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Adenophora liliifolia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Campanella odorosa
Adenophora liliifolia
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaCampanulaceae
SottofamigliaCampanuloideae
GenereAdenophora
SpecieA. liliifolia
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineCampanulales
FamigliaCampanulaceae
SottofamigliaCampanuloideae
GenereAdenophora
Specie''A. liliifolia''
Nomenclatura binomiale
Adenophora liliifolia
(L.) A.DC., 1830
Nomi comuni

Adenofora con foglie di giglio

La campanella odorosa (nome scientifico Adenophora liliifolia (L.) A.DC., 1830) è una pianta erbacea perenne dai fiori a forma di campana, appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]

Il nome generico (adenophora) deriva dal latino (adenophorus-a-um) e indica una ghiandola nettaria a forma di anello tubuloso (o cuscinetto) che circonda l'ovario alla base dello stilo.[3][4] L'epiteto specifico (liliifolia) deriva dal "lilii" (= giglio), quindi significa "foglie simili al giglio".[5][6]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce inizialmente era Campanula liliifolia proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 1:. 165 1753"[7] del 1753[8], modificato successivamente in quello attualmente accettato Adenophora liliifolia proposto dal botanico svizzero Alphonse Louis Pierre Piramo de Candolle (1806-1893) nella pubblicazione "Monographie des Campanulees avec Vingt Planches - 358. 1830 " del 1830.[9]

Il portamento

Queste piante raggiungono una altezza compresa tra 3 e 10 dm (massimo 15 dm). La forma biologica è definita come emicriptofita scaposa (H scap); quindi sono delle piante perennanti per mezzo di gemme messe sul terreno; mentre il portamento consiste in un asse fiorale allungato con poche foglie. Queste piante contengono dei succhi lattiginosi.[5][10][11][12]

Le radici sono a forma di "carota". Larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 8 – 10 cm.

La parte aerea del fusto è eretta con sezione cilindrica; può essere semplice o ramificata. Nella parte apicale ha un portamento un po' angoloso e la superficie è ruvida.

Le foglie inferiori sono subglabre, sessili (o picciolate molto brevemente); la forma è da lanceolata a ovale; il portamento è patente o più o meno pendulo; i bordi sono acutamente seghettati; lungo il fusto le foglie sono disposte a spirale. Le foglie superiori hanno delle forme lineari e sono progressivamente più ridotte. Dimensione delle foglie inferiori: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 5 – 10 cm. Lunghezza del picciolo: 6 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono delle ampie pannocchie a forma piramidale con rami patenti; al massimo sono presenti una dozzina di fiori. I peduncoli sono lunghi 6 – 8 mm e sono accompagnati da due (o più) squamule lineari.

I fiori sono tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (3), infero, capsula
  • Calice: il calice è formato da 5 denti lineari; dentellati sui bordi, con portamento da patente a riflesso. Lunghezza del tubo: 2 mm. Lunghezza dei denti: 4 mm.
  • Corolla: la corolla campanulata è gamopetala a 5 divisioni o lobi triangolari; la divisione è a circa 1/5 dal bordo. Il colore è azzurro – lillacino (o anche biancastro). Lunghezza della corolla: 12 – 18 mm. Diametro massimo: 7 – 8 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con antere libere (ossia saldate solamente alla base); i filamenti sono dilatati alla base. Il polline è 3-5-porato ed è echinato (con spine).
  • Gineceo: lo stilo, molto sporgente e pendulo, è unico con uno stigma violaceo (lo stigma sporge di 10 – 15 mm). L'ovario è infero, 3-loculare con placentazione assile (centrale), formato da 3 carpelli (ovario sincarpico). L'ovario è sormontato da un disco tubuloso nettarifero.
  • Fioritura: da (giugno) luglio a agosto (settembre).

Il frutto consiste in una capsula triloculare deiscente con molti semi; i pori di deiscenza (la capsula è quindi poricida) sono posti alla base della capsula e si aprono inferiormente ai denti calicini

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico.
  • Distribuzione: in Italia è una pianta rara e si trova al Nord, sui bordi meridionali delle Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Svizzera (cantone Ticino) e in Austria (Länder della Stiria). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nelle Alpi Dinariche e Carpazi.[14] Nel resto dell'Europa è presente soprattutto nella parte centro-orientale.[15]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono i prati e i pascoli igrofili, i margini erbacei meso-termofili dei boschi, gli arbusteti e le siepi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[14]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 300 fino a 800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano e in parte quello subalpino.

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico Adenophora liliifolia appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio- Arrhenatheretea
Ordine: Molinietalia caeruleae
Alleanza: Molinion

La famiglia di appartenenza della Adenophora liliifolia (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 84 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) comprendente circa 50 generi (Adenophora è uno di questi). Il genere Adenophora a sua volta comprende oltre 65 specie (una sola nella flora italiana) a distribuzione soprattutto Eurasiatica.[10][11][13]
l numero cromosomico di Adenophora liliifolia è: 2n = 34, 102.[12]
Il basionimo per questa specie è: Campanula liliifolia L., 1753.[8]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[16]

  • Adenophora alpini (L.) Borbás ex Prain
  • Adenophora communis Fisch.
  • Adenophora communis var. integerrima (Trautv.) Trautv.
  • Adenophora cordata Tausch ex B.D.Jacks.
  • Adenophora fischeri (Schult.) G.Don
  • Adenophora intermedia (Schult.) Sweet
  • Adenophora liliifolia (L.) Besser
  • Adenophora liliifolia var. alba Nakai
  • Adenophora liliifolia var. angustata Nakai
  • Adenophora liliifolia var. infundibuliformis A.DC.
  • Adenophora liliifolia var. integerrima (Trautv.) Korsh.
  • Adenophora liliifolia var. pocsii Soó
  • Adenophora liliifolia var. spreta (Schult.) A.DC.
  • Adenophora liliifolia var. stylosa (Lam.) Korsh.
  • Adenophora liliifolia var. stylosa (Lam.) Hayek
  • Adenophora liliifolia var. suaveolens (Schrad. ex Hornem.) Steud.
  • Adenophora liliifolia f. alba (Nakai) Nakai
  • Adenophora liliifolia f. infundibuliformis (A.DC.) Voss
  • Adenophora liliifolia f. stylosa (Lam.) Korsh.
  • Adenophora liliifolia f. villosula (Borbás) Hayek
  • Adenophora marsupiiflora var. pilosa Korsh.
  • Adenophora mikoi (Borbás) Borbás ex Prain
  • Adenophora periplocifolia (Lam.) A.DC.
  • Adenophora perpallens (Borbás) Prain
  • Adenophora polymorpha Ledeb.
  • Adenophora polymorpha var. integerrima Trautv.
  • Adenophora polymorpha f. integrisepala Herder
  • Adenophora polymorpha f. raddeana Herder
  • Adenophora rhomboidea Prain
  • Adenophora setulosa Borbás
  • Adenophora stylosa (Lam.) Fisch.
  • Adenophora suaveolens (Schrad. ex Hornem.) Rchb.
  • Adenophora suaveolens (Gilib.) Mey.
  • Adenophora suaveolens var. latifolia Schur
  • Campanula alpini L.
  • Campanula alpini var. asperula Borbás
  • Campanula alpini var. botryantha Borbás
  • Campanula alpini var. hirtula Borbás
  • Campanula alpini var. hungarica Borbás
  • Campanula alpini var. polyadenia Borbás
  • Campanula alpini var. setulosa Borbás
  • Campanula alpini var. villosula Borbás
  • Campanula cordata Tausch [Illegitimate]
  • Campanula fischeri Schult.
  • Campanula intermedia Schult.
  • Campanula liliflora Roth
  • Campanula liliifolia L.
  • Campanula liliifolia var. hirta Borbás
  • Campanula liliifolia var. polyadenia Borbás
  • Campanula liliifolia var. setulosa Borbás
  • Campanula mikoi Borbás
  • Campanula periplocifolia Lam.
  • Campanula perpallens Borbás
  • Campanula rhomboidea Borbás
  • Campanula spreta Schult.
  • Campanula stylosa Lam.
  • Campanula suaveolens Gilib.
  • Campanula suaveolens Schrad. ex Hornem.
  • Campanula subuniflora Lam.
  • Campanula umbrosa F.Dietr.

Specie simili

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In generale queste piante si distinguono dalle "campanule" in quanto lo stilo sporge notevolmente dalla corolla e alla base dello stilo è presente un disco tubuloso.

In alcune zone si mangiano le radici cotte (hanno un sapore dolce).[17]

Per questa pianta sono richieste posizioni semi-ombreggiate, mentre il terreno deve essere leggero, sabbioso e fresco (è consigliato mescolare il terriccio con abbondante "terra d'erica"). La propagazione può essere fatta in primavera sia per seme che per talea. La semina deve essere fatta in vasi e quindi trapiantata a dimora in settembre-ottobre (o anche febbraio-marzo) per avere la fioritura estiva.[5]

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 gennaio 2021.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 36.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 27 luglio 2014.
  5. ^ a b c David Gledhill 2008, pag. 237.
  6. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 39.
  7. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  8. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  9. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  10. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 680.
  11. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 43.
  12. ^ a b eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  13. ^ a b Conti et al. 2005, pag. 46.
  14. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 330.
  15. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  16. ^ Campanula alpestris, su The Plant List. URL consultato il 27 luglio 2014.
  17. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 27 luglio 2014.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 27 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 39.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 680, ISBN 88-506-2449-2.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 43, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 330.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 27 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

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