan mentre riceve la laurea alla Harvard Law School nel 1986.

Ha frequentato la Hunter College High School, e si è iscritta all'università di Princeton, dove ha conseguito un bachelor in storia nel 1981. Tra gli argomenti dei suoi studi vi era il movimento socialista nella città di New York nella prima parte del XX secolo. Nella sua tesi To the Final Conflict: Socialism in New York City, 1900–1933, redatta sotto la guida dello storico Sean Wilentz, la Kagan scrisse: «Attraverso le sue lotte interne, dunque, il Partito Socialista consumò le sue forze fino ad esaurirle per sempre... È una storia tristemente istruttiva per coloro i quali, dopo oltre mezzo secolo dal declino del socialismo, ancora desiderano cambiare l'America».[4] Secondo Wilentz, Kagan non intendeva difendere il socialismo: «Era interessata all'argomento. Studiare qualcosa non equivale ad approvarla».[5] Wilentz ha descritto Kagan come «una delle più importanti menti legali del paese, è ancora la persona arguta, simpatica e coi piedi per terra che ricordo con orgoglio dal tempo in cui era all'università».[6]

Ha poi ottenuto la laurea in filosofia all'università di Oxford (Worcester College) nel 1983 e la laurea con lode in giurisprudenza all'università di Harvard nel 1986, dove è stata tra i redattori della Harvard Law Review. L'amico Jeffrey Toobin ricorda che lei «fin dall'inizio si è distinta come una persona dotata di una mente formidabile... allora la facoltà di giurisprudenza era politicizzata e divisa. Lei si orientava tra le fazioni con facilità, e ottenne il rispetto di tutti».[7]

Carriera legale e accademica

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Nel 1987 la Kagan è stata assistente di Abner Mikva, giudice della Corte d'Appello per il Distretto di Columbia, e l'anno successivo di Thurgood Marshall, giudice della Corte Suprema. Ha lavorato allo studio legale Williams & Connolly di Washington, e dal 1991 ha insegnato diritto costituzionale e amministrativo all'università di Chicago, divenendo professore ordinario nel 1995. Ha pubblicato articoli sulla libertà di parola e il primo emendamento della Costituzione,[8] e Confirmation Messes, Old and New, una recensione di un libro di Stephen L. Carter sulle procedure di nomina e conferma dei giudici. Secondo i suoi colleghi, gli allievi della Kagan fin dall'inizio le manifestarono apprezzamento e ammirazione, e lei fu promossa al rango di professore ordinario «nonostante le riserve di alcuni colleghi che pensavano che non avesse pubblicato abbastanza».[5]

Servizio alla Casa Bianca

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Tra il 1995 e il 1999, durante la presidenza di Bill Clinton, Elena Kagan ha ricoperto vari ruoli di consulenza: consigliere legale associato, vice assistente per la politica interna e vicedirettore del Consiglio per la Politica Interna. Il 17 giugno 1999 Clinton l'ha nominata giudice della Corte d'Appello per il Distretto di Columbia; tuttavia il Senato (allora a maggioranza repubblicana) non ha mai preso in considerazione la nomina, che quindi è rimasta priva di efficacia.

Ritorno all'attività accademica

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Kagan come preside di giurisprudenza a Harvard

Dopo aver lasciato la Casa Bianca, la Kagan è tornata all'università. La facoltà di giurisprudenza di Chicago non ha voluto riaccoglierla, apparentemente perché dubbiosa sulle sue intenzioni di impegnarsi a fondo nell'attività accademica.[9] Elena Kagan è invece stata assunta dall'università di Harvard. Qui ha pubblicato nel 2001 Presidential Administration, un importante articolo di diritto amministrativo sul ruolo del Presidente degli Stati Uniti nella direzione dell'apparato amministrativo federale, e su come il Presidente può attuare il proprio programma politico per mezzo di un controllo più stretto sull'attività regolamentare svolta dagli enti federali.

Nel 2001 la Kagan è divenuta professore ordinario e nel 2003 è stata nominata preside della facoltà di giurisprudenza, prima donna a ricoprire quest'incarico. Come preside, si è sforzata con successo di migliorare la soddisfazione degli studenti, e ha attuato una riforma del programma di studi. La sua direzione si è basata su uno stile volto alla creazione di consenso, che ha contribuito ad attenuare i contrasti ideologici presenti nel corpo docente.[10][11][12] Inoltre ha convinto a trasferirsi a Harvard alcuni giuristi molto noti, come Cass Sunstein e Lawrence Lessig, e ha assunto anche docenti conservatori, che in precedenza non erano bene accetti a Harvard.

Controversia sui reclutatori militari

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Elena Kagan ha continuato ad applicare una precedente decisione di escludere dalla facoltà i reclutatori militari a causa delle discriminazioni esercitate dalle forze armate verso gli omosessuali (la cosiddetta politica don't ask, don't tell). Ha sostenuto una causa contro una legge (l'"emendamento Solomon") che negava i finanziamenti federali alle università che escludevano i reclutatori militari, ma quando il ricorso è stato respinto dalla Corte Suprema,[13] li ha subito riammessi nella facoltà. Tuttavia ha manifestato la sua contrarietà a questa politica, definendola «un profondo torto, e una ingiustizia morale di prim'ordine».[14]

Avvocato generale

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Il 5 gennaio 2009 Barack Obama, vincitore dell'elezione presidenziale tenuta nel novembre precedente, ha annunciato la sua decisione di nominare Elena Kagan Avvocato Generale (Solicitor General) degli Stati Uniti.[15][16] La Kagan aveva un'esperienza forense assai scarsa, e non aveva mai discusso un caso in tribunale.[17] Il Senato tuttavia ha approvato la nomina il 19 marzo 2009 con una votazione che si è conclusa a favore della Kagan con 61 voti contro 31[18]: è quindi divenuta la prima donna a ricoprire questa carica, e ha fatto il suo debutto davanti alla Corte Suprema il 9 settembre 2009, sostenendo la posizione del governo federale nel caso Citizens United v. Federal Election Commission.[19] È comparsa personalmente davanti alla Corte in altri cinque casi.[20]

Nomina alla Corte Suprema

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Il presidente Obama mentre annuncia la nomina di Kagan alla Corte Suprema.

Già prima dell'elezione di Barack Obama, la Kagan era considerata una delle scelte più probabili per la Corte suprema se l'elezione presidenziale del 2008 fosse stata vinta da un democratico.[21][22][23][24] Infatti è stata tra i candidati considerati da Obama per sostituire David Souter, che il 1º maggio 2009 aveva annunciato il suo ritiro dalla Corte.[25] Si pensava che Kagan potesse essere favorita in quanto Avvocato Generale, ma infine Obama ha preferito nominare Sonia Sotomayor al posto di Souter. Elena Kagan è stata invece scelta il 9 maggio 2010[26][27][28] per succedere al giudice John Paul Stevens, che il 9 aprile 2010 ha annunciato il suo prossimo pensionamento.[29]

Elena Kagan ha raramente manifestato in pubblico i suoi orientamenti politici o ideologici, e il numero delle sue pubblicazioni è scarso. Da parte conservatrice la si è criticata perché considerata troppo di sinistra,[30][31][32][33][34] mentre alcuni progressisti si sono dichiarati delusi dalla scelta di una giurista che appare loro troppo moderata.[35][36][37] La documentazione nota e la sua carriera suggeriscono che Kagan abbia un orientamento moderatamente progressista: «è certamente a sinistra, ma è anche cauta, pragmatica e politicamente accorta».[38]

La nomina di Elena Kagan è stata appoggiata dai presidi di 69 facoltà di giurisprudenza in una lettera aperta resa nota all'inizio di giugno, che lodava le sue capacità di costruire coalizioni e la sua «familiarità sia con la dottrina che con la politica» oltre che i suoi scritti di analisi legale.[39] È stata appoggiata inoltre da otto suoi predecessori nella carica di Avvocato Generale.[40]

La commissione Giustizia del Senato ha tenuto le udienze pubbliche per l'esame della nomina a partire dal 28 giugno. Il 20 luglio la Commissione ha dato parere favorevole con 13 voti su 19. Il 5 agosto il Senato ha approvato definitivamente la nomina con 63 voti favorevoli e 37 contrari.[41] Hanno votato a favore tutti i democratici, tranne uno, e i due indipendenti; tutti i repubblicani, tranne cinque, hanno votato contro. Il voto è stato un esempio della «crescente polarizzazione politica dei conflitti sui candidati alla Corte»: la maggior parte dei repubblicani ha criticato la mancanza di esperienza della Kagan, l'ha accusata di ostilità verso le forze armate e ha sostenuto che le sue decisioni come giudice saranno influenzate dalle sue posizioni politiche e da quelle di Obama. I democratici, invece, l'hanno lodata come brillante studiosa che aumenterà la varietà delle esperienze e dei punti di vista presenti all'interno della Corte.[42] Il 7 agosto, con il giuramento impartitole dal Giudice Capo John Roberts, Kagan è entrata in carica.[43][44]

Elena Kagan è la prima componente della Corte in quasi quarant'anni a non avere una precedente esperienza come giudice (per trovarne un altro bisogna risalire a William Rehnquist, entrato nella Corte nel gennaio 1972).[45] È la quarta giudice donna nella storia della Corte, e la terza nell'attuale Corte; inoltre è l'ottava giudice ebrea nella storia della Corte, e la terza nell'attuale Corte.

Elena Kagan non si è mai sposata e non ha figli. Ha due fratelli, che sono entrambi insegnanti nelle scuole pubbliche, come lo era stata la madre.

  1. ^ (EN) Paid Notice: Deaths Kagan, Gloria Gittelman, su query.nytimes.com, The New York Times, 13 luglio 2008. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 10 marzo 2016).
  2. ^ (EN) Robert Kagan, 67, Lawyer for Tenants, su nytimes.com, The New York Times, 25 luglio 1994. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 10 novembre 2016).
  3. ^ (EN) Lisa W. Foderaro, Growing Up, Kagan Tested Boundaries of Her Faith, su nytimes.com, The New York Times, 12 maggio 2010. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato il 25 marzo 2017).
  4. ^ (EN) Brad DeLong, Elena Kagan's Undergraduate Thesis – Grasping Reality with Both Hands, su delong.typepad.com, 17 maggio 2010. URL consultato il 1º luglio 2010 (archiviato il 25 giugno 2010).
  5. ^ a b (EN) Katharine Q. Seelye, Lisa W. Foderaro; Sheryl Gay Stolberg, A Climb Marked by Confidence and Canniness, su nytimes.com, The New York Times, 12 maggio 2010. URL consultato il 13 maggio 2010 (archiviato il 14 maggio 2010).
  6. ^ Cass Cliatt, Princeton alumna Kagan nominated to Supreme Court, su princeton.edu, Princeton University, 10 maggio 2010. URL consultato il 5 maggio 2010 (archiviato il 27 maggio 2010).
  7. ^ Jeffrey Toobin, Elena Kagan's Nomination, su newyorker.com, The New Yorker, 10 maggio 2010. URL consultato il 15 maggio 2010 (archiviato il 13 maggio 2010).
  8. ^ Regulation of Hate Speech and Pornography After R.A.V., sulla regolamentazione dei discorsi di incitamento all'odio, e Private Speech, Public Purpose: The Role of Governmental Motive in First Amendment Doctrine, sulle ragioni in base alle quali lo stato regola l'esercizio della libertà di parola.
  9. ^ (EN) Kagan's Chicago ties, su suntimes.com, Chicago Sun-Times, 11 maggio 2010. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2010).
  10. ^ (EN) At Harvard, dean eased faculty strife, su boston.com, The Boston Globe, 15 aprile 2010. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 6 marzo 2016).
  11. ^ (EN) Kagan, possible Obama pick, thawed Harvard Law, su boston.com, The Boston Globe, 4 gennaio 2009. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 4 aprile 2015).
  12. ^ (EN) Kevin K. Washburn, Elena Kagan and the Miracle at Harvard, su papers.ssrn.com, Social Science Research Network, 2 luglio 2010. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato l'8 luglio 2010).
  13. ^ (EN) Rumsfeld v. Forum for Academic and Institutional Rights (FAIR), 547 U.S. 47 (2006), su oyez.org, The Oyez Project. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato il 24 luglio 2010).
  14. ^ (EN) Amy Goldstein, Foes may target Kagan's stance on military recruitment at Harvard, su washingtonpost.com, The Washington Post, 17 aprile 2010. URL consultato il 1º maggio 2010 (archiviato il 1º dicembre 2010).
  15. ^ (EN) CNN.com: More Obama Justice Dept Picks Announced, su politicalticker.blogs.cnn.com, 5 gennaio 2009. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato l'8 aprile 2009).
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  20. ^ (EN) Elena Kagan’s Oral Arguments Before the Supreme Court (PDF), su scotusblog.com, SCOTUSblog, 29 giugno 2010. URL consultato l'8 agosto 2010 (archiviato il 2 luglio 2010).
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  22. ^ (EN) Campaign 2004: Election likely to alter make-up of Supreme Court, su post-gazette.com, 9 agosto 2004. URL consultato l'8 maggio 2009 (archiviato il 10 dicembre 2008).
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  43. ^ (EN) Associate Justice Elena Kagan Swearing-in Ceremony, su supremecourt.gov, United States Supreme Court. URL consultato il 14 agosto 2010 (archiviato il 16 agosto 2010).
  44. ^ (EN) Peter Baker, Kagan Sworn In to Supreme Court, su nytimes.com, The New York Times, 7 agosto 2010. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato il 7 agosto 2010).
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