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Giovanni Antonio Viperano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giovanni Antonio Viperano
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Giovinazzo (1589-1610)
 
Nato1535 a Messina
Nominato vescovo17 maggio 1589 da papa Sisto V
Deceduto23 marzo 1610 a Giovinazzo
 

Giovanni Antonio Viperano[1] (Messina, 1535Giovinazzo, 23 marzo 1610) è stato un vescovo cattolico, poeta e storiografo italiano, noto per i suoi contributi alla filosofia, alla retorica e alla teologia. Figura poliedrica del Rinascimento, seppe combinare una produzione letteraria raffinata con un'apprezzata attività pastorale.[2][3]

Primi anni e formazione

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Nato a Messina nel 1535 da Nicola Viperano e Francesca Armaleo, proveniva da una famiglia rispettata per la propria integrità e influenza. Ricevette la sua prima educazione umanistica dal padre, che ricordò sempre con affetto e gratitudine. Successivamente, si immerse nello studio delle lettere classiche, coltivando una passione per l'oratoria e la poesia. Era convinto che il migliore stile oratorio derivasse da un equilibrio tra la concisione di Demostene e l'abbondanza di Cicerone, ai quali si ispirò profondamente. Parallelamente si dedicò alla poesia, ispirandosi ai modelli di Virgilio e Orazio.[3]

Frequentò il Collegio dei Gesuiti a Messina, dove approfondì retorica e filosofia. Si unì all’Ordine con l’approvazione di Ignazio di Loyola, ma lasciò la Compagnia di Gesù alcuni anni dopo, deluso dalla gestione interna e spinto dal desiderio di dedicarsi alla scrittura e all’insegnamento.[2][3]

Carriera letteraria

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Si distinse presto come autore prolifico, pubblicando opere che abbracciavano una vasta gamma di argomenti. Tra i suoi primi lavori vi è il trattato filosofico De summo bono (1575), in cui combinò con eleganza i principi della filosofia morale con la religione cristiana. La sua De poetica, pubblicata nel 1579, rifletteva un'analisi approfondita delle regole di Aristotele e Orazio, che egli adattò alle esigenze del suo tempo. Tra le sue altre opere significative vi sono De scribendis virorum illustrium vitis (1580), un manuale sull’arte biografica, e il commentario In M.T. Ciceronis de optimo genere oratorum commentarius (1581), in cui dimostrò la sua profonda conoscenza del greco e del latino.[3]

Scrisse inoltre numerose orazioni su temi filosofici, tra cui De utilitate scientiarum e De perfecta habitu hominis (1581), che esploravano l’utilità delle scienze e le qualità ideali dell’uomo. La sua De scribenda historia (1589) divenne un punto di riferimento per gli studiosi di storiografia.[3]

Episcopato e attività pastorale

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Nel 1589 fu nominato vescovo di Giovinazzo da papa Sisto V. Durante il suo episcopato si dedicò con impegno alla riforma del clero e al miglioramento delle strutture ecclesiastiche, istituendo confraternite e promuovendo il restauro di chiese. Sebbene fosse spesso assente per incarichi diplomatici e religiosi, lasciò un'impronta duratura nella diocesi. Morì a Giovinazzo il 23 marzo del 1610, lasciando un’eredità intellettuale che continua a essere apprezzata dagli studiosi. Fu sepolto nella Concattedrale di Santa Maria Assunta, dove una lapide ne perpetua la memoria.[2][3]

Le opere di Viperano riflettono un profondo amore per le lettere e un impegno costante nella divulgazione del sapere. Tra i suoi contributi più noti si annoverano poesie latine, orazioni e trattati filosofici, nonché l'ode a Giovanni d'Austria, celebrativa della vittoria sui Turchi a Lepanto. La sua capacità di rendere accessibili concetti complessi lo rese una figura di riferimento nel panorama culturale dell’epoca.[2][3]

  1. ^ Il cognome è attestato anche nella variante Viperani.
  2. ^ a b c d De Blasi
  3. ^ a b c d e f g Ortolani

Collegamenti esterni

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Predecessore Vescovo di Giovinazzo Successore
Luciano de Rubeis 17 maggio 1589 - 23 marzo 1610 Gregorio Santacroce, O.S.B.
Controllo di autoritàVIAF (EN100214318 · ISNI (EN0000 0001 1798 2096 · SBN SBLV283778 · CERL cnp01351347 · LCCN (ENn88020750 · GND (DE124373712 · BNE (ESXX883060 (data) · BNF (FRcb12545395p (data)