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Vito e gli altri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vito e gli altri
Nando Triola (al centro) in una scena del film
Titolo originaleVito e gli altri
Lingua originaleitaliano, napoletano
Paese di produzioneItalia
Anno1991
Durata83 min
Rapporto1,66:1
Generedrammatico
RegiaAntonio Capuano
SoggettoAntonio Capuano
SceneggiaturaAntonio Capuano
Casa di produzioneSocietà cooperativa Dioniso a.r.l.
Distribuzione in italianoMikado - Pentavideo, Medusa video
FotografiaAntonio Baldoni
MontaggioValentina Migliaccio
ScenografiaMario Del Gaudio
TruccoAlfonso Simonetti
Interpreti e personaggi
  • Nando Triola: Vito
  • Giovanni Bruno: Gaetano
  • Rosaria De Cicco: Rosetta, zia di Vito
  • Mario Lenti: Aniello
  • Pina Leone: Miriam
  • Giuseppina Fusco: Alba
  • Antonio Iaccarino: Formaggino
  • Pasquale Amore: carcerato
  • Massimo Antacido: carcerato
  • Alfredo Tassiero: carcerato
  • Antonio Farak: amico di Vito
  • Enzuccio La Motta: voce narrante
  • Gino Apicella
  • Vittorio Baratti
  • Sergio Marra
  • Vera Matania
  • Guido Piccoli

Vito e gli altri è un film del 1991 diretto da Antonio Capuano.

Si tratta del primo film[1] di Capuano, anche autore del soggetto e della sceneggiatura.[2]. È interpretato da attori non professionisti e segna l'esordio al cinema dell'attrice Rosaria De Cicco.

Durante una notte di Capodanno un uomo improvvisamente impazzito senza nessuna ragione massacra la sua famiglia uccidendo la moglie e uno dei suoi due figli e risparmiando l'altro, il dodicenne Vito, che viene affidato ad una zia e al marito di questa, un fabbricante di fuochi d'artificio.

Per tirare avanti la zia è costretta a spacciare droga servendosi della propria figlia e di Vito, che viene lasciato crescere senza alcuna guida. Vito vive nella strada cominciando la sua personale discesa nella degradazione morale e sociale: furti, scippi, spaccio di droga, rapine, prostituzione. Comincia a frequentare le carceri dove affina il suo carattere criminale confrontandosi con i suoi compagni di pena che stanno compiendo lo stesso suo percorso che lo porterà a diventare sicario della camorra.

«[... [Il film] ha del primo Pasolini gli echi nell'uso del primo piano, nell'approccio frontale con la realtà, grezzo ma, almeno nelle intenzioni, estraneo ai canoni di una rappresentazione naturalistica.[3]»

Riconoscimenti

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  1. ^ Costato 400 milioni di lire e realizzato con l'intervento dello Stato ai sensi dell'articolo 28 della legge cinema
  2. ^ Fonte principale Mymovies.it
  3. ^ Mymovies.it

Collegamenti esterni

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