Malles Venosta | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Trentino-Alto Adige | |
Territorio | Alto Adige | |
Altitudine | 1.051 m s.l.m. | |
Superficie | 247,43 km² | |
Abitanti | 5.162 (2015) | |
Nome abitanti | Mallesi/Malser | |
Prefisso tel | +39 0473 | |
CAP | 39024 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | SS.ma Assunta (15 agosto) | |
Posizione
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Sito del turismo | ||
Sito istituzionale |
Malles Venosta (Mals in tedesco) è una città del Trentino-Alto Adige.
Da sapere
[modifica]È uno dei quattro comuni italiani a confinare con due stati esteri (gli altri sono Courmayeur, Curon Venosta e Tarvisio), e fra essi l'unico a non giungere al punto di triplice frontiera.
La sua popolazione è per la quasi totalità di madrelingua tedesca (96,92%); il 3,00% è di lingua italiana; lo 0,08% ladina.
Fa parte delle Perle delle Alpi, un raggruppamento di 25 località alpine che si trovano in sei differenti nazioni.
Cenni geografici
[modifica]Situato quasi alla fine della Val Venosta (l'ultimo comune è Curon Venosta), Malles dista 2 km da Glorenza,20 da Resia, 22 da Silandro, 54 da Merano. Tra le valli laterali appartenenti al comune di Malles vi sono la val di Mazia (rio Saldura), la valle di Planol (rio Puni) e la valle Slingia (rio Melz).
Cenni storici
[modifica]Il primo luogo soggetto ad insediamento umano e di più antica colonizzazione nel territorio comunale è la località Malettes, un altopiano con altitudine media di 1.597 m s.l.m., sito ad est sopra l'abitato odierno. Sembra certo che i Romani si siano fermati e trattenuti anche a Malles: l'abitato è posto infatti lungo l'antica via Claudia Augusta. Nel 2011, scavi archeologici condotti dall'Università di Innsbruck presso il maso Paulihof hanno portato alla luce reperti del periodo romano, probabilmente facenti parte dell'arredo di una villa rustica.
Nel XII secolo Malles fu sede del tribunale ecclesiastico di Coira. La reggente del Tirolo, Claudia de' Medici, conferì al paese di Malles, il 13 gennaio 1642, lo stemma e concesse ad esso il diritto di mercato per due fiere annuali: il 23 aprile o mercato di San Giorgio (Georgimarkt) ed il 16 ottobre o mercato di San Gallo (Gollimarkt).
Tra l'abitato di Malles e quello di Glorenza è situato lo Sbarramento Malles-Glorenza, un avamposto del Vallo Alpino in Alto Adige, che con i suoi bunker difendeva il territorio da una possibile invasione.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]Il suo territorio comunale abbraccia anche i paesi di Alsago (Alsack), Burgusio (Burgeis), Clusio (Schleis), Laudes (Laatsch), Mazia (Matsch), Piavenna (Plawenn), Planol (Planeil), Slingia (Schlinig), Tarces (Tartsch) e Ultimo (Ulten).
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto di Bolzano-Dolomiti (IATA: BZO) (6 km dal centro di Bolzano), ☎ +39 0471 255 255, fax: +39 0471 255 202. apertura al pubblico: 05:30–23:00; apertura biglietteria: 06:00-19:00; il check-in per voli da Bolzano è possibile solo da 1 ora ad un massimo di 20 minuti prima della partenza. Piccolo scalo regionale con voli di linea da e per Lugano e Roma con Etihad Regional (by Darwin Air). In alcuni periodi dell'anno, la compagnia Lauda Air collega la città con Vienna una volta a settimana. Più numerosi invece i voli charter.
- 2 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it.
- Solo Charter</small>"}},"i":0}}]}'/>3 Aeroporto di Brescia (D'Annunzio), Via Aeroporto 34, Montichiari (I collegamenti con l'aeroporto di Brescia sono garantiti dai trasporti pubblici tramite il bus/navetta. La fermata a Brescia città è situata alla stazione dei pullman (numero 23), mentre quella dell'aeroporto è al fronte terminale. Sono inoltre previsti collegamenti per la città di Verona attraverso la linea bus/navetta 1), ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it. Solo Charter
In auto
[modifica]- È attraversato dalla strada statale 40 della Val Venosta
In treno
[modifica]Malles è l'ultima stazione della ferrovia della Val Venosta che unisce il paese a Merano. Inaugurata nel 1906, la tratta venne chiusa nel 1990 dalle Ferrovie dello Stato, per poi essere riattivata nel 2005 sotto la gestione della Società Autobus Alto Adige (SAD).
In autobus
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Abbazia di Monte Maria (Abtei Marienberg) (a Burgusio). È un monastero benedettino eretto attorno al 1200 appena sopra Burgusio dai nobili di Tarasp ed è l'edificio benedettino più alto d'Europa (1.335 metri s.l.m.) oltre che uno dei monasteri più importanti del Tirolo storico.
La chiesa di Nostra Signora, dedicata alla Vergine Maria, è in stile romanico. Questa presentava tre navate risalenti al XII secolo; fu in seguito trasformata in stile barocco nel 1643 e nel 1648 dall'allora abate Jakob Grafinger.
In totale la chiesa aveva cinque navate; due di queste, quelle orientali, vennero separate per poter far posto al coro, alla sacrestia e alla cappella. Negli anni sono anche state ingrandite le dimensioni delle finestre romaniche per poter ottenere una maggiore illuminazione degli interni; le decorazioni a stucco, tipiche del periodo rinascimentale, sono ascritte a Florian Nuth di Innsbruck e al padre gesuita Paul Bock.
La cripta romanico-bizantina, che è la parte più antica dell'edificio e che non ha subito modifiche nel corso della storia, ospita ancora oggi affreschi romanici con influssi bizantini, esempio rarissimo in tutta la regione alpina. Fu consacrata nel 1160 dal vescovo di Coira Sant'Adalgod (4 febbraio 1151 - 3 ottobre 1160) che la destinò come il primo luogo di culto. Fu nel 1643 che una parte della cripta, quella occidentale, venne dedicata alla sepoltura dei monaci, erigendo un muro. Quando nel 1980 venne abbattuto il muro divisorio, riaffiorarono antichi affreschi romani, fino ad allora non noti. La cripta fu visitata dal pontefice, allora cardinale, Benedetto XVI.
Oggiogiorno la cripta è visitabile solo nel periodo estivo, durante la preghiera serale dei Vespri, in modo tale da preservare gli antichi affreschi. Difatti, per ragioni squisitamente conservative, nel 2007 è stato inaugurato il museo dedicato alla storia e ai tesori d'arte dell'abbazia benedettina.
Il sentiero delle ore è stato costruito nella primavera 2006; dall'abbazia di Monte Maria porta al monastero di Müstair di San Giovanni Battista a Müstair in Val Monastero (subito dopo il confine con la Svizzera), vicino a Tubre, patrimonio culturale dell'UNESCO. Questo progetto è stato cofinanziato dalla Comunità Europea tramite il fondo europeo di sviluppo regionale.
- 2 Chiesa di San Benedetto. Contiene importanti affreschi di epoca carolingia.
L'aspetto attuale della chiesa risale in larga parte all'XI secolo, con una torre campanaria del XII secolo decorata da monofore e bifore è tuttavia frutto di numerose trasformazioni. Nel 1165 diviene proprietà delle monache benedettine che intitolano la chiesa a san Benedetto. Dell'edificio carolingio costituito da pianta rettangolare e tre absidi rimangono soltanto due pareti. Infatti nel XVII secolo per motivi di stabilità vengono demolite due pareti della struttura carolingia (pareti ovest e sud). Nello stesso secolo vengono inoltre tamponate le absidi con materiali di risulta e gli affreschi vengono intonacati.
La chiesa viene sconsacrata alla fine del Settecento, utilizzata come magazzino e poi come falegnameria. Gli affreschi furono riscoperti tra il 1913 e il 1915 dallo storico dell'arte sudtirolese-austriaco Josef Garber.
L'opera d'arte più importante sono comunque i resti del ciclo di affreschi databili al IX secolo, tra le pochissime testimonianze della pittura parietale carolingia in Europa.
Oggi sulla parete di fondo sono presenti nuovamente le absidi che in origine contenevano probabilmente tre altari, ciascuno dedicato a un santo. L'altare centrale è dedicato alla figura di Cristo, quelli laterali a san Gregorio e a santo Stefano. Nei due pilastri che separano le nicchie rimangono degli affreschi raffiguranti probabilmente i due committenti: un ecclesiastico che offre il modellino della chiesa a Cristo e un uomo che tiene una spada per la cui identificazione è stato proposto il nome di Unfrido nominato da Carlo Magno conte della Rezia. Entrambi i committenti sono raffigurati con un'aureola quadrata (signum viventis), utilizzata per i personaggi illustri ma ancora vivi. Si tratta di affreschi molto rovinati che tuttavia dovevano in origine essere incorniciati anche da decorazioni a stucco. Tra il materiale di scarto utilizzato per il tamponamento delle absidi avvenuto nel XVII secolo sono stati infatti ritrovati parti di decorazione in stucco e frammenti degli altari.
Tutta la chiesa era anticamente coperta da affreschi, ma le tracce di gran parte delle scene sono minime. Alcuni hanno ipotizzato che il ciclo raffigurasse San Gregorio che scrive omelie e Episodi della vita di Re Davide, da porre in relazione con la restaurazione imperiale di Carlo Magno stesso. Alcune testimonianze di tali affreschi si sono conservate nella parete nord tuttavia è difficile definire il significato iconografico degli episodi raffigurati.
Gli affreschi sono dovuti a due distinte personalità, il primo viene detto Maestro dei Ritratti, a cui si devono le raffigurazioni dei due committenti a lato della nicchia centrale e la decorazione della parete settentrionale, ed il secondo detto Maestro delle Nicchie, autore delle immagini delle tre absidi. Questo secondo si caratterizza per i colori vivi e contrastanti, mentre il primo possiede un maggior senso della linea e del volume ed un colore più chiaro e sfumato. Si tratta in ogni caso di personalità di altissimo livello che, soprattutto per la solenne monumentalità e per l'incisività della caratterizzazione fisionomica sono con ogni probabilità di estrazione lombarda.
Altre testimonianze di pitture dell'epoca sono straordinariamente concentrate in questa valle: nella chiesa di San Procolo a Naturno e sul lato svizzero nel monastero di San Giovanni di Müstair.
Curiosità
L'affresco carolingio, ormai di natura iconica, nel 2002 è servito come logo di un convegno internazionale "Dio, storia e cultura medievale", organizzato dall'Accademia austriaca delle scienze a Vienna. Esso costituisce anche l'immagine di copertina dell'importante monografia della storica inglese Susan Wood, dedicata al fenomeno della chiesa del primo medioevo europeo, pubblicata a Oxford nel 2009. - Chiesa di Tarces. Sorge sull'omonimo colle (Tartscher Bühel) e racchiude al suo interno un altare tardo-quattrocentesco, opera di Ivo Strigel di Memmingen. L'altare venne rubato nel 1958 e successivamente recuperato nel 2011.
- Torre rotonda medievale (Fröhlichsburg). Restaurata nel 2004.
- Castello del Principe (Fürstenburg) (a Burgusio). Il castello medievale si trova in mezzo alla vallata presso Burgusio ad una quota di 1200 metri, proprio al di sotto della magnifica e candida abbazia di Monte Maria.
L'edificio fu eretto tra il 1272 e il 1282 e presenta un'unica torre quadrata. Molto probabilmente la rocca fu costruita sulla base di edifici pre-esistenti. Successivamente il castello subì un restauro tra il XVI e il XVII secolo con anche alcune ricostruzioni. Svolse successivamente diverse funzioni; inizialmente fu sede dei vescovi di Chur (Coira), assurti al rango principesco. Nei secoli successivi invece l'uso del castello divenne sempre meno "cavalleresco": infatti la rocca fu sede di un tribunale, fu anche utilizzato come ricovero di fortuna, caserma, prigione e, come ultima follia, come fabbrica di birra.
Nel 1952 si decise di farlo rinascere, e fu quindi utilizzato come sede della Scuola professionale per l'agricoltura di lingua tedesca, la Fachschule für Land- und Forstwirtschaft Fürstenburg, che prende il suo nome dal castello.
Con l'improvviso crollo della torre della rocca, nel 1996 si procedette a un recupero generale dell'intero sito: promossi dall'allora direttore dell'istituto, Dr. Georg Flora, i complessi lavori di restauro e di ammodernamento dell'antica fabbrica hanno trovato nelle soluzioni dell'architetto Werner Tscholl una felice conclusione.
- Sacrario militare di Passo Resia (Beinhaus Burgeis) (presso Burgusio). Si trova lungo la strada statale che da Merano conduce al valico di confine di passo Resia, nei pressi di Burgusio, frazione di Malles Venosta.
Il sacrario fu realizzato dall'architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni nel 1939. Esso ha la forma di un torrione a base circolare; i Caduti sono sepolti nei loculi costruiti nelle pareti di porfido del piano superiore. Due scalinate rette da archi rampanti permettono l'ingresso al sacrario; una terza scalinata conduce alla zona prativa sita sul retro della struttura.
Raccoglie i resti di 312 Caduti, nove dei quali sono ignoti, tutti provenienti dai cimiteri militari smantellati di dieci varie località dell'alta Val d'Adige. Nel maggio del 2011, grazie a una convenzione con lo Stato italiano, la provincia autonoma di Bolzano ha posto all'ingresso del sacrario di Burgusio, come già fatto a Colle Isarco, delle tabelle esplicative in tre lingue (tedesco, italiano e inglese), redatte da un gruppo di esperti, atte a spiegare il particolare contesto storico entro il quale furono eretti gli ossari, facendo esplicito riferimento al tentativo del regime fascista di strumentalizzare i caduti in guerra per scopi politici, usando le loro salme per rendere "sacri" i nuovi confini appena conquistati. - 3 Ruderi dei castelli di Màzia di Sopra e di Sotto (Obermatsch e Untermatsch). I due castelli medievali, ormai completamente ridotti a rovine, sono situati nella Val di Màzia vicino a Sluderno, ma facenno parte del comune di Malles. Sorgono sulla stessa collina a poca distanza l'uno dall'altro.
Erano probabilmente il luogo d'origine dei Signori di Màzia, "Advocates" dell'Abbazia di Monte Maria di Burgusio, che divennero una famiglia molto potente in Val Venosta con possedimenti anche in Engadina e in Valtellina. Ben presto la famiglia spostò la sua residenza a Castel Coira, più lussuoso e facilmente raggiungibile, e i castelli di Màzia caddero velocemente in rovina.
Il castello di sopra fu probabilmente costruito intorno all'XI secolo e oggi ne rimangono i ruderi del mastio e la cappella. Quest'ultima, dedicata a San Martino, risale al XII secolo ma fu molto rimaneggiata nel XVII secolo con l'aggiunta di un'abside poligonale e la ristrutturazione degli interni.
Del castello di sotto, più grande del primo, non rimangono che pochi resti: il fossato, la base di una torre e pezzi di mura di un palazzo.
Le rovine sono raggiungibili attraverso sentieri e liberamente visitabili. - Sbarramento Malles-Glorenza.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Nel territorio è presente l'area sciistica Watles-Malles.
Acquisti
[modifica]- Vino dell'Alta Val Venosta. Attorno all'Abbazia di Monte Maria si coltiva la vite, a 1.340 metri di altitudine: il vigneto più alto d'Europa che produce ottime uve grazie all'esposizione a sud e al clima che offre notti fresche e giornate calde. Il risultato è un'uva con alto contenuto di zucchero, una acidità marcata e un forte sentore fruttato. Presso l'Abbazia si tengono visite enologiche guidate con degustazione.
Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Ristorante Pizzeria Lampl, Via Dr. Heinrich Flora, 4, ☎ +39 0473 831085.
- 2 Haidepark ristorante, Burgusio 138, ☎ +39 0473 831260.
Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]- Fragner Unterpertinger, Piazza Gluckh, 1, ☎ +39 0473 831130, fax: +39 0473 830552.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- Poste italiane, via della Stazione 11a, ☎ +39 0473 831157, fax: +39 0473 830629.
Nei dintorni
[modifica]- Mazia
- Glorenza — La più piccola città dell'Alto Adige conserva il perimetro delle mura, il titolo di città che le viene da un importante passato e vanta l'appartenenza al circuito dei Borghi più belli d'Italia.
- Silandro — Capoluogo della Val Venosta, conserva due dei tanti manieri che costellano questa parte di Alto Adige che si spinge ai confini di Austria e Svizzera.
- Lago di Resia — Il più grande lago dell'Alto Adige è caratterizzato dal campanile dell'antico paese di Curon Venosta, sommerso dopo la costruzione della diga, che emerge dalle acque.
Itinerari
[modifica]- Castelli dell'Alto Adige — Un percorso alla scoperta dei manieri altoatesini che, nati per fini militari, divennero poi in gran parte raffinate dimore signorili, centri di cultura, esempi di pregevole architettura, testimonianza della grandezza delle famiglie che li fecero edificare.
- Ciclopista della valle dell'Adige
Altri progetti
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