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Ange Étienne René Romano (Aubagne, 15 dicembre 1889Aups, 19 febbraio 1966) è stato un imprenditore francese, pioniere dell'aviazione, fu titolare della aziende di costruzioni aeronautiche Société NAVIS Constructions et Armements Maritimes (1921-1919) e Société Anonyme des Chantiers aéronavals Étienne Romano (1929-1935). Quest'ultima, a seguiti della nazionalizzazione delle industrie belliche aeronautiche confluì successivamente nella Société nationale des constructions aéronautiques du sud-est (SNCASE). Durante la seconda guerra mondiale fu membro attivo della resistenza francese.

Biografia

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Nacque ad Aubagne il 15 dicembre 1889,[N 1] figlio di Jean François Pascal, di professione fabbro, e di Anne Françoise Somale.[1] Dopo aver frequentato le scuole comunali si appassionò al mondo dell'aviazione, e riunito ciò che si poteva trovare sugli aeroplani, studiò le curvature dei piani, i centri di pressione e la resistenza dei materiali.[2] Grazie ai suoi metodi empirici e sperimentali e alla sua attitudine al disegno grafico, aiutato da qualche amico, disegnò e costruì il suo primo aereo, designato R.1.[2] Si trattava di un velivolo biplano solido e robusto, dotato di due propulsori Anzani eroganti ognuno 25 CV.[2] Il primo volo dello R.1 fu anche l'ultimo, in quanto l'aereo si sfasciò in fase di atterraggio.[2] Riparato approssimativamente fu esposto alla Exposition Internationale de la Locomotion Aerienne di Parigi del 1908.[2] Il 28 marzo 1910 assistette sullo stagno di Berre al volo di un idrovolante Henri Fabre pilotato dall'aviatore Louis Paulhan, che ritrovò successivamente a Golf Juan nel 1913 quando iniziò a frequentare la sua scuola di volo.[2] Nell'agosto 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, fu mobilitato ed assegnato al 14emé Regiment d'infanterie coloniale di Tolone in qualità di autista di Stato maggiore.[2] Trasferito sul fronte occidentale la sua conoscenza della lingua inglese fece sì che fosse assegnato alle missioni di collegamento tra il Quartier generale francese e quello del British Expeditionary Force.[2] Mentre un giorno trasportava degli ufficiali britannici di Clermont-de-l'Oise, la sua vettura fu circondata da un gruppo di ulani che fecero tutti prigionieri.[2] Poco tempo dopo evase dalla sorveglianza nemica e fece fortunosamente rientro nelle linee francesi.[2] Smobilitato il 1 luglio 1919, rientrò immediatamente in contatto con gli ambienti aeronautici, e alla fine dell'anno, su richiesta dell'ingegner Fortani, direttore del Service tecnique et industriel de l'Aéronautique maritime costruì a Cannes un nuovo aereo idrovolante, designato R.2.[2]

Nel 1921 costituì a Cannela la Société NAVIS Constructions et Armements Maritimes, con sede in rue 14 luglio, di cui divenne amministratore.[1] Il 16 agosto 1929 decise di costruire un nuovo e moderno stabilimento di costruzioni aeronautiche a Cannes, e grazie ad André Auniac, presidente direttore generale della Société anglo-français, ottenne il finanziamento della sua impresa.[2] Con i fondi prestati dal Compagnie Algérienne de Crédit et de Banque, e da alcuni sottoscrittori privati, creò la Société Anonyme des Chantiers aéronavals Étienne Romano, con capitale sociale di 1 200 000 franchi.[2] Auniac ne divenne presidente, mentre lui fu nominato amministratore delegato e direttore tecnico.[2]

Nel 1931 l'ufficio tecìnico della nuova azienda iniziò a funzionare sotto al direzione dell'ingegnere Albert Waldmann, mentre addetto ai calcoli fu nominato l'ingegnere Henry Lauboeuf.[2] Addetti al pilotaggio degli aerei furono assunti Louis Macheny, Joseph Pugnetti, François Roger Boulic e Pierre Marcel Lemoigne.[2]

Nel 1932 egli inaugurò in rue Pasteur a Cannes i Les Chantiers Naval de la Croisette, di cui fu nominato direttore l'ingegnere Albert Waldmann.[2] Il Service de fabrication de l'Aéronautique stimò, correttamente, che la fabbrica non disponesse di capacità produttiva di serie, e tutta la produzione aeronautica venne fermata, mentre continuò quella delle imbarcazioni.[2] Si trattava di motovedette a due eliche disegnate da Waldmann, e destinate al rimorchio degli idrovolanti.[2] Prestò tutte le basi aeronavali furono dotate di queste imbarcazioni. Per le prove degli aerei Romano chiese a Monsieur Cristore di utilizzare la superficie dell'Aeroclub di Cannes, diretta dal colonnello Chapelet.[2]

L'11 agosto 1935 fu votata in Parlamento la legge sulla nazionalizzazione dell'industria bellica aeronautica francese, che fu pubblicata il giorno successivo sul Journal Officiel.[2] Il 2 febbraio 1937 la Société Anonyme des Chantiers aéronavals Étienne Romano, la Société Lioré et Olivier e la Société Provençale de Constructions Aéronautiques furono fuse insieme dando vita alla Société nationale des constructions aéronautiques du sud-est, SNCASE.[1] Privato delle sue industrie egli fu nominato direttore delle officine SNCASE nella regione sud, mentre la costruzione dei battelli fu delegata ai Chantiers Navals d'Antibes, ad Antibes.[2] Dopo aver visto volare i suoi ultimi prodotti, il caccia Romano R.110 e il bombardiere Romano R.120 egli lasciò definitivamente la SNCASE nel 1938.[2] Quando scoppiò la seconda guerra mondiale lasciò Cannes e raggiunse la propria unità al fronte.[2] Dopo la capitolazione della Francia si unì alla resistenza francese, e arrestato nel 1943 rimase rinchiuso nella prigione di Fresnes tra il 3 marzo e il 15 settembre.[2] Dato che anche la sua casa a Cannes risultava completamente distrutta si trasferì a Aups, nell'Alta Provenza.[2] Partecipò poi alla lotta contro gli occupanti tedeschi e fu nominato comandante della Forces Françaises Libre in forza alla rete Mitridate.[2] Dopo la liberazione della Francia trovò gli stabilimenti di Cannes parzialmente distrutti dai bombardamenti.[2] Nel 1946 fu nominato console onorario della Costa Rica a Cannes, fu per due volte, nel 1959 e nel 1965, eletto sindaco di Aups, e fu anche Presidente direttore generale del Consorzio parigino dell'abitazione.[2] Di ritorno ad Aups dopo un viaggio a Parigi si spense il 19 febbraio 1966 a causa di un attacco cardiaco.[2]

Onorificenze

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Annotazioni

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  1. ^ La coppia viveva in Cours Barthélémy al civico 21.

Bibliografia

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  • (FR) Philippe Castellano, Chronique d'un bombardement manqué aux conséquences tragiques, Les Editions de la Nerthe, 1999.
  • (FR) Pierre Gaillard, Aéronautique navale de chez nous, Paris, Éditions M.D.M., 1995.

Collegamenti esterni

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