Taddeo Barberini
Taddeo Barberini | |
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Ritratto di Taddeo Barberini, III principe di Palestrina, nelle vesti di Prefetto di Roma di Andrea Sacchi (1631) | |
Principe di Palestrina Duca di Monterotondo | |
In carica | 1627 – 2 novembre 1647 |
Predecessore | Francesco Colonna di Sciarra |
Successore | Maffeo Baberini |
Trattamento | Don |
Altri titoli | Principe di San Gregorio Principe di Valmontone Principe di Anticoli Principe di Roviano Duca di Montelibretti Signore di San Vittorino |
Nascita | Roma, 16 novembre 1603 |
Morte | Parigi, 24 novembre 1647 (44 anni) |
Dinastia | Barberini |
Padre | Carlo Barberini |
Madre | Costanza Magalotti |
Consorte | Anna Colonna |
Figli | Lucrezia Camilla Carlo Maffeo Niccolò Maria |
Religione | Cattolicesimo |
Taddeo Barberini, I principe di Palestrina (indicato anche come III principe di Palestrina in riferimento alla successione Colonna di Sciarra) (Roma, 16 novembre 1603 – Parigi, 24 novembre 1647), è stato un militare e nobile italiano.
Comandante dell'esercito pontificio[1], era nipote di papa Urbano VIII e fratello dei cardinali Francesco Barberini e Antonio Barberini. Grazie al ben noto nepotismo di suo zio, fu tra coloro che influenzarono pesantemente la politica, la religione, l'arte, la musica e l'architettura della società romana del XVII secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia
[modifica | modifica wikitesto]Taddeo nacque nel 1603, figlio di Carlo Barberini e di sua moglie, Costanza Magalotti. Egli era nipote dei fratelli cardinali Maffeo Barberini (poi papa Urbano VIII) e Antonio Barberini e del cardinale Lorenzo Magalotti, per parte di sua madre. Egli era inoltre fratello di Francesco Barberini e di Antonio Barberini,[2] nominati entrambi cardinali quando il loro zio divenne Papa. Come i suoi fratelli, Taddeo venne educato al Collegio Romano.[3]
Urbano VIII papa
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1623, Maffeo Barberini venne eletto al soglio pontificio col nome di Urbano VIII e le fortune di suo nipote Taddeo migliorarono considerevolmente. Quasi subito Taddeo venne nominato Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa, ovvero comandante dell'intero esercito papale, al posto di suo fratello, il cardinale Antonio Barberini, che di recente aveva fallito nel medesimo campo al comando di truppe regolari e di mercenari.
Nel 1624, Taddeo prese il controllo del Ducato di Urbino e ne obbligò la restituzione ad Urbano VIII dopo la morte di Federico Ubaldo della Rovere. Quando Francesco Maria della Rovere morì nel 1631, il ducato venne difatti trasferito allo Stato Pontificio.[4]
Matrimonio
[modifica | modifica wikitesto]Il 14 ottobre 1627 Taddeo sposò Anna Colonna-Tomacelli Cybo, figlia di Filippo I Colonna, in una grandiosa cerimonia presieduta dal pontefice a Castel Gandolfo.[5] L'accordo, sottoscritto dal cardinale Fabrizio Verospi per conto della famiglia Barberini con la famiglia Colonna, stabiliva una dote di 180.000 scudi oltre al castello dei Colonna ad Anticoli.[6] Nell'accordo era previsto anche il passaggio del feudo di Palestrina ai Barberini. A quel punto Urbano VIII trasferì al nipote il titolo di Principe di Palestrina per ricompensarlo dei valorosi servizi compiuti e arricchirlo ulteriormente. Quando il primogenito di Taddeo, Carlo, rinunciò in seguito ai suoi diritti di successione per divenire cardinale, l'ereditarietà di tale titolo passò al secondogenito, Maffeo.
Principe di Palestrina
[modifica | modifica wikitesto]Come Principe di Palestrina, Taddeo si occupò attivamente della cittadina migliorando le strutture esistenti e fornendo nuovi servizi al borgo, rendendolo completamente autosufficiente. Ricostruì Palazzo Barberini (dove venne ritrovato e ancora oggi si trova ospitato il Mosaico del Nilo, pregevolissima opera musiva di epoca romana), a cui poi suo figlio Maffeo aggiungerà una chiesa. Taddeo fece costruire un piccolo casino privato, che però gli sopravvisse solo alcuni anni in quanto i suoi discendenti persero ben presto interesse.[7]
Nel 1631 papa Urbano VIII onorò ulteriormente suo nipote nominandolo Governatore di Borgo, comandante di Castel Sant'Angelo e Prefetto di Roma. L'investitura di Taddeo a queste cariche venne celebrata con una pompa straordinaria.[4]
È stato stimato che le proprietà di famiglia di Taddeo ammontassero alla cifra di 4.000.000 di scudi, ma che queste crebbero sino a 42.000.000 di scudi di ricchezza personale nei ventuno anni di regno di Urbano VIII.[5] Al 1635, le entrate delle proprietà di Taddeo erano stimate in 100.000 scudi all'anno.[4]
Prima guerra di Castro
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1639 Odoardo I Farnese, duca di Parma e Piacenza, si portò in visita a Roma e nel corso di questo soggiorno insultò i cardinali fratelli di Taddeo. Papa Urbano VIII rispose bandendo ogni commercio di grano con i territori controllati dai Farnese. Quando i Farnese non risultarono più in grado di pagare i loro debiti con lo Stato della Chiesa, il papa gli inviò degli agenti delle tasse.[8] Il papa si risolse infine con le sue truppe ad occupare Castro. Le forze pontificie erano guidate da Antonio Barberini e dai suoi comandanti mercenari Luigi Mattei e Fabrizio Savelli. Il Savelli si disinteressò da subito alla guerra e gli venne chiesto dopo poco di rientrare a Roma, venendo sostituito da Taddeo Barberini.[9]
Castro cadde quasi senza opporre resistenza e la vittoria venne celebrata in una canzone composta in onore della famiglia Barberini dal musicista al servizio della casata, Marco Marazzoli. La vittoria, ad ogni modo, ebbe vita breve e le truppe pontificie subirono una serie di pesanti sconfitte. Papa Urbano venne costretto ad accettare la sconfitta e firmò un trattato di pace col duca Farnese per impedire che egli stesso marciasse con le sue truppe su Roma.
Esilio e morte
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1644, il potente zio pontefice di Taddeo morì ed il Collegio dei cardinali elesse papa Innocenzo X della famiglia Pamphili. Al conclave del 1644, i fratelli cardinali di Taddeo cercarono se non altro di tutelare le fortune accumulate dalla loro famiglia, ma il nuovo Papa si rifiutò categoricamente di appoggiarli ed avviò una serie di indagini alla ricerca di abusi finanziari commessi soprattutto nel corso della Prima guerra di Castro. Taddeo Barberini ed i suoi fratelli vennero costretti all'esilio e si rifugiarono a Parigi dal 1646 dove vennero supportati dal cardinale Mazzarino. La moglie di Taddeo, Anna Colonna, si appellò a papa Innocenzo X chiedendogli disperatamente che i Barberini potessero mantenere integre le loro proprietà. Innocenzo a questo punto acconsentì alla richiesta, ma richiese comunque che i Barberini rimanessero in esilio, lontani dalla società romana.
Taddeo Barberini morì nel 1647 in esilio in Francia senza più rivedere Roma.
Taddeo Barberini patrocinò anche l'operato del giovane pittore Carlo Maratta che giunse a Roma nel 1636 e che egli conobbe tramite il suo segretario personale, Corinzio Benicampi.[10] Il noto artista barocco ricevette una delle sue prime commissioni, La Gloria dei Santi, proprio da Taddeo. Il dipinto venne terminato nel 1645, due anni prima della morte di Taddeo.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Taddeo e Anna Colonna ebbero cinque figli:
- Lucrezia (1628–1699) che sposò Francesco I d'Este, duca di Modena
- Camilla (1629–1631), morta infante
- Carlo Barberini (1630–1704), cardinale
- Maffeo, II principe di Palestrina
- Niccolò Maria (1635–1699)
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Carlo Barberini | Francesco Barberini | ||||||||||||
Marietta Miniati | |||||||||||||
Antonio Barberini | |||||||||||||
Marietta Rustici | Bernardo Rustici | ||||||||||||
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Carlo Barberini | |||||||||||||
Gian Donato Barbadori | … | ||||||||||||
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Camilla Barbadori | |||||||||||||
Nannina Cambi | Lorenzo Cambi | ||||||||||||
Caterina Capponi | |||||||||||||
Taddeo Barberini | |||||||||||||
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Vincenzo Magalotti | |||||||||||||
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Costanza Magalotti | |||||||||||||
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Clarice Capponi | |||||||||||||
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alberto Merola, "Barberini, Taddeo", in D.B.I. VI 1964 180a-182b
- ^ Worldroots - Barberini, su worldroots.com. URL consultato il 18 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2009).
- ^ Power And Religion in Baroque Rome: Barberini Cultural Policies by P. J. A. N. Rietbergen (Brill, 2006)
- ^ a b c History of the popes; their church and state (Volume III) by Leopold von Ranke (Wellesley College Library, rist. 2009)
- ^ a b Papal Genealogy: The Families And Descendants Of The Popes by George L. Williams (McFarland, 2004)
- ^ Marriage in Italy, 1300-1650 by Trevor Dean & K.J.P. Lowe (Cambridge University Press, 2002)
- ^ Palestrina di Roberto Piperno (maggio 2012)
- ^ The Duchy of Castro by Roberto Piperno (last revised: May 2012)
- ^ Pope Alexander the Seventh and the College of Cardinals di John Bargrave, ed. da James Craigie Robertson (rist. 2009)
- ^ Giovan Pietro Bellori: The Lives of the Modern Painters, Sculptors and Architects: A New Translation and Critical Edition translations and additions by Hellmut Wohl (Cambridge University Press, 2005).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Taddeo Barberini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Barberini, Taddeo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Alberto Merola, BARBERINI, Taddeo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 18094579 · ISNI (EN) 0000 0000 6119 601X · BAV 495/75840 · CERL cnp00567538 · LCCN (EN) no2018059862 · GND (DE) 122020944 |
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