Campanile rotondo
Il campanile rotondo, o cilindrico, si eleva presso il duomo di Città di Castello, dedicato ai SS. Florido e Amanzio, e, unitamente alla vicina torre civica, domina il panorama tifernate.
Campanile rotondo | |
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Il campanile rotondo o cilindrico | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Città di Castello |
Indirizzo | Via del Modello 1, 06012 Città di Castello e Via Del Modello, Citta' di Castello |
Coordinate | 43°27′23.83″N 12°14′17.92″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1283 |
Stile | ravennate |
Uso | campanile |
Altezza |
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Realizzazione | |
Architetto | Maginardo |
Descrizione
modificaLa suggestiva torre campanaria richiama, seppure in tono minore, i campanili di Ravenna e di Caorle: è uno dei pochi esempi del genere presenti nel territorio e ciò che rimane del passato romanico della cattedrale di Città di Castello, rimaneggiata totalmente secondo le varie tendenze artistiche dei secoli successivi.[1]
Con un'altezza di 43,50 m. ed una circonferenza esterna di 7 m. è tra i campanili rotondi più alti d'Europa (la torre di Pisa, pure rotonda, è alta oltre 56 metri): termina con un formato conico, tipico delle architetture ravennati, nel cui spazio è posizionata la cella campanaria.[2]
I richiami dell'arte bizantino-ravennate, provenienti dalla corte imperiale di Giustiniano I e di Teodora attraverso la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo e Sant'Apollinare in Classe, giunsero nelle non lontane province umbre, tanto che ancora oggi si nota la caratteristica forma circolare di alcuni campanili in paesi dell'Alta Valle del Tevere.[3]
Il più remoto riferimento alla torre lo fece il vescovo della città della famiglia Vitelli, Giovanni Muzi: nel 1283 il comune destinò una certa somma per contribuire alla costruzione dell'opera già in cantiere.[4]
Lo storico e critico d'arte toscano Mario Salmi (1889-1980), analizzando il metodo costruttivo, datò il campanile all'XI secolo, collocandolo nell'ambito dell'operato della scuola dell'architetto aretino Maginardo che, nel 1019, si trovava a Ravenna per studiare i monumenti bizantini.[5]
La torre, completata intorno alla metà del XIV secolo, fu realizzata nella parte bassa con blocchetti di pietra squadrata (conci), poi con pietra arenaria toscana e si ergeva isolata sul sagrato, fino a quando l'edificazione della chiesa ne nascose l'ingresso che, attualmente, è fruibile ad un livello più alto, attraverso una scaletta a chiocciola. In cima è stata sistemata una sfera laminata in oro zecchino.[6]
Ospita 3 campane di tonalità Re3, Mi3 e Sol3, inceppate a slancio.
Note
modificaBibliografia
modifica- AA.VV., Città di Castello, Prhomos, Città di Castello 1984.
- AA.VV., Umbria, Touring Club Italiano 1999.
- F. Chieli (a cura di), Città di Castello, Edimond, Città di Castello 2008.
- M. Salmi, Lezioni di storia dell'arte medievale, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1950.
Voci correlate
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