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Teucrium

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Camedrio

Teucrium chamaedrys
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteride
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
GenereTeucrium
L., 1753
Specie
(Vedi: Specie di Teucrium )

Teucrium L., 1753, noto con il nome di Camedrio, è un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, dall’aspetto di piccole erbacee annuali o perenni con fiori dalla caratteristica forma labiata (a labbro superiore ridotto) e tipiche dei climi mediterranei.

Sistematica

Il genere Teucrium si compone di un gran numero di specie (un centinaio secondo il Fiori (1865-1950), il Bonnier (1853-1922) o il Boulenger (1858-1937); ma anche 160 e più secondo alcune fonti americane) delle quali una quindicina vivono spontaneamente in Italia.
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del nostro genere è chiamata Labiatae.
Il genere Teucrium fa parte della tribù delle Teucrieae definita dal politico e botanico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier (1797-1878) in una pubblicazione del 1827. Mentre la tribù fa parte della sottofamiglia Teucrioideae definita dal botanico italiano Théodore Caruel (1830-1898) nel settembre del 1884.
Altre classificazione fanno dipendere il nostro genere dalla tribù delle Narcisseae e dalla sottofamiglia delle Trollioideae.
L'interesse prevalente per la coltivazione ha portato il botanico e tassonomista tedesco Adolf Engler (1844-1930) a dividere il genere in sei sezioni così denominate:

  • Polium, con le specie: T. polium, T. montanum, T. pyrenaicum.
  • Chamaedrys, con le specie: T. marum, T. chamaedrys.
  • Scorodonia, con la specie T. scorodonia.
  • Stachybothrys, con le specie: T. canadense, T. hircanicum.
  • Teucris, con le specie: T. bicolor, T. orientale, T. fruticans.
  • Teucriopsis, con la specie T. betonicum.

Queste divisioni invece solo in parte vengono utilizzate per suddividere le specie spontanee della nostra flora. Partendo dai primi lavori del botanico fiorentino Adriano Fiori (1865-1950) (e da altri) è stata predisposta una diversa chiave analitica consultabile nell'apposita scheda qui sotto indicata.

Lo stesso argomento in dettaglio: Specie di Teucrium.

Etimologia

Si dice che il nome del genere della pianta derivi da Teucro, mitico re di Troia figlio di Scamandro (divinità fluviale) e della Ninfa Idea, che per primo sperimentò le proprietà medicinali di alcuni vegetali (tra cui alcune piante del nostro genere). In realtà le piante in questione, secondo Dioscoride, si chiamano “Teukrion”, ma è Linneo che riprese tale nome cambiandolo in “Teucrium”.
Nell'Italiano volgare questo nome venne tradotto in “Teucrio”, poi sostituito dal nome attuale: “Camedrio”. I francesi chiamano questo genere col nome di Germandrèes, mentre gli inglesi lo chiamano Germander, e in tedesco si chiama Gamander.

Morfologia

Le piante di questo genere normalmente sono erbacee, mentre altre hanno un tipico portamento arbusteo (più o meno legnose alla base). Tutte comunque sono tomentose o pelose e sono inoltre amare o aromatiche (possono emanare un odore agliaceo se vengono stropicciate).
La forma biologica prevalente (almeno per le specie spontanee del nostro territorio) varia dal tipo H scap (emicriptofite scapose) al tipo Ch suffr (camefite suffruticose), in generale piante di piccole dimensioni.

Le radici possono essere un proseguimento ipogeo (sottoterra) del rizoma oppure derivate da stoloni.

Il fusto è generalmente eretto, più o meno ramoso, quasi sempre peloso e lignificato alla base.

Le foglie possono essere intere o profondamente divise, dentate o lobate. Quelle fiorali sono ridotte allo stato di brattee.

L'infiorescenza è composta da fiori solitari e disposti in modo opposto nelle ascelle delle foglie bratteali, oppure raccolti in verticilli o in cime o in spighe più o meno rivolti da un'unica parte.

I fiori possono avere diverse colorazioni: rossi o bianchi o gialli. Sono ermafroditi e irregolari (eventualmente zigomorfi) e pentameri.

  • Calice: il calice (persistente) è a 5 denti (con una decina di venature) e può avere una forma tubulosa o campanulata. I denti sono più o meno uguali a parte alcune specie che hanno quello superiore ingrossato.
  • Corolla: la corolla è la parte più caratteristica del genere in quanto sembra formata da un unico labbro poiché quello superiore (che corrisponde a due petali) è diviso in due parti le quali sono molto ravvicinate ai tre lobi inferiori. In questo modo l'elemento che più è visibile a prima vista è un labbro inferiore a 5 lobi. Inoltre il tubo della corolla non presenta alla fauce il tipico anello peloso presente in altri generi simili della stessa famiglia.
  • Androceo: gli stami sono quattro (tutti fertili) paralleli e didinami (il paio posteriore è più breve). Sono inoltre ravvicinati tra di loro e sporgono dalla fessura del labbro. Le antere sono biloculari con un'unica fessura di deiscenza. In questo genere si ha il fenomeno della proterandria: il polline matura prima che i rispettivi stigmi divengano ricettivi.
  • Gineceo: l'ovario e quadripartito (a 2 carpelli saldati in un ovario supero ). Lo stilo è semplice e leggermente più lungo degli stami, mentre lo stimma (stigma) è bifido con le due lacinie divergenti.
  • Impollinazione: per entomogamia principalmente mediante ditteri e imenotteri.

Il frutto è composto da 4 distinti acheni (di forma ovoide). Gli acheni sono glabri, sia lisci che rugosi.

Distribuzione e habitat

Questo genere è diffuso nelle zone temperate e calde dell'Europa (in Inghilterra, secondo alcune indicazioni, sono solo quattro le specie spontanee), Asia (Medio oriente e Bassopiano Siberiano Occidentale), Africa settentrionale e America boreale e australe (poche specie) e Australia (abbastanza abbondanti). Si tratta quindi di un genere cosmopolita con specie disperse sui vari territori della superficie terrestre dove l'inverno non sia troppo freddo.

Usi

Alcune specie (tre o quattro) sono citate nella medicina popolare (proprietà toniche, febbrifughe, vermifughe, amare, sudorifere, vulnerarie, starnutatorie, stimolanti, antispasmodiche, ecc.), altre invece sono ad uso esclusivo dell'orticoltura ornamentale.
In particolare Teucrium marum è ricca di un olio essenziale (ricavato per distillazione delle sue parti vegetali) che viene chiamato “Essenza di Marum” : si tratta di una canfora (chiamata anche “Canfora di Marum”). Teucrium scordium contiene un principio chimico (la “scordeina”) con il quale i farmacisti preparano il “dioscordium” , un preparato con effetti tonici, febbrifughi, stimolanti e altro.
Nell'industria tessile, sempre la pianta Teucrium marum, produce una tintura per colorare la lana di giallo – canarino.
Per completare il quadro sugli usi del genere Teucrium non si può tacere che alcune sue specie, in particolare Teucrium chamaedrys presenta dati comprovati che si tratta di una pianta epatotossica. Alcuni componenti presenti nella pianta (“diterpeni neoclerodanici”) possono provocare epatiti di vario tipo (disturbi al parenchima epatico tipo epatiti croniche, acute ma anche fulminanti).
Infine alcune specie servono da alimento alle larve di alcuni lepidotteri della famiglia delle Coleophoridae.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 825.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 442, ISBN 88-506-2449-2.

Altri progetti

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