Djémila
Djémila (in arabo جميلة?) è un comune algerino situato nella provincia di Sétif, vicino alla costa del mar Mediterraneo, a est di Algeri.
Djémila comune | |
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جميلة | |
Moschea | |
Localizzazione | |
Stato | Algeria |
Provincia | Sétif |
Distretto | Djémila |
Territorio | |
Coordinate | 36°19′14.02″N 5°44′12.01″E |
Superficie | 0,31 km² |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Localizzazione nella provincia di Sétif | |
Cuicul (oggi Djémila) | |
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Civiltà | Romana e paleocristiana |
Utilizzo | Città |
Epoca | I-VI sec.d.C. |
Localizzazione | |
Stato | Algeria |
Provincia | Provincia di Setif |
Dimensioni | |
Superficie | 306 000 m² |
Scavi | |
Date scavi | dal 1909 |
Mappa di localizzazione | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Cuicul (oggi Djémila) | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | iii, iv |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 1982 |
Scheda UNESCO | (EN) Djémila (FR) Djémila |
Storia
modificaVi si trovano i resti dell'antica città romana di Cuicul (in arabo جميلة?).[1], fondata, probabilmente su un piccolo centro berbero preesistente, come colonia romana, sotto Nerva (96-98)[2], o più probabilmente sotto Traiano (98-117).[3][4]
Ebbe un particolare sviluppo a partire dal III secolo, come sembrano testimoniare le iscrizioni relative ad opere edilizie e i mosaici delle abitazioni, databili soprattutto nella seconda metà del IV secolo. Sopravvisse anche dopo la conquista da parte dei Vandali di Genserico e dopo la successiva riconquista bizantina.[3]
Fu rimessa in luce dagli scavi a partire dal 1909.
Nel 1982 il sito archeologico è stato inserito nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[5]
Descrizione
modificaÈ situata in una regione montuosa, su uno stretto pianoro tra gli avvallamenti di due torrenti, e presenta una pianta allungata in senso nord-sud. Si trovava sulla strada tra Cirta (oggi Costantina) e Sétif.
Il primo nucleo della città sorse con impianto regolare (incrocio di cardini e decumani) sulla parte settentrionale del pianoro. Si conservano delle mura cittadine pochi resti e le due porte alle estremità del cardine massimo[2]. Il foro cittadino ("Foro vecchio") si trovava al centro della città ed era costituito da una piazza quasi quadrata con portici su due lati e tempio capitolino sul lato nord. Sul foro si affacciavano inoltre una curia e una basilica civile[2]. Tra gli edifici pubblici della città erano inoltre compresi un tempio dedicato a Venere Genitrice con recinto sacro, un macellum e un edificio termale. Alcune delle case scavate erano vaste residenze articolate intorno ad un peristilio ed erano ornate da mosaici[2].
La città si espanse successivamente verso sud.[2] Un teatro venne costruito sotto Antonino Pio (138-161), nuove terme più vaste sotto Commodo (180-192). Venne costruito anche un secondo foro ("Foro severiano"), iniziato sotto Caracalla (211-217), al quale venne dedicato l'arco omonimo situato al suo ingresso, e completato sotto Alessandro Severo (222-235). La piazza di forma irregolare e su terreno in declivio, era dominata dal tempio dedicato alla Gens Septimia (la famiglia imperiale divinizzata).[2]
In epoca successiva si formò a sud est un complesso cristiano (il primo vescovo di Cuicul è menzionato nel 255), costituito da due basiliche cristiane disposte parallelamente (una più antica a tre navate, datata tra IV e V secolo e una più recente a cinque navate, datata tra V e VI secolo), una terza cappella, un battistero (probabilmente connesso alla basilica più antica e connesso ad un piccolo stabilimento termale) e una grande abitazione interpretata come residenza episcopale[2][3]. Altre due basiliche cristiane sono meno conosciute, ma, come le prime caratterizzate dalla presenza di una cripta sotto l'abside.[3]
Cultura
modificaMusei
modifica- Museo di Djémila, dove sono esposti i ritrovamenti dell'antica città romana di Cuicul, tra i quali degli splendidi mosaici.[6]
Galleria d'immagini
modifica-
Foro vecchio con i resti del capitolium
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La basilica civile sulla piazza del Foro vecchio
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Il Macellum
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Teatro romano
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Arco di Caracalla dal cardine
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Arco di Caracalla
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Foro severiano
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Tempio della Gens Septimia e Foro severiano, con l'arco di Caracalla sullo sfondo
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Tempio della Gens Septimia
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Il complesso cristiano a sud-est
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Battistero del complesso cristiano a sud-est
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Museo
Note
modifica- ^ Cuicul su Treccani
- ^ a b c d e f g Pietro Romanelli, "Gemila", in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 4 aprile 2015.
- ^ a b c d Noël Duval, "Gemila", in Enciclopedia dell'arte antica. II supplemento, vol. 3, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1994, p. 806. URL consultato il 4 aprile 2015.
- ^ Jacques Gascou, La politique municipale de l'Empire romain en Afrique Proconsulaire de Trajan à Septime-Sévère, Roma, 1972, pp. 108-110, SBN IT\ICCU\MIL\0278018.
- ^ Djémila, su UNESCO.com. URL consultato il 4 aprile 2015.
- ^ Il museo, su whc.unesco.org.
Bibliografia
modifica- Paul Monceaux, "Cuicul chrétien (Numidie)", in Memorie della Pontificia accademia romana di archeologia, I, 2, Roma 1924.
- Yvonne Allais, Djemila, Parigi 1938;
- Louis Leschi, Djemila, antique Cuicul, 3ª ed., Algeri 1953.
- Yvonne Allais, "Le quartier occidental de Djémila (Cuicul)", in Antiquités africaines, 5, 1971, pp. 95-119.
- Paul Albert Février, Djemila, Alger 1978.
- Claude Lepelley, Les cités de l'Afrique romaine au Bas Empire, II, Paris 1981, pp. 402-415.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Djémila
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