Aston Martin DB6
Aston Martin DB6 | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | Aston Martin |
Tipo principale | Coupé |
Altre versioni | Cabriolet |
Produzione | dal 1965 al 1971 |
Sostituisce la | Aston Martin DB5 |
Sostituita da | Aston Martin DBS |
Esemplari prodotti | 1.567[1] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4623 mm |
Larghezza | 1676 mm |
Altezza | 1359 mm |
Passo | 2578 mm |
Massa | 1474 kg |
Altro | |
Altre eredi | Aston Martin DB7 |
Auto simili | Iso Rivolta 300, Lamborghini 400 GT, Lancia Flaminia GT Convertibile, Jaguar E-Type, Maserati 3500 GT |
La Aston Martin DB6 è un'autovettura Gran Turismo prodotta dal 1965 al 1971 dalla casa automobilistica britannica Aston Martin, per sostituire il precedente modello DB5.
Il contesto
[modifica | modifica wikitesto]La nuova vettura fu presentata al Salone dell'Automobile di Londra 1965 come naturale evoluzione della DB5 da cui recuperava interamente la parte frontale della carrozzeria, fino alla portiera. La parte posteriore dell'abitacolo con una nuova coda, tronca e non "tonda", erano del tutto inedite.
Fu il primo modello di Aston Martin dotato del pianale rigido di acciaio scatolato utilizzato dalla marca britannica fino agli anni '90 e il primo prodotto nel nuovo stabilimento di Newport Pagnell. Con questa vettura il patron della Aston Martin, David Brown, dopo 18 anni, completò la trasformazione della casa inglese da piccola produttrice di auto sportive a realtà industriale vera e propria.
La vettura
[modifica | modifica wikitesto]La vettura era la naturale evoluzione della DB5 ma rispetto ad essa i cambiamenti furono importanti. Il passo venne allungato di diversi centimetri per poter ospitare altri 2 posti, di fortuna, e la coda venne totalmente ridisegnata. Nel febbraio del 1965 vennero svolti dei test in galleria del vento per valutare l'efficienza aerodinamica della DB5. Il retrotreno a causa della scarsa deportanza prodotta dalla forma della coda perdeva stabilità alle alte velocità. Per risolvere questi problemi venne prodotto un telaio più lungo e una carrozzeria dotata di coda Kamm e spoiler posteriore, ispirata a quella della Ferrari 250 GTO, denominato MP209. Con la nuova aerodinamica migliorata la vettura raggiungeva i 240 Km/h ed aveva una tenuta di strada complessivamente migliore.
La nuova vettura 2 più 2 posti sacrificava un po' di sportività sull'altare dell'eleganza e dell'abitabilità interna ma senza perdere il fascino e il comportamento stradale tipico di una vettura sportiva inglese. Questo modello trasformò definitivamente la serie DB da sportiva pura a Gran Turismo di classe, processo completato definitivamente dalla DBS e dalla DBS V8 negli anni a venire. Per questo motivo la casa pubblicizzava anche la comodità e la buona capacità di carico oltre alle prestazioni ragguardevoli.
Le differenze principali con la precedente DB5 sono: passo allungato per ospitare i passeggeri posteriori, linea del tetto sollevata di 2 pollici, finestrino posteriore di diverso disegno, parabrezza più alto ed inclinato, presa d'aria frontale dedicata al radiatore dell'olio, paraurti separati e non più in un sol pezzo e modifiche alla carrozzeria tali da abbandonare il metodo costruttivo Superleggera della Touring di Milano, con un conseguente aumento del peso di 17,7 kg.
Sul piano tecnico non cambiava quasi nulla dalla precedente DB5 a parte il passo allungato; Il motore 6 cilindri in linea 4.0 litri con tre carburatori SU progettato da Tadek Marek rimase lo stesso. Nella versione base erogava 282 CV a 5.500 giri/min; tale potenza passava a circa 325 CV (a 5750 giri/min) nella variante più sportiva Vantage con rapporto di compressione più alto.
Le sospensioni anteriori sono indipendenti, dotate di doppi bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici telescopici e barra stabilizzatrice. Le sospensioni posteriori a ponte rigido Salisbury con parallelogramma di Watt, bielle longitudinali e barra stabilizzatrice adottarono definitivamente gli ammortizzatori a leva regolabili su 2 tarature Armstrong Selectaride. L'impianto frenante rimase a 4 dischi Girling a doppio circuito servoassistito.
Gli pneumatici erano 8,15x15 montati su ruote a 72 raggi con fissaggio a gallettone centrale.
Anche per la DB6 venne resa disponibile una versione potenziata con specifiche Vantage montando 3 carburatori Weber 45DCOE doppio corpo e aumentando il rapporto di compressione da 8,9:1 a 9,4:1; ottenendo una potenza complessiva di 325 CV a 5750 giri/min. e prestazioni complessivamente migliorate.[2]
Durante gli anni di produzione subì un solo aggiornamento nel 1969; in questa occasione vennero messi in comune vari particolari con la DBS che era nel frattempo entrata in produzione e che dal 1971 la sostituì nella gamma Aston Martin[3]. La nuova MkII aveva sedili posteriori risistemati, ruote e pneumatici maggiorati con passaruota svasati per accoglierli meglio e, a richiesta, sistema d'iniezione AE Brico abbinata alla testata ad alta compressione Vantage e servosterzo.
Come per la DB5 era disponibile anche la versione spider chiamata, come da tradizione, DB6 Volante[4]. Per il primo anno di produzione questa versione venne dotata sia della nuova coda che dello spoiler posteriore ma il telaio rimase quello a passo corto. Solo dopo un anno e 37 esemplari anche la versione Volante utilizzo il telaio a passo lungo. Uscì di produzione insieme alla DB6 dopo 140 esemplari, di cui 19 Vantage Volante e 38 MkII.
Sulla scia del successo della DB5 "Station Wagon" di David Brown venne realizzata la variante Shooting Brake[5] battezzata "Estate" dalle carrozzerie indipendenti Harold Radford (6 o 7 esemplari) e FNL Panelcraft (3 esemplari) a partire da DB6 standard o Vantage e sfruttando il posteriore di vetture Triumph. Di questa particolare versione vennero ricavati pochissimi esemplari uno dei quali fu di proprietà del pilota Innes Ireland.[6]
Caratteristiche tecniche
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Scheda su motorbase.com, su motorbase.com (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Aston Martin DB6, su wikicars.org. URL consultato il 24 dicembre 2012.
- ^ (EN) La DB6 Mk 2, su astonmartins.com (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2011).
- ^ (EN) La DB6 Volante, su astonmartins.com (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2011).
- ^ (DE) Immagini e caratteristiche della versione station wagon, su mitglied.multimania.de (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
- ^ In vendita un'Aston Martin DB6 Shooting Brake. È una delle due rimaste!, su autoblog.it. URL consultato il 6 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2013).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aston Martin DB6
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) astonmartins.com.
- Sito ufficiale, su astonmartin.com. URL consultato il 30 aprile 2024 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2019).