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Gran Premio d'Italia 1976

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Italia (bandiera) Gran Premio d'Italia 1976
277º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 13 di 16 del Campionato 1976
Data 12 settembre 1976
Nome ufficiale XLVII Gran Premio d'Italia
Luogo Monza
Percorso 5,800 km
Distanza 52 giri, 301,600 km
Clima Soleggiato poi pioggia poi asciutto
Risultati
Pole position Giro più veloce
Francia (bandiera) Jacques Laffite Svezia (bandiera) Ronnie Peterson
Ligier-Matra in 1'41"35 March-Ford Cosworth in 1'41"30
(nel giro 50)
Podio
1. Svezia (bandiera) Ronnie Peterson
March-Ford Cosworth
2. Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni
Ferrari
3. Francia (bandiera) Jacques Laffite
Ligier-Matra

Il Gran Premio d'Italia 1976 è stata la tredicesima prova della stagione 1976 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 12 settembre 1976 sul Circuito di Monza. La gara è stata vinta dallo svedese Ronnie Peterson su March-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò dell'ottavo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo lo svizzero Clay Regazzoni su Ferrari e il francese Jacques Laffite su Ligier-Matra. Per la March si trattò del terzo, e ultimo, successo nel mondiale di F1.

Aspetti tecnici

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La pista venne leggermente modificata rispetto all'edizione precedente: venne ridisegnata la prima chicane (variante Goodyear). Vi era un doppio destra-sinistra che rallentava maggiormente le vetture. Alcuni piloti, tra cui Jacques Laffite e Clay Regazzoni, criticarono la modifica, temendo che la nuova conformazione della pista favorisse gli imbottigliamenti delle vetture al via.[1] Fu anche inserita una nuova chicane chiamata "Variante della Roggia" per rallentare le vetture nell'affrontare la prima di Lesmo.

Per adeguarsi meglio alle importanti frenate del circuito sulla Brabham di Pace vennero utilizzati nuovi freni con guarnizioni di carbonio sia per le pastiglie che per i dischi; sulla Tyrrell, il progettista Frank Gardner modificò la geometria posteriore della macchina di Scheckter e allungò di circa 150 millimetri il passo di quella di Depailler.[2]

Aspetti sportivi

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La Scuderia Ferrari ingaggiò Carlos Reutemann, che fino a quel momento aveva corso per la Brabham-Alfa Romeo. Per l'argentino si ipotizzò che potesse prendere il posto di Clay Regazzoni per la stagione seguente, oltre che completare la stagione 1976 col Cavallino.[3] La Brabham, per sostituire Reutemann, si affidò a Rolf Stommelen, già impiegato nel Gran Premio di Germania, e che in Olanda aveva corso con la Hesketh. Su quest'ultima vettura tornò Guy Edwards. Anche Brett Lunger riprese il suo volante alla Surtees al posto di Conny Andersson.

Niki Lauda annunciò il suo desiderio di tornare a correre al gran premio d'Italia, dopo solo 42 giorni dal terrificante incidente del Nürburgring. Il martedì prima della gara l'austriaco testò la vettura sul Circuito di Fiorano.[4]

Niki Lauda, dopo sole 6 settimane dall'incidente al GP di Germania, tornò al volante della sua Ferrari.

Al termine del test l'austriaco dichiarò:

«Vado a Monza ma non per vincere. È il mio primo Gran Premio dopo l'incidente del Nürburgring. Per me sarà soltanto un allenamento per quelli successivi, un modo per riacquistare la forma perfetta, lo mi sento pronto al 100 per cento, ma è un mese che non salgo su una vettura di F.1 e non so quale possa essere il mìo rendimento. Oggi tutto è andato bene e non ho avuto problemi particolari. Non sono tanto preoccupato per la guida, quanto per la resistenza allo sforzo fisico.[4]»

Le condizioni dell'austriaco erano ancora alquanto precarie. Fu necessario infatti modificargli il casco per cercare di limitare le perdite di sangue che si verificavano per lo sfregamento sulle ferite del volto non ancora rimarginate; l'autorizzazione della commissione medica arrivò il venerdì mattina, prima delle prove.[5] La Ferrari si trovò così a iscrivere tre vetture per il gran premio: cosa che non capitava dal Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1972, con Andretti, Ickx e Regazzoni.

Non si vide la Penske della F&S Properties, mentre si iscrisse alla gara anche Otto Stuppacher che nel Gran Premio d'Austria era stato escluso per la scarsa esperienza automobilistica. La RAM decise di non partecipare ancora alla gara per le solite diatribe giudiziarie con Loris Kessel. Lo svizzero prese però parte alle prove con una Williams privata.

L'organizzazione del gran premio richiedeva quasi 3.000 persone, di cui ben 1.500 per la gestione della sicurezza pubblica. Il costo si aggirava sui 200 milioni di lire a cui andavano aggiunti 285.000 dollari per l'ingaggio e i premi ai piloti. Una parte di questi premi veniva distribuita sulla base dei risultati acquisiti nel mondiale, l'altra sulla base dei passaggi in gara al giro 12, 26, 39 e 51. Il costo dei biglietti andava dalle 30.000 lire per la Tribuna Box alla domenica, alle 3.000 per il venerdì.[6]

La prima giornata di prove venne rovinata dalla pioggia che batté sul circuito. Molti piloti furono autori di pericolosi testacoda, senza però che ciò comportasse delle conseguenze fisiche per loro. Tra questi anche Clay Regazzoni e James Hunt ebbero degli incidenti. Il ticinese finì nella sabbia nella variante prima della prima Curva di Lesmo, venendo di fatto avvolto dalle reti di protezioni poste nella via di fuga, tanto che dovettero intervenire i commissari per liberarlo dalla monoposto.

Jacques Laffite su Ligier-Matra nel Gran Premio d'Italia ottenne la prima pole in F1 per lui e per la sua scuderia.

Il miglior tempo venne fatto segnare da Hans-Joachim Stuck su March in 2'02"79, davanti a Ronnie Peterson e Jacky Ickx. La settimana precedente Laffite aveva ottenuto, su pista asciutta, 1'42"57. Al termine delle prove i commissari di gara squalificarono, per irregolarità tecniche, la Lotus di Mario Andretti, la March di Peterson, l'Ensign di Ickx, la Wolf Williams di Arturo Merzario e la Ferrari di Regazzoni. Per tutte queste squalifiche la motivazione fu dovuta alla violazione dell'altezza delle prese d'aria sulla vettura, mentre sulla Ferrari risultò anche lo sbalzo dell'alettone posteriore un millimetro più alto di quanto consentito.[7][8] L'atteso Lauda chiuse in 2'35"25, col diciannovesimo tempo.

Stuppacher, non qualificato, venne riammesso per l'esclusione di McLaren e Penske, ma avendo già abbandonato il circuito, non prese parte alla gara.

Il giorno seguente, col sole, fu Jacques Laffite a strappare la pole, la prima per lui e per la Ligier. Per il motorista, la Matra, si trattò della terza pole, la prima dal Gran Premio di Francia 1972, con Chris Amon. Il francese precedette di soli tre centesimi Jody Scheckter su Tyrrell, e di 18 Carlos Pace su Brabham. Lauda chiuse quinto, tra l'altro il migliore dei piloti della Scuderia Ferrari. Laffite fece segnare 1'41"35, un tempo di quasi nove secondi più alto di quello fatto segnare dal poleman del 1975, Niki Lauda.[9] Hunt, il più diretto rivale dell'austriaco nella corsa all'iride, si classificò nono e lamentò un eccesso di sovrasterzo.[10]

Arturo Merzario abbandona la sua Williams FW05, nel corso delle qualifiche, per un principio d'incendio.

Al termine delle prove, alcuni tecnici della Snam-Agip prelevarono dei campioni benzina per controllare che rispondessero ai criteri del regolamento. Vi erano state delle polemiche all'indomani del Gran Premio d'Austria, vinto da John Watson, in merito all'utilizzo di carburanti non legali da parte di alcune scuderie britanniche, tra cui proprio la Penske e la McLaren.[11]

Secondo il regolamento sportivo in vigore in Italia la benzina non poteva superare i 101 ottani: vennero trovati irregolari proprio i carburanti di Penske (109 ottani) e McLaren (101,75). I responsabili di questi team si difesero affermando che la benzina era regolare, essendo stata acquistata nel Regno Unito e sottolineando come a effettuare i controlli fossero dei tecnici dell'Agip, fornitrice della Ferrari.[12]

Si decise perciò di cancellare i tempi della seconda sessione, al termine della quale erano stati effettuati i riscontri. Watson, Hunt e Mass si ritrovarono perciò in graduatoria con i tempi, molto alti, della sessione piovosa del venerdì e perciò non qualificati, anzi con tempi superiori al 110%, rispetto al tempo del poleman, e quindi non ripescabili. Vennero così recuperati Brett Lunger, Arturo Merzario e Otto Stuppacher. Stuppacher aveva però già abbandonato il circuito convinto di non essersi qualificato, Merzario non prese parte alla gara così come Guy Edwards, per un problema sulla sua Hesketh. Ciò fece riammettere, anche se in fondo allo schieramento, Watson e il duo della McLaren, perché il limite del 110% non venne applicato in quanto la sessione del venerdì era avvenuta sotto la pioggia.[13]

Nella sessione di qualifica[14] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 1'41"35 1
2 3 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'41"38 2
3 8 Brasile (bandiera) Carlos Pace Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'41"53 3
4 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'42"06 4
5 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 1'42"09 5
6 34 Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'42"18 6
7 35 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Italia (bandiera) Ferrari 1'42"38 7
8 10 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'42"64 8
9 2 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari 1'42"96 9
10 22 Belgio (bandiera) Jacky Ickx Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'43"29 10
11 7 Germania Ovest (bandiera) Rolf Stommelen Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'43"29 11
12 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'43"30 12
13 40 Australia (bandiera) Larry Perkins Paesi Bassi (bandiera) Boro-Ford Cosworth 1'43"32 13
14 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'43"34 14
15 16 Regno Unito (bandiera) Tom Pryce Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'43"63 15
16 9 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'43"94 16
17 17 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'44"05 17
18 19 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'44"41 18
19 24 Austria (bandiera) Harald Ertl Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'44"56 19
20 30 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Copersucar-Ford Cosworth 1'44"57 20
21 37 Italia (bandiera) Alessandro Pesenti-Rossi Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'44"62 21
22 38 Francia (bandiera) Henri Pescarolo Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'45"12 22
23 25 Regno Unito (bandiera) Guy Edwards Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'45"79 NP
24 18 Stati Uniti (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'46"48 23[15]
25 20 Italia (bandiera) Arturo Merzario Canada (bandiera) Wolf Williams-Ford Cosworth 1'47"31 NP
26 39 Austria (bandiera) Otto Stuppacher Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'55"22 NP
NQ 11 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 2'08"76[16] 24[15]
NQ 12 Germania Ovest (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 2'11"06[16] 25[15]
NQ 28 Regno Unito (bandiera) John Watson Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 2'13"95[16] 26[15]
Ronnie Peterson su March-Ford Cosworth si aggiudicò per la terza volta il GP d'Italia, dopo le vittorie del 1973 e 1974.

Alla partenza Jody Scheckter fu capace di prendere la testa già alla prima variante, seguito dal poleman Jacques Laffite, Carlos Pace, Patrick Depailler, Carlos Reutemann, Hans-Joachim Stuck e Ronnie Peterson. Nel corso del primo giro Depailler passò Pace, poi ci fu il recupero di Peterson che chiuse quarto, scavalcando Stuck Reutemann e lo stesso Pace. Niki Lauda rimase invece imbottigliato nelle retrovie.

Al terzo giro, sfruttando l'attacco di Depailler a Laffite, Peterson si avvicinò alla coppia di piloti francese, riuscendo a scavalcarli entrambi. Dalle retrovie stava anche rinvenendo Clay Regazzoni, che era quinto, dopo aver passato Reutemann. Anche Lauda stava recuperando posizioni: al nono giro si trovò settimo, dopo aver passato anche lui il terzo ferrarista, Reutemann. La classifica vedeva in testa Scheckter, seguito da Peterson, Depailler, Laffite, Regazzoni, Brambilla, Lauda e Reutemann.

Al giro 11 Ronnie Peterson prese il comando della gara, passando Scheckter alla prima variante. Nel corso dello stesso giro Regazzoni recuperò una posizione su Laffite, e James Hunt, diretto rivale di Lauda per il titolo, dopo un incidente con Tom Pryce, mentre era in lotta per la dodicesima posizione, fu costretto al ritiro. Il giro seguente Scheckter perse un'altra posizione, questa volta passato dal compagno di scuderia Patrick Depailler. Al 14º giro Niki Lauda entrò in zona punti, passando Vittorio Brambilla alla variante della Roggia.

Ronnie Peterson e Clay Regazzoni festeggiano sul palco dopo la gara.

Al giro 23 Clay Regazzoni entrò sul podio virtuale passando Scheckter, mentre continuava la serrata lotta tra Peterson e Depailler per la prima piazza. Il sudafricano della Tyrrell perse un'ulteriore posizione il giro seguente, questa volta passato da Jacques Laffite.

Poco dopo sul circuito iniziò a cadere una fine pioggerellina. Il direttore di corsa, Gianni Restelli, decise così di esporre la bandiera nera accompagnata da un cartello con una croce bianca, cioè per ordinare ai piloti di rientrare ai box a velocità ridotta in quanto vi era stata la sospensione della corsa. Ciò venne deciso per consentire ai piloti di cambiare gli pneumatici con maggiore tranquillità.

In realtà solo pochi piloti (Emerson Fittipaldi, Alan Jones, Brett Lunger e Alessandro Pesenti-Rossi) decisero di fermarsi ai box, prima di essere fatti ripartire. S'ipotizzò che pochi piloti conoscessero bene il significato di tale indicazione, introdotta da poco nel regolamento.[17] Prima che la situazione poté essere chiarita la pioggia terminò e, di fatto, la gara proseguì senza nessuna conseguenza per coloro che non si erano fermati. Laffite, che aveva deciso di rallentare a seguito della bandiera esposta, venne così ripassato da Scheckter che non aveva rallentato, come dimostrò la rivista Autosprint che pubblicò i tempi sul giro dei piloti di testa in quei momenti di incertezza regolamentare.

La pista si asciugò rapidamente tanto che proseguì la dura battaglia tra Peterson e Depailler, con Regazzoni pronto ad avvicinarsi al duo di testa. Al giro 38 Jacques Laffite passò nuovamente Scheckter, sfruttando un doppiaggio, tornando quarto. Tre giri dopo anche Lauda passò il sudafricano. La classifica vedeva così Peterson davanti a Patrick Depailler, Clay Regazzoni, Jacques Laffite, Niki Lauda e Jody Scheckter.

Al giro 46, Patrick Depailler, penalizzato da un problema elettrico che lo aveva ormai allontanato da Peterson, venne prima passato da Regazzoni alla prima variante, poi da Laffite alla Parabolica. Il francese venne passato anche da Lauda, il giro seguente.

Peterson vinse per la terza volta a Monza, dopo i trionfi del 1973 e 1974, resistendo agli ultimi assalti di Regazzoni e Laffite. Per la March fu la terza e ultima vittoria nel mondiale di F1.[18] Lauda, ancora menomato per i postumi dell'incidente nel Gran Premio di Germania, giunse quarto, guadagnando tre punti nella classifica per il campionato mondiale.

I risultati del gran premio[19] sono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos.Griglia Punti
1 10 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 52 1:30'35"6 8 9
2 2 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari 52 + 2"3 9 6
3 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 52 + 3"0 1 4
4 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 52 + 19"4 5 3
5 3 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 52 + 19"5 2 2
6 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 52 + 35"7 4 1
7 9 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 52 + 43"9 16  
8 16 Regno Unito (bandiera) Tom Pryce Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 52 + 52"9 15  
9 35 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Italia (bandiera) Ferrari 52 + 57"5 7  
10 22 Belgio (bandiera) Jacky Ickx Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 52 + 1'12"4 10  
11 28 Regno Unito (bandiera) John Watson Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 52 + 1'42"2 26  
12 19 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 51 + 1 Giro 18  
13 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 51 + 1 Giro 12  
14 18 Stati Uniti (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 50 + 2 Giri 23  
15 30 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Copersucar-Ford Cosworth 50 + 2 Giri 20  
16 24 Austria (bandiera) Harald Ertl Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 49 Trasmissione[20] 19  
17 38 Francia (bandiera) Henri Pescarolo Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 49 + 3 Giri 22  
18 37 Italia (bandiera) Alessandro Pesenti-Rossi Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 49 + 3 Giri 21  
19 17 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 47 + 5 Giri 17  
Rit 7 Germania Ovest (bandiera) Rolf Stommelen Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 41 Alimentazione 11  
Rit 34 Germania Ovest (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 23 Collisione con M.Andretti 6  
Rit 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 23 Collisione con H.J. Stuck 14  
Rit 11 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 11 Testacoda 24  
Rit 40 Australia (bandiera) Larry Perkins Paesi Bassi (bandiera) Boro-Ford Cosworth 8 Motore 13  
Rit 8 Brasile (bandiera) Carlos Pace Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 4 Motore 3  
Rit 12 Germania Ovest (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 2 Iniezione 25  
NP 25 Regno Unito (bandiera) Guy Edwards Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth
NP 20 Italia (bandiera) Arturo Merzario Canada (bandiera) Wolf Williams-Ford Cosworth
NP 39 Austria (bandiera) Otto Stuppacher Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth
WD 42 Svizzera (bandiera) Loris Kessel Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth Troppo lento
NA 41 Italia (bandiera) Lella Lombardi Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth

Piloti

Costruttori

  • 3ª e ultima vittoria per la March
  • 1° pole position per la Ligier

Motori

Giri al comando

Decisioni della FIA

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La Commissione Sportiva sconfessò qualche giorno dopo le decisioni della giuria del gran premio in merito alle squalifiche di McLaren e Penske, dovuto a un numero troppo alto di ottani delle benzine usate. La Commissione infatti giudicò non corretto il metodo utilizzato a Monza e fece così decadere l'accusa di frode per i due team.[21]

Il Royal Automobile Club inglese chiese di dichiarare nullo il gran premio in quanto, dopo l'esposizione della bandiera che sospendeva la gara, solo Fittipaldi e Jones avevano preso la via dei box, mentre tutti gli altri piloti non erano stati penalizzati per non aver rispettato l'indicazione.[21]

  1. ^ Michele Fenu, Mai in pista tanta suspense, in La Stampa, 10-9-1976, p. 16.
  2. ^ Gianni Rogliatti, F.1, tutto dipende ormai dalle gomme, in La Stampa, 12-9-1976, p. 18.
  3. ^ Reutemann assoldato da Ferrari, in Stampa Sera, 1-9-1976, p. 9.
  4. ^ a b Michele Fenu, Lauda in pista ieri, in gara a Monza, in La Stampa, 8-9-1976, p. 14.
  5. ^ Michele Serra, Lauda torna a rincorrere il Mondiale, in L'Unità, 11-9-1976, p. 16.
  6. ^ Ecco la macchina organizzativa per costruire un gran premio, in La Stampa, 9-9-1976, p. 15.
  7. ^ Michele Fenu, Monza naufraga, per Lauda c'è il sole, in La Stampa, 11-9-1976, p. 18.
  8. ^ La Ferrari di Clay irregolare per 1 mm, in La Stampa, 11-9-1976, p. 18.
  9. ^ Michele Fenu, Niki (quinto tempo) è il migliore della Ferrari, in La Stampa, 12-9-1976, p. 18.
  10. ^ Giorgio Viglino, Adesso James Hunt spera nelle modifiche, in La Stampa, 12-9-1976, p. 18.
  11. ^ La McLaren è così forte per la benzina truccata?, in La Stampa, 17-8-1976, p. 10.
  12. ^ Gian dell'Erba, Guerra per la benzina, in La Stampa, 12-9-1976, p. 18.
  13. ^ Michele Fenu, Benzina"truccata", punizione a metà, in Stampa Sera, 13-9-1976, p. 11.
  14. ^ Sessione di qualifica, su statsf1.com.
  15. ^ a b c d James Hunt, Jochen Mass e John Watson vennero ammessi alla partenza per il forfait di Guy Edwards, Arturo Merzario e Otto Stuppacher. Brett Lunger per tale ragione scalò di una posizione in classifica.
  16. ^ a b c James Hunt, Jochen Mass e John Watson videro cancellati i tempi della sessione del sabato per l'utilizzo di benzine irregolari.
  17. ^ Ercole Colombo, Bandiera nera ma nessuno si ferma, in Stampa Sera, 13-9-1976, p. 12.
  18. ^ Giorgio Viglino, La corsa più bella e imprevedibile, in Stampa Sera, 13-9-1976, p. 11.
  19. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  20. ^ Harald Ertl, pur ritiratosi, venne ugualmente classificato, avendo coperto più del 90% della distanza.
  21. ^ a b Chiedono di annullare Monza, in La Stampa, 1-10-1976, p. 19.

Altri progetti

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Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1976
 

Edizione precedente:
1975
Gran Premio d'Italia Edizione successiva:
1977
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