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Villa Avogadro

Coordinate: 44°46′57.6″N 10°18′29.2″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Villa Avogadro
Facciata
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàParma
Indirizzostrada Farnese, 17
Coordinate44°46′57.6″N 10°18′29.2″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1820 - 1825
Stileneoclassico
Realizzazione
ArchitettoPaolo Gazola
ProprietarioPiccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
CommittenteAmedeo Rosazza

Villa Avogadro, nota anche come villa La Pellegrina, è un edificio in stile neoclassico situato in strada Farnese 17 a Parma.

La villa, circondata da un grande parco, fu edificata in località San Pellegrino di Vigheffio[1] sul luogo di un preesistente edificio, ormai in rovina, tra il 1820 e il 1825 per volere di Amedeo Rosazza, costruttore del ponte sul Taro e del Teatro Regio;[2] il progetto, da alcuni storici erroneamente[3] attribuito a Nicolò Bettoli,[4] fu invece redatto dall'architetto Paolo Gazola.[3][5]

Alla morte dell'impresario nel 1830, la proprietà passò alla figlia Elisa,[3] moglie del conte Filippo Bondani.[1]

Dopo il 1850 la tenuta fu acquistata dai conti De Rauschenfels, che la tennero solo per pochi anni: verso il 1868 la rivendettero al conte Paolo Cappello di San Franco, che la donò in dote alla figlia Cristina, moglie del conte Antonio Avogadro di origine vercellese.[1]

In seguito alla scomparsa di Antonio nel 1946, gli eredi cedettero la villa col parco alle Piccole figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che vi si trasferirono adibendo parte della struttura a collegio e orfanotrofio;[2] gli ambienti furono adeguati alle nuove esigenze e il teatrino interno fu riconvertito in dormitorio.[6]

Nel 1960 le suore aprirono all'interno dell'edificio anche una scuola materna a servizio del quartiere cittadino, nel frattempo sviluppatosi fino ai confini della proprietà. Il crescente numero di iscritti comportò nel 1997 la necessità di avviare i lavori di trasformazione della cappella in aule scolastiche; al termine dell'intervento nel 2003, la terza sezione fu spostata negli ambienti ristrutturati.[7]

La villa è situata al centro di un ampio parco cintato di forma pressoché rettangolare, originariamente circondato dalle campagne coltivate.[1]

Facciata

La villa si sviluppa su una pianta a C, con accesso a est all'interno dell'avancorpo in asse con l'ingresso; parallelamente all'ala nord si allunga la cappella absidata.[2]

La simmetrica facciata monumentale, interamente intonacata, è caratterizzata dall'imponente avancorpo centrale; il livello terreno è rivestito in finto bugnato, che delimita il portale d'accesso principale ad arco a tutto sesto e le adiacenti finestre di forma analoga; al piano nobile si affacciano sulla lunga balconata balaustrata tre portefinestre, di cui la centrale molto ampia, delimitate da quattro larghe lesene e sormontate da grandi lunette contenenti dipinti e riquadrature in rilievo; in sommità si staglia infine un largo frontone triangolare con cornice decorata con modiglioni, al cui centro è collocato un orologio. La due ali si elevano su tre livelli; su ciascun lato, si aprono tre finestre a ogni ordine, di cui quelle al piano terreno ad arco a tutto sesto, quelle al piano nobile rettangolari e sormontate da architravi in aggetto retti da mensoline e quelle all'ultimo piano quadrate e delimitate da cornici lineari; in sommità corre il cornicione con modiglioni.[2][1]

Sulla destra, collegata attraverso un passaggio coperto, si eleva la cappella neoclassica, progettata dall'ingegner Sisto Dalla Rosa Prati,[1][2] con simmetrica facciata a capanna scandita orizzontalmente in due ordini; inferiormente è collocato nel mezzo il portale d'ingresso ad arco a tutto sesto, affiancato da due finestre di forma analoga; superiormente si aprono tre grandi finestre ad arco a tutto sesto, scandite da lesene collegate da arcate in rilievo; in sommità si staglia il frontone triangolare di coronamento.

Il simmetrico prospetto posteriore della villa è caratterizzato dall'elegante corpo centrale; al livello terreno, rivestito in finto bugnato, è posizionato nel mezzo il portale ingresso ad arco a tutto sesto, affiancato da due finestre di forma analoga; al piano nobile è collocato un grande finestrone balaustrato scandito in tre parti da quattro alte colonne ioniche, a sostegno dell'architrave in rilievo; più in alto si apre un'ampia finestra a lunetta, delimitata da cornice.[2][1][5]

All'interno si accede all'imponente atrio a pianta quadrata, dominato da quattro colonne, chiuse da vetrate; vi si apre lo scalone, che conduce ai saloni e agli altri ambienti del primo piano.[2][1][5]

Di fronte alla villa si sviluppa il parco di forma rettangolare.[2]

Il giardino, accessibile dalla cancellata su strada Farnese a est, è caratterizzato dalla grande aiuola centrale di forma circolare, con siepi e fontana nel mezzo; lungo i bordi del parco, a una certa distanza dall'edificio, si ergono le piante d'alto fusto.[2][1]

  1. ^ a b c d e f g h i Gambara, pp. 240-243.
  2. ^ a b c d e f g h i Caratteri storici dell'insediamento, pp. 30-32.
  3. ^ a b c Tarchioni Salvatore, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  4. ^ Bettoli, Nicolò, su treccani.it. URL consultato il 23 giugno 2017.
  5. ^ a b c Cirillo, Godi, p. 336.
  6. ^ Parma, Il Teatrino Nella Villa Avogadro, Detta La 'Pellegrina', su lacasadellamusica.it. URL consultato il 23 giugno 2017.
  7. ^ Scuola dell'infanzia Santa Maria, su pfiglie.org. URL consultato il 27 febbraio 2020.
  • Caratteri storici dell'insediamento (PDF), in PSC, Quadro conoscitivo, Parma, 2016.
  • Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, II volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
  • Lodovico Gambara, Le ville Parmensi, Parma, La Nazionale Tipografia, 1966.

Voci correlate

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Altri progetti

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