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Chiesa di Santa María de Melque

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Santa María di Melque.

Santa María di Melque è un complesso monastico visigoto che trova nel termine municipale di Santo Martín di Montalbán, nella provincia di Toledo (Spagna). Localizza a 30 km al sud della capitale provinciale, equidistante delle località di Popola di Montalbán e Gálvez, tra il ruscello Ripas e il fiume Torcón, che è un affluente del margine sinistro del fiume Tajo.

Nell'attualità possono visitarsi la chiesa, che occupa il centro del complesso, e il centro di interpretazione che si ha installato nelle locali annessi, anche restaurate. Il paesaggio che osserva da Santa María è anche caratteristico della zona.

Pianta della chiesa

Santa María de Melque è nato come complesso monástico nei secoli VII e VIII nelle cercanía di quella che era la capitale del regno visigoto, Toledo. La sua data di costruzione iniziale è molto antica, del secolo VII, che coincide con il finale del regno visigoti. La datazione per radiocarbono di un prelievo di esparto ottenuta della parte conservata dell'enlucido originale di stucco ha dato una data di costruzione più probabile nell'intervallo 668-729 A. D. Probabilmente la sua costruzione paralizzò quando ha cominciato l'arrivo degli arabi e terminò e riformò dopo, avendo sofferto molteplici vicisitudes storiche.[1]

Nella sua origine ci fu in quello luogo una quinta romana con cinque prede sui due ruscelli che circondano il montículo rocoso. Dopo costruì il monastero con edifici organizzati intorno alla chiesa.

Conquista musulmana della penisola iberica non ha terminato immediatamente con questo nucleo monástico dunque hanno testimonianze della pervivencia di una comunità mozárabe che dopo è scomparso. Le sue costruzioni sono stato sfruttate come nucleo urbano e la sua chiesa si fortificó con la costruzione di una torre sulla cupola della chiesa, torre che segue conservando. L'acqua di pioggia e delle torrenteras si embalsaba mediante prede situate ad uno e un altro lato del complesso.

Con la conquista di Toledo per il re Alfonso VI di Castiglia nel1085 il tempio ha recuperato la sua funzione litúrgica senza perdere la sua funzione militare. Le tombe antropomorfas situate a est e i resti di barbacanas che conservano sono testimonianze di questo periodo storico.

nel 1148 appare menzionata con il nome di Santa María de Balat Almelc nella bolla del papa Eugenio III che stabilisce i limiti dell'archidiocesi di Toledo dopo la conquista della città (bolla data a Reims il 16 aprile del 1148).[2][3] Anche appare menzionata nelle Relazioni topográficas di Felipe II[4] (1575, nel capitolo dedicato a Popola di Montalbán) e nelle Descrizioni del cardinale Lorenzana (1784), in entrambi i casi già con il nome odierno di Melque e descritta come ermita rurale a quella che peregrinaban una volta all'anno (pellegrinaggio) i vicini di Popola di Montalbán.

Il piccolo nucleo di popolazione pervivió fino bene entrato il secolo XIX sfruttandosi le costruzioni monásticas per usi di casa di labranza. La desamortización di Mendizábal ha terminato con il colto essendo destinato tutte le sue costruzioni a stalle e pajares.

In 1968 la Deputazione Provinciale di Toledo ha acquistato il complesso e lo restaurò, rehabilitando la chiesa e anche gli edifici anejos dove installò il centro di interpretazione di Santa María e il mondo visigoti. In una delle sue sale ancora si può apprezzare un lungo presepe costruito con materie del proprio insieme monástico. Aspetta continuare a lavorare nel recupero delle prede, la vicino e il villaggio visigoti.

Interiore della chiesa
Veduta laterale
Dettaglio di uno dei vani

È stato costruita nella prima metà del secolo VIII e è uno dei monumenti migliori conservati della Spagna altomedieval. Il suo tecnico costruttivo è eredità diretta dell'architettura tardorromana.

I templarios della Reconquista modificarono la chiesa in torre difensiva, trasformandola in una turris alla romana. Questa torre sul cimborrio è recentemente stata demolita. Aveva un porticato con tre aperture, oggi scomparso.

  1. ^ Caballero et al., Notas sobre el complejo productivo de Melque (Toledo), in Archivo Español de Arqueología, vol. 72, 1999, pp. 199-239.
  2. ^ Fidel Fita Colomè, Santuario de Atocha (Madrid). Bulas inéditas del siglo XII, in Boletín de la Real Academia de la Historia, vol. 7, 1885, pp. 215-226.
  3. ^ Balat Almelc puede ser Camino del Rey en árabe, quizá una referencia a su proximidad a la vía XXV del Itinerario de Antonino (Cesaraugusta-Toletum-Emérita), de importancia singular en época visigoda.
  4. ^ Carmelo Viñas Mey e Ramón Paz, Relaciones histórico-geográfico-estadísticas de los pueblos de España hechas por iniciativa de Felipe II: Reino de Toledo (segunda parte), Madrid, CSIC, 1951, p. 258.

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