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Marie-Dominique Philippe

teologo e filosofo francese

Marie-Dominique Philippe (1912 – 2006), teologo e filosofo francese.

Marie-Dominique Philippe

Fuoco sulla terra

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  • Chi non ha mai sperimentato la bontà di una persona non sa che sia amare.
  • Devo acquistare tutte le virtù per il mio amico.
  • Dio non lo rimpiange [di aver creato l'uomo] perché c'è stata Maria e Maria basta per giustificare tutto; è l'unica creatura assolutamente perfetta che rallegra suo padre in modo unico.
  • È il concupiscibile che è mite psicologicamente.
  • Fondamentalmente l'uomo è buono, ma il demonio agisce su di lui; del resto questo fa sì che l'uomo possa essere riscattato perché ha sempre peccato sotto l'influsso del demonio.
  • Il demonio è una creatura spirituale che Dio ama come creatura spirituale, ma questa creatura spirituale è totalmente rovinata dall'orgoglio, dal rifiuto completo di obbedire a Dio.
  • Il nostro esame di coscienza dovrebbe riguardare le beatitudini e non i comandamenti.
  • Il santo non esaurisce mai le beatitudini.
  • Il tempo è bruciato dall'amore e nella mitezza può estendersi.
  • In ogni guerra vi è un desiderio di vendetta e questo desiderio di vendetta rende l'uomo duro: uno vuole riprendere quello che ha perso.
  • Invece di dare forza il denaro trascina in un clima di comodità... e la comodità non dona mai la felicità.
  • L'amore di Dio è lo Spirito Santo; l'amore di Dio in Dio è uno, è la pienezza dell'amore. Quando l'amore di Dio si impadronisce del cuore di una creatura, non può più avere l'unità che ha nella Santissima Trinità, allora si divide (per così dire), nei sette doni dello Spirito Santo, che esprimono in quale modo l'amore, unico in Dio, sostanziale in Dio, si "divida" poi nella creatura per avvolgerla e rimetterla nell'unità.
  • L'amore non è sdolcinato, è forte e può essere tagliente.
  • La bontà di una persona è qualche cosa che supera la persona stessa; una persona è un essere che viene superato da qualcosa che lo avvolge.
  • La creatura, per definizione, è sempre complessa; solo Dio è semplice.
  • Le beatitudini sono l'amore del cuore di Dio che si impadronisce del cuore dell'uomo.
  • La fedeltà non è puramente donata, è sempre qualche cosa che si acquista e, per il fatto stesso, qualche cosa che ci rende nobili.
  • La grande miseria del mondo di oggi è che tutto si costruisce al di fuori della finalità dell'uomo: non si capisce più che cosa sia.
  • La povertà più grande che ho incontrato è quella di Marthe Robin. Una cosa stupenda! La sua povertà era veramente estrema, incisa nel suo corpo, nella sua carne.
  • La povertà radicale è personale, la povertà comunitaria implica la prudenza e, per un cristiano, il dono del consiglio.
  • Lo spirito di povertà consiste nel non aver nessun diritto.
  • Nella nostra vita umana siamo costretti a fare una differenza tra i mezzi ed il fine; quando si tratta della vita divina e dei doni dello Spirito Santo è diverso perché il fine è presente attraverso i mezzi.
  • Non vi è un fondamento naturale della morale; vi è una finalità che gioca un ruolo di fondamento, ed è l'amicizia.
  • Psicologicamente è quando abbiamo troppa fretta che facciamo del male e siamo brutali.
  • Quando l'uomo riceve la Legge vuol dire che è educabile.
  • Se ci leghiamo troppo alla Legge, si opporrà la Legge a Cristo, mentre non si potranno mai opporre le beatitudini a Cristo.
  • Se l'amore che unisce gli amici è spirituale è perfetto. Se gli amici cercano esclusivamente, o innanzitutto, il godimento, il loro amore non durerà: è limitato nel tempo.
  • Se vogliamo penetrare i segreti del cuore di Cristo, capire le sue aspirazioni profonde, è tramite le beatitudini che lo possiamo e non tramite la Legge.
  • Si perde il senso della vita perché si perde il senso dell'altro.
  • Si potrebbe dire che le beatitudini sono come il "clima spirituale" di tutta la nostra vita cristiana; quando le beatitudini diventano qualche cosa di totalmente estraneo, non siamo cristiani.
  • Si può dire che la prima efficacia della Legge è stata permettere a Mosè di spezzarne le tavole per mostrare che l'idolatria spezzava la Legge e portava l'uomo in una via senza sbocco: egli non era più degno della Legge.
  • Solitamente uno cerca il successo attraverso la parola sacrificando alcune vittime che ci consentono di metterci in evidenza! Questo è contrario alla mitezza perché la mitezza non sacrifica nulla di quanto appartiene agli altri.
  • Un amico è (oserei dire) una passione spirituale.
  • Uno è mite nei suoi rapporti con l'altro quando cerca nell'altro quello che è buono in lui, o molto buono, e quello che potrebbe portare molto più lontano.
  • Vi è una cosa che colpisce molto: quando uno che soffre si serve della sua sofferenza per essere rispettato. Quella non è vera sofferenza. La vera sofferenza mi annienta ed io taccio.
  • Attraverso il dono del timore di Dio, Maria ama la sua piccolezza, la sua nullità, perché solo Dio è degno di ricevere tutte la gloria.
  • Fuori dalla misericordia onnipotente di Dio, lei [Maria] non è niente.
  • Giuseppe [nella nascita di Gesù] è presente per nascondere il mistero, per custodire gelosamente il segreto del Padre.
  • I pianti di quelle mamme [della strage degli innocenti], lei li prende tutti con sé, nel suo cuore, per offrirli a Gesù. Quelle lacrime non hanno attenuato la sua gioia, l'hanno fatta diventare più pura, intensa e divina.
  • L'umiltà, quando diventa una virtù divina, fa tabula rasa: non si accontenta più di vincere l'orgoglio, di appiattirne gli eccessi; scava l'abisso della piccolezza, perché l'Amore di Dio possa riempirlo della sua presenza, per attirare questo amore con maggiore violenza ed audacia.
  • La vita contemplativa, quando si dispiega in modo divino, sfugge alla storia e si realizza in Dio.
  • Maria gioca un ruolo importantissimo. È Lei che presenta Gesù al sacerdote, dunque ella coopera al mistero che porta a compimento tutto il sacerdozio levitico.
  • Più Maria progredisce nell'amore di Dio, più Lui la nasconde, in una vita tutta contemplativa.

Bibliografia

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  • Marie-Dominique Philippe, Fuoco sulla terra. Colloqui sulle beatitudini, traduzione a cura della Comunità di San Giovanni, Città Nuova, 2010.
  • Marie-Dominique Philippe, Maria. Figlia del suo figlio, traduzione di M. Conti, Piemme, 2001.

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