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Coleman Hawkins

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(EN)

«A young tenor player was complaining to me that Coleman Hawkins made him nervous. Man, I told him Hawkins was supposed to make him nervous! Hawkins has been making other sax players nervous for forty years!»

(IT)

«Un giovane sassofonista si lamentava con me del fatto che ascoltare Coleman Hawkins lo innervosiva. Gli ho risposto che Coleman Hawkins doveva renderlo nervoso! Sono quarant'anni che Hawkins fa innervosire gli altri sassofonisti!»

Coleman Hawkins
Coleman Hawkins suona allo Spotlite, 1946 circa (fotografia di William P. Gottlieb)
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereJazz
Swing
Bebop
Periodo di attività musicale1921 – 1969
StrumentoSassofono tenore, sassofono basso, clarinetto

Coleman Randolph Hawkins, soprannominato anche Hawk o Bean (St. Joseph, 21 novembre 1904New York, 19 maggio 1969), è stato un sassofonista statunitense di musica jazz.

Coleman Hawkins è universalmente riconosciuto come il padre del sassofono jazz, e come il musicista che ha contribuito all'identificazione tra jazz e sassofono.

Fino all'avvento del suo rivale Lester Young e dei bopper che (in parte) ne seguirono le orme stilistiche, il suono e il fraseggio di Coleman Hawkins definirono il sassofono jazz. Lester Young ricorda che la moglie di Fletcher Henderson, che lo ospitava, gli suonava ogni giorno dischi di Hawkins perché egli imparasse a suonare come lui (cosa che Young non aveva la minima intenzione di fare)[2]. Anche negli anni successivi, fino alla sua morte ed oltre, i sassofonisti si differenziarono per la sonorità alla Hawkins o alla Young.

La sua interpretazione di Body and Soul del 1939 resta la massima per il brano e lo pone tra i principali classici del periodo, alla pari di lavori come West End Blues di Louis Armstrong.

Coleman Hawkins (chiamato "Haskins" nella didascalia) a 17 anni, nell'orchestra della Topeka High School, 1921

Dopo gli anni giovanili, trascorsi a Chicago e a Topeka e diplomatosi in musica, Hawkins iniziò la sua carriera suonando in Kansas. Arruolato nei Jazz Hounds di Mamie Smith dal 1921 al 1923, dove conobbe Garvin Bushell, Everett Robbins, Bubber Miley ed Herb Flemming[3], Hawkins si stabilì a New York con l'orchestra di Fletcher Henderson, dove ebbe come collega Louis Armstrong e con la quale rimase fino al 1934 alternando il clarinetto e il sassofono basso al sassofono tenore. Nel corso di quegli anni, Hawkins modificò molto il suo stile, e acquisì una grande notorietà come solista.

Nel corso degli anni trenta, Hawkins fu in tour in Europa per cinque anni, a partire dal 1934. Al suo ritorno negli Stati Uniti, incise la versione di Body And Soul che sarebbe diventata un classico del jazz[4]. Nel corso degli anni quaranta e cinquanta lavorò poi sulla Cinquantaduesima strada al Kelly's Stable, dirigendo gruppi di cui facevano parte, tra gli altri, Thelonious Monk, Oscar Pettiford, Miles Davis e Max Roach, e fu in tournée capeggiando gruppi che arruolavano J.J. Johnson e Fats Navarro e con l'orchestra di Howard McGhee.

Molto ricettivo alle principali innovazioni stilistiche della musica Jazz, nel 1944 Hawkins fu il caporchestra della prima registrazione bebop di tutti i tempi, cui presero parte Dizzy Gillespie, Don Byas, Pettiford e Roach[5].

Attivo fino alla seconda metà degli anni sessanta, suonando con Duke Ellington, Sonny Rollins e facendo regolari concerti al Village Vanguard di Manhattan. Hawkins incise per l'ultima volta nel 1966. Gli ultimi anni lo videro tuttavia scivolare nell'alcolismo[5].

Hawkins morì di polmonite al Bellevue Hospital di New York. Venne sepolto al Woodlawn Cemetery, nel Bronx.

Coleman Hawkins nel 1945 circa
  • Body and Soul (1939–1956, RCA, 1996)
  • The Hawk Returns (Savoy, 1954)
  • The Hawk in Hi-Fi (RCA Victor, 1956) – con Billy Byers e la sua orchestra
  • The Hawk Flies High (Riverside, 1957)
  • The Coleman Hawkins, Roy Eldridge, Pete Brown, Jo Jones All Stars at Newport (Verve, 1957)
  • Coleman Hawkins Encounters Ben Webster (Verve, 1957) – con Ben Webster
  • The Genius of Coleman Hawkins (Verve, 1957)
  • Bean Bags (Atlantic, 1958)
  • The High and Mighty Hawk (Felsted, 1958)
  • Soul (Prestige, 1958)
  • The Gilded Hawk (Capitol, 1958)
  • Hawk Eyes (Prestige, 1959)
  • Coleman Hawkins with the Red Garland Trio (Moodsville, 1959) – con Red Garland
  • The Hawk Swings (Crown, 1960)
  • Coleman Hawkins All Stars (Swingville, 1960) – con Joe Thomas e Vic Dickenson
  • At Ease with Coleman Hawkins (Moodsville, 1960)
  • Night Hawk (album)|Night Hawk (Swingville, 1960) – con Eddie Davis
  • The Hawk Relaxes (Moodsville, 1961)
  • Duke Ellington Meets Coleman Hawkins (Impulse!, 1962) – con Duke Ellington
  • Good Old Broadway (Moodsville 1962)
  • The Jazz Version of No Strings (Moodsville, 1962)
  • Coleman Hawkins Plays Make Someone Happy from Do Re Mi (Moodsville, 1962)
  • Today and Now (Impulse!, 1962)
  • Desafinado (Impulse!, 1962)
  • Hawkins! Alive! At The Village Gate (Verve, 1962)
  • Back in Bean's Bag (Columbia, 1963) – con Clark Terry
  • Sonny Meets Hawk! (RCA Victor, 1963) – con Sonny Rollins
  • Wrapped Tight (Impulse!, 1965)
  • The Greatest Jazz Concert in the World (Pablo, 1967)
  • Sirius (Pablo, 1975 - registrato il 20 dicembre 1966 a New York)
  • The Best of Coleman Hawkins (Original Jazz Classics, compilation del 2004 delle registrazioni tra il 1958 e il 1962)
Con Kenny Burrell
  • Bluesy Burrell (Moodsville, 1962)

Con Benny Carter

Con Eddie "Lockjaw" Davis

  • Very Saxy (Prestige, 1959)

Con Dizzy Gillespie

Con Tiny Grimes

  • Blues Groove (Prestige, 1958)

Con Lambert, Hendricks & Bavan

  • At Newport '63 (RCA Victor, 1963)

Con Abbey Lincoln

Con Shelly Manne

  • 2-3-4 (Impulse!, 1962)

Con Thelonious Monk

Con Bob Prince

  • Saxes Inc. (1959)

Con Max Roach

Con Pee Wee Russell

  • Jazz Reunion (Candid, 1961)

Con Ben Webster

  • Ben Webster and Associates (Verve, 1959)

Con Randy Weston

Con Joe Williams

  • At Newport '63 (RCA Victor, 1963)
  1. ^ Crow, p. 214.
  2. ^ Schuller, p. 149.
  3. ^ Gibbs, pp. 11-12.
  4. ^ (EN) Body and Soul, su jazzstandards.com, JazzStandars.com. URL consultato il 18 aprile 2017.
  5. ^ a b Britannica.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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