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Lockheed T-33 Shooting Star

addestratore avanzato Lockheed

Il Lockheed T-33 Shooting Star, informalmente indicato anche come T-Bird[1], è un aereo da addestramento a getto biposto, monomotore, monoplano ad ala dritta e bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Lockheed Corporation nella seconda parte degli anni quaranta e prodotto, oltre che dalla stessa, anche su licenza dalla canadese Canadair e dalla giapponese Kawasaki.

Lockheed T-33 Shooting Star
Un T-33 Shooting Star appartenente al 5021st Tactical Operations Squadron dell'USAF, in volo nei cieli dell'Alaska; 1º giugno 1984.
Descrizione
Tipoaddestratore avanzato
Equipaggio2 (pilota + istruttore)
ProgettistaClarence Johnson
CostruttoreStati Uniti (bandiera) Lockheed
Data primo volo22 marzo 1948
Data entrata in servizio1949
Utilizzatore principaleStati Uniti (bandiera) USAF
Altri utilizzatoriStati Uniti (bandiera) US Navy
Germania (bandiera) Luftwaffe
Giappone (bandiera) JASDF
Italia (bandiera) AMI
altri
Esemplari4 806 (solo USA)
6 557 (tot)
Costo unitario$ 123 000
Sviluppato dalP-80 Shooting Star
Altre variantiT2V SeaStar
CT-133 Silver Star
Boeing Skyfox
Dimensioni e pesi
Lunghezza11,49 m (37 ft 9 in)
Apertura alare11,86 m (38 ft 11 in)
Superficie alare22,11 (238 ft²)
Peso a vuoto3 775 kg (8 300 lb)
Peso carico6 865 kg (15 100 lb)
Propulsione
Motoreun turbogetto
Allison J33-A-35
Spinta24,02 kN (5 400 lbf)
Prestazioni
Velocità max966 km/h (600 mph)
Velocità di crociera732 km/h (455 mph)
Autonomia2 052 km (1 275 mi, 1 108 nmi)
Tangenza14 630 m (48 000 ft)
Armamento
Mitragliatrici2 calibro .50 in (12,7 mm)
Piloni2 sub-alari
Notedati relativi alla versione T-33A Shooting Star

dati estratti da American Military Training Aircraft: Fixed and Rotary-Wing Trainers Since 1916[1]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

Costruito dal 1948 al 1959, venne sviluppato sulla base del P-80 Shooting Star (in seguito ridenominato F-80), il primo caccia a getto operativo nell'United States Air Force (USAF); inizialmente denominato TP-80C o TF-80C, il T-33 fu a sua volta la base del caccia intercettore F-94 Starfire.

Modello estremamente longevo nella sua vita operativa e utilizzato in numerose aeronautiche militari mondiali. Gli ultimi esemplari, usati in Bolivia, sono stati ritirati dal servizio nel luglio 2017.[2]

Storia del progetto

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Il T-33 era un semplice adattamento del monoposto F-80C, con la riduzione dell'armamento da 6 a 2 mitragliatrici e un secondo posto di pilotaggio; i serbatoi interni, da 1 931 litri complessivi, vennero integrati da serbatoi alle estremità alari, molto caratteristici, da ben 870 litri (il predecessore arrivava a 2 da 807 litri). La velocità di salita scendeva da 35 a 26 m/s.

Il caccia F-80 si era trasformato quindi in un addestratore avanzato che venne talmente apprezzato, per la sua semplicità, da essere prodotto in oltre 6 000 esemplari, anche in Canada ed in Giappone.

Il T-33 era molto popolare e divenne molto diffuso in tutto il mondo, combattendo anche in vari conflitti minori, come ad esempio l'invasione della Baia dei Porci, ed almeno fino a pochi anni fa era in linea in una dozzina di paesi in vari continenti.

Impiego operativo

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L'Aeronautica Militare, nell'ambito del rinnovamento della propria flotta, emise una specifica per affiancare al convenzionale Fiat G.59 a elica un modello da addestramento avanzato dotato di motore a reazione per l'addestramento dei piloti destinati a reparti operativi dotati di modelli che utilizzavano quel tipo di propulsione.

Dopo aver valutato varie opportunità, tra le quali il Fiat G.80 di concezione nazionale, la scelta si orientò sul T-33 Shooting Star, acquisendo, a partire dall'ottobre 1952, 60 esemplari della variante biposto T-33A più altri 14 nella versione RT-33A da ricognizione fotografica. I primi vennero impiegati prevalentemente nel ruolo di addestratore avanzato, inizialmente come dotazione del Nucleo Addestramento Volo a Reazione per poi essere presi in carico dalla Scuola Aviogetti basata all'aeroporto di Amendola, completando la formazione di centinaia di nuovi piloti destinati ai reparti. Con lo sviluppo del nuovo Fiat G.91T, entrato in linea nel 1965, i T-33A vennero trasferiti alle Squadriglie Collegamenti, con le quali operarono fino alla loro radiazione. Oltre che nel ruolo di aereo da collegamento, analogamente ad altre forze aeree mondiali, il T-33A venne utilizzato come aereo da traino bersagli e come "lepre", ovvero come aereo aggressore, nelle missioni di intercettazione simulate per l'addestramento caccia all'uso dei radar che equipaggiavano i North American F-86K e i Lockheed F-104 Starfighter italiani. Dal 1966 alcuni esemplari operarono con il Centro Radiomisure.[3]

L'ultimo T-33 italiano venne radiato nel 1982.

Stati Uniti d'America

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Il biposto T-33 si è dimostrato adatto a ricoprire il ruolo di addestratore avanzato, venendo utilizzato oltre che per tali mansioni come postazione aerea di pilotaggio droni e come aereo da traino bersagli. La United States Air Force (USAF) ha introdotto il T-33 come modello per la formazione dei piloti destinati a reparti di prima linea nell'Air Training Command fino ai primi anni sessanta, progressivamente sostituito dai Cessna T-37 Tweet e Northrop T-38 Talon nel quadro del programma Undergraduate Pilot Training (UPT). Il T-33 è stato utilizzato per addestrare i cadetti dell'Air Force Academy (Accademia aeronautica) a Peterson Field (ora Peterson Air Force Base a Colorado Springs). Il T-37 ha sostituito il T-33 come velivolo da addestramento nell'Air Force Academy dal 1975. Simile avvicendamento avvenne anche nella United States Navy con la versione TV-1, ridenominata T-33 nel 1962, con velivoli tecnologicamente più avanzati, quali i North American T-2 Buckeye e Douglas TA-4 Skyhawk II. Le versioni USAF e US Navy del T-33 vennero definitivamente rimosse dal loro incarico primario rispettivamente durante gli anni settanta e ottanta, con USAF e USN che destinarono i loro compiti come aerei utility e addestratori avanzati, con qualche esemplare USN convertito a bersaglio aereo in scala 1:1 destinati a test di sviluppo di missili aria-aria per la dotazione dei propri caccia e a quelli terra-aria in dotazione alle unità navali di superficie. Diversi T-33 vennero assegnati a reparti USAF equipaggiati con i McDonnell F-101 Voodoo, Convair F-102 Delta Dagger e Convair F-106 Delta Dart, nonché, sempre in qualità di addestratore, a reparti dell'Air National Guard con dotazioni similari che sotto la gestione dell'Aerospace Defense Command provvedevano alla difesa dello spazio aereo continentale. In seguito altri esemplari vennero presi in carico dal Tactical Air Command (TAC) ed utilizzati in un simile ruolo nei reparti Air National Guard sotto il loro diretto comando, dotati degli F-106 Delta Dart e dei McDonnell Douglas F-4 Phantom II fino alla loro radiazione, con l'ultimo esemplare, della variante NT-33, che cessò il servizio nell'aprile 1997.

Varianti

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Lockheed NT-33A USAF
T-33A
versione da addestramento a getto biposto.
AT-33A
versione da attacco leggero derivata dal T-33A.
DT-33A
designazione assegnata ai T-33A convertiti in aerei da controllo droni.
NT-33A
designazione assegnata ai T-33A convertiti in aerei per test sperimentali.
QT-33A
designazione assegnata ai T-33A convertiti in droni senza equipaggio da bersaglio.
RT-33A
versione da ricognizione derivata dal T-33A.

US Navy

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TO-1/TV-1
designazione U.S. Navy del P-80C, 50 esemplari trasferiti alla marina statunitense nel 1949 come addestratori a getto (tecnicamente non dei T-33 Shooting Star)
TO-2
versione addestratore biposto basata a terra, variante U.S. Navy del T-33A, in seguito ridesignata TV-2.
TV-2KD
designazione assegnata agli esemplari convertiti in aerei da controllo droni.
T-33B
ridesignazione dei TV-2 in base alle nuove disposizioni del 1962.
DT-33B
ridesignazione dei TV-2KD in base alle nuove disposizioni del 1962.
CT-133 Silver Star
variante da addestramento biposto realizzata su licenza dalla Canadair, caratterizzata dalla diversa motorizzazione rispetto ai modelli statunitensi affidata al Rolls-Royce Nene. Destinata a equipaggiare i reparti RCAF, poi Canadian Forces, venne utilizzata anche nell'addestramento alle comunicazioni, come aereo da traino bersagli e nella guerra elettronica.

Utilizzatori

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Un T-33 Shooting Star della greca Ellenikì Polemikì Aeroporia.
 
Un T-33 con le insegne del 51º Stormo dell'Aeronautica Militare.
 
Un T-33 in una speciale livrea commemorativa della Força Aérea Portuguesa.
 
Un T-33 dell'Ejército del Aire spagnolo.
 
Un T-33 della thailandese Kongthap Akat Thai monumentato presso la base aerea nei dintorni di Nakhon Ratchasima.
Arabia Saudita (bandiera)  Arabia Saudita
Belgio (bandiera)  Belgio
acquisì 38 T-33A ed un RT-33A con i quali operò dal 1952.
Bolivia (bandiera)  Bolivia
Ultimo utente militari T-33, tutti ritirati nel luglio 2017.[4][5]
Brasile (bandiera)  Brasile
bandiera  Birmania
Canada (bandiera)  Canada (bandiera)  Canada (bandiera)  Canada
opera con la variante di produzione nazionale Canadair CT-133 Silver Star.
Cile (bandiera)  Cile
Colombia (bandiera)  Colombia
Corea del Sud (bandiera)  Corea del Sud
cominciò ad operare con i T-33A dall'agosto 1955, utilizzati anche dalla pattuglia acrobatica Black Eagles. (tutti ritirati)
Cuba (bandiera)  Cuba
Danimarca (bandiera)  Danimarca
Rep. Dominicana (bandiera)  Rep. Dominicana
Ecuador (bandiera)  Ecuador
El Salvador (bandiera)  El Salvador
Filippine (bandiera)  Filippine
Francia (bandiera)  Francia
Germania (bandiera)  Germania
Giappone (bandiera)  Giappone
278 T-33 in servizio dal 1955 al 2000.[6][7] (tutti ritirati)
Grecia (bandiera)  Grecia
Guatemala (bandiera)  Guatemala
Honduras (bandiera)  Honduras
Indonesia (bandiera)  Indonesia
Iran (bandiera)  Iran (bandiera)  Iran
Italia (bandiera)  Italia
Jugoslavia (bandiera)  Jugoslavia
Libia (bandiera)  Libia
Messico (bandiera)  Messico
Nicaragua (bandiera)  Nicaragua
5 T-33A consegnati, più ulteriori 5 AT-33A Shooting Star ricevuti nel 1961 e ritirati insieme ai primi nel 1979.[8]
Norvegia (bandiera)  Norvegia
Pakistan (bandiera)  Pakistan
Paesi Bassi (bandiera)  Paesi Bassi
Paraguay (bandiera)  Paraguay
operò con sei AT-33A donati da Taiwan nel 1990 nel 2° Grupo Aerotáctico (GAT) "Indios". Ritirati dal servizio nel 1998.
Perù (bandiera)  Perù
Portogallo (bandiera)  Portogallo
Singapore (bandiera)  Singapore
operò con esemplari francesi ex Armée de l'air. (tutti ritirati)
Spagna (bandiera)  Spagna
Taiwan (bandiera)  Taiwan
Thailandia (bandiera)  Thailandia
Turchia (bandiera)  Turchia
Stati Uniti (bandiera)  Stati Uniti
Uruguay (bandiera)  Uruguay

Esemplari attualmente esistenti

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L'RT-33 conservato al Museo storico dell'Aeronautica Militare.

La diffusione del modello in numerose forze aeree mondiali ha favorito la conservazione di diversi esemplari, collocati sia in collezioni museali, sia come modelli statici inseriti in strutture quali aeroporti civili e reparti militari e come parte di monumenti commemorativi.

Tra i vari esemplari ancora esistenti presenti in territorio italiano si cita la versione RT-33A ex Aeronautica Militare, parte della collezione del Museo storico dell'Aeronautica Militare a Vigna di Valle, Bracciano, collocato nell'hangar Skema dedicato al patrimonio aeronautico storico nazionale più recente. Il modello esposto presenta la livrea della 609ª Squadriglia Collegamenti, parte del 9º Stormo "Francesco Baracca" basato all'Aeroporto di Caserta-Grazzanise, nella sua tipica livrea ad alta visibilità con cui erano dipinti i velivoli adibiti al traino bersagli nella forza aerea italiana.[3] Sempre in Italia un secondo esemplare, nella versione T-33A, è presente tra i velivoli esposti nel Museo dell'aviazione di Rimini. Nella cultura popolare ci si ricorda di questo jet in quanto compariva nel film con Alberto Sordi Finché c'è guerra c'è speranza. Infine un terzo esemplare è esposto presso l'entrata della caserma dell'aeronautica militare situata presso l' Aeroporto di Napoli-Capodichino (con matricola militare MM51-17536).

In un'ottica geografica più ampia, è osservabile l'esemplare ex Fuerza Aérea Guatemalteca collocato in mostra statica nei pressi dell'entrata est dell'Aeroporto Internazionale Mundo Maya, Flores, restaurato con finitura in alluminio lucidato.

  1. ^ a b Johnson e Jones 2015, p. 226.
  2. ^ (ES) Los aviones de entrenamiento y ataque T-33 de la FAB dejan de operar en Bolivia - La Razón, su www.la-razon.com. URL consultato il 31 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
  3. ^ a b Lockheed RT-33, su Aeronautica Militare. URL consultato il 31 ottobre 2015.
  4. ^ Fuerza Aérea desactiva cuatro aviones de entrenamiento y ataque T-33 - Diario Pagina Siete. URL consultato il 31 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
  5. ^ "BOLIVIA RETIRES LAST T-33s TRAINER/ATTACK AIRCRAFT, ANNOUNCES REPLACEMENT" Archiviato il 1º agosto 2017 in Internet Archive., su janes.com, 1 agosto 2017, URL consultato il 1 agosto 2017.
  6. ^ "JASDF AIRCRAFT IN-SERVICE DATES IN CHRONOLOGICAL ORDER", su j-hangarspace.jp, URL consultato 5 novembre 2020.
  7. ^ "History of the Kawasaki Aerospace Division." Archiviato il 3 agosto 2010 in Internet Archive. Kawasaki Heavy Industries, Ltd. Retrieved: 21 March 2010.
  8. ^ "Le forze aeree del mondo. Nicaragua" - "Aeronautica & Difesa" N. 453 - 07/2024 pag. 66
  9. ^ "Aircraft Enquiry: N109X." Archiviato il 9 ottobre 2016 in Internet Archive. FAA Registry. Retrieved: 22 April 2010.

Bibliografia

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  • (EN) Larry Davis, P-80 Shooting Star. T-33/F-94 in action, Carrollton, Texas, Squadron/Signal Publications, 1980, ISBN 0-89747-099-0.
  • (EN) Robert F Dorr, P-80 Shooting Star Variants (Wings of Fame, Vol. 11), London, Aerospace Publishing Ltd., 1998, ISBN 1-86184-017-9.
  • (FR) Pierre Gaillard, Les Avions Francaisde 1965 a 1990, Paris, Editions EPA, 1991, ISBN 2-85120-392-4.
  • (NL) Gijs Hiltermann, Lockheed T-33 (Vliegend in Nederland 3), Eindhoven, Flash Aviation, 1988, ISBN 978-90-71553-04-2.
  • (EN) E. R. Johnson, Lloyd S. Jones, American Military Training Aircraft: Fixed and Rotary-Wing Trainers Since 1916, Jefferson, NC, McFarland & Company, Inc., 2015, ISBN 978-1-4766-1789-3.
  • (EN) Steve Pace, Lockheed Skunk Works, St. Paul, Minnesota, Motorbooks International, 1992, ISBN 0-87938-632-0.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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