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UNICEF

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia
(EN) United Nations Children's Fund
(FR) Fonds des Nations unies pour l'enfance
(AR) صندوق الأمم المتحدة للطفولة
(ZH) 联合国儿童基金会
(RU) Детский фонд Организации Объединённых Наций
(ES) Fondo de Naciones Unidas para la Infancia
AbbreviazioneUNICEF
TipoAgenzia specializzata dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
Fondazione11 dicembre 1946
ScopoAiutare i bambini colpiti nella Seconda Guerra Mondiale
Sede centraleStati Uniti (bandiera) New York
Area di azioneMondo (bandiera) Mondo
Direttore esecutivoStati Uniti (bandiera) Catherine M. Russell
Lingue ufficialiInglese, Francese, Spagnolo, Arabo, Cinese, Russo
MottoUnite for children
Sito web

Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, in sigla UNICEF (pron. /ˈuniʧef/[1]; già United Nations International Children's Emergency Fund, e dal 1953 United Nations Children's Fund), è un fondo delle Nazioni Unite, organo sussidiario fondato l'11 dicembre 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale[2].

L'UNICEF, con sede centrale a New York, è presente in 193 paesi e si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo, principalmente nei paesi in via di sviluppo. I bambini e i ragazzi sotto i 15 anni sono più di 2 miliardi nel mondo. L'UNICEF è finanziato con contributi volontari di paesi, governi e privati e ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1965[3].

Premio Nobel
Premio Nobel
Nobel per la pace
1965

Posizioni su temi etici

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Tra gli obiettivi programmatici dell'UNICEF rientrano la promozione di aborti sicuri[4], l'educazione alla pianificazione familiare e l'utilizzo della contraccezione.[5][6]

In una dichiarazione congiunta del 2011[7], l'UNICEF sosteneva la necessità di contrastare la diffusione dell'aborto selettivo, attraverso piani che favorissero tra l'altro l'utilizzo di servizi di aborto sicuro e programmi di pianificazione familiare per diminuire così il ricorso all'aborto.

Nel 2013, assieme all'OMS, ha pubblicato un piano integrato di linee guida per la prevenzione della mortalità infantile causata da polmonite e diarrea, inserendo, tra le strategie consigliate per la promozione della salute di donne e bambini, l'accesso a servizi di aborto sicuro.[8]

L'UNICEF fa sua la strategia ABC ("abstitence, be faithful and consistent condom use” – "astinenza, fedeltà e uso costante dei preservativi") adottata in diversi interventi internazionali a prevenzione dell'AIDS.[9]

Nel 1996 il Vaticano ha ritirato il suo contributo simbolico all'UNICEF in occasione della pubblicazione da parte di quest'ultimo di un manuale sulle operazioni di emergenza per le popolazioni rifugiate che sosteneva la diffusione di pratiche contraccettive di emergenza.[10][11][12]

Nonostante ciò, in diverse occasioni alti funzionari dell'UNICEF hanno negato che l'organizzazione promuovesse l'aborto o metodi di pianificazione familiare.[13][14]

L'UNICEF sostiene inoltre l'adozione da parte degli Stati di leggi che garantiscano alle coppie LGBTQ e ai loro figli il riconoscimento legale del loro status, in quanto tali norme contribuirebbero a garantire il superiore interesse dei bambini.[15]

Nel 2013 l'UNICEF dichiarava di aver sostenuto i bambini siriani colpiti dalla guerra civile siriana con la raccolta fondi più grande nella sua storia.[16]

  1. ^ Luciano Canepari, UNICEF, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  2. ^ (EN) Milestones: 1946-1955, su unicef.org. URL consultato il 30 novembre 2016 (archiviato il 3 gennaio 2018).
  3. ^ (EN) 1965 Nobel Peace Prize awarded to UNICEF, su unchannel.org. URL consultato il 30 novembre 2016 (archiviato il 1º dicembre 2016).
  4. ^ (EN) Son preference perpetuates discrimination and violations of women's rights – it must and can end, su UNICEF. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2020).
  5. ^ (EN) WHO | Current HRP projects, su World Health Organization. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2021).
  6. ^ (EN) UNICEF, su The Lepanto Institute. URL consultato il 21 giugno 2020.
  7. ^ (EN) Preventing gender-biased sex selection (PDF), su unfpa.org. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato il 22 giugno 2022).
  8. ^ (EN) Ending Preventable Child Deaths from Pneumonia and Diarrhoea by 2025 (PDF), su unicef.org. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2020).
  9. ^ (EN) UNICEF e Joint United Nations Programme on HIV/AIDS, Young People and HIV/AIDS: Opportunity in Crisis, The Stationery Office, 2002, ISBN 978-0-11-987820-2. URL consultato il 21 giugno 2020.
  10. ^ (EN) Patricia Miller, Good Catholics: The Battle over Abortion in the Catholic Church, Univ of California Press, 20 maggio 2014, ISBN 978-0-520-95827-2. URL consultato il 21 giugno 2020.
  11. ^ (EN) Mary Russell, Holy See gets tough on Unicef, su The Irish Times, 8 gennaio 1997. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato il 13 maggio 2021).
  12. ^ (EN) T. Deen, UNICEF supports birth control despite Holy See, in Popline, vol. 14, 1992-07, pp. 3–4. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato il 24 marzo 2022).
  13. ^ (EN) UNICEF And Abortion, su The Irish Times, 12 agosto 1997. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato l'8 maggio 2021).
  14. ^ UNICEF e aborto, un chiarimento necessario, su unicef.it. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato il 9 maggio 2021).
  15. ^ Discriminazioni dei minori in base a orientamento e identità sessuale: la posizione dell'UNICEF, su unicef.it, 6 marzo 2015. URL consultato il 21 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2020).
  16. ^ Per la Siria l'appello di raccolta fondi più ampio della storia, su unicef.it. URL consultato il 26 agosto 2022 (archiviato il 7 aprile 2022).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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