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Papa Benedetto XI

194° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1303 al 1304
(Reindirizzamento da Benedetto XI)

Benedetto XI, nato Niccolò (o Nicolò) di Boccassio, o di Boccassino o Boccassini[1] (Treviso o Valdobbiadene, 1240Perugia, 7 luglio 1304), è stato il 194º papa dal 22 ottobre 1303 alla morte. Apparteneva all'ordine domenicano. Nel 1736 papa Clemente XII lo ha proclamato beato.

Papa Benedetto XI
Tommaso da Modena, Papa Benedetto XI (1352); affresco, Chiesa di San Nicolò, Treviso.
194º papa della Chiesa cattolica
Elezione22 ottobre 1303
Insediamento27 ottobre 1303
Fine pontificato7 luglio 1304
(0 anni e 259 giorni)
Cardinali creativedi Concistori di papa Benedetto XI
Predecessorepapa Bonifacio VIII
Successorepapa Clemente V
 
NomeNiccolò di Boccassio
NascitaTreviso o Valdobbiadene, 1240
Ordinazione sacerdotale1257/1264
Nomina a vescovo2 marzo 1300 da papa Bonifacio VIII
Consacrazione a vescovoin data sconosciuta
Creazione a cardinale4 dicembre 1298 da papa Bonifacio VIII
MortePerugia, 7 luglio 1304
SepolturaBasilica di San Domenico, Perugia
Beato Benedetto XI
 

Papa

 
Nascita1240 a Treviso o Valdobbiadene
Morte7 luglio 1304 a Perugia
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione24 aprile 1736 da papa Clemente XII
Santuario principaleBasilica di San Domenico, Perugia
Ricorrenza7 luglio
AttributiTriregno, abiti pontificali

Biografia

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Frate domenicano

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Al di là delle dettagliate agiografie, le notizie attorno all'infanzia e alla giovinezza del papa sono assai scarse. Figlio di Boccassio e di Bernarda, nacque a Treviso o, forse, a San Vito di Valdobbiadene (dove alcuni avrebbero individuato la sua casa natale[2]). Era di umili origini: il padre, notaio, era alle dipendenze dei conti di Col San Martino secondo un rapporto di semiservitù[3].

Dopo la morte prematura del padre, avrebbe ricevuto una prima istruzione presso lo zio paterno Boccasino, sacerdote presso la chiesa di Sant'Andrea in Riva a Treviso. La prima menzione scritta è in un testamento del 2 ottobre 1256; nel documento, Castellano di Col San Martino offriva a Nicolò 25 libbre veneziane purché si facesse frate domenicano. Finalmente, nel 1257, entrò nel convento trevigiano dei Frati Predicatori[3]. Sette anni dopo divenne priore. Fu professore di teologia a Treviso, a Venezia ed a Genova. Nel 1286 fu nominato Maestro provinciale di Lombardia. Quando divenne Maestro generale dell'Ordine, nel 1296, emanò alcune ordinanze che proibivano, a qualsiasi domenicano, la discussione pubblica sulla legittimità dell'elezione di Bonifacio VIII. Nel gennaio 1297 fu inviato, insieme al Ministro generale francescano Giovanni de Murro, come legato pontificio nelle Fiandre per ottenere un accordo di pace fra Filippo IV di Francia, Edoardo I d'Inghilterra e il popolo fiammingo.

Nel concistoro del 4 dicembre 1298, papa Bonifacio VIII lo nominò cardinale assegnandogli il titolo presbiterale di Santa Sabina; nel 1300 optò per i titoli di cardinale vescovo di Ostia e quindi di cardinale vescovo di Velletri. Nel 1301 fu inviato come legato pontificio in Ungheria per appoggiare l'ascesa al trono di Carlo Roberto d'Angiò, nipote di Carlo II di Napoli[4].

All'epoca dello Schiaffo di Anagni (settembre 1303), Boccasini fu uno degli unici due cardinali che difesero il papa all'interno del Palazzo Laterano. Ma con la sua elezione a papa, egli sciolse Filippo IV di Francia dalla scomunica che gli era stata comminata da Bonifacio e praticamente ignorò la bolla Unam Sanctam. Cionondimeno, il 7 giugno 1304 scomunicò il Cancelliere di Francia, Guglielmo di Nogaret, e tutti gli italiani che avevano partecipato al sequestro di papa Bonifacio ad Anagni.

Il pontificato

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Nicolò Boccasino in abito domenicano e cappello cardinalizio

Nel corso del suo pur breve pontificato egli mantenne un saldo legame, anche affettivo, con la propria città d'origine, Treviso, di cui progettò ampi lavori di ristrutturazione e di abbellimento (rimasti inattuati per la morte improvvisa, a 64 anni); in particolare si deve a Benedetto la costruzione della monumentale chiesa domenicana di San Nicolò, fulgido esempio dei grandiosi progetti predisposti dal pontefice.

Nel dicembre 1303 assolse i cardinali della famiglia romana dei Colonna ed i loro parenti dalla scomunica a suo tempo comminata da Bonifacio VIII. Tuttavia, non prevedendo tale assoluzione la restituzione dei beni a suo tempo confiscati, la famiglia Colonna si volse contro di lui, così come, per opposti motivi, la fazione fedele al precedente pontefice. I violenti tumulti che ne seguirono in Roma convinsero il papa a trasferirsi temporaneamente a Perugia (1304)[4].

Dopo un pontificato di solo otto mesi, Benedetto morì improvvisamente a Perugia. È probabile che il pontefice sia morto di banale indigestione di fichi[5]; all'epoca si sospettò, tuttavia, che la sua morte improvvisa fosse stata causata da avvelenamento da parte di agenti del Nogaret. Il successore di Benedetto, Clemente V, e i papi che lo seguirono, regnarono sotto l'influenza dei re di Francia e trasferirono la sede papale da Roma ad Avignone.

Benedetto XI fu sepolto nella basilica di San Domenico, in un grande monumento della scuola di Arnolfo di Cambio, forse riferibile a Lorenzo Maitani. Alcune guarigioni avvenute presso la sua tomba e ritenute miracolose[6] fecero sì che nel 1736 papa Clemente XII lo proclamasse beato. La ricorrenza relativa è celebrata il 7 luglio.

Concistori per la creazione di nuovi cardinali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Concistori di papa Benedetto XI.

Papa Benedetto XI durante il suo pontificato ha creato 3 cardinali nel corso di 2 distinti concistori.[7]

Benedetto XI fu l'autore di un volume di sermoni e commentari sul Vangelo secondo Matteo, sui Salmi, sul Libro di Giobbe e sull'Apocalisse di Giovanni.

La scuola elementare di San Vito in Valdobbiadene, a poche centinaia di metri dalla quale è possibile notare la casa che, secondo alcuni autori, gli avrebbe dato i natali, è a lui dedicata.

È l'unico papa del suo periodo su cui Dante Alighieri non espresse nessun giudizio negativo.

Successione apostolica

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La successione apostolica è:

  1. ^ Gli studi più recenti non hanno provato l'esistenza di una famiglia Boccassini, quindi il cognome è semplicemente un patronimico. La forma più corretta è "di Boccassio", come si chiamava il padre, e non "di Boccassino" che era invece lo zio paterno.
  2. ^ Valdobbiadene.com - Casa natale del Beato Nicolò Bocassino Archiviato il 10 dicembre 2010 in Internet Archive..
  3. ^ a b BENEDETTO XI, papa - Treccani.
  4. ^ a b John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 532
  5. ^ Focus extra, Morte ed Immortalità n° 41, p. 64.
  6. ^ John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 533.
  7. ^ (EN) Salvador Miranda, Benedict XI, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 28 luglio 2015.

Bibliografia

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  • John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989, ISBN 88-384-1326-6
  • Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN40860655 · ISNI (EN0000 0001 0890 7959 · SBN RAVV453846 · BAV 495/4440 · CERL cnp01388564 · Europeana agent/base/146905 · ULAN (EN500356778 · LCCN (ENn86095887 · GND (DE100937675 · BNE (ESXX852883 (data) · BNF (FRcb150286078 (data) · J9U (ENHE987007397417305171