Castelli catari
I castelli catari sono fortificazioni costruite intorno al XII secolo nella regione francese della Linguadoca-Rossiglione, protagoniste della Crociata albigese. Fra queste abbiamo quelli di Montségur, Lastours/Cabaret, Peyrepertuse, Puivert, Puilaurens, Queribus, Termes, Aguilar o Roquefixade. Di essi non molto è rimasto in quanto quasi tutti vennero prese dai francesi, ricostruiti e riadattati al compito di sorveglianza dei confini meridionali contro il regno di Aragona.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]In generale le rocche catare altro non erano che villaggi fortificati circondati da una cortina in pietra e, sovente, con al centro un torrione del signore locale. Un esempio è nel sito archeologico di Cabaret, facente parte dei castelli di Lastours, nell'Aude.
Tali fortificazioni erano poste in cima a colline rocciose (pog in occitano), il cui accesso era possibile solo attraverso uno stretto sentiero roccioso, facilmente difendibile. Per tal motivo, allorché i crociati e le forze francesi cercarono di assediarli, si trovarono di fronte a serie difficoltà, nonostante il numero relativamente esiguo di difensori. Spesso quindi si evitavano gli assalti, preferendo un lungo assedio.
Debolezza intrinseca delle fortificazioni catare era la mancanza di fonti d'acqua, a causa della loro posizione: vitali quindi erano le cisterne per la raccolta dell'acqua piovana. A Peyrepertuse e a Lastours tali strutture sono ancora visibili. Non poche furono le fortezze che dovettero arrendersi per la mancanza d'acqua.
Con la fine della crociata albigese (1226), la città di Carcassonne e cinque castelli vennero elevati a fortificazioni reali, cioè dipendenti direttamente dalla Corona, con lo scopo di difendere il Rossiglionedal Regno di Aragona. I villaggi fortificati catari di Aguilar, Peyrepertuse, Termes, Puilaurens e Queribus vennero pertanto ricostruiti come castelli veri e propri, con dongione per il comandante della piazzaforte, e gli alloggi per gli armigeri. A Peyrepertuse nel 1260 trovavano posto, oltre al comandante, 9 "sergenti-in-armi" e 12 armigeri. Di questi castelli rimangono le rovine in quanto dalla fine del XVIII secolo lo scopo di tali fortificazioni venne meno e quindi furono abbandonate.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Brenon, Anne. I Catari, storia e destino dei veri credenti (Le vrai visage du Catharisme), Convivio, Firenze, 1990
- Duvernoy, Jean. Le Catharisme. La religion, 1976.
- Duvernoy, Jean. Le Catharisme. L'histoire, 1979.
- Lopane, Paolo. I Catari. Dai roghi di Colonia all'eccidio di Montségur, Besa, 2011.
- Nelli, René. La vie quotidienne des Cathares du Languedoc au XIII siècle, Paris: Hachette, 1969.
- Peter Dennis. Cathar Castles. Fortresses of the Albigensian Crusade 1209–1300 - (Fortress 55), Ospreypublishing, Londra, novembre 2006
Voci correlate
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