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Mary Sidney, coniugata Herbert, contessa di Pembroke (Bewdley, 27 ottobre 1561Londra, 25 settembre 1621), è stata una poetessa, scrittrice, traduttrice e mecenate inglese.

Mary Sidney
Mary Sidney in una miniatura di Nicholas Hilliard (1590)
Contessa di Pembroke
Stemma
Stemma
In carica1577 –
19 gennaio 1601
NascitaBewdley, 27 ottobre 1561
MorteLondra, 25 settembre 1621
Luogo di sepolturaCattedrale di Salisbury
PadreHenry Sidney
MadreMary Dudley
Consorte diHenry Herbert
ReligioneAnglicanesimo

Famiglia

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Nacque a Tickenhill Palace, a Bewdley nel Worcestershire da Sir Henry Sidney e Mary Dudley, figlia di John Dudley, I duca di Northumberland. Mary venne cresciuta nel castello di Ludlow, sede del presidente delle Marche gallesi, ruolo ricoperto dal padre fino al 1586. Come suo fratello, Sir Philip Sidney, ricevette una educazione calvinista, inclusi lo studio dei classici, del francese, dell'italiano, dell'ebraico, della musica e del ricamo.

Dopo la morte di sua sorella minore Ambrosia nel 1575, Mary fu chiamata a Londra per assistere la regina Elisabetta I d'Inghilterra. Nel 1577 il fratello di sua madre, Robert Dudley, aiutò Sir Henry Sidney ad organizzare il suo matrimonio con il quarantenne Henry Herbert, II conte di Pembroke, per stringere alleanze strette tra le famiglie Sidney e Herbert. Come contessa di Pembroke, Mary divenne responsabile di numerose proprietà incluse Ramsbury, Ivychurch (Alderbury, Wilts)[1], Wilton House e il castello di Baynards.

A Pembroke diede alla luce quattro figli:

Ricevette un'educazione di alto livello nella traduzione umanistica. Nel XVI secolo le nobildonne erano educate per essere in grado di avere una buona conoscenza dei problemi teologici e dei classici, di interpretare i testi originari e, se necessario, di fare le veci dei loro mariti. La sua educazione le permise pertanto di tradurre Il trionfo della morte di Petrarca e altri rilevanti opere europee.

Ebbe inoltre un grande interesse per i codici musicali, la farmaceutica e per la chimica e fondò un laboratorio di chimica a Wilton House[2]. Trasformò Wilton in un importante circolo letterario frequentato da Edmund Spenser, Michael Drayton, Sir John Davies and Samuel Daniel.

Il suo intento, condiviso col fratello Philip, fu di rinforzare e classicizzare la lingua inglese e di supportare la "vera" religione, che, nella loro visione, combinava Calvinismo, i principi di Castiglione e atti di carità. Mary fu dunque una teologa calvinista e la sua pubblica persone appariva pia, virtuosa ed istruita. Non a caso divenne la musa di Samuel Daniel nella sua silloge Delia, di suo fratello Philip quando scrisse il suo "Arcadia" e degli altri autori che frequentavano il circolo a Wilton.

Prima della sua morte, Philip aveva iniziato una nuova versione del Libro dei Salmi in quanto la traduzione intrapresa sotto Edoardo VI d'Inghilterra era errata. Egli riuscì a completare soltanto quarantatré dei centocinquanta Salmi quando morì durante la campagna contro la Spagna nei Paesi Bassi nel 1586. Mary completò l'opera del fratello usando la Geneva Bible del 1560 e commentari di Giovanni Calvino e Theodore Beza. Come competente teologa, lei non temeva di essere in disaccordo con Calvino riguardo a dei punti minori. Una copia dei Salmi completa fu presentata ad Elisabetta I nel 1599. Questo lavoro è di solito indicato col nome di "The Sidney Psalms" o "The Sidneian Psalms" ed è considerato di importante valore per lo sviluppo della poesia inglese del XVI secolo e del XVII secolo. John Donne scrisse un poema celebrando quest'opera. I Salmi si basano su una precisa traduzione inglese piuttosto che sui testi ebraici originali e devono essere quindi chiamati "metafrasi" invece che "traduzioni". Come quelle di Philip, le versioni di Mary mostrano una vivida immaginazione e un vigoroso fraseggio. Anche Mary assunse il compito di pubblicare l'"Arcadia" di Philip Sidney, uno dei libri più letti in inglese.

Il marito di Mary morì nel 1601 lasciandola con meno supporti finanziari rispetto a quanto avrebbe potuto immaginare. In seguito Mary trascorse il suo tempo a gestire Wilton e le altre proprietà a Pembroke per conto di suo figlio William Herbert, conte di Pembroke, che sostituì la madre nel suo ruolo di patrono della letteratura.

Dopo che Giacomo I d'Inghilterra le fece visita a Wilton nel 1603, Mary andò via da Wilton e prese casa a Londra, certa che il re si prendesse cura di Wilton[3].

Dal 1609 al 1615 Mary visse a Crosby Hall e, secondo alcuni,[4] sposò segretamente il suo medico, Sir Matthew Lister con cui viaggiò nel Continente per curarsi alle terme e trascorrere momenti di svago giocando a carte e al tiro al bersaglio.

Fece costruire una casa a Bedfordshire con vista su Houghton House.

Morì di vaiolo nella sua casa in Aldersgate Street, a Londra, poco dopo la visita del re a Houghton Hall. Dopo un gran funerale nella cattedrale di San Paolo, il suo corpo venne sepolto vicino a quello del primo marito nella tomba di famiglia, sotto i gradini che portano al coro nella cattedrale di Salisbury. Una lapide posta sul muro la ricorda.

Oltre ai menzionati Salmi, scrisse la traduzione, dal francese all'inglese, della tragedia di Robert Garnier, Marc-Antoine di Robert Garnier (1578) e il Discorso della vita e della morte di Philippe de Mornay.

A causa delle sue doti letterarie è stata ritenuta una tra le possibili autrici delle opere di Shakespeare, tenendo conto della questione sulla Attribuzione delle opere di Shakespeare[5].

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Nicholas Sidney William Sidney  
 
Thomasine Barrington  
William Sidney  
Anne Brandon William Brandon  
 
Elizabeth Wingfield  
Henry Sidney  
Hugh Pakenham John Pakenham  
 
Margaret Bramshott  
Anne Pakenham  
Anne Clement William Clement  
 
N. Goring  
Mary Sidney  
Edmund Dudley John Dudley  
 
Elizabeth Bramshot  
John Dudley, I duca di Northumberland  
Elizabeth Grey, VI baronessa Lisle Edward Grey, I visconte Lisle  
 
Elizabeth Talbot  
Mary Dudley  
Edward Guildford Richard Guildford  
 
Anne Pympe  
Jane Guildford  
Eleanor West Thomas West, VIII barone De La Warr  
 
Elizabeth Mortimer  
 
  1. ^ R.B. Pugh & E. Crittall (Eds),'Houses of Augustinian canons: Priory of Ivychurch', A History of the County of Wiltshire: Volume 3 (1956), pp. 289-295.
  2. ^ Robin, Larsen and Levin. p. 5.
  3. ^ FE Halliday , uno Shakespeare Companion1564-1964 , Baltimore, Penguin, 1964, p. 531.
  4. ^ (EN) Britain Magazine, Tudor of the Month: Mary Sidney, Countess of Pembroke, su britain-magazine.com, 2017. URL consultato il 2 settembre 2024.
  5. ^ Williams, Robin P. Sweet Swan of Avon: Did a Woman Write Shakespeare? Wilton Circle Press, 2006.

Bibliografia

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  • Introduction to The Collected Works of Mary Sidney Herbert, Countess of Pembroke, Vols 1 & 2, Clarendon Press, Oxford, 1998
  • Mary Sidney and Sir Philip Sidney - The Sidney Psalms. Edited by R. E. Pritchard, Carcanet, Manchester, 1992.
  • Margaret P. Hannay - Philip's Phoenix: Mary Sidney, Countess of Pembroke. New York: Oxford University Press, 1990.
  • Margaret Patterson Hannay - "Herbert [Sidney], Mary, countess of Pembroke (1561–1621)", Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004 accesso 8 April 2007
  • Robin, Diana Maury, Larsen, Anne R. and Levin, Carole (2007). Encyclopedia of women in the Renaissance: Italy, France, and England. ABC-CLIO, Inc.
  • Gary Waller - Mary Sidney, Countess of Pembroke: A Critical Study of Her Writings and Literary Milieu. Salzburg: University of Salzburg Press, 1979.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN32005754 · ISNI (EN0000 0000 8110 8099 · BAV 495/306254 · CERL cnp00402489 · ULAN (EN500191615 · LCCN (ENn83180200 · GND (DE11896562X · BNF (FRcb119923888 (data) · J9U (ENHE987007454610305171