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Aldo Vidussoni

politico e militare italiano

Aldo Vidussoni (Fogliano Redipuglia, 21 gennaio 1914Cagliari, 30 novembre 1982) è stato un politico e militare italiano. Fu segretario del Partito nazionale fascista e medaglia d'oro al valor militare.

Aldo Vidussoni
Vidussoni con l'uniforme del PNF

Segretario del Partito Nazionale Fascista
Durata mandato26 dicembre 1941 –
19 aprile 1943
PredecessoreAdelchi Serena
SuccessoreCarlo Scorza

Consigliere nazionale del Regno d'Italia
Durata mandato26 dicembre 1941 –
19 aprile 1943
Gruppo
parlamentare
Membri del Gran Consiglio del Fascismo

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
(1936-1943)
Partito Fascista Repubblicano
(1943-1945)
Titolo di studiolaurea
UniversitàUniversità di Trieste
Aldo Vidussoni
NascitaFogliano Redipuglia, 21 gennaio 1914
MorteCagliari, 30 novembre 1982 (68 anni)
Cause della morteCrisi cardiaca
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata MVSN
ArmaArtiglieria
Unità121ª Legione CC.NN. "Coriolano"
Corpo Truppe Volontarie
Anni di servizio1936 - 1937
GradoSottotenente
GuerreGuerra civile spagnola
BattaglieBattaglia di Santander
DecorazioniVedi
Altre carichepolitico
Segretario del Partito Nazionale Fascista
"fonti nel corpo del testo"
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia

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Aldo Vidussoni insieme al comandante Enzo Grossi

Studente all'Università di Trieste, nel 1935 frequentò a Bra il corso per allievi ufficiali di complemento diventando sottotenente di artiglieria; nel maggio del 1936 dopo la laurea in Scienze economiche e commerciali (inizialmente aveva scelto gli studi di legge) si iscrive al Partito nazionale fascista e nell'ottobre dello stesso anno entrò nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale nella 121ª legione. Partecipa come volontario alla guerra d'Etiopia e, l'anno seguente, alla guerra civile spagnola. Mutilato ad un occhio e ad un braccio nella battaglia di Santander, nel 1937 è decorato di Medaglia d'oro al valor militare.

Segretario del GUF (Gruppo Universitario Fascista) di Trieste nel 1938, ispettore dei GUF presso la federazione di Enna dall'agosto del 1940 al novembre del 1941 e segretario nazionale dei GUF dal novembre al dicembre del 1941.

Segretario del PNF

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Il 26 dicembre dello stesso anno è nominato, a soli 27 anni ed inaspettatamente, segretario nazionale del PNF al posto di Adelchi Serena; tale nomina comportava inoltre l'assunzione del rango di Ministro Segretario di Stato[1].

 
Vidussoni in Sicilia visita la scuola di Santa Venerina

Il Duce lo scelse perché sapeva che, dopo un anno e mezzo di guerra infruttuosa, i più accesi sostenitori del regime erano proprio i giovani: i fascisti della vecchia guardia (Bottai, Grandi e Serena solo per citarne tre) erano ormai diventati critici non solo verso la conduzione del conflitto ma anche con l'operato del governo. Divenne quindi consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni[2].

In generale Vidussoni non ebbe buoni rapporti con gli altri gerarchi: dai diari di Ciano leggiamo che "Bottai, Russo, Host Venturi si sono dati d'attorno per dire che è un fesso", mentre lo stesso conte scriverà il 5 gennaio 1942: "Viene a vedermi Vidussoni. Dopo aver parlato di piccole questioni contingenti, fa alcuni cenni politici e dichiara truci propositi contro gli sloveni. Li vuole ammazzare tutti. Mi permetto osservare che sono un milione. Non importa - risponde deciso - bisogna fare come gli Ascari e sterminarli tutti. Io spero che si calmi. Adesso il motto del partito dicono non sia più "Libro e Moschetto" bensì "Libro e maschietto".

La scarsa esperienza e le feroci critiche che gli sono riservate, unitamente al precipitare della situazione politica, portano Mussolini prima ad affiancarlo con un direttorio e poi a sostituirlo con Carlo Scorza nell'aprile del 1943: il pretesto della sostituzione fu la mancata repressione degli scioperi del mese precedente[3]. Dopo l'armistizio di Cassibile aderisce alla Repubblica sociale italiana e diventa membro del direttivo del Partito Fascista Repubblicano. In quegli anni presiede l'Associazione nazionale del "Nastro Azzurro" che riunisce i combattenti decorati di Medaglia d'oro.

Nel dopoguerra

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Al termine della guerra, condannato a 14 anni dalla corte d'assise, è amnistiato nel gennaio 1947[4]. Nel dopoguerra risiede per molti anni a Verona dove, non venendo coinvolto in nessuna inchiesta giudiziaria per il suo passato da gerarca, può lavorare come impiegato presso una compagnia di assicurazioni. Si trasferisce poi a Cagliari, città in cui muore nel 1982 all'età di 68 anni a causa di una crisi cardiaca[5].

Onorificenze

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«Comandante di un plotone fucilieri, sapeva infondere nei suoi uomini il suo ardore e il suo slancio giovanile e si offriva sempre volontario nelle azioni più rischiose e difficili. Nell'attacco di una munita posizione nemica giungeva primo sull'obbiettivo dove resisteva bravamente al contrattacco di rilevanti forze avversarie, subito accorse. Ferito una prima volta, rifiutava ogni soccorso, incitando i suoi militi alla difesa nel sacro nome della Patria e del Duce. Nuovamente e gravemente ferito agli occhi, perduta una mano per lo scoppio di una bomba lanciatagli a bruciapelo, insisteva nei suoi propositi di resistenza ad oltranza, trovando ancora l'energia di intonare l'inno « Giovinezza ». Esempio altissimo di eroismo e di rarissime virtù militari. Venta Nueva, 15 agosto 1937
  1. ^ Luigi Ganapini, La repubblica delle camicie nere, Garzanti, Milano 2002, pag 159:"(il quale già dal 1937 godeva del rango di ministro di Stato)"
  2. ^ Storia Camera
  3. ^ Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia moderna, 2002, pag. 121
  4. ^ Mimmo Franzinelli, L’Amnistia Togliatti
  5. ^ Oggi i funerali di Vidussoni Archiviolastampa.it

Bibliografia

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  • B. P. Boschesi - Il chi è della Seconda Guerra Mondiale - Mondadori Editore, 1975, Vol. II, p. 236

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN6499152563118915560006 · ISNI (EN0000 0004 6473 5583 · SBN SNTV002512 · BNF (FRcb17725330q (data)