GPE - Telemond
Il termine GPE - Telemond fa riferimento a un insieme di circuiti televisivi, comprendenti in totale 25 emittenti, appartenenti alla Mondadori, attivo dal 7 ottobre 1979 al 4 ottobre 1981[1].
Il termine, mai utilizzato ufficialmente, risulta dall'affiancamento dei nomi di due aziende:
- GPE (acronimo di Gestione Pubblicità Editoriale), azienda concessionaria di pubblicità della Mondadori, attiva dal 1978 al 1987;
- Telemond, società produttrice di programmi televisivi, attiva dal 1979 al 1983.
Storia
modificaFin dagli anni '70 la Mondadori cominciò a investire nel mercato dell'emittenza privata: nacque in quel periodo, infatti, una concessionaria di pubblicità, Giuliano Re & C. S.p.A., di proprietà di Giuliano Re (futuro direttore generale di TV PORT) e di Mondadori. Nel novembre del 1978 Giuliano Re uscì dall'azionariato dell'azienda, la quale passò sotto il controllo della Mondadori; contestualmente l'azienda mutò nome in GPE: Renato Minetto era presidente della società e Michele Muzii era amministratore delegato[1]. L'azienda cominciò ad accordarsi con una ventina di emittenti sparse in tutta Italia per gestire la raccolta pubblicitaria delle stesse, creando di fatto un circuito[2]. Tali accordi divennero operativi dal 7 settembre 1979.
Il 8 ottobre 1979 prese il via il primo esperimento di circuito televisivo, chiamato Progetto 1, che durò un solo anno. Progetto 1 si serviva dell'interconnessione come stratagemma per trasmettere gli stessi programmi, alla stessa ora, su tutte le reti associate[1]. La raccolta pubblicitaria del circuito era gestita da GPE.
La società Telemond nacque l'8 dicembre 1979, e serviva a gestire tutte le partecipazioni nelle emittenti private e produrre, acquistare e commercializzare prodotti televisivi. Presidente della società divenne Piero Ottone[2].
Emittente capofila del circuito era la RTI Rete Televisiva Italiana di Roma. Trasmetteva perlopiù telenovelas sudamericane e aveva un contenitore di cartoni animati (Ciao Ciao) sia della Hanna-Barbera sia giapponesi.
Il 7 ottobre 1980, il circuito Progetto 1 venne sostituito da Progetto 2, avente lo stesso scopo sperimentale di Progetto 1. Lo stesso giorno nacque un altro circuito: GPE 80, la cui raccolta pubblicitaria era gestita ancora da GPE. La particolarità di quest'ultimo era che in esso erano presenti reti di proprietà di Rusconi come Antenna Nord e Quinta Rete[1].
La differenza tra Progetto 2 e GPE 80 si basava sulla fornitura dei programmi: il primo aveva come fornitore la RTI Distribuzione (RTID) di Perrone, il secondo invece aveva come fornitori Telemond e Rusconi Editori Associati (REA)[1].
Il circuito acquisì una certa notorietà grazie al programma Le interviste di Enzo Biagi, condotto da Enzo Biagi e trasmesso nel corso del 1981, nel quale vennero intervistati personaggi come i figli di Aldo Moro, Agnese e Giovanni[3], il generale Carlo Alberto dalla Chiesa[4] e il presidente della Repubblica Sandro Pertini[5].
Il 4 ottobre del 1981 il circuito venne chiuso, e molte delle emittenti che ne facevano parte divennero parte del nuovo network di Rete 4 il 4 gennaio 1982; il nuovo circuito era inizialmente di proprietà di Mondadori, Caracciolo e Perrone. Contestualmente Rusconi abbandonò il progetto con GPE iniziando a lavorare su un circuito di sua iniziativa, cioè quello di Italia 1.
Emittenti affiliate
modificaIn questa tabella sono elencate le emittenti affiliate ai circuiti Progetto 2 e GPE 80.
Note
modifica- ^ a b c d e GPE, AL POMERIGGIO FANNO MARAMEO, in Millecanali, 1980.
- ^ a b Carlo Sartori, Chi sono i padroni delle nuove catene tv private: Berlusconi, Rizzoli, Mondadori e i pubblicitari, in La Stampa, 23 gennaio 1980, p. 19.
- ^ I figli: «Moro è stato ucciso per le sue aperture al pci», in La Stampa, 6 gennaio 1981, p. 5.
- ^ Dalla Chiesa: Il terrorismo fa gioco a potenze straniere, in La Stampa, 13 febbraio 1981, p. 1.
- ^ Su 25 tv private l'intervista a Pertini, in La Stampa, 17 marzo 1981, p. 2.