[go: up one dir, main page]
More Web Proxy on the site http://driver.im/

Oldeania alpina (K.Schum.) Stapleton, 2013 è una pianta angiosperma monocotiledone appartenente alla famiglia delle Poacee. È l'unica specie nota del genere Oldeania.[2][3]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Oldeania alpina
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaBambusoideae
TribùArundinarieae
SottotribùThamnocalaminae
GenereOldeania
Stapleton, 2013
SpecieO. alpina
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
GenereOldeania
SpecieO. alpina
Nomenclatura binomiale
Oldeania alpina
(K.Schum.) Stapleton, 2013
Sinonimi

Arundinaria alpina
K.Schum.[1]

Etimologia

modifica

Il nome generico (Oldeania) deriva dal nome comune Maasai (oldeani) in Tanzania.[4] L'epiteto specifico (alpina) indica un habitat montano.[5][6] Il nome scientifico della specie (e anche del genere) è stato definito dal botanico contemporaneo Christopher Mark Adrian Stapleton (1957-) nella pubblicazione "PhytoKeys 25: 99. 2013" del 2013.[7]

Descrizione

modifica
 
Spighetta generica con tre fiori diversi

Portamento

modifica

Il portamento di questa specie è perenne con culmi legnosi oscillanti, eretti e scanalati. Gli internodi dei culmi sono affusolati. Le radici in genere sono del tipo fascicolato con rizomi pachimorfi allungati. Dai nodi inferiori possono diramarsi delle radici aeree spinose. Inoltre da ogni nodo possono svilupparsi orizzontalmente fino a 5 rami subuguali. Dimensioni della pianta: altezza 15 - 20 metri; diametro dei culmi 6 – 10 cm.[3][8][9][10][11][12][13][14]

  • Le foglie lungo il culmo in genere sono alterne e distiche. Sono composte da una guaina (decidua) con padiglioni auricolari, una ligula (esterna) e una lamina con forme lineari, apice acuto, bordi cigliati e aspetto semilucido. Sono presenti dei pseudo-piccioli. Le venature sono parallelinervie (quelle trasversali sono visibili).

Infiorescenza

modifica
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, dei racemi a pannocchia aperta, sono ramificate e bratteate. Le spighette, con forme lineari e compresse lateralmente, in genere sono solitarie e quelle fertili sono pedicellate.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette fertili sono sottese da due brattee chiamate glume (inferiore e superiore). Le glume sono persistenti e più corte della spighetta. La forma è ovata per quella superiore ed ellittica per quella inferiore; la consistenza è erbacea con o senza ciglia. Ogni spighetta è formata da più fiori fertili (fino a 10); i fiori apicali sono ridotti. In genere sono presenti due glume vuote e 4 - 8 glume fertili. Alla base del fiore fertile sono presenti due brattee: la palea e il lemma. Il lemma è ovato a consistenza erbacea e senza ciglia. La disarticolazione avviene sotto ogni fiore fertile. La rachilla è definita (cimosa).
  • I fiori sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Il tessuto delle lodicule è ampiamente vascolato.

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti nel quale il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme e aderente. L'endosperma è duro e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.

Biologia

modifica

In generale nelle erbe delle Poaceae la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori per via anemogama. Gli stigmi piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.

I semi cadendo a terra, dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento (dispersione anemocora) sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat

modifica

Questa specie è distribuita nelle zone afromontane.[1]

Tassonomia

modifica

La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[12][15]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, Oldeania alpina fa parte della sottofamiglia Bambusoideae (tribù Arundinarieae).[8][9]

Filogenesi

modifica

Inizialmente questa specie era descritta all'interno del genere asiatico Yushania, ma prove filogenetiche dimostrano la posizione indipendente di questa pianta. In particolare, all'interno della tribù, Oldeania alpina occupa una posizione centrale e risulta "gruppo fratello" del genere Gaoligongshania (Clade IX).[16]

Per questa specie è indicata la seguente sinapomorfia: dai nodi inferiori si diramano alcune radici aeree spinose.[8]

  1. ^ a b Oldeania alpina (K.Schum.) Stapleton
  2. ^ (EN) Oldeania alpina, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 settembre 2024.
  3. ^ a b Stapleton 2013.
  4. ^ Stapleton 2013, pag.100.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 agosto 2018.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 43.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 21 agosto 2018.
  8. ^ a b c Kellogg 2015, pag. 160.
  9. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  11. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  12. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  13. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  14. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su static1.kew.org, p. Oldeania alpina. URL consultato il 21 agosto 2018.
  15. ^ (EN) Accepted Genera of Poaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 settembre 2024.
  16. ^ Zhang et al. 2016, pag. 122.

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
   Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica